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Memorie - Cap. 10: Rita e Giusy
di Giangi57
28.08.2022 |
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"La mano premette sul suo sesso poi un dito percorse lo stretto suo taglio senza fretta più volte prima di sfiorare il clitoride..."
Le vergini: Rita e GiusyDi tutte le donne che mi concessero i loro favori, ne ricordo due con particolare simpatia e affetto. Erano giovanissime, ma non chiedetemi la loro età, nella vita di una fanciulla arriva il giorno in cui i giochi infantili non bastano più, neanche gli scherzi delle amiche non fanno più ridere. Comincia il periodo dei sogni romantici, prima con i divi del cinema o della canzone, poi si comincia a guardare con interesse il sesso opposto. Adesso guarda con una certa nostalgia i giochi infantili e si addormenta ancora abbracciata al suo orsacchiotto di peluche ma ora la sua curiosità non è più quella di una bambina, cominciano i desideri che si confidano solo con l’amica del cuore con la quale parlano della loro voglia di piacere . . .
E’ allora che iniziano a diventare donne e furono come donne che si donarono a me con totale abbandono dopo lunghe schermaglie amorose, accogliendo il loro ingresso nel mondo degli adulti con sollievo, donandomi ben altro che la loro verginità il che ha mitigato in me il rimorso che spesso prende l'uomo che deflora una fanciulla.
Rita.
Visino ovale, gli occhioni neri come il colore dei capelli che corti com'erano la facevano a volte scambiare per un ragazzo, questo fino a non molto perché da qualche di tempo, due protuberanze tendevano in modo impertinente la maglietta leggera, attirando più di uno sguardo sui piccoli seni nascenti. A Rita piaceva essere guardata, provava un piacevole turbamento che si traduceva in un calore per tutto il corpo mentre un leggero rossore imporporava le sue guance.
Molti cambiamenti erano avvenuti in lei, i fianchi si erano arrotondati e una fine peluria ornava ora le sue ascelle e il suo pube. Ultimamente la sua curiosità l'aveva portata ad interessarsi delle cose riguardanti il sesso; la sera aveva preso l'abitudine di mettersi nuda davanti allo specchio per confrontare la sua immagine con quella delle ragazze che si esibivano nei lunghi spogliarelli che guardava di nascosto fino alle ore piccole nel televisore che teneva nella sua cameretta.
A volte riusciva a procurarsi filmini per adulti che guardava distesa nel letto. Aveva scoperto che era piacevole accarezzarsi mentre gli occhi fissi sul piccolo schermo, seguiva le evoluzioni dei corpi nudi, degli amplessi pieni di sospiri dei protagonisti. Vide anche donne baciarsi fra di loro, accarezzarsi lungamente e godere fra gemiti e incitamenti che la sconvolgevano non poco.
Aveva scoperto quanto poteva essere piacevole quand'era particolarmente eccitata, passare le dita fra le ali bagnate della sua passerina, si mordeva le labbra per non urlare il suo piacere quando dopo estenuanti carezze, si abbandonava all'orgasmo liberatore.
Poi vi fu l'accettazione dell'invito al cinema da parte di un ragazzo più grande, il film non lo vide per niente ma imparò a baciare, a lasciarsi toccare il petto e le gambe sotto la gonna. Aveva opposto qualche resistenza nel sentire le mani del ragazzo nelle mutandine, poi lo aveva lasciato fare e a cosce aperte conobbe il turbamento di lasciarsi accarezzare il sesso da un estraneo.
Quasi gridò per la sorpresa nel sentire la sua mano guidata dolcemente sul grembo del ragazzo che fatta scorrere la cerniera dei jeans aveva estratto il pene. Il cuore di Rita batteva all'impazzata, era la prima volta che toccava un membro maschile e il sentirlo così caldo e rigido la riempì di gioiosa eccitazione; capì subito il piacere che potevano dare le sue mani all'occasionale compagno e dopo un'iniziale ritrosia acconsentì a masturbarlo.
Da quella volta accettò sempre volentieri l'invito dei ragazzi, curando di accompagnarsi solo con quelli conosciuti lontano dal suo ambiente abituale, a feste, gite, rifiutando i compagni di scuola e i ragazzi del quartiere.
In questo modo dava libero sfogo alla sua nascente sessualità. Non permise mai ai partners occasionali di andare oltre le libertà manuali che concedeva generosamente, accettando qualsiasi carezza, prodigandosi lei stessa senza inibizioni, a soddisfare il compagno. Gli piaceva manipolare i ragazzi, calibrando le sue carezze alle loro in modo da salire insieme i gradini del piacere mentre le loro dita giocavano nella sua passerina.
Manifestava il suo gradimento sospirando nella bocca del compagno, schiudendo le labbra all'esplorazione della lingua, cercandola con la sua per accarezzarla, suggerla. Quando sentiva che Lui stava per venire, era lesta a ricoprire li membro con il fazzoletto che teneva pronto. La sua mano si muoveva più veloce incitando il ragazzo con piccoli gemiti, muovendo il bacino poi quando anche lei si sentiva venire, strattonava il pene fino a sentire i guizzi dell'eiaculazione, godendo insieme a lui con lunghi sospiri.
