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Prime Esperienze

La Porta - 2 parte


di summeroflove
21.08.2024    |    3.728    |    5 9.9
"Il giorno dopo, al risveglio, ero confusa..."
Il gioco della porta divenne il nostro appuntamento fisso per l’intera settimana. Non passava nottata senza che avessimo dato sfogo alle nostre voglie, i nostri corpi contro la porta a cercare di carpire un suono, una vibrazione, un segno del piacere dei nostri misteriosi vicini.

E puntualmente, durante ogni colazione o cena nella sala comune, le nostre fantasie correvano nel passare in rassegna gli ospiti dell’hotel. Forse loro? O loro? Loro no, hanno tre figli piccoli al seguito, loro forse… e così via.

Ciò che rese questo gioco ancor più magico furono i mancati incontri in corridoio o per le scale. Che avremmo fatto se avessimo scoperto una coppia che, a primo impatto, non coincideva con la fumosa idea che ci eravamo fatti nelle nostre menti? Come avremmo reagito se i nostri compagni misteriosi di gioco fossero stati, che ne so, i due anziani signori che imburravano le fette biscottate ogni mattina giù al ristorante?

A dire il vero, due volte abbiamo rischiato di incontrarci. La prima fu una sera prima di cena. Il mio Lui aveva lasciato il telefono in macchina e, mentre stava per scendere a riprenderlo, sentì dei passi nel corridoio e una porta chiudersi. Aprì la porta subito dopo, ma il corridoio era deserto, i due erano già entrati in camera. La seconda volta invece fu una vera e propria invasione. Un mattino dopo colazione, uscendo di camera per la nostra passeggiata quotidiana sui monti scorgemmo la porta della loro camera aperta. Si dice che la curiosità sia femmina, tant’è che il mio Lui non fece in tempo a fermarmi e d’istinto entrai nella stanza. La camera era identica alla nostra, lo stesso buon profumo di legno e la solita porta, la nostra porta, il nostro terreno di gioco.
Il letto era ancora disfatto, un paio di pantaloncini neri gettati da una parte. Davanti a uno dei cuscini invece c’era una maglietta celeste, perfettamente piegata, e un paio di slip. Mentre mi avvicinavo alla biancheria da notte di lei, notai alcuni piccoli segni della loro presenza: un libro sul comodino, un paio di infradito sotto a una sedia, un giubbotto appeso accanto alla porta. Stavo per allungare una mano per toccare la maglietta e gli slip, ma una voce di donna mi riportò alla realtà.

“Buongiorno signora, ha dimenticato qualcosa?”

La donna delle pulizie uscì dal bagno. Nel mio vagabondare per la stanza non mi ero resa conto della sua presenza. Chiaramente non sapeva chi fossi, o meglio, dette per scontato che io alloggiassi in quella stanza. Per un attimo pensai di inventare una scusa e mettermi nello zaino quella maglietta, ma per fortuna ebbi la lucidità di non farlo. Un secondo di debolezza avrebbe distrutto tutto.

“Ehm, no io sono nell’altra stanza… ho visto che era qua dentro e le volevo chiedere se dopo, quando verrà a rifare la nostra camera, ecco… volevo chiederle se poteva lasciarmi un paio di asciugamani in più”

Salvata per un soffio. La donna delle pulizie sorrise e rispose gentile.

“Ma ti ha dato di volta il cervello?”

Il mio Lui attendeva sulla porta, visibilmente incazzato. Gli sorrisi nel passargli accanto e imboccai le scale.

Trascorremmo una magnifica giornata in quota e, al nostro ritorno, il piacevole indolenzimento delle gambe e i magnifici panorami che avevano accompagnato il nostro vagabondare, misero da una parte tutto il resto, incluso il mio malizioso tentativo di furto nella camera dei due misteriosi compagni di giochi. Ci facemmo una lunga e rilassante doccia e ci buttammo nudi sul lettone per riposarci un po’ prima di cena. Complice la stanchezza, ci addormentammo come ghiri e ci risvegliammo che fuori era già notte.

“Cavolo, dormivo così bene che non ho sentito i morsi della fame”

“Anche io… dici che se scendiamo giù a chiedere qualcosa da mangiare ci ridono dietro?”

“Che ne so, non so neanche che ore siano - toccò lo schermo del cellulare - porca puttana! È mezzanotte!”

“Questo significa… che ci siamo persi il gioco della porta!” Vidi un velo di tristezza sul volto del mio Lui, subito scacciato da un’illuminazione:

“Ne sei sicura? Proviamo!”

