Lui & Lei
Memorie - Cap. 7: Paola, la mia prima donna.
di Giangi57
28.08.2022 |
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"Paola si lasciò andare di schiena, ora potevo accarezzarla, strinsi le mammelline sode, giocai con i suoi capezzoli, discesi sul suo ventre, nei suoi..."
Paola, la mia prima donna.
Le piacevoli fatiche di quella notte fecero rimandare la nostra partenza per le vacanze, ci mettemmo in strada il giorno dopo. Guidavo in silenzio evitando di guardare la mia amica, finalmente Gina decise di affrontare l'argomento.
- Caro, non ci devono essere ombre fra di noi, é per l'altra notte che fa il broncio? Le dispiace che anch'io abbia preso la mia parte di piacere mentre lei si dava da fare con quelle ragazze?
La guardai, non riuscivo a reprimere un moto di gelosia ricordando con quanta facilità si era lasciata possedere dai due giovani.
- No ma . . . confesso che quando l'ho vista fra le braccia di quei ragazzi. . . dica la verità, l'ha fatto apposta?
Rise, era bellissima, a volte mi chiedo se é veramente mia, la sua risposta dissipò ogni mio dubbio.
- In principio no, poi quando quel giovane mi ha abbracciata ho capito che si offriva per lei e per me un'eccitante diversivo che nulla avrebbe tolto al nostro amore. Ora mi conosce mentre io. . . Per esempio non mi ha mai parlato della sua prima volta!
Guidai in silenzio, poi il ricordo affiorò. Non ne avevo mai parlato con nessuno ma Gina era speciale, decisi di accontentarla. La mia amica appoggiò la testa contro la mia spalla, cominciai:
“Avevo appena sedici anni e frequentavo il liceo, le ragazze mi piacevano ma non ero ancora uscito con nessuna. Molti alla mia età si masturbavano, io aspettavo l'amore e per la verità, ero un pò innamorato della mia vicina di casa, una giovane sposa.
Il mio era un amore senza speranze, casto, bastava un suo sguardo e avvampavo; pensavo che non si accorgesse nemmeno della devozione che nutrivo per lei finché . . .
Vi era stato un cambiamento nell'orario delle lezioni del mercoledì del quale non avevo avvertito mia madre così quando alle due di quel pomeriggio suonai il campanello, nessuno venne ad aprirmi. La mia insistenza ebbe l'effetto di far affacciare la mia vicina di pianerottolo. Arrossii nel vederla, lei sorpresa chiese:
- Oh sei tu, perché non sei a scuola? Sei chiuso fuori?
- Scusi signora, non avevo avvertito i miei che il mercoledì . . .
- Su, non rimanere lì, entra, aspetterai da me. Dai, non ti mangio!
Pieno di confusione varcai la soglia. Mi fece accomodare nel salotto, preparò delle bibite e mentre mi offriva il bicchiere chiese dei miei studi; rosso come un gambero rispondevo guardandola incantato.
Aveva ventitre anni, era venuta ad abitare vicino a noi appena sposata un anno prima, era bella e fresca, mi ascoltava con il capo bruno piegato in un modo che mi parve incantevole. Indossava un semplice grembiule che lasciava le braccia e parte delle spalle scoperte, sorrise notando che sbirciavo la scollatura che lasciava intravvedere l'inizio del suo petto. Chiese:
- Ce l'hai la ragazza? Scossi la testa.
- E . . . ne hai avute?
Scossi nuovamente la testa. Vi fu un lungo silenzio, si alzò e accese la radio. La musica invase la stanza, si voltò verso di me.
- Ti piace ballare? Chiese.
- Non so, non sono capace . . .. Prese le mie mani facendomi alzare.
- Ti insegno io, é facile vedrai!
Tentai di protestare ma già la donna aveva posato le braccia sulle mie spalle e si era fatta vicinissima.
- Questo é un lento, metti le mani qui e fai come me.
Cominciò a muoversi al ritmo della musica, mossi goffamente i piedi inebriato dal profumo sottile della sua pelle e dal calore che emanava il suo corpo. Aveva insistito perché posassi le mani sulle sue anche e attraverso la stoffa sottile sentivo la pelle nuda. Credo che il mio turbamento divertisse la sposina perché ad un certo punto mise le braccia attorno al mio collo stringendosi a me.