A volte si sorprendeva a immaginare di fare veramente all'amore mentre nuda, lasciava che qualche ragazzo la prendesse completamente. Ne parlava con Giusy, sua compagna di classe e amica alla quale confidava tutte le sue avventure da quella volta che uscite insieme a due ragazzi, l'aveva vista al buio mentre si dava da fare col pene del giovane seduto accanto a lei. Entrambe non vedevano l'ora di perdere la loro verginità, promettendo che la prima che ci sarebbe riuscita lo avrebbe raccontato all'altra.
Per le vacanze estive Rita andò al mare coi genitori. Si annoiò parecchio perché lo sguardo vigile dei suoi gli rendeva impossibile fare amicizia con i giovanotti della spiaggia accontentandosi di eccitare la loro immaginazione col suo corpicino ancora acerbo.
- E una bambina! Diceva sua madre cogliendo lo sguardo della vicina di ombrellone sul suo costume succinto che rivelava più che coprire la sua anatomia di adolescente. L'amica di sua madre era una bionda che suscitava ammirazione nella giovane, aveva un viso bellissimo e un corpo dalle forme statuarie. Gli sguardi carichi di desiderio degli uomini scivolavano carezzevoli sui suoi fianchi, sulle gambe lunghe e abbronzate. Alla madre di Rita la bionda piaceva moltissimo per la simpatia che sapeva suscitare e per il comportamento irreprensibile malgrado la corte serrata cui era oggetto.
- E serissima! Diceva, non ha nemmeno trent’anni, non é sposata, quindi non dovrebbe rendere conto a nessuno se si lasciasse andare un po, in fin dei conti é ancora giovane. . .
Suo padre conveniva gravemente. Così quando i genitori della ragazza dovettero rientrare improvvisamente a Milano, accettarono volentieri l'offerta della signorina Mara di ospitare la giovane.
- Mi terrà compagnia e insieme ci divertiremo, vero cara?
Al ritorno dalla stazione si trasferì subito dalla bionda; questa aveva affittato un appartamento all’ultimo piano di una casa sulla spiaggia, la sala dava su un ampio terrazzo con un parapetto in cemento.
- Ti piace? Qui puoi prendere il sole al riparo da sguardi indiscreti e abbronzarti integralmente.
La sua ospite andò a farsi la doccia, dopo una decina di minuti, ne uscì strofinandosi energicamente con l'asciugamano che andò poi ad appendere sul terrazzo.
- Cara, ora tocca a te, sbrigati! Intanto che ti lavi, preparo cena.
Vedendo la donna dirigersi verso la cucina senza accennare a vestirsi, la giovane provò un moto di disagio. Mara se ne accorse e sorrise dolcemente alla ragazza che dovette distogliere lo sguardo per nascondere il suo turbamento.
- Piccola cara, quando fa caldo non sopporto i vestiti, poi qui nessuno mi può vedere. Se vuoi puoi metterti come me, cosa ne dici?
Sotto l'acqua scrosciante Rita si sentiva ridicola col suo corpo così magro, i piccoli seni si vedevano appena e il suo pube. . . si sentì arrossire ricordando i seni pieni della sua amica e il ciuffo biondo che ne celava il sesso mentre il suo era ben visibile per i peli ancora radi incollati alla pelle.
Uscì dalla doccia, si asciugò rapidamente e avvolta nell'asciugamano andò nella sala dove Mara aspettava accanto alla tavola apparecchiata. Di fronte alla splendida nudità della padrona di casa, Rita arrossì, poi facendosi coraggio lasciò cadere l'asciugamano rimanendo anch'essa nuda.
- Oh piccola, lo sai che sei molto graziosa?
Rita sentì le lacrime agli occhi pensando che l'altra la prendesse in giro, invece la bionda si avvicinò fino a sfiorarla. Per un attimo il petto della donna fu contro il suo mentre questa la baciava teneramente sugli occhioni umidi.
- Mara, tu sei bella, mentre io. . . Guardami, non ho neanche. . .
Vedendo gli occhi della fanciulla riempirsi nuovamente di lacrime, la donna la strinse contro di se. Rita credette di venir meno, la pelle della bionda sembrava scottare, sentiva i seni contro i suoi e. . .
Mara le accarezzò piano il viso, il collo, giù fino alle spalle. Rita si sentì attratta dal corpo caldo, chiuse gli occhi e d'istinto poggiò il ventre contro quello della donna.
- No piccola,, hai un bel corpicino. . . Anche i tuoi seni sono belli e poi cresceranno ancora.
Rita non l'ascoltava, i peli della bionda erano soffici contro il suo pube, gli sembrò che l'altra si muovesse, si strofinasse contro di lei. . .
