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La nostra seconda prima volta


di summeroflove
24.07.2024    |    6.027    |    14 9.9
"Entrammo nel locale, ci riconoscemmo dalle foto scambiate..."
La nostra prima volta è stata la seconda volta.
Questo perché quando finalmente abbiamo acconsentito a incontrare una coppia per un normalissimo caffè in un bar del centro di Firenze, ci siamo trovati davanti a un ragazzo - bello, per carità - privo della sua dolce metà. E si che le due ragazze avevano parlato, si erano scambiate dei vocali, sembrava tutto in regola.

“Non faremo niente che non vorrete fare. Ci troviamo in centro a Firenze, beviamo qualcosa e poi… chissà”

Quel pomeriggio uscimmo di casa con un’eccitazione mai provata prima. Per la prima volta ci eravamo fatti belli non solo per noi stessi, ma pure per l’inedito piacere di ammaliare - forse - un terzo e una quarta. Per la prima volta avevamo superato i mille dubbi e le diecimila incertezze, ascoltando quella vocina che in fondo alle nostre menti ci diceva “andate e giocate!”

E invece purtroppo quel desiderio mai provato fino in fondo fu rinviato a data da destinarsi. I nostri compagni di caffè si rivelarono essere un ragazzo solitario. Bello, ma solitario.
Aveva architettato tutto alla perfezione, chiedendo pure a una certa amica di prestarsi al suo giochino di messaggi vocali per attirare la preda, noi.

Entrammo nel locale, ci riconoscemmo dalle foto scambiate. Notammo che era da solo al tavolo, ma con due bicchieri. Un dettaglio che ci convinse a non fare dietrofront.

“La mia ragazza è dovuta tornare un attimo a casa. Non si sentiva bene. Non volevo darvi il pacco, sicché vi ho aspettato. Magari beviamo qualcosa, ci conosciamo, poi andiamo a casa nostra e ve la presento”

La sua insistenza nell’andare a casa, la fretta nel finire la consumazione per portarci a conoscere la sua bella… tutti segnali che ci fecero alzare bandiera bianca. Stop ai giochi, ce ne andiamo, a mai più rivederci.

E vi risparmiamo il ritorno a casa nostra, i sensi di colpa per aver osato, la paura di aver rischiato di finire in chissà quale situazione. Lui che dice “andrà meglio la prossima volta”, lei che risponde “Non ci sarà una seconda volta”

La nostra prima volta è stata la seconda volta, dicevamo.

Molti mesi dopo, un sabato mattina Lei mi si presenta davanti dicendomi “Ho controllato i messaggi. C’è una situazione che dobbiamo valutare insieme”
Messaggi? Situazione? Quel suo essere così vaga ed evasiva mi accese una luce: la mia Lei è talmente timida che quando si tratta di toccare certi temi “piccanti” riesce a perdersi in lunghi giri di parole che, per certi versi, mi fanno sempre sorridere.
Per farla breve, un suo fugace accesso al nostro account di coppia era finito a scartabellare i mille messaggi ricevuti, facendola capitare su uno particolarmente interessante: coppia coetanea, con qualche esperienza e disposti a prenderci per mano nei nostri primi giochi. Il suo “non ci sarà una seconda volta” iniziava a vacillare.

Scambiamo i messaggi di rito con Martina e Luca, ci parliamo, ci piaciamo, e alla fine fissiamo un appuntamento nel solito posto del nostro primo sfortunato incontro. Perché se iniziamo a giocare dobbiamo farlo cancellando il passo falso iniziale!

Martina e Lei si parlano per messaggio vocale, organizzano tutto nel dettaglio e, con mio grande piacere, noto che usa parole al miele per trasmettere fiducia e serenità ai mille dubbi e alle diecimila paure di Lei.

Eccoci al giorno della seconda volta. Lei si mette un abito nero e stretto che esalta le sue forme, e mi guarda con malizia mentre si infila i tacchi. “Tanto lo sai che non combineremo niente anche stasera, vero?”
“Lo vedremo. Mal che vada avremo bevuto un caffè”
“Se mi sento a disagio ti faccio il segnale e ce ne andiamo”

Martina e Luca ci aspettano sorridenti al tavolo. Lui un bel ragazzo rasato, dal fisico scolpito ed esaltato da una elegante camicia bianca, Martina invece è una dea, lunghi ricci castani, occhi neri, un sorriso eccezionale e un corpo sinuoso che non ci lascia indifferenti. Lei le dice subito “accidenti come sei bella”, mentre io mi limito a complimentarmi con Luca (ma la mangerei qui e ora).

Trascorriamo una buona ora a parlare del più e del meno, di come siamo arrivati a pensare di giocare, delle nostre paure e dei nostri desideri. Luca e Martina sono molto alla mano, dispensano sorrisi e non appaiono mai volgari o sopra le righe, anche quando ci raccontano come hanno iniziato i giochi, le loro prime volte, i primi sapori, profumi e suoni di un universo più ampio del loro mondo di coppia.