Sentivo contro il petto i seni sodi che ad ogni passo strusciavano, anche le sue gambe si muovevano contro le mie e il suo ventre. . .
- Ti piace? Chiese sorridendo.
Non potevo rispondere, con mio grande imbarazzo sentii che stavo avendo un'erezione! Non era la prima volta, sovente mi svegliavo con il pene rigido, mi scostai arrossendo, ma lei:
- Cosa c'é. . . Ohhh, é per questo!
Si strinse nuovamente a me. Il pene schiacciato fra i nostri ventri era talmente duro che ne sentivo le pulsazioni. Farfugliai:
- Mi scusi signora, non volevo . . . Mi lasci, aspetterò fuori!
Si strinse ancora di più, i suoi occhi ebbero una luce divertita.
- Che sciocco sei! Non ti devi vergognare se ti viene su, alle ragazze piace sentirlo mentre ballano! Su, non smettere dai, continua a ballare!
Sembrava lo facesse apposta a muoversi in quel modo, ondulava, ancheggiava, protendeva il ventre per nulla imbarazzata dal mio pene. Quando la musica si fermò rimase incollata a me. Dissi ancora:
- Signora, mi dispiace. . .
- Chiamami Paola! Mi interruppe. I suoi occhi mi fissavano quando chiese:
- Ti piacerebbe baciarmi?
Un leggero rossore imporporava le sue guance, rovesciò il capo tendendomi le labbra, vi poggiai le mie, le sentii dischiudersi come in attesa. Quando mi sollevai, i suoi occhi avevano una luce divertita.
- E così che baci le ragazze?
- Non ne ho mai baciate. . . non conosco nessuna ragazza!
La mia confusione intenerì la donna, vidi i suoi occhi addolcirsi, la sue labbra pronunciarono parole che rimbombarono nel mio cuore.
- Se vuoi posso essere io la tua ragazza ma deve essere un segreto fra te e me. Sei carino sai? Ti piaccio lo so e anche tu mi piaci. . . per prima cosa ti insegnerò a baciare!
Mentre parlava aveva avvicinato il viso, le sue braccia si strinsero al mio collo, le sue labbra furono ancora contro le mie, morbide, calde. Si socchiusero sotto le mie, sentii la lingua scivolare fra le labbra che anch'io avevo istintivamente socchiuso, oltrepassò i miei denti spingendosi in profondità. Fu allora che aprì larga la bocca e con un lungo sospiro accarezzò la mia lingua, il mio palato e. . . prese a muovere il ventre contro l'uccello duro che ebbe una contrazione.
Rimasi sorpreso dal suo modo di baciare, era piacevole sentire che il mio uccello non gli dispiaceva. Mi abbandonai a quelle sensazioni, strinsi le braccia al suo corpo e mi strusciai protendendomi per sentire il pene contro il ventre caldo. Chiusi le labbra attorno alla sua lingua aspirandola, accarezzandola con la mia poi quando la ritirò spinsi la mia nella sua bocca. Lei l'aspirò lungamente infine si sciolse dall'abbraccio. Quel bacio ci aveva lasciati senza fiato, un lieve rossore colorava ora le sue guance. Disse:
- Caro, impari presto lo sai?
Chinò lo sguardo, la stoffa tesa dei miei jeans mostrava in modo eloquente la mia eccitazione. Vi portò la mano stringendo l'uccello teso, rise vedendo la mia confusione.
- Oh come ce l'hai duro! Me lo fai vedere? Su, tiralo fuori!
Senza aspettare fece scorrere la cerniera, infilò la mano, armeggiò ma presto si impazientì davanti alla resistenza degli slip troppo stretti, allora slacciò la mia cintura.
- Vieni! Disse.
Mi condusse al divano, si sedette facendomi avvicinare. Prese jeans e slip insieme e li abbassò. La verga scattò verso l’alto sfiorando il suo viso, lei vi portò la mano.
- Oh che bel cazzo! E ti vergognavi? Sei uno sciocchino sai?
Quando ci penso mi vedo con i pantaloni abbassati mentre guardo incantato il mio amore e l'uccello duro che faceva ondeggiare davanti alla sua faccia. Paola aveva assunto una strana espressione, i suoi occhi non si staccavano dal mio arnese gia discretamente lungo.
- Si, hai un cazzetto niente male, scommetto che mai nessuna te l'ha preso in mano. Su, non vergognarti, mi piace molto sai?