- Oh com'é piacevole! Pensò. La donna si staccò sorridendo e invitò la ragazza a tavola. Durante la cena parlarono di diversi argomenti come se nulla fosse successo, presero il caffè sul terrazzo poi stettero a lungo al buio a guardare le stelle senza parlare, infine giunse l'ora di coricarsi.
Il letto era grande, Rita si rannicchiò cercando di non sfiorare la compagna di cui avvertiva il calore della sua nudità; Tardò ad addormentarsi e quando vi riuscì sognò: Mara era contro di lei, ne sentiva le mani sul petto scivolare lungo il suo ventre, giù fino a. . . Si agitò sospirando, infine si svegliò. Con un tuffo al cuore si accorse che non stava più sognando eppure la mano c'era ancora, ne sentiva le dita farsi strada fra i suoi peli, sfiorare il sesso mentre la voce di Mara chiedeva:
- Piccola, sei sveglia?
Non rispose, dalla finestra aperta la luce che filtrava mostrava la figura della donna china su di lei. La mano si era allontanata ma dopo qualche secondo la sentì nuovamente posarsi sul suo ventre. . . Il lenzuolo era finito in fondo al letto, attraverso le ciglia vide che la bionda guardava il suo corpo. La mano scese ad accarezzare l'interno delle sue cosce, con un lungo sospiro Rita le aprì.
La mano premette sul suo sesso poi un dito percorse lo stretto suo taglio senza fretta più volte prima di sfiorare il clitoride. Suo malgrado la fanciulla emise un gemito di piacere.
- Oh Mara . . . cosa fai!
Per un istante la ragazza temette di aver rotto l'incantesimo, fu subito rassicurata dalle labbra fresche che si posarono sulla sua guancia. Rita si voltò cercando alla cieca la bocca di Mara, la trovò, offrì la sua bocca socchiusa e con un lungo sospiro ricevette la lingua della donna. Gemette di piacere abbandonandosi alle carezze delle dita che la frugavano con esasperante lentezza mentre nella sua bocca la lingua della donna accarezzava la sua lingua.
Rita rispose istintivamente al bacio provando per la prima volta vergogna e rabbia per l'eccitazione che si era impadronita di lei e mentre le labbra morbide si chiudevano attorno alla sua lingua suggendola, attirandola nella sua bocca, la sua mente evocava le immagine degli amplessi visti nelle cassette porno.
- Mara. . . no, non voglio!
- Si, lo so che vuoi! Rispose la donna sollevando appena la bocca dalla sua.
Era vero, Rita tentò debolmente di sottrarsi ma le sue cosce rimasero aperte alle carezze. Con le lacrime agli occhi godette gemendo sempre più forte finché venne con spasimi quasi dolorosi emettendo delle piccole grida nella bocca della donna. Si addormentò quasi subito come una bambina, il viso fra i seni di Mara mentre questa le parlava dolcemente baciandola fra i capelli.
Quando si svegliò il sole era già alto, il ricordo di quella notte la fece arrossire di vergogna. Mara sul terrazzo stava prendendo il sole nuda, allungata su un accappatoio. Il tavolo era apparecchiato sotto un grande ombrellone, all'apparire della giovane si alzò sedendosi al tavolo e la invitò con un gesto accanto a se. Rita fece colazione senza una parola non osando alzare lo sguardo. Fu Mara che ruppe il silenzio:
- Cosa avevi questa notte?
- Come? La donna la stava guardando con un sorriso dolcissimo che fece arrossire la giovane; Davanti alla sua confusione Mara allungò la mano al suo viso costringendola a guardarla negli occhi.
- Cara, sei proprio una bambina, eri così tesa che. . . se non ti aiutavo non ti saresti addormentata. Dimmi, ti é piaciuto?
Gli occhi della donna avevano dei riflessi dorati che affascinavano la ragazza; Rita come ipnotizzata annuì con il capo. Come in un sogno vide il viso bellissimo avvicinarsi al suo, chiuse gli occhi e rovesciando la testa si lasciò baciare; non avrebbe mai creduto che fosse così piacevole abbandonarsi ad una bocca femminile.
Ancora una volta conobbe la sconvolgente eccitazione di sentirsi esplorare la bocca dalla lingua sapiente di quella donna singolare che l'eccitava follemente. Il bacio si protrasse per lunghi istanti, col corpo teso la fanciulla aspettava, la bionda lasciò la sua bocca, gli occhi bellissimi scrutarono lungamente il suo viso poi scesero sul suo petto, senza fretta le mani si mossero. Rita chiuse gli occhi, sentì i capezzoli ergersi al tocco delle lunghe dita, si morse le labbra per non urlare ma le sfuggì un lamento quando Mara strofinò i teneri bottoncini.
- Sono molto sensibili vero? Dimmi cara, vuoi che continui?
Sorrideva dolcemente, prese le mani della fanciulla e le guidò sul proprio corpo. Come in un sogno Rita lasciò vagare le mani sulle mammelle abbronzate, oh come sono belle! Pensò estasiata sentendo la carne calda e soda palpitare sotto le sue mani.