Alcuni brindisi più tardi, è Martina a rompere il ghiaccio, invitandoci a casa loro per due chiacchiere “più rilassate”. La mia Lei, completamente a suo agio durante tutta la serata, inizia adesso a balbettare mezze parole, suscitando una reazione divertita nella coppia di amici.

“In realtà io… noi… forse non siamo ancora pronti per…”

“Non è un problema - la voce profonda di Luca - possiamo passare ancora qualche ora assieme e puoi scoprire se sei… se siete pronti o meno. Giuro che nessuno vi tocca! E poi casa nostra è a cinque minuti da qui, possiamo far due passi”

Sorpresa dal tono accomodante di Luca, o forse pensando che la passeggiata rimanderà ancora per un po’ il momento della verità, la mia Lei accetta. Ci alziamo tutti e quattro, offro i giri di bevute e, mano nella mano, usciamo dal locale.

Saliamo nell’appartamento di Martina e Luca, un attico luminoso che guarda malizioso i tetti di Firenze. La mia Lei è rapita dalla bellezza della vista panoramica e non esita a complimentarsi coi padroni di casa. È molto emozionata e, al tempo stesso, combattuta con i suoi timori e pudori. La conosco bene.

Luca prende quattro flûte e versa del prosecco. Martina, adesso molto più sciolta dopo l’aperitivo giù nel locale, si avvicina alla mia Lei per un brindisi.

“Adesso noi pensavamo di fare un piccolo spettacolo per i nostri ospiti. Tu e il tuo Lui potete scegliere: potete salire nel lettone con noi, potete restare sul divano accanto al lettone e vivere una nuova esperienza, potete starvene qui ad ammirare Firenze o… potete scappare!”

Martina rise, Luca - che nel frattempo si era tolto la camicia mostrando un torace di marmo con dei tatuaggi old school veramente belli - la cinse da dietro e fece l’occhiolino alla mia Lei.

“Allora che fate? Ci fate compagnia o state a guardare il Duomo?”

Guardai la mia Lei, mi sorrise. Carezzò il volto di Martina e mi si avvicinò, prendendomi la mano.

“Avete detto che c’è un divano?” Chiese.

Luca e Martina si sdraiarono sul lettone, cercandosi tra le lenzuola di seta rossa. A pochi metri da loro, noi due sedevamo nervosi, mano nella mano su un divanetto con una piccola penisola. I loro corpi si muovevano lenti nella luce soffusa, mentre le loro vesti cadevano piano piano sul pavimento.

Martina fu la prima a denudarsi completamente e a sfoggiare il suo splendido seno prosperoso, ricoperto dai baci di Luca che ogni tanto alzava malandrino lo sguardo verso di noi, quasi a voler cogliere le nostre reazioni. Luca faceva scorrere le mani sul corpo della ragazza, seguendo le sue curve, accarezzandole la schiena, le natiche perfette, il monte di Venere completamente rasato. La mia Lei ebbe un piccolo sussulto quando d’un tratto Luca fece sdraiare Martina, le spalancò le gambe e iniziò a leccarla lanciandoci sempre quello sguardo magnetico.

Martina accompagnava la lingua dell’uomo mugolando il suo piacere e catturando la testa di Luca con le sue dita, a dirgli di non smettere, di continuare a leccarla avidamente. Ad un tratto aprì gli occhi e ci guardò anch’ella, sognante di piacere. Allungò una mano verso la mia Lei, sfiorandole un piede.

La mia Lei non si mosse. Strinse un po’ la mia mano e con l’altra sotto al mento continuava a fissare con attenzione i due corpi.

Fu poi la volta di Luca. Martina si inginocchiò davanti a lui e gli aprì i pantaloni. Giocò un po’ con l’intimo di Luca, poi la sua mano afferrò il membro eretto e cominciò a carezzarlo lentamente. Un profondo sospiro dell’uomo fece vibrare la mia Lei. Martina alternava il suo sguardo tra Luca e noi, mentre le sue mani avvolgevano il pene turgido di Luca, massaggiandolo con crescente intensità.

“Vi dispiace se ci spostiamo un attimo sulla penisola?” Chiese Luca

La mia Lei mi guardò e disse “No, per niente”

Luca e Martina, entrambi nudi, erano adesso a pochi centimetri da noi. Lui, in piedi sul pavimento e lei in ginocchio sulla penisola. Il profumo del corpo di Martina, i suoi lunghi ricci e il suo seno esplosivo mi mandavano in estasi. La mia Lei non staccava gli occhi dal membro eretto e dall’ipnotico gioco di mani della sua compagna.