Vedo ancora i suoi occhi cupi e le sue dita che si muovono sulla mia verga facendomi scoprire sensazioni che non avevo mai provato. Con l'altra sua mano sollevò la mia gamba poi l'altra, spinse jeans e slip in un angolo, la mano risalì accarezzandomi l'interno delle cosce che divaricai istintivamente.
Conobbi per la prima volta la carezza di una mano femminile. Paola sollevò il viso e fissandomi soppesò i miei testicoli, giocò con i miei peli, proseguì lungo il mio ventre, risalì sotto la camicia accarezzandomi il petto. Disse soltanto:
- Toglila!
Ubbidii ipnotizzato dai suoi occhi carichi di promesse, sbottonai la camicia e la sfilai lasciandola cadere a terra. Oltre le scarpe da ginnastica, addosso non avevo più nulla; mi resi conto che se si fosse messa a ridere non avrei resistito a tanta vergogna ma lei dopo avermi scrutato attentamente mi sorrise.
- Sei proprio un bel giovanotto. Veramente non hai nessuna ragazza?
Scossi il capo, mi guardò attentamente dalla testa ai piedi infine si alzò. Era talmente vicina che l'uccello sfiorava il suo ventre. I suoi occhi si fecero dolci.
- Allora sei vergine?
Il suo sorriso mi diede coraggio, osai posare le mani sulle sue anche e attirarla contro il mio corpo nudo. Chiuse gli occhi e aprì le labbra rosse, tumide al bacio. La mia lingua fu subito aspirata, succhiata, avvolta dalla sua lingua, mosse le anche accarezzandomi l'uccello col ventre mentre le sue mani vagavano sulla mia schiena, il mio sedere, le mie cosce. . . Dissi in estasi:
- Oh Paola, ti amo!
Lei si staccò guardandomi con tenerezza.
- Caro, non mi ami, confondi l'amore con il desiderio. Anch'io ti desidero, vorrei essere nuda insieme a te ma non posso. . . sono nel periodo! Mi metterò nuda per te la prossima volta ma adesso non posso lasciarti così dopo averti eccitato. . .
Ci sedemmo. Paola prese il mio uccello, lo guardò a lungo, lo strinse nel pugno, tirò in alto la pelle poi la tese di colpo con uno strattone che mi fece urlare:
- Ahhh . . . cos'hai fatto!
Mi erano venute le lacrime per il bruciore. Mi baciò sugli occhi.
- Caro, non é nulla! Ho strappato il filetto per scoprire il glande, é più igienico e godrai maggiormente quando faremo all'amore.
Il mio arnese mi parve diverso, la cappella che prima era parzialmente coperta ora era nuda, la sua mano fece scorrere la pelle su e giù. . . era talmente piacevole che il dolore sparì.
- Ti piace? Chiese.
- Oh si! Risposi, poi diventando ardito:
- A te piace il mio uccello?
- I bambini hanno l'uccello, il tuo é un cazzo! Si, mi piace perché è duro. . . voglio insegnarti come dare piacere alle ragazze che avrai. Ora lasciati andare!
Si alzò, poi si inginocchiò fra le mie gambe. La sua mano si mosse su e giù sul mio pene, chiusi gli occhi lasciandomi cullare dalle sensazioni nuove per me. Sollevò il viso tendendomi le labbra. Aprii la bocca alla sua lingua, non mi baciava, mi leccava le labbra, le gengive dardeggiandola per lambirmi il palato, la lingua. . .
Presi a sospirare, un piacere mai provato prima saliva dal mio pene, si diffondeva in tutto il mio corpo. Sollevai il ventre, la mano si muoveva sempre più veloce. Mi sfuggì un suono rauco, si fermò.
- Oh caro. . . stai già godendo?
- Si . . . ancora, ti prego! La mano ora accarezzava piano il pene pulsante.
- Non avere fretta, voglio farti godere tanto, vedrai che ti piacerà!
Posò entrambe le mani sul mio petto e fissandomi negli occhi mosse le dita sui miei capezzoli. Li sentii tendersi.
- Mhhh. . . oh cara. . .
- Piccolo caro, sei sensibile come una ragazzina lo sai?
