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Lui & Lei

ESTASI BRUCIANTE


di arrotino80
26.04.2025    |    49    |    0 6.0
"Bruciava, ma era una fitta di piacere misto a dolore che mi fece gemere forte..."
Quella notte Veronica non voleva solo dominare.
Voleva spingermi oltre ogni limite.
Appena entrai, mi ordinò di spogliarmi senza dire una parola. Rimase vestita, seduta sul divano, le gambe accavallate, sorseggiando vino con quel suo sorriso sporco. Mi guardava come si guarda un giocattolo da usare.
Poi, lentamente, si alzò, prese una candela accesa dal tavolino e una ciotolina piena di cubetti di ghiaccio.
Capii subito che sarebbe stata una lunga notte.
Mi bendò gli occhi con un foulard di seta, mi fece inginocchiare davanti a lei, e con voce bassa, roca, sussurrò:
"Stasera voglio sentire ogni tua reazione. Voglio che tu perda completamente il controllo."
Mi accarezzò il petto con le mani fredde, facendomi rabbrividire, poi prese un cubetto di ghiaccio e lo fece scivolare lentamente lungo il mio torace, scendendo verso l'inguine.
Il contrasto tra il freddo estremo e il calore del mio corpo già in fiamme era devastante.
Poi, con una lentezza crudele, inclinò la candela e lasciò cadere una goccia di cera calda proprio sopra il mio addome. Bruciava, ma era una fitta di piacere misto a dolore che mi fece gemere forte.
Lei rise piano.
"Ti piace, vero? Piccolo puttano..."
Con una mano mi afferrò i capelli, costringendomi a sollevare la testa.
Mi baciò con violenza, mordendomi, assaporando ogni mio gemito.
Poi mi spinse sul letto, a pancia in giù. Mi salì sopra, con quel corpo maturo, caldo, bagnato.
Sentii il contatto della sua pelle sulle mie natiche, poi il ghiaccio che mi tracciava linee lente lungo la schiena, alternato a piccole gocce di cera che cadevano come punte di fuoco.
"Adesso stai fermo," ordinò.
Sentii che si abbassava su di me, il suo sesso caldo che scivolava lungo la mia schiena, il suo respiro affannoso.
Poi si abbassò ancora, prendendomi dentro di lei da dietro, cavalcandomi lenta e profonda, muovendosi con un ritmo ipnotico, lento e cattivo.
Senza smettere di montarmi, prese un altro cubetto e me lo fece passare sulle labbra, costringendomi a succhiarlo mentre sprofondava su di me più forte, più profondo, strappandomi gemiti che nemmeno pensavo di poter emettere.
"Sei il mio schiavo stasera," mi sussurrava, "il mio giocattolo. E non ti farò venire finché non sarò stanca di sentirti tremare."
Quando finalmente si stancò di torturarmi, mi slegò e mi spinse con forza sul letto.
Ora toccava a me.
La presi di sorpresa, le afferrai i fianchi e la girai di schiena, tenendola salda mentre la penetravo con una forza animalesca, senza darle tregua.
Le gambe di Veronica tremavano, graffiava il letto con le unghie, ansimava parole sporche che mi facevano perdere completamente il controllo.
Sì... fammi tua... scopiami come un animale..."
Andammo avanti così, cambiando posizioni senza sosta: lei cavalcava con forza, poi mi prendeva di bocca, poi si piegava a quattro zampe lasciandomi dominarla completamente, urlando il mio nome.
Alla fine, venimmo insieme in un'esplosione furiosa, un misto di sudore, morsi, e gemiti rotti.
Stramazzammo nudi sul letto, ancora legati da lacci invisibili di desiderio, incapaci di staccarci l’uno dall’altra.
E sapevamo entrambi che non sarebbe bastata una notte sola.
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