- Vorresti fare all'amore? Chiese, a Rita venne quasi meno il respiro.
- Oh. . . non l'ho mai fatto con. . .
La bionda scoppiò a ridere poi davanti all'imbarazzo della fanciulla si fece seria.
- Non l'hai mai fatto con una donna? Lo so e . . . neanche con un uomo perché sei vergine vero? Dovrò insegnarti tutto! Ora và a farti una bella doccia, ti aspetto.
Sotto i getti dell'acqua la fanciulla rabbrividì, sapeva che non era per il freddo ma per il ricordo delle donne abbracciate e ansanti viste in televisione che la riempivano di ribrezzo. Quando si trovò nuda davanti alla sua amica, ogni paura svanì. Ad un suo cenno si allungò vicino al lungo corpo; subito non successe nulla poi Mara si sollevò su un gomito e fissando la ragazza negli occhi fece scorrere lentamente la mano sul corpicino acerbo. Gli occhioni scuri si chiusero quando sfiorò con le sue le labbra vermiglie, sentì la bocca aprirsi alla pressione della sua lingua che venne aspirata nella bocca dell'adolescente.
Rita ad occhi chiusi si abbandonò completamente scambiando con la lingua della compagna, lunghe schermaglie. Si sentiva svuotata da ogni volontà, non si oppose quando la bocca si spostò deponendo piccoli baci sulla sua gola, sul suo petto, sul ventre teso, poi più giù seguendo la piega dell'inguine mentre mani impazienti aprivano le sue gambe. Con uno sforzo respinse la testa che già si incuneava fra le sue cosce . . .
- Mara. . . cosa vuoi fare?
La bionda si sollevò, per un istante la ragazza temette di averla offesa invece con un sorriso questa depose un bacio sugli occhioni che si stavano riempiendo di lacrime.
- Cara, lo sai! Nessuno ha mai baciato la tua passerina?
- Ohhh. . . Rita provò repulsione a quel pensiero ma con orrore si accorse che voleva proprio il contatto di quella bocca dolcissima.
- Anche tu lo farai con me? Mara la fissava aspettando la sua risposta.
Rita capì dal calore che aveva invaso la sua passerina che non poteva, non voleva sottrarsi. Avvampò chinando gli occhi.
- Si ma. . . insegnami!
- Piccola, certe cose non si insegnano, si fanno!
Sentì le mani sollevare le sue gambe, piegarle poggiando i piedi quasi contro il suo sedere. Alla pressione, la fanciulla aprì le ginocchia, Mara si chinò. . .
- Hai una bella micetta, lo sai?
La bocca si posò così vicino alla sua passera che sentì l'alito della donna sulle sue carni intime, spalancò gli occhi: solo allora si avvide che Mara era sopra di lei, le ginocchia ai lati del suo viso, le gambe divaricate. Guardò con meraviglia le stupende cosce abbronzate che si congiungevano sopra il suo viso, le natiche aperte dove serici peli, radi vicino all'ano, si infoltivano ai lati del sesso proseguendo in un cespuglio biondo.
Rita non pensava che gli sarebbe piaciuto tanto il sesso di una donna ma ora che lo aveva sopra di se, sentì un desiderio che credeva di provare soltanto in presenza del membro maschile.
- Oh Mara. . . Sei bellissima! Esclamò guardando il taglio aperto sulle carni rosa scintillanti, così diversa dalla sua passerina. Guardò le labbra grassocce, aperte come quelle di una bocca, le piccole labbra, più cupe, pulsanti sull'orifizio che si perdeva nel grembo della bionda e che sembrava aspettare l'omaggio che solo un pene o una lingua possono rendere.
- E lì che vuole la mia lingua. . . Pensò la fanciulla.
Vide la cresta del clitoride teso sporgente nello spacco e che proseguiva fino alla congiunzione delle grandi labbra. La donna sopra di lei chiese:
- Ti piace? Allora fai come faccio io!
Mara la stava baciando attorno alla fichetta, Rita aprì maggiormente le cosce in un delizioso invito.
- Si cara. . . si!
La ragazza sospirò al caldo contatto della lingua sulle sue carni. Le ginocchia ai lati del suo capo si allontanarono, le cosce si aprirono maggiormente e il sesso di Mara sfiorò la sua bocca. La giovane ne sentì il profumo particolare, forte ma piacevole; baciò la fica della bionda come si bacia una bocca, la sua lingua incontrò le carni lisce, ne sentì il sapore. . .
Mara sollevando appena il bacino, mosse le reni adagio, avanti e indietro permettendo alla giovinetta di lambirla con la lingua tesa.
- Così cara. . . così . . . oh mi stai leccando proprio bene! Si. . . continua. . . .