Mi tese la lingua. La leccai gemendo per i capezzoli che sentivo piacevolmente doloranti; la donna sapeva come eccitarmi! Riprese il pene tenendolo delicatamente fra le dita che mosse prima adagio poi sempre più velocemente facendo salire il mio piacere alle stelle, fermandosi prima che ne varcassi la soglia. Lo fece più volte provando un piacere sottile nel sentirmi fremere soffocando nella sua bocca i miei rantoli finche presa da una tenera compassione si scostò per dire ammirata:
- Lo sai che sei resistente? Adesso la tua ragazza ti farà godere!
Guardavo meravigliato. Avevo la cappella bagnata di un liquido cristallino che a lente gocce usciva dal meato scendendo lungo l'asta bagnando le dita che scivolavano su di essa. Il piacere salì ancora una volta alla vetta. . .
- Adesso caro?
- Oh si. . . si. . . Quasi urlai tanto ero fuori di me.
Questa volta non si fermò. Abbassò gli occhi sulla mia verga, le sue dita scivolarono su e giù sempre più veloci, il mio piacere salì passando il limite.
- Ahhh cara. . . cara. . . Adesso. . . adesso. . . ah. . . ahhh. . .ahhh. . .
Ebbi una contrazione poi un'altra, sollevai le reni sentendo nel pene un piacere infinito. Uno zampillo chiaro si innalzò colpendo il viso della mia amata, poi un'altro, un'altro ancora. Paola non si sottrasse ai getti del mio piacere, gli occhi fissi sul pene, le nari dilatate, continuò a far andare le dita su e giù finche con un lungo sospiro mi abbandonai esausto.
- Ragazzo, avevi proprio bisogno di scaricarti, ne avevi di sperma!
Un liquido color ambra bagnava la sua fronte, il naso, imbrattando il bel viso, colando in gocce spesse sulle labbra, il mento, il collo nella scollatura. . . Vedendo il mio sgomento sorrise poi passò la lingua sulle labbra.
- Hai anche un buon sapore lo sai?
Prese dalla tasca del grembiule un fazzoletto, si asciugò, asciugò sommariamente il pene diventato molle e si alzò tenendomi per mano.
- Vieni, andiamo a lavarci.
Mi lavò delicatamente, deterse lo sperma dal suo viso, passò un asciugamano sul collo, fra i seni poi ritornammo in salotto dove mi rivestii. Mi baciò ancora prima di accompagnarmi alla porta.
- Adesso va! Ti rivedrò fra una settimana se vuoi e. . . sarà ancora più bello!
Appena in tempo, mia madre stava arrivando, mi trovò mentre suonavo alla nostra porta.
Durante la settimana che seguì ebbi difficoltà a concentrarmi nello studio, incontrai più volte la sposina, ma lei rispose freddamente al mio saluto tanto che cominciai a pensare di aver sognato. Il mercoledì successivo bussai discretamente. Capii che Paola mi stava aspettando perché la porta si aprì subito.
- Schhht. . . piano, non far rumore. . . entra caro!
Si fece da parte richiudendo adagio la porta. Mi guardò sorridendo, era ancora più bella! Si era truccata come se dovesse uscire, il rossetto rendeva le sue labbra luccicanti e desiderabili, un ombretto leggero dava profondità agli occhi neri. Indossava un tailleur estivo, calze color carne e tacchi a spillo che la facevano sembrare più alta. La guardavo imbambolato, era bellissima!
Alla vista della mia amata, il mio pene entrò in una erezione talmente visibile che il suo sguardo si addolcì. Disse:
- Piccolo caro, mi desideri cosi tanto? Aspetta, sono subito da te.
Andò al telefono e compose un numero. Si udì una voce maschile nella cornetta, lei mi strizzò l'occhio e parlò:
- Sei tu caro? Si? Oh cosi tardi? capisco. . . si, ti amo tanto sai?
Depose il ricevitore, un leggero rossore imporporava ora le sue guance, mi precedette lungo il corridoio e aprì una porta. Vidi un grande letto coperto da un lenzuolo candido con due cuscini, che si rifletteva nello specchio dell'armadio; la tenda chiara tirata davanti alla finestra lasciava entrare una luce forte ma diffusa. Paola mi fronteggiò.
- Staremo insieme tutto il pomeriggio! Su caro, togliti tutto!
Mi spogliò rapidamente sorridendo compiaciuta davanti al mio pene rigido e teso allo spasimo.
- Mi piaci davvero sai? Ora se mi vuoi nuda spogliami!
