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Il Cerchio Mascherato - 2 parte


di summeroflove
25.07.2024    |    2.732    |    9 9.6
"Un uomo alto con una raffinata cappa color blu notte camminava per mano a una bellezza marmorea vestita solo di un invisibile tanga e una maschera a viso..."
“Gentili Lui e Lei,
Siamo felici di annunciare che la vostra richiesta di partecipazione all’evento Il Cerchio Mascherato è stata accettata. Vi aspettiamo sabato a partire dalle ore 18.00 presso…”

Non stavamo nella pelle dall’eccitazione. Dal momento in cui la mail apparve sul mio smartphone, all’istante in cui io e il mio compagno ci ritrovammo nudi sul letto a far follie, emozionati per quello che avremmo trovato all’evento, forse non passarono più di cinque minuti. C’era una strana sensazione sui nostri corpi, vibrava come una corda di violino. Il fascino del peccato proibito tornò più volte nei giorni di attesa. E noi lo lasciammo tornare.

La mail spiegava inoltre le modalità di accesso alla villa, dove e a chi lasciare l’auto, come effettuare la registrazione e mille altri ammiccanti dettagli. In allegato c’era un codice QR che avremmo dovuto presentare al momento dell’accettazione. Sembrava proprio un evento organizzato in tutto e per tutto, e noi non volevamo essere da meno: ordinammo online due bellissime maschere veneziane (una bauta color oro per il mio lui e un’elegante maschera a volto intero per me, adornata di piume e con un provocante motivo nero e oro che esaltava le forme del viso) e mettemmo in un borsone tutto il resto dell’abbigliamento. In una borsa a parte misi le mie décolleté con tacco alto e maliziosi lacci che salivano su ad avvolgere le mie gambe. Ero eccitata, emozionata e un po’ impaurita, ma non volevo sfigurare per niente al mondo.

“Sai, di norma non dovremmo rivelare i nostri costumi agli altri partecipanti - mi scrisse Mara - ma dato che sarà la vostra prima volta forse è meglio se facciamo un’eccezione. In caso di bisogno posso darvi una mano”

Le mandai una foto della mia maschera e delle mie scarpe. Lei rispose con un semplice pollice in su.

“Simpatica la tua amica Mara! Facciamo un’eccezione, e poi lei non ti dice nulla… Speriamo che non venga a romperci tanto le scatole o peggio ancora a metterci alle spalle qualcuno!”

Il mio compagno visse con gran sospetto l’emoji di risposta di Mara. Ma non volevo assecondarlo o controbattere alle sue paure, temevo di rovinare i preparativi e l’avvicinarsi alla serata magica.

Il sabato della festa, Mara smise di leggere i miei messaggi. Sparita. Le scrissi tre volte (“pronta per oggi?”, “a che ora arriverete più o meno?”, “ma tu poi come ti vestirai?”) e per tre volte ricevetti solo silenzio. Non lo dissi al mio lui. Nemmeno quando mi chiese se avevo risentito Mara, mentre caricava le due borse nel bagagliaio dell’auto.

“Sei pronta amore? Abbiamo tutto il tempo di fare marcia indietro se ci prende qualche dubbio, ok?”

“Manderei avanti il tempo per essere già lì, se potessi. Metti le coordinate nel navigatore e andiamo!” Ero pronta.

La villa era magnifica. La luce del tramonto rendeva magica la cornice della campagna senese tutto intorno. Un nastro sterrato si snodava tra i colli, fino a raggiungere un ampio piazzale antistante alla villa, dove sostavano già una dozzina di auto. Due signori in completo nero all’ingresso del piazzale ci fecero cenno di fermarci. Ero rapita dal fascino che emanava quell’edificio in cima al colle, esaltato dal sole calante e dalle prime luci led che colpivano le pareti di pietra. Sembrava non ci fosse nessuno, ma io sentivo che non era così. Che non sarebbe stato così.

“Gentilmente, se potete consegnarmi la chiave. Questo è il coupon per ritirarla a fine serata. Il collega vi accompagnerà alla reception per l’accoglienza. Lasciate pure i bagagli in auto, li troverete all’ingresso degli spogliatoi. Buona serata”

Il valet aprì la portiera e mi accolse con un sorriso da fotografia e una gentilezza d’altri tempi. Poco lontano, sotto un arco da giardino trapuntato di fiori, c’era un altro uomo in nero, in piedi davanti al banchetto reception. Ci prendemmo per mano, tremavano un po’, e ci avvicinammo sorridenti al concierge.