In un batter d’occhio mi prese di peso, mi adagiò sul lettone e si mise a farmi il solletico.

“Smettila subito scemo!”

Ovviamente non smetteva, e le sue mani danzavano sul mio corpo, ora solleticandomi i fianchi, ora carezzandomi la pancia, poi di nuovo suo fianchi… provai il tutto per tutto abbracciandolo forte e baciandolo con passione. Sentii pian piano il suo tocco farsi sempre più gentile, più morbido. Le sue mani cambiarono direzione, ora attratte dal mio volto, dal mio seno, dalle mie gambe. Sentivo la sua erezione crescere a contatto col mio corpo, rapita dai suoi baci sul collo allungai una mano e afferrai il suo pene. Questo bastò a ribaltare la scena e a farmi condurre il gioco.

Lo feci alzare e gli chiesi di mettersi schiena al muro accanto alla porta comunicante. Mi abbassai davanti a lui, le mie mani modellavano sinuosamente il suo torace e scendevano piano verso le gambe. La mia bocca baciò dolcemente il suo glande, poi si aprì piano per accogliere la sua turgida eccitazione. Sospirò di piacere mentre andavo avanti e indietro, assaporandolo lentamente.

Poco dopo, dall’altra parte della porta si udì lo stesso sospiro maschile. Ci guardammo negli occhi, lui rapito dal mio gioco di bocca, io senza smettere di succhiarlo. Di là dalla porta l’uomo continuava a gemere mentre mi sembrava di scorgere anche una leggera voce femminile.

Aumentai il ritmo, una sensazione di calore divampò nel mio corpo, dal petto scese giù in basso. Iniziai a toccarmi con una mano e non fui sorpresa nel sentirmi bagnata.

Aprii gli occhi per controllare il mio Lui e vidi che aveva allungato una mano verso la maniglia della porta. La afferrò di scatto mentre la mia lingua scorreva lungo il suo pene eretto e pulsante, le sue dita strinsero la maniglia mentre leccavo e succhiavo le sue palle, la sua mano provò a girarla nell’istante in cui lo inghiottivo di nuovo.
La porta scattò e si aprì.

I nostri due compagni misteriosi di giochi avevano sul volto la nostra stessa espressione di imbarazzata sorpresa. Una donna minuta, a metà tra i quaranta e i cinquant’anni, fisico tonico e capelli biondi corti, portati all’indietro, con due occhi azzurri e carnose labbra (forse troppo carnose per essere vere) stava masturbando un uomo della stessa età, non molto più alto di lei e morbido nella corporatura. Portava i capelli corti, sale e pepe sulle tempie, e un pizzetto. Il suo membro svettava paonazzo dalla mano della donna, che continuava a fare su e giù meccanicamente, come ipnotizzata.

Seguirono alcuni lunghissimi secondi di silenzio, io mi alzai di scatto coprendomi il seno e il pube con le mani. Il mio Lui sembrava sparire nella parete, solo il suo pene eretto testimoniava la sua presenza, ma iniziava a dare segni di cedimento.

La donna bionda si mosse verso di noi, seguita dal compagno. Varcò la soglia e mi sorrise.

“Finalmente ci conosciamo” disse, spostandomi con gentilezza le mani “Non devi nasconderti, oramai non abbiamo poi così tanto altro da nasconderci noi quattro”

Il mio Lui si era intanto scosso dal torpore e accennò un imbarazzato saluto. L’altro uomo gli sorrise gentile.

“Possiamo accomodarci sul letto? O preferite da noi?

Le dissi di si, e lei si adagiò sul materasso, aprendo lentamente le gambe a mostrare un pube curato con una piccola striscetta scura. Nel frattempo il suo uomo stava accomodandosi tra le sue gambe per iniziare qualcosa che l’avrebbe certamente fatta gemere per la prima volta nella nostra stanza.

I due compagni di giochi si abbandonarono ai piaceri del sesso orale sotto i nostri occhi increduli. Due sconosciuti stavano facendo sesso nel nostro letto, di fronte a noi, incuranti di noi.

L’uomo brizzolato le cinse i glutei con le mani e affondò il volto tra le gambe della donna che si inarcò sulla schiena emettendo un lungo gemito di passione. Nel silenzio della stanza, il lento e prolungato bacio dell’uomo accompagnava il piacere di lei.

Ad un tratto la donna allungò la mano sul materasso e ci fece segno di raggiungerli. Fu il mio Lui a sdraiarsi accanto a lei per primo. Lei gli accarezzò un braccio, poi si voltò verso di me e disse “Beh? Tu non ci raggiungi?”

Poco dopo, eravamo tutti e quattro sul nostro letto. Io e l’uomo brizzolato impegnati a dar piacere ai nostri partner usando le nostre bocche. Il mio Lui non sapeva dove guardare… ora mi fissava mentre glielo succhiavo prona sul letto, ora guardava la sua vicina contorcersi di piacere sotto i colpi di lingua del compagno. Io tremavo di un piacere a me ignoto ogni volta che il mio corpo toccava accidentalmente la gamba della donna bionda o urtava il fianco dell’uomo brizzolato.

L’uomo brizzolato emerse dalle gambe aperte di lei e si spinse in avanti con il suo enorme membro eretto, che ora svettava verso l’alto a pochi centimetri da me. La donna bionda prese per mano il mio Lui nell’istante in cui il compagno iniziò a penetrarla. La nostra camera era diventata rovente, e l’aria era completamente impregnata del profumo dei nostri corpi. In particolare, l’odore della loro eccitazione, a noi finora ignoto, scatenò in me un piacere crescente che mi portò a fare la prossima mossa.

Aggiunsi la mia mano alle altre due già intrecciate e mi sedetti sul membro del mio Lui, iniziando una lenta danza spingendo sulle mie gambe già indolenzite dalla settimana di trekking. Le mie labbra bagnate accolsero la durezza del mio uomo, facendolo scivolare in profondità. I nostri gemiti adesso correvano liberi nella stessa stanza.

Facemmo sesso a lungo, mettendo a ferro e fuoco quel nostro letto matrimoniale. Ogni volta che ci spostavamo o che cambiavamo posizione, cercavamo subito un minimo contatto con gli altri due, che fossero dita intrecciate o uno sguardo o i corpi in un rapido contatto. Non ci scambiammo partner, o meglio la situazione che si era creata spontaneamente fu talmente perfetta che non ci portò a spingersi così tanto al largo.

Non so quante volte venni. Il mio Lui fu fantastico a portarmi in alto, accogliermi subito dopo con carezze, coccole e dolci parole, e poi di nuovo a farmi toccare le vette del piacere. Ed ogni volta che raggiungevo l’orgasmo, ecco la carezza dolce della donna bionda, sempre pronta a fissarmi con quei due occhi azzurri pieni di passione.

L’orgasmo della donna bionda fu travolgente. Il compagno la penetrava aumentando l’intensità delle sue spinte, lei si bagnava sempre di più fino al punto in cui si abbandonò all’indietro e investì con un getto di piacere il suo uomo. Non avevo mai visto squirtare una donna prima di allora e, confesso, ne fui un po’ gelosa. Il suo nettare gocciolava dal petto dell’uomo brizzolato fin sul suo enorme pene, e dalle sue gambe aperte. La donna mi guardò sorridendo, la fronte imperlata di sudore, poi si alzò di scatto facendo sdraiare il suo uomo e portandolo al piacere usando le mani. L’uomo brizzolato si abbandonò a un potente orgasmo, liberando in aria il suo copioso nettare che andò poi a cadere sul suo petto, sulle mani della donna e sulle nostre lenzuola.

L’odore possente del piacere aveva saturato la camera. Il profumo gentile del legno era ora superato di prepotenza dalla fragranza dei corpi. Inebriata da questo balsamo a me ancora ignoto, mi dedicai al mio Lui e al suo piacere, che esplose generoso sul mio viso e sul mio seno e andò a completare l’aroma della nostra notte di passione.

Restammo sul letto per un po’ senza dirsi una parola, ogni coppia a rivivere il momento, a gustarsi ogni secondo dell’esperienza. Quando i due a notte fonda salutarono e rientrarono nella loro camera, chiesi al mio Lui di non togliere le lenzuola e di trascorrere il resto della nottata avvolti nel profumo dei loro corpi e del loro piacere.

Il giorno dopo, al risveglio, ero confusa. Mi sentivo strana, appagata, eccitata, emozionata ma strana. Gettai in fondo al letto le lenzuola ancora fragranti di piacere e mi alzai in piedi. Guardai la porta, mi avvicinai, la toccai.

Il mio Lui dormiva ancora.

Toccai con un brivido la maniglia, la afferrai, la girai.

La porta non scattò.
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