Si avvicinò con un sorriso divertito, prese le mie dita e le pose sui bottoni della sua giacchina dicendo:
- Sai, mi sono vestita elegante per darti il piacere di spogliarmi!
Disfeci ad uno ad uno i bottoni, la giacca si aprì; col suo aiuto la sfilai posandola su una sedia. Portava una camicetta bianca che finiva dentro la gonna, accennai a sbottonare la camicetta ma lei mi fermò.
- No, la gonna prima! Disse indicando la cerniera su un fianco.
Feci scendere la cerniera e armeggiai col gancetto, scostò la mia mano e lo sganciò. La gonna cadde ai suoi piedi rivelando per la prima volta le gambe stupende.
- Ora la camicetta! Disse girandosi.
Sbottonai l'indumento chiuso sulla schiena, lei se lo sfilò.
- Il reggiseno! Ordinò.
Ero incantato davanti a tanta bellezza, ora che era seminuda esitavo, guardavo la sua schiena, la striscia del reggipetto rosa, la vita sottile che si allargava sulle anche armoniose, le mutandine anch'esse rosa, talmente minuscole che in parte sparivano fra le natiche lisce, rotonde. Deglutii.
- Oh Paola, come sei bella!
- Sciocchino, vuoi continuare?
Era impaziente. Cincischiai sulla sua schiena, le mie dita tremanti erano come paralizzate. Lei vi portò le mani facendo scattare il poussoir e si voltò, il reggiseno rimase in bilico alcuni istanti e cadde. Era la prima volta che vedevo un petto femminile e fin'ora soltanto il suo cara Gina é altrettanto bello! Paola aveva dei seni piccoli, fermi, di una forma quasi conica con adorabili capezzolini simili a ciliegine. Si lasciò ammirare poi:
- Ti piacciono? Chiese avvicinandosi e strofinando quelle cosine contro il mio petto mi tese le labbra. Strinsi il corpo nudo contro il mio. Lei rovesciò la testa aspirando la mia lingua con voluttà mentre muoveva il ventre per sentire il pene attraverso il velo delle mutandine. Sospirò:
- Mi piace come sei arrapato! Toglimi le calze e le mutandine, voglio essere nuda come te.
Con gesto rapidi sganciò le calze, girò il reggicalze e lo tolse poi si appoggiò alla spalliera al fondo del letto e mi fece un cenno. Mi inginocchiai e con mani tremanti cominciai ad arrotolare una calza lungo la gamba tornita. Sorrise vedendo che i miei occhi non riuscivano a staccarsi dal piccolo indumento che copriva quello che non osavo immaginare.
- Non essere impaziente, ora toglimi le scarpe, così! Ora l'altra. . . bravo! Ti piacciono le mie gambe? Accarezzale allora. . . si, cosi!
Parlava dolcemente guidando le mie mani sulle cosce nude, le mutandine tese mostravano un delizioso gonfiore al vertice del ventre. Notando il mio sguardo divaricò le gambe. Come ebbro osai posare le labbra sul monticello che trovai morbido e profumato.
- Oh caro. . . non l'hai ancora vista e già vorresti baciarla. Si, farai anche quello, non c'é nulla che non potrai fare!
Accarezzò i miei capelli premendo sul mio capo, lasciò che le mie labbra esplorassero la sua intimità attraverso il velo sottile. Ciò che sentii ebbe l'effetto di far pulsare il mio pene in modo talmente irresistibile che mi alzai ansante, lo sguardo smarrito. Paola salì sul letto, mise i cuscini uno sull'altro poggiandovi la schiena e sussurrò dolcemente.
- Ora caro, toglimi le mutandine e. . . guardami, accarezzami. . .
Mi guardò salire, sollevò le reni mentre con mani tremanti ammainavo l'indumento rosa lungo le gambe bellissime e lo gettavo lontano. Non sorrideva più, attendeva una mia parola, un gesto. . . Ero come paralizzato alla vista della sua splendida nudità; arrossì notando il mio sguardo famelico posarsi sul suo ventre dove una pelliccetta nera scendeva per scomparire fra le sue gambe nascondendo quello che fin'ora avevo soltanto immaginato.
- Oh Paola. . . come sei bella!