Rita era felice di udire il gradimento dell'amica che si offriva muovendo il bacino, ricompensandola baciando delicatamente la sua fichina. Si inarcò sentendosi suggere il clitoride, sentì le mani che accarezzavano le sue cosce, il suo culetto toccandola sul buchino. . .
Avrebbe voluto dire a Mara di smettere. Gli tornavano in mente le scene dei film porno che aveva guardato di nascosto, si vergognò. Stava ripetendo le stesse scene provando piacere! Dardeggiò la lingua nelle carni rosa che la bionda offriva muovendo il bacino, serrò le labbra sulla cresta sporgente, la succhiò, la sentì gonfiarsi. . .
- Mhhhh. . . Fece la bionda, un dito entrò nel suo culetto muovendosi su e giù malgrado Rita stringesse l'ano.
- Ohhh cosa fai! Protestò la fanciulla.
Provava rabbia sentendo che il dito che frugava il suo posteriore acuiva il desiderio della sua fichina, con un gemito si abbandonò ad una moltitudine di sensazioni. Mara la leccava adagio calibrando il piacere della giovane sul suo piacere.
Anche la fanciulla la stava accarezzando, le mani inesperte acquistarono sicurezza, risalirono le sue cosce, ne accarezzarono l'interno. . . Mara sospirò sentendo le piccole dita fra le natiche.
- Ohhh. . . sei cosi cara. . . Se vuoi puoi farlo. . . mi piace sai?
Rita non osava, limitandosi ad accarezzare le belle natiche, il solco caldo. . . L'ano era un bottoncino duro, la bionda sospirò:
- Il dito. . . bagnalo!
La fanciulla portò il dito in bocca ritirandolo gocciolante di saliva. Lo premette sulla rosellina della donna. La sentì fremere, il dito affondò senza incontrare resistenza.
- Ohhh. . . così. . . così. . . Sospirò Mara estasiata.
L'ano della bionda era un morbido anello nel quale il suo dito scorreva, anche lei sospirava meravigliandosi che due donne potessero darsi tanto piacere. Quello che sentiva nella fichina era meraviglioso! La bocca la baciava voluttuosamente dando dei morsi amorosi al suo clitoride. . . Si inarcò quando sentì la lingua tuffarsi nella sua vagina mimando il movimento del pene. . .
- Oh Mara. . . é bellissimo! Sto per. . .venire. . . e tu?
- Anch'io. . . oh leccami forte. . . dai. . . dai. . . Oh leccami lì. . . ahh si. . . ahhh!
Mara poggiò tutta la vulva sulla bocca della ragazza, la spostò finché sentì sotto il clitoride il morbido gonfiore delle labbra, sentì la sua lingua. . . Con un sospiro le sue dita aprirono la passera della giovinetta come avrebbero aperto un frutto delicato, mettendo in risalto il grilletto piccolo ma teso. Lo leccò adagio finché sentì le minuscole labbra pulsare, lo leccò sempre più forte. . .
- Mhhh. . .mhhh. . . mhhh. . .
La bocca della giovane si fece vorace, Mara si sentì venire! Penetrò col dito il tenero culetto, le labbra virginali si contrassero stillando gocce cristalline che scesero nelle chiappette lubrificando il dito in movimento. L'ano si strinse negli spasimi dell'orgasmo, le cosce si serrarono sul suo viso mentre Rita urlava il suo piacere.
- Ah. . . ahhh. . . Ohhh che. . . bello! Basta. . . ah ahhh ahhh! ! !
Mara sentì arrivare l'orgasmo, sollevò la bocca dalla belle fichetta per incitare la compagna:
- Oh piccola. . . fammi venire. . . leccami. . . muovi il dito nella mia fica. . . così! Ohhh muovilo come se fosse un cazzo! Oh siii. . . s i i i. . .
Si sentì mancare mentre un dito andava nella sua vagina in fiamme e un’altro. . . nel suo posteriore, si sentì come svuotata e venne sussultando nella bocca della ragazza leccando perdutamente la sua fichina, dardeggiando la lingua fra le piccole labbra, suggendone gli umori poi ansimò:
- Basta. . . basta cara!
Si sollevò allungandosi accanto alla compagna di piacere, deponendo baci leggeri sulle labbra impregnate del suo godimento. La fanciulla si strinse a lei nascondendo il viso sulla sua spalla, respirando come se avesse fatto una lunga corsa.
Fecero la doccia insieme senza parlare, si asciugarono. Anche dopo, stese al sole ancora nude, la fanciulla evitava di guardarla. Mara la costrinse ad alzare gli occhi.
- Cara, mi hai fatto godere tanto lo sai? E a te. . . é piaciuto?
Rita rossa come un gambero annuì muovendo il capo bruno poi fece la domanda che spiegava il suo imbarazzo.
- Mara. . . sono lesbica vero? La bionda rise di gusto poi:
- No e neanche io lo sono solo che. . . mi piacciono anche le donne, sono morbide e belle!
- Hai avuto degli uomini? Dimmi, é bello fare all'amore con loro?
