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Sesso e calcio la vittoria piú sporca Parte 1

28.04.2025 |
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"Nudi a tavola, fingendo una cena normale, sapevamo tutti che era solo un pretesto..."
La tensione si sentiva nell'aria ancora prima di iniziare.Nudi a tavola, fingendo una cena normale, sapevamo tutti che era solo un pretesto.
I mariti, dopo aver mangiato e bevuto abbastanza vino, si erano sistemati sul divano, incollati alla partita del Napoli, troppo distratti per accorgersi di quello che stava per succedere davvero.
Meglio così.
Io avevo altri programmi.
Le loro mogli erano il vero piatto principale.
Mi avvicinai alla mora per prima.
Le presi il viso tra le mani e la baciai senza troppi preamboli: un bacio affamato, pieno di voglia, la lingua che invadeva la sua bocca mentre lei gemeva contro di me.
La bionda ci guardava con occhi accesi, una mano che si sfiorava il seno, come se aspettasse solo il suo turno.
Non servivano parole.
Le spinsi entrambe sul tappeto, nude, splendide, aperte come un invito che non si può rifiutare.
Presi una coppa di gelato e la rovesciai lentamente sui loro corpi.
Le gocce fredde colavano sui seni pieni, lungo i ventri tesi, tra le cosce spalancate.
Le loro risate si spensero presto, trasformandosi in respiri spezzati mentre leccavo ogni scia di gelato, passando la lingua lenta e calda su ogni centimetro di pelle nuda.
La mora mi afferrò la testa e mi guidò tra le sue gambe.
Affondai la lingua senza pietà nel suo sesso bagnato, leccandola forte, in profondità, mentre la bionda, eccitata, si abbassava su di me, baciandomi la schiena, mordicchiandomi i fianchi.
Le avvicinai una contro l'altra: volevo vederle baciarsi, vedere le loro lingue intrecciarsi sotto i miei occhi.
Non mi delusero.
Le loro bocche si cercarono, si baciarono avidamente, mentre io alternavo la mia lingua tra le loro cosce bagnate.
Non resistetti oltre.
Mi inginocchiai tra le gambe della mora, la presi per i fianchi e, senza preavviso, entrai dentro di lei con un colpo secco e deciso.
Lei urlò il mio nome, affondando le unghie nelle mie braccia mentre la scopavo duro, profondo, facendola tremare sotto di me.
Quando sentii il suo corpo cedere, la lasciai cadere esausta sul tappeto, per passare alla bionda.
La girai a pancia in giù, le presi i fianchi e la penetrai da dietro, sbattendo contro il suo culo pieno, affondando dentro di lei finché i suoi gemiti non si trasformarono in urla incontrollabili.
Ma non era abbastanza.
Volevo vederle giocare insieme, perderle l'una nell'altra.
Le spinsi una contro l'altra, guidandole con le mani.
La mora si chinò sulla bionda, iniziando a leccarla tra le gambe con una fame incredibile.
La bionda gemeva e si torceva, affondando le mani nei capelli dell’amica, spingendole la faccia più a fondo.
Mi masturbavo lentamente guardandole, godendo dello spettacolo: due donne mature, nude, bagnate di piacere, che si divoravano a vicenda davanti a me.
Quando fui stanco di guardare, ripresi possesso di loro.
Affondai dentro la bionda mentre lei leccava la mora.
Poi cambiai: dentro la mora, mentre la bionda le succhiava i seni con avidità.
Non volevo venire dentro di loro.
Le volevo distrutte, finite, completamente assorbite da me.
Le presi per mano e le trascinai sotto la doccia.
Aprii l’acqua bollente sopra i nostri corpi incollati di sudore e piacere.
Le feci adagiare al muro, una da una parte e una dall’altra.
Mi inginocchiai sotto la mora e la leccai senza tregua, mentre le gambe le cedevano e si reggeva al muro.
Poi passai alla bionda, infilandole due dita dentro mentre la mia lingua la divorava senza pietà.
Le feci inginocchiare davanti a me, il cazzo duro e pulsante pronto per loro.
La mora mi prese le palle in bocca, succhiandole avidamente, mentre la bionda mi ingoiava il cazzo fino in fondo, senza mai smettere di gemere.
Con le mani nei loro capelli, gestivo io il ritmo: spinte lente, poi più violente, le bocche che si alternavano, le lingue che si intrecciavano, si scambiavano la mia asta come un dono prezioso.
Il piacere montava, irresistibile.
Quando sentii che stavo per venire, le tirai indietro per i capelli e, con una serie di colpi violenti, venni sui loro volti bellissimi: spruzzi caldi che colavano sulle labbra, sui seni, sulle guance arrossate.
Le loro lingue si intrecciarono ancora, leccandosi a vicenda il mio seme, gemendo di piacere sotto il getto bollente della doccia.
Restammo così, incollati, stanchi, i respiri ancora pesanti, mentre dalla sala si sentiva il boato dei mariti per un altro goal del Napoli.
Io avevo già vinto la mia partita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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