Non riuscii a dire altro, avevo la gola secca, lei rise nervosamente, sollevò le ginocchia portando i talloni a contatto col sedere. Udii la sua voce dire:
- Non avevi mai visto una donna nuda? Ecco, sono nuda. . . per te, non voglio nasconderti nulla aspetta. Ecco, guarda. . . ti piace?
Portò entrambe le mani sul viso a coprissi gli occhi, poi lentamente aprì le ginocchia divaricandole al massimo.
- Guarda caro. . . Disse ancora.
Quelle cosce aperte erano un invito. I miei occhi ne seguirono la linea purissima, i peli folti sul ventre si diradavano incorniciando il sesso che la donna mi stava offrendo.
- Avvicinati caro. . . ti piace? Quello che vedi é tuo. . . prendilo!
Avanzai carponi sul letto avvicinando il viso. Era questa la sua fica? Guardai ammagliato il lungo taglio, la striscia di peli folti e nerissimi, il ventre piatto, l'addome, i seni bellissimi che si innalzavano fieramente puntando i capezzoli minuti, tesi in mezzo alle aureole di un rosa talmente delicato che fui preso dal desiderio di posarvi le labbra.
La sposina teneva le mani sul viso nascondendo gli occhi con un pudore che contrastava singolarmente con la nudità che esibiva ai miei occhi di adolescente. Le braccia sollevate dal suo gesto mostravano i peli delle ascelle, la bocca, unica parte del suo viso visibile si mosse per chiedere ancora:
- Ti piace?
Il suo era un chiaro invito a guardare liberamente il primo sesso femminile che una donna offriva alla mia libidine.
- Guardala caro. . . aspetta il tuo cazzetto, lo voglio sai ma. . . non subito! Prima la devi toccare, accarezzare. . . e quando sarà pronta. . .
Aveva le cosce affusolate, candide, lisce che formavano col ventre due pieghe deliziose. Il sesso nudo, bello come un frutto maturo, mostrava il rosa della carne fra le labbra spesse dove si spartivano delle labbra sottili, cupe che rivelavano alla loro congiunzione un breve crestolina dopo il socchiudersi in due lobi che declinavano fino all'apertura umida e misteriosa del suo grembo.
Sotto il sesso, un breve tratto nudo e l'inizio delle natiche rotonde con la depressione dell'ano bruno circondato da lievi pieghine rosa. La visione della stupenda intimità di quella che stava per diventare la prima donna della mia vita fece pulsare il mio pene. Esclamai:
- Oh Paola. . . non ho mai visto niente di così bello come la tua. . .
Non osavo nominare quello che sapevo avrei sempre desiderato. La donna allontanò le mani ma rimase aperta. Parlò come se fossi un bambino.
- Piccolo, per questo hai il cazzetto duro! Ma se la vuoi devi chiamarla col suo nome . . . Allora?
- Paola. . . com'é bella la tua fica! Sei tutta bella, vorrei. . .
Vedendo il mio rossore si addolcì.
- Cosa vorresti caro?
- Baciarti tutta! Temetti di averla offesa ma lei:
- Anch'io vorrei baciarti tutto! Più tardi, ora voglio che mi accarezzi, accarezzami!
Mi inginocchiai contro le sue gambe sedendomi sui talloni, lo sguardo fisso sul suo sesso, posi le mani sulle sue ginocchia e adagio risalii l'interno delle belle cosce. La vidi sorridere, scivolare in avanti sollevando il ventre; quando lo abbassò sentii il calore del sedere che aveva posato sopra le mie ginocchia unite.
- Va bene così? Chiese.
Guardava compiaciuta le mie mani muoversi all'interno delle sue cosce, raggiungere gli inguini, esitare sulla pelle liscia e delicata vicino al suo sesso. Allungò lentamente la mano al mio pene che si ergeva rigido e pulsante di eccitazione. Lo prese. . .
- Mi piace il tuo cazzo!
I suoi occhi seguivano la mano che si muoveva piano sulla mia verga. Ero felice, in preda ad una strana frenesia spostai le dita seguendo la lieve protuberanza del bel sesso, ne seguii le morbide labbra fino a sfiorare la crestolina rosa che emergeva fra di esse; la mano si mosse soave sul mio pene.
- Si, accarezzala caro!
Sospirò, sentii sotto le dita la crestolina tendersi, pulsare. . . Separai le labbra sottili seguendole fino all'ingresso della vagina dove le affondai. La sposina chiuse gli occhi e sospirò:
- Ahhh. . . continua caro!