- Si, ne ho avuti molti! Con loro é diverso ma é. . . bellissimo! Tu hai il ragazzo?
Rita ora sorrideva, gli piaceva parlare di sesso, aveva molte domande che voleva fare. Rispose all'amica senza nessuna vergogna.
- Sono troppo giovane per avere il ragazzo fisso ma sono uscita con diversi. . . Mi lascio toccare e li tocco, mi piace quando hanno l'uccello duro e me lo danno in mano, faccio male?
- Lo vedi che non sei lesbica? Un giorno un ragazzo ti piacerà talmente che accetterai di fare all'amore con lui.
- E stato così per tè? La bionda sorrise accarezzandole i capelli.
- Il mio primo uomo é stato il marito della mia amica. Ho cominciato a fare all'amore con lei come ho fatto con te poi mi ha chiesto se volevo farlo con il suo uomo, ho accettato.
- Te lo ha chiesto proprio lei?
- Ti stupisci? Certo! Faceva il fotografo, ero la sua modella preferita, mi aveva vista tante volte nuda che non provai vergogna.
- E. . . ti ha fatto male quando. . .
- No, c'era anche lei, Gina. Prima hanno fatto all'amore davanti a me, ho visto la mia amica provare tanto piacere che ho voluto provare anch’io.
- Ti sei fatta. . . scopare? Chiese la ragazzina sempre più stupita.
- Si, ma prima vollero prepararmi, mi hanno baciata tutta, anche lui, oh é stato bellissimo! Poi quando non ne potevo più, lentamente é entrato dentro di me.
- E. . . ti ha fatto male? Ripetè la fanciulla nuovamente eccitata.
- Solo un pochino. Eppure ce l’aveva grosso . . . Ma subito dopo ho provato tanto piacere che. . .
- Mara, voglio farlo anch'io! Pensi che il marito della tua amica accetterebbe. . .
- Sciocchina, cosa chiedi. . . Poi dopo un lungo silenzio: Si, telefonerò alla mia amica, Gina è rimasta vedova ma ora ha un amante di cui é talmente fiera che ama dividerlo con altre donne; credo che accetterà. Ma tu sei sicura di volerlo?
- Oh si ma. . . ho paura! Ti prego, insegnami, come devo comportarmi?
- Piccola cara, non posso insegnarti ma. . . ti farò vedere!
Mara spiegò che una sera avrebbe portato un uomo e che se prometteva di rimanere nascosta in silenzio, avrebbe visto tutto. Disse:
- Sono quasi due mesi che non faccio all'amore con un uomo e ne sento il bisogno. Aspetteremo l'ultima sera prima di partire, lo condurrò qui e. . .
Rita era impaziente, i giorni passavano lenti, nuotarono, fecero delle lunghe passeggiate rientrando solo per ricevere sulla pelle, nella completa nudità il calore degli ultimi raggi di sole mentre abbracciate si davano una all'altra.
Imparò molte cose, com'era piacevole stuzzicare senza fretta i capezzoli dell’altra fino a farli diventare turgidi, vedere le aureole sollevarsi, sentire i bottoncini tendersi e vibrare nella bocca. . .
Imparò a prolungare il piacere della vulva con sapienti leccate che facevano ereggere il clitoride, come suggerlo facendo delirare la compagna e godere insieme fra mille sospiri.
L'ultima sera Mara si mise elegante, si truccò con gusto poi bella come un sogno salutò la giovane amica.
- Il posto migliore per conoscere un uomo é la discoteca, lo sceglierò in modo che piaccia anche a tè. Quando ci sentirai arrivare, mettiti dietro gli asciugamani stesi sul terrazzo davanti alla finestra. Non fare rumore, mi raccomando, ciao, a presto!
Il tempo sembrò lunghissimo alla ragazza, finalmente, verso l’una dopo mezzanotte, udì fermarsi una vettura, poi dopo qualche minuto il rumore della porta dell'appartamento che si apriva, passi che si avvicinavano nel vestibolo poi la luce della camera si accese.
Mara entrò seguita da un uomo. Doveva essere sui trent'anni, alto, bruno, a Rita piacque molto, aveva un viso simpatico, disse qualcosa, Mara sorridendo si avvicinò tendendogli le labbra. L’uomo la prese fra le braccia, fu un bacio lunghissimo, il corpo flessibile dell'amica si strinse a lui. . .
Rita provava vergogna ma la sua curiosità la teneva inchiodata al suo posto di osservazione. Mara dopo un po si libero dolcemente, disse qualcosa e uscì dalla stanza. Rimasto solo, l'uomo prese a spogliarsi, lo fece tanto rapidamente che in breve rimase con uno slippino tanto stretto e gonfio sul davanti che la fanciulla sentì il suo cuore battere all'impazzata.
Era bellissimo, la giovane guardò il corpo i cui muscoli sembravano guizzare, le anche strette, le gambe poderose. . . Provò invidia per la sua amica. L’uomo guardò verso la porta, Mara apparve con addosso un corto accappatoio, sorrise, lui si avvicinò e glie lo sfilò lasciandola nuda, lei indicò l'unico indumento rimasto all'uomo, lui se lo tolse.
