trio
Affamati di noi

27.04.2025 |
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"Quando venni, il piacere esplose come un'onda..."
Avevo preparato ogni cosa per quella sera, curando ogni dettaglio con una precisione quasi maniacale.Spaghetti con le vongole, gamberoni succosi, pesce spada alla griglia.
La casa profumava di mare e di spezie, le luci soffuse delle candele creavano un'atmosfera calda, morbida, intima.
Sul tavolo il vino bianco brillava nei calici, leggermente sudato di freddo.
Veronica arrivò per prima.
Il vestitino nero le abbracciava le curve perfette, lasciando scoperte gambe lunghe e snelle.
Subito dopo entrò Chiara, la camicetta bianca trasparente e la minigonna scura che lasciava intravedere qualcosa di proibito.
Erano irresistibili, e lo sapevano.
A tavola le risate si fecero sempre più basse, i gesti più lenti, più languidi.
Veronica incrociava e scioglieva le gambe, lasciando che il vestito salisse appena.
Chiara giocherellava con la collana, abbassandola sul seno, portandomi lo sguardo là dove voleva.
Sentivo la tensione crescere inarrestabile, come una marea.
Quando finimmo il secondo, non aspettai oltre.
Mi alzai, le presi per mano e senza una parola le guidai verso il salotto.
Le feci inginocchiare davanti a me, sui tappeti morbidi.
Le guardai, godendomi la vista: i loro occhi brillanti, i respiri già affannosi, le labbra leggermente socchiuse.
Mi chinai, sfiorando appena la guancia di Veronica con le dita.
«Stanotte siete mie... e siete l'una dell'altra,» sussurrai.
Fu Chiara a muoversi per prima.
Si avvicinò a Veronica, le prese il viso tra le mani e la baciò.
Un bacio lento, profondo, pieno di desiderio.
La lingua di Chiara si insinuava tra le labbra di Veronica, che rispondeva con la stessa dolcezza carnale.
Io rimasi a guardare, eccitato all'inverosimile.
Mentre si baciavano, iniziarono a spogliarsi a vicenda.
Chiara slacciò lentamente il vestito di Veronica, lasciandolo scivolare a terra.
Sotto, niente reggiseno. Solo pelle liscia, calda, vibrante.
Veronica a sua volta sbottonò uno a uno i bottoni della camicetta di Chiara, rivelando il seno pieno, trattenuto da un minuscolo reggiseno di pizzo nero che faceva intravedere più di quanto coprisse.
Non intervenni.
Volevo vederle giocare, volevo vederle accendersi sotto i miei occhi.
Le osservai mentre si accarezzavano i seni, mentre le mani scivolavano lente lungo i fianchi, mentre i gemiti iniziavano a rompere il silenzio.
Quando sentii che il desiderio era diventato insopportabile, mi spogliai e mi avvicinai a loro.
Le stesi dolcemente sul tappeto.
Mi inginocchiai tra di loro e presi il seno di Veronica tra le mani, accarezzandolo, succhiandolo, mentre Chiara si abbassava e le baciava il ventre, poi più giù, lambendo con la lingua la pelle tesa dell’interno coscia.
Veronica gemeva piano, completamente persa sotto le nostre attenzioni.
Le mani di Chiara si fecero più audaci.
Separò dolcemente le gambe di Veronica e iniziò a leccarla.
Lenta, sensuale, la lingua che disegnava cerchi perfetti attorno al clitoride, poi affondava dentro con movimenti lenti e profondi.
Io stavo sopra Veronica, baciandole il collo, mordicchiandole il lobo dell’orecchio, mentre lei ansimava tra le mani di Chiara.
Quando vidi che stava per venire, mi tirai su.
Le feci girare entrambe a quattro zampe, una accanto all’altra.
Mi avvicinai a Chiara per primo.
Guidai il mio sesso duro tra le sue cosce e la penetrati lentamente, fino in fondo.
Lei gemette forte, stringendosi intorno a me, mentre Veronica si abbassava a baciarle la schiena, accarezzarle i fianchi.
La scopai a lungo, a ritmo lento, profondo, mentre Veronica le leccava la schiena, i fianchi, ogni curva.
Quando sentii Chiara tremare, vicina all’orgasmo, mi ritirai.
Mi mossi verso Veronica.
La presi per i fianchi e la invasi con la stessa lentezza, godendomi la sensazione calda e stretta di lei.
Veronica si spingeva indietro, cercandomi più a fondo, gemendo il mio nome.
Intanto Chiara si stendeva sotto di lei, baciandole la pancia, leccandole il seno che ondeggiava ad ogni colpo.
Ci fu un momento in cui il piacere diventò troppo.
Mi tirai fuori, ansimante, il cazzo duro, lucido, gonfio.
Mi inginocchiai davanti a loro due, che si stesero una accanto all’altra, nude, splendide, con i corpi lucidi di sudore e desiderio.
Iniziai a masturbarmi sopra di loro, lentamente, mentre le vedevo baciarsi ancora, scambiarsi carezze lente, dita curiose che esploravano senza pudore.
Quando venni, il piacere esplose come un'onda.
Spruzzai fiotti caldi e abbondanti su di loro: il viso, i seni, i ventri.
Loro ridevano, si leccavano il mio sperma dai corpi, si mordevano dolcemente i capezzoli, continuando a toccarsi senza fermarsi.
Io le osservavo, ancora duro, sapendo che la notte era solo all'inizio.
Sapevo che le avrei prese ancora, magari entrambe insieme, mentre loro continuavano a baciarsi, a leccarsi, a spingersi sempre oltre.
Perché con loro, non esisteva limite.
Solo desiderio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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