Ero felice del suo gradimento. Esplorai lungamente il bel sesso, ben presto le mie dita furono bagnate di un liquido scivoloso che rendeva il contatto così piacevole per la donna che mi ricompensò facendo scorrere lentamente la pelle del pene in una lenta masturbazione. Gli occhi fissi nei miei disse:
La senti com'é bagnata? E perché vuole il tuo cazzo. . . guarda!
La sua mano inclinò la verga passando la cappella nello spacco aperto, strofinandola nelle carni delicate e calde, poi con la mano libera aprì le labbra della vagina e vi introdusse la punta del membro. Pensai che la posizione dei nostri corpi non fosse adatta al coito ma vidi il pene puntato nella fica bellissima e per me ancora misteriosa mentre lei muoveva il glande nella calda fessura facendomi fremere.
- Guardala la mia fica, é pronta a riceverti! Voglio insegnarti a fare all'amore, imparerai come soddisfare una donna. Si allungò e allargò le gambe.
- Vieni caro! Disse tendendomi le braccia.
Presi posto fra le sue gambe adagiandomi sul suo corpo. Lei mi strinse, mi accarezzò la schiena parlandomi dolcemente.
- Alle donne piace essere preparate, le devi accarezzare come hai fatto con me, ti accorgerai che sono pronte quando la loro passera é bagnata.
L'ascoltavo inebriato dal contatto del suo corpo, i seni puntavano piacevolmente i capezzoli contro il mio petto, il suo ventre era morbido sotto il mio, il mio pene poggiava fra le sue cosce, sulla vulva che sentivo bagnata e calda.
Paola insinuò le mani fra i nostri ventri, prese il pene, lo inclinò facendomi sollevare le reni, sentii sotto il glande il calore di prima. . . Le mani si posarono sulle mie cosce attirandomi in lei, sentii attorno al membro un calore talmente piacevole che ebbi una contrazione. La donna accarezzò il mio sedere premendomi contro il suo ventre.
- Sei dentro di me. . . Mi piace avere il tuo cazzo nella pancia sai? Non pensare che sia piccolo perché. . . é abbastanza lungo da dar piacere a qualsiasi donna. . . Dai, muoviti!
Mi tese le labbra. Mentre la baciavo sollevai le reni, la vulva accarezzò lungamente il membro che uscì dal suo ventre, le mani premettero. . . Entrò nuovamente, lo ricevette sospirando insieme alla mia lingua che succhiò dolcemente, arretrai ancora. Le sue mani mi ricacciarono nella fica e. . . ancora, ancora guidando i miei movimenti, accelerando piano piano i colpi del membro che scorreva nel suo grembo.
Ora sospirava donandomi la lingua che suggevo, leccavo con voluttà mentre un piacere particolare si impadroniva del mio pene.
- Fermati caro! Devi dar piacere alla donna che si dona a te, farle dimenticare tutto salvo il godimento che gli dai per poi farla venire. Fallo da solo. . . ma attento!
Lasciò il mio sedere, le sue parole avevano ferito il mio amor proprio. Posai le mani al lato del suo corpo e fissandola negli occhi sollevai il busto. Ritirai adagio il pene e lo affondai lentamente.
- Bravo. . . cosi!
Lo feci ancora di colpo sbattendo il ventre contro il suo. I piccoli seni oscillarono; prima che si fermassero lo sbattei nuovamente, le mammelline si muovevano ora al ritmo dei colpi che cacciavano il membro in fondo al suo ventre.
- Si. . . si. . . Diceva la sposina.
Era piacevole scorrere nella fica sempre più bagnata, chiuse gli occhi, cominciò a muoversi, a ondulare il bacino mentre dalla sua bocca uscivano lunghi sospiri. Chinai il viso attirato dalle belle labbra, la mia lingua venne aspirata, accarezzata. . .
Quando sollevai la bocca mi tese la rosea appendice che leccai continuando a far andare la verga fra le calde sue cosce. Si muoveva anch'essa venendo incontro al mio ventre, al mio cazzo con la fica matida ricevendolo con sospiri che mi riempivano di gioia. La mia amata provava piacere abbandonandosi ad occhi chiusi incurante del mio sguardo che seguiva le mammelle in movimento. Mi fermai.
- Ti piace?