Rita guardò affascinata il pene pendente dai peli folti, già gonfio; si sentì avvampare ma rimase a fissare il lungo membro, la cui pelle era talmente corta da lasciare il glande oscenamente scoperto, guardò i testicoli e. . . Rabbrividì, i due si guardavano, la bellezza e la forza, pensò la ragazza.
Soffocò un'esclamazione. Il pene si stava animando lentamente, lo vide allungarsi ancora, tendersi toccando quasi il ventre dell'uomo tanto era diventato rigido. La ragazza sentì fra le gambe il calore del desiderio, la sua paura svanì; gli uccelli dei suoi amichetti gli parvero al confronto, degli innocui bastoncuni.
- Che bello! Pensò.
Il membro ondeggiò mentre l'uomo si avvicinava alla sua amica, Mara protese il ventre, i due si baciarono golosamente. Vide la donna muovere il bacino, le mani di lui schiacciare il sedere rotondo premendola contro di se. Li vide ondeggiare languidamente, poi lui disse qualcosa al suo orecchio, il capo biondo annuì. Dopo momenti che alla ragazza parvero lunghissimi, Mara si liberò dall'abbraccio e si chinò.
- Cosa fa? Si chiese la giovane.
Mara in ginocchio prese con entrambe le mani il pene dell'uomo, lo percorse con dita avide, lo accarezzò. . .
- Oh nò! La ragazza inorridì, le dita dalle unghie laccate percorsero lentamente la lunga verga, soppesarono i testicoli, poi le mani passarono dietro le cosce dell'uomo attirandolo. La sua bocca sfiorò il glande, si aprì, la testa bionda si abbasso, il membro scivolò fra le sue labbra.
Mara lo aveva preso con la lentezza e l'attenzione come se invece del membro avesse ricevuto un oggetto mistico, tenendolo in bocca per un tempo che a Rita parve lunghissimo.
L'uomo aveva divaricato le gambe, la testa di Mara si sollevò mentre le sue mani accarezzavano liberamente le gambe, le cosce dell'uomo estasiato alla vista del suo pene che appariva e scompariva nella bocca in movimento. La scena durò per qualche minuto poi costrinse la donna ad alzarsi, parlò indicando il letto.
Mara annuì, l'uomo si allungò, la verga luccicante di saliva puntata fieramente al soffitto. Salì sopra di lui, rivolta verso i suoi piedi, le ginocchia aperte sul viso dell’uomo, Rita non resistette alla tentazione di portare le mani fra le sue gambe, sulla fichetta bagnata cominciando adagio a masturbarsi.
I due sul letto sembravano una cosa sola che ondulava, le mani dell'uomo percorsero le reni di Mara, la sua groppa, palpandola senza ritegno, schiacciando le natiche, separandole, il capo di lui seminascosto fra le belle cosce, si muoveva, si muoveva. . .
Il viso della bionda era ben visibile, il membro dell'uomo appariva a tratti quando sollevava il capo per poi scomparire quasi interamente nella sua bocca, fra le labbra che Rita aveva tante volte baciato. Allibì vedendole scorrere sulla nerchia che deformava la sua bocca.
Era sconcio come la donna tratteneva quel pene, come le guance si vuotavano nel succhiarlo, come la lingua ne percorreva il glande, come le dita si muovevano sull'asta bagnata, come le sue mani accarezzavano le cosce aperte, palpavano i testicoli. . .
L'adolescente non riusciva a staccare gli occhi, affascinata dall'espressione estasiata della sua amica.
- Ohhh. . . mhhh. . . Rita si lamentava adagio, le sue dita passavano e ripassavano nella sua passerina, sentiva la tensione del suo clitoride, oh come desiderava la lingua che vedeva saettare sul membro dell'uomo.
- Oh siii. . . Si accorse di voler un membro come quello, lo avrebbe preso in bocca, succhiato e poi, se lui avesse voluto. . .
- Oh mi piace. . . mi piace. . . Si disse la giovane. Si leccò le labbra, un piacere perverso salì dal suo ventre, allontanò le mani di fra le cosce.
- Voglio venire insieme a lui! Annusò le dita bagnate, le portò alla bocca.
- Mhhh. . . mi farò leccare e poi. . .
Sussultò, Mara si era sollevata diritta sul letto, fece un passo, si girò.
- Oh come l'ha leccata! Pensò vedendo il pube alla giunzione delle belle cosce, grondare per la saliva dell'uomo. Rita pensò che i due avessero goduto, ma no, il pene era ancora rigido, più bello che mai. Mara poggiò il sedere alle ginocchia di lui, si chinò come per sedersi, afferrò il membro, lo guidò. . .