Martina giocò ancora un po’ con le mani, poi piano piano iniziò a succhiarlo lentamente. L’asta turgida di Luca spariva e ricompariva dalle labbra di Martina. Il suono ritmato della fellatio echeggiava nella stanza e non riuscivo più a trattenere la mia eccitazione.

Mentre i due si abbandonavano ai piaceri del sesso orale a pochi centimetri da noi, la mia Lei lasciò la mia mano e disse “Spogliamoci. Non farti strane idee, ma spogliamoci. Mi sento a disagio così vestita”

Luca e Martina risero, senza interrompere il loro gioco bagnato. Adesso Martina lasciava colare della saliva sul glande di Luca, andando poi a leccare tutto per bene e a baciare poi la bocca di Luca, in un tripudio di umori.

Restammo tutti e due in mutande, al cospetto dei padroni di casa che ci guardavano con ammirazione dalla penisola del divano. “Bravi ragazzi - disse Luca - quello che volete fare lo sapete solo voi” e ammiccò.

Quando Martina ebbe completato il suo gioco orale, si sdraiò in grembo alla mia Lei e disse “Scommetto che non hai mai assistito a una scopata così da vicino”, ma le ultime parole le si strozzarono in gola perché Luca aveva iniziato a penetrarla con forza. I due corpi erano adesso uniti, lei in grembo alla mia compagna e lui poco distante da me. La mia Lei carezzava il corpo di Martina, mentre questa cercava il seno della mia Lei con la sua bocca carnosa.
Martina allungò un piede e cominciò a giocherellare con la mia gamba sinistra. All’inizio innocentemente, quasi un riflesso dei colpi di Luca, poi pian piano salì sempre più su, fino a carezzarmi il membro da sopra le mutande. Nel frattempo Luca aveva fatto una pausa e mostrava il suo membro umido degli umori di Martina alla mia Lei.

“Che te ne pare? È un bel gioco?”

La mia Lei sorrise a Luca, afferrò il suo pene, lo diresse verso la vagina pulsante di Martina e lo spinse dentro di lei. Poi si voltò a guardarmi mentre il mio cazzo era preda del piede di Martina e delle sue dita che giocavano con la mia asta, le mie palle, la mia cappella.

Martina e Luca continuavano a scopare a pochi centimetri da noi. Sentivamo i loro profumi, il loro piacere sussurrato, talvolta gridato. Martina di tanto in tanto cercava la mia Lei per baciarla in bocca o per succhiarle il seno, io avevo il cazzo che stava per esplodere.

Non saprei dire quanto durò questo amplesso così sconvolgente e così inconsueto. So solo che a un certo momento Luca estrasse il suo pene dalla fica di Martina e iniziò a masturbarsi con vigore guardando le donne con profonda passione. Martina si sdraiò sul letto, prendendo la mia Lei per mano e portandola accanto a se.

“Mio dio, le verrà addosso!” Pensai

Luca mi dette una pacca sulla spalla e mi invitò ad alzarmi.

“È il momento” disse

Mi alzai dal divano e raggiunsi Luca. I due corpi nudi femminili sul letto desideravano il nostro nettare per celebrare l’estasi della serata. Ero accanto a Luca, mi stavo masturbando assieme a lui sopra alle nostre ragazze. Tra poco avrei eiaculato su una sconosciuta e sulla mia Lei. La mia Lei avrebbe ricevuto il seme di uno sconosciuto. Il fascino del peccato, l’odore del sesso, Martina che mi sussurra “Dammela”, la mia Lei che mi dice “Ti amo”… non capisco più nulla. D’un tratto mi trovo sommerso da un orgasmo potentissimo e schizzo il mio seme caldo sui corpi sdraiati sotto di me. Colpisco la mia Lei sul seno, Martina in faccia, macchio le lenzuola di seta, forse qualche schizzo raggiunge pure Luca. Già, Luca. Quando è il suo momento, dal suo cazzo fuoriescono copiosi dei getti di sperma che vanno a cadere sulla mia Lei e sul seno di Martina. Siamo sudati, sfiniti, ma dannatamente emozionati. La mia Lei si alza e, gocciolante di seme, me lo prende in bocca e accompagna dolcemente il mio membro al meritato riposo. Luca mi sorride mentre le due ragazze si baciano in bocca, scambiandosi saliva e sperma. Ancora inebetito, mi pare di scorgere Martina che mi succhia la cappella mentre la mia Lei spinge la lingua tra le mie palle.

Dopo una rinfrescata e un brindisi finale, ci congediamo da Martina e Luca, con la promessa di rivedersi presto e, stavolta, di partecipare tutti quanti… come si deve.

Mentre guido verso casa, ancora eccitato per la serata, la mia Lei mi dice “È stata una serata fantastica. Ho amato il modo in cui tutto è accaduto. Non mi sono sentita mai sporca o gelosa, sono felice. E non vedo l’ora di arrivare a casa per fare di nuovo sesso con te. Ti amo!”
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