Una sorta di affanno sollevava i seni che sfioravano il mio petto. Aspettò prima di rispondere:
- Si. . . si. . . Oh caro. . . mi stai facendo godere sai?
La sua mano si posò sul mio sedere, scese lenta, toccò i testicoli, la base della verga immersa nel suo ventre.
- Senti com'é bagnata la mia fica, é merito del tuo cazzo sai?
Si inarcò permettendo alla mia mano di passare sotto il suo sedere, seguire le labbra della vulva serrate al mio pene, le natiche si schiusero alle dita che insinuai sfiorando il bottoncino dell'ano. Paola prese l'altra mia mano e la guidò sotto di se. . .
- Caro. . . puoi farmi tutto mentre mi scopi. Continua, ti prego. . .
Con entrambe le mani afferrai i bei globi, li separai. . . Con un sospiro si adagiò imprigionando le dita indiscrete. Ritirai adagio il pene e lo affondai; continuai con lunghi colpi che scuotevano il bel corpo.
- Oh amore. . . ora si che scopi bene!
Si abbandonò completamente gustando lo scorrere del membro nella vagina scivolosa. Rovesciò il capo con un lungo gemito, baciai la gola scendendo sulle sue spalle e leccando la pelle liscia sospirai in estasi:
- Cara. . . non ho mai provato quello che provo ora!
- Mhhh. . . sei il mio puledrino! Oh montami col tuo bel cazzetto. . . lo sai che puoi farmi tutto!
Il pene in movimento sfiorava le dita che stringevano le sue natiche, le allargavano per passare nel solco caldissimo, resero scivolosa del suo piacere la rosellina dell'ano contratto così vicino alla sua fica che lo accarezzai preso da un desiderio osceno.
- Mhhh caro . . . sono tutta tua!
Con un gemito si inarcò sollevandomi, lasciandosi frugare fra le natiche aperte. Le mie dita non sapevano staccarsi dallo stretto suo pertugio, preso da improvvisa libidine premetti il medio sul caldo orifizio.
- Si. . . si. . . Urlò la sposina mentre l'ano lentamente cedeva, si allargava attorno al dito che sprofondava nei suoi glutei.
- Ahhh. . . Caro, sei meraviglioso! Non fermarti. . . mhhh. . . continua. . .
L'ano che si era contratto si rilassò. Riprese a muoversi sotto di me strusciandosi languidamente, dimostrando il suo gradimento con mille sospiri e parole.
- Mhhh cosa mi stai facendo. . . ti piace il mio culo? Ohhh anche quello vuoi? E tuo sai. . . mhhh fai forte. . . non aver paura. . . così! Sù, sfondami!
Non capivo che la donna era disposta a ricevere non solo il mio dito ora che era in preda al piacere, ma ero così inesperto. . . Presi a scorrere in lei con colpi di reni sempre più veloci, spronato dalla bella che non riusciva a trattenersi, gemendo ogni volta che il pene sprofondava nella vulva sempre più scivolosa.
Era bellissimo sentirla fremere ad ogni affondo del mio dito nell'ano che riceveva muovendo il bel culo, serrando a tratti le natiche come a trattenerlo mentre lo ritiravo per immergerlo ancora e. . . ancora, eccitato dalle sue grida e dalla percezione dello scorrere del membro nel suo ventre attraverso la parete sottile del suo grembo.
Era osceno e sconvolgente sentirla fremere alla doppia penetrazione.
- Caro. . . oh mi fai godere! Mhhh. . . é come se avessi due cazzi. . . ahhh sono tua! Mhhh. . . mi fai venire. . . ahhh. . .
Ero talmente felice che non mi importava del mio piacere, solo Paola contava! Mi prodigai agitandomi, scorrendo col dito nel suo culo e col cazzo nella fica palpitante finché esclamò:
- Ahhh. . . sto per venire! Non fermarti. . . dai. . . Oh amore. . . ahhh ! ! !
Si inarcò sollevandomi in una posa talmente innaturale che il pene e il dito uscirono dal suo corpo.
- Ti prego! Supplicò col capo e i piedi puntati sul letto, le cosce spalancate, la fica ancora aperta. Mi inginocchiai fra le sue gambe e sostenendola alle natiche con entrambe le mani affondai di nuovo: urlò:
- Ohhh fottimi. . . fottimi. . . piu forte!
Era la prima volta