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Il Cerchio Mascherato - 3 parte


di summeroflove
26.07.2024    |    2.542    |    4 9.5
"Ma questi pensieri furono scacciati in un secondo da un brivido caldo che mi salì lungo la schiena..."
Davanti a noi un salone con travi a vista e luci soffuse ottenute da un sapiente mix di candele e luci rosse a led. Al centro, una grande tavola imbandita traboccante di vassoi e bottiglie. Un cameriere in nero stava versando del prosecco alla coppia che ci aveva preceduto.

Poco più in là, due coppie appoggiate a un tavolino alto drappeggiato di porpora stavano facendo un brindisi. Non sembrava esserci altra gente e, vista l’ora, la cosa era del tutto plausibile.

“Stai a vedere che siamo arrivati troppo presto. Errori da neofiti, che ne dici?”

“Mettila così, abbiamo più tempo per guardarci attorno, capire come funziona e prendere le nostre decisioni con calma…”

“Hai sempre una buona risposta per tutto, brava!”

Il cameriere ci porse due calici e sorrise. Incrociai lo sguardo con la bella donna bionda e tatuata, d’istinto alzai il calice. Lei mi rispose con un impercettibile cenno del capo.

“Sei già a caccia?” Il mio Lui mi colse in fallo.

“Piuttosto… andiamo a dare un’occhiata a giro. Torneremo al buffet più tardi”

Entrammo in una grande stanza con un grande tatami circolare al centro. Tutto intorno a questo enorme materasso velato di seta nera, erano disposti a raggiera dei divanetti neri. Il tatami era circondato da un cordone di velluto e non potemmo fare a meno di notare che le lenzuola erano costellate di piccoli asciugamani e confezioni di condom.

“Aspetta, non dirmelo… credo di sapere cosa succederà qui” riuscivo a percepire l’imbarazzo e l’eccitazione del mio Lui dalle sue battutine infantili. Lo lasciai stare dato che, in fondo in fondo, provavo le stesse identiche emozioni. Imbarazzo ed eccitazione. E ancora non era successo niente.

Alcune coppie sedevano tranquille sui divanetti, discorrendo sottovoce o sorseggiando bollicine. Le parole erano indistinguibili, sebbene le voci fossero distorte e amplificate dalle spesse maschere. Fui attratta da una coppia non proprio scultorea, entrambi in leggero sovrappeso e piuttosto goffi nel loro outfit della festa. Ma questi pensieri furono scacciati in un secondo da un brivido caldo che mi salì lungo la schiena. Eravamo tutti uniti da una sola passione, il desiderio di trasgressione e il fascino di farlo con perfetti sconosciuti mi fece schiacciare l’acceleratore del mio grado di eccitazione. Desiderai essere in mezzo a quei due, toccare quei corpi e farmi toccare, sentire i loro sapori, godere del profumo della loro pelle. Mi riportò sulla terra il mio Lui:

“Guarda cosa c’è nell’altra stanza!”

Un trono di legno emergeva nella rossa penombra. A fianco, un candelabro con una piccola campana al centro. Sotto al trono, il pavimento in parquet mostrava un ampio motivo circolare. Il Cerchio.

Un altro cordone in velluto ci separava dal tetro scranno. Un tappeto rosso univa il cerchio all’ingresso della sala, separando due file di cinque tavolini alti, anch’essi velati di porpora.

“Qui è dove fanno i cerchi” la voce di una lei di coppia alle nostre spalle mi fece voltare di scatto.

“Non volevo farle paura” era una donna minuta dai corti capelli biondi e una maschera da calavera messicana. Il compagno ci salutò con un cenno del capo e sussurrò “Scusateci”, poi la prese per mano e uscirono dalla stanza.

Girovagammo a lungo per la villa, scoprendo molte altre stanze e stanzette, opportunamente preparate per la serata. Più tardi, cedemmo ai morsi della fame e tornammo alla sala del buffet, dove oltre un centinaio di persone, uomini e donne, tutti poco vestiti e molto mascherati, prendevano qualcosa da mangiare, sorseggiavano prosecco e socializzavano tra di loro. La festa stava per entrare nel vivo.

Riempimmo due piattini, prendemmo due calici e ci facemmo strada in mezzo a tutta quella gente, cercando un posto tranquillo dove sederci. Una foresta di corpi profumati, seducenti mantelli, sguardi penetranti dietro la durezza elegante delle maschere. E quel suono duro e metallico delle voci.

Ci sedemmo su un divano e ci sollevammo un po’ le maschere per poter mangiare. Rimanemmo di sasso quando notammo, poco lontano da noi, la sagoma di una donna inginocchiata davanti al suo lui in evidente eccitazione. La donna, vestita solo di un paio di sandali e di una maschera da Colombina che le lasciava scoperta la bocca, allungò le mani ad afferrare dolcemente le natiche dell’uomo, poi iniziò a leccare avidamente il pene dell’uomo, prima con movimenti lenti lungo tutta la lunghezza, poi succhiandolo con crescente intensità. L’uomo si voltò verso di noi, mi indicò con un dito, poi mi fece segno di avvicinarsi.

“Vieni qui, porta il tuo bicchiere” una voce magnetica, impossibile resistere.

Mi alzai come attratta da un magnete, senza prestare attenzione al mio Lui che disse “Ma che cazzo fai?”. Quando fui al fianco dell’uomo gli porsi il bicchiere. Lui mi prese il polso e lentamente diresse la mia mano e il mio bicchiere verso il suo basso ventre, dove la compagna non aveva interrotto il suo operare nemmeno per un istante. Attese qualche istante che la donna si staccasse dal suo membro eretto, poi mi fece rovesciare il prosecco sul suo cazzo. La Colombina mi sorrise e ricominciò a succhiare il compagno, gemente di frizzante piacere.

L’uomo mi ringraziò e mi lasciò il polso. Il mio Lui intanto si era alzato ed era venuto a prendermi per mano. Gettai un’occhiata al suo pacco e notai un turgore che prima non c’era.

“Non dire nulla per favore. Avevo paura che ti chiedesse di darle mano, e al tempo stesso speravo che te lo chiedesse”

“Se vuoi posso sempre chiederglielo…”

“Cosa?”

Ci fissammo a lungo, sorridenti di quel sorriso carico di malizia proprio di chi sta per fare qualcosa di molto, molto proibito.

“Ok, visto che ti piacerebbe vedermi all’opera - lo sfiorai - vado a chiedere al mio amico se…”

Due rintocchi fecero cadere un silenzio di ghiaccio. Colombina interruppe il suo gioco.

Uno dei camerieri in nero richiamò l’attenzione di tutti: “Ha inizio il Cerchio di Venere. Vi prego di spostarvi nella sala del cerchio. I possessori di braccialetto rosa prendano posto ai dieci tavoli al di là del cordone”

Una lenta marea di corpi iniziò a sciamare verso il salone misterioso. Alcune coppie si fermarono nella stanza del tatami, occupando i divanetti più vicini. Mentre varcavamo la porta, una nota ruggente e profonda vibrò sopra alle nostre teste. Dietro al trono di legno, qualcuno suonava un violoncello

Davanti al trono, una figura massiccia in oro e porpora fissava la folla mascherata.
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