“Buonasera signori, benvenuti al Cerchio Mascherato. Posso gentilmente vedere il codice QR e i vostri documenti?”

Il bip metallico del lettore si propagò lungo la mia schiena e scese giù al ventre

“Perfetto signori, vi prego di indossare questi bracciali e di non toglierli fino a quando non lasciate la festa. Dovrete mostrarli al mio collega alle ore 23:00, quando suonerà il rintocco per il Cerchio di Ebano”

“Il cerchio di che?” Mi sussurrò il mio compagno

“Ho selezionato a caso… non ho idea di cosa possa essere”

“Adesso vi chiedo gentilmente di raggiungere gli spogliatoi, dove troverete i vostri bagagli. Sono a vostra disposizione delle stanze con bagno e armadietti di sicurezza. Vi chiedo la cortesia di lasciare nell’armadio i vostri cellulari e ogni eventuale dispositivo in grado di fare foto o riprese. Una volta cambiati d’abito e indossate le maschere, potete entrare nella villa dalla porta verde e visitare gli ambienti liberamente. Un buffet è a vostra disposizione all’interno, così come biancheria, asciugamani e condom”

Il modo in cui il giovane receptionist illustrava il setting di una festa a base di sesso libertino mi colpiva profondamente.

“Vi ricordo che non è consentito togliersi la maschera fino al rientro negli spogliatoi o accedere alle zone chiuse con un cordone. Potete socializzare liberamente con gli altri ospiti e, in caso di bisogno, fare un cenno a uno qualsiasi dei miei colleghi. Il primo cerchio sarà alle 22:00, vi consiglio di farvi trovare almeno dieci minuti prima per poter cercare il posto migliore. Se non avete l’orologio con voi, vi basterà raggiungere la sala principale quando sentirete i due rintocchi. Buona serata”

Entrammo nella tenuta e, mano nella mano, guadagnammo l’accesso agli spogliatoi passeggiando nel grande giardino, inebriati dal profumo dei fiori. Da dietro una finestra apparve per un istante una figura. Svanì subito e non seppi distinguere tra una forma umana o una semplice tenda.

Un altro ragazzo in nero ci fece accomodare in uno degli spogliatoi e iniziammo a cambiarci d’abito. Sentivamo nelle stanze adiacenti rumori di altri partecipanti, impegnati anche loro a diventare splendidi per l’evento della serata. Suono di tacchi, rubinetti aperti e chiusi, lontani brusii di voci. L’aria della villa vibrava di passione.

Dopo essermi rinfrescata nel pulitissimo bagno dello spogliatoio, indossai il mio completo intimo e le scarpe. Il mio riflesso nello specchio, unito a quello del mio lui, già mascherato e con il nero mantello a coprire il torace nudo e il pantalone nero.

“Non restiamo qua dentro un secondo di più. Andiamo ala porta verde subito, altrimenti ci sentiranno subito… sei bellissima amore”

Sorrisi, maliziosa mi avvicinai a lui. Con un dito tracciai la forma del suo torace e lo baciai leggero sulla punta della maschera. Le sue mani corsero lungo la mia schiena dandomi i brividi.

Tolsi la maschera dalla borsa e la indossai. Ero pronta.

Il mio lui aprì la porta dello spogliatoio proprio mentre una coppia mascherata passava davanti. Un uomo alto con una raffinata cappa color blu notte camminava per mano a una bellezza marmorea vestita solo di un invisibile tanga e una maschera a viso intero, molto simile alla mia. Lunghi capelli biondi le scendevano sulla schiena e un tatuaggio le cesellava il corpo, partendo dal cuore e scendendo giù sul ventre in un elegante arabesco. Si voltarono verso di noi per un istante e fecero un leggerissimo cenno con la testa a mo’ di saluto, poi proseguirono verso la porta verde.

Li seguimmo a debita distanza, imitandone quasi involontariamente il portamento regale. Non ce lo dicemmo subito, ma scoprii poi che tutti e due stavamo fantasticando su chi fossero quei due e su quante storie fantastiche avrebbero da raccontare.

La porta verde. Il mio Lui la aprì e mi invitò a varcarla. Eravamo dentro.

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