- Ohhh. . . La giovane vide la bionda le ginocchia divaricate, la vulva aperta che si avvicinava al membro teso. Sgranò gli occhi, già il glande era entrato, vide l'amica chiudere gli occhi, chinarsi ancora e il membro farsi strada nel suo ventre, scomparire inghiottito dalla fica bellissima, i peli biondi mischiarsi coi peli nerissimi del maschio infoiato.
Le dita della ragazza ritrovarono il tepore della sua fichina, sospirò:
- Ohhh dev'essere bello sentire il cazzo che entra, oh lo voglio, lo voglio!
Si accarezzò adagio. La bionda si protese sull'uomo offrendo i seni gonfi alla sua bocca. Lui glie li leccò come un assetato, Mara aprì la bocca, si sollevò iniziando una lenta cavalcata, lui la incitava baciando i suoi seni, accarezzandoli poi le sue mani scesero sotto le sue natiche assecondandone il movimento.
- Ohhh. . . come godono!
Anche lei godeva, sentì il clitoride teso, lo prese fra le dita, lo pizzicò. . .
- Ahhhh. . . Urlò. I due non la sentirono presi dal loro coito, si incitavano l'un l'altro, Rita gemendo si masturbava furiosamente, gli occhi fissi sulla coppia, sulle mammelle di Mara che ballonzolavano al ritmo della monta che si faceva frenetica.
Il membro dell'uomo appariva e spariva nel grembo della bionda le cui urla giungevano attutite alla ragazza che si era denudata per accarezzarsi i piccoli seni.
- Amore. . . come godo. . . Mhhh. . . come sei forte amore! Ahhh. . . mhhh. . . mhhh. . . Sto per. . .venireee! ! ! Ahhh. . . ahhhh. . .
Rita vedeva la fica della donna, le sue labbra sporgenti e tumide scorrere sull'asta di carne sempre più convulsamente. L'uomo sussultava, sollevava e abbassava il bacino freneticamente, infine con un ultimo guizzo si abbandonò. Mara continuò la sua cavalcata.
- Ahhh. . . cosi. . . così. . . Oh schizza. . . riempimi di sperma. . . mhhh. . . amore ah vengo. . . vengoooo! ! ! Ahhhh! ! !
Il viso di Mara si illuminò di gioioso piacere, continuò a montare il maschio in orgasmo, un liquido denso scese lungo l'asta lubrificando la vulva che lo inghiottiva. La donna si chinò sull'uomo, si mosse avanti e indietro e continuando a scorrere sul membro, dardeggiò la lingua nella bocca dell'uomo. Solo allora la fanciulla vide il dito che il maschio muoveva nel suo sedere.
- Ahhh che bello. . . Esclamò la giovinetta. Venne immaginando che il membro che vedeva fosse lei a riceverlo. Urlò ancora, un liquido viscido irrorò le sue dita, bagnò le sue coscette. . . La bionda sussultò ancora poi rimase immobile su di lui coprendo il suo viso di baci. I due si alzarono e uscirono dalla stanza.
Rita udì il rumore dello scorrere dell'acqua nella doccia, frammisto a risate gioiose, ne approfittò per asciugarsi fra le gambe. Fece appena in tempo a riporre l'asciugamano che l'uomo entrò con la bionda in braccio, la posò sul letto, le braccia e le gambe aperte. Ora ai suoi piedi disse qualcosa, Mara annuì.
Le dita dell'uomo separarono i peli biondi, premettero i lati del sesso. . . Rita vide il bagliore rosa della vulva dell'amica, lui si chinò lambendola adagio mentre il suo membro si sollevava in una rapida erezione.
- Oh vogliono ancora scopare! Esclamò la ragazza vedendo il pene rigido.
Non lo fecero subito, leccò lungamente la fica che lei offriva sollevando le reni, leccò il ventre, proseguì lungo il corpo abbronzato, soffermandosi sui seni, suggendone i capezzoli, lambì il collo, il viso, si tuffò nella bocca aperta. . .
Udì i gemiti della donna, la sua bramosia per il membro che l'uomo aveva poggiato sulla vulva madida e pronta.
- Dammelo. . . lo voglio. . .
Il grido giunse all'orecchio della giovane che già si stava masturbando. Lui si sollevò a braccia tese, contemplando il corpo luccicante di saliva. Lei raccolse le gambe, le sollevò. . .
La penetrò d'un sol colpo. L'adolescente seguì la monta del maschio infoiato, udì le urla di gioia della donna, vide le sue mammelle oscillare ad ogni affondo del membro nel ventre ansante.
Si stupì dell'espressione che illuminava il viso dell'amica e ancora una volta provò invidia e un desiderio che le dita che muoveva convulsamente nella sua fichina non riuscivano completamente ad appagare.
Venne piangendo, le orecchie piene delle loro grida. Molto più tardi, rannicchiata fra le braccia di Mara, disse:
- Oh Mara. . . voglio godere anch'io con un cazzo nella pancia!
- Si piccola, lo avrai. Appena a Milano, telefono alla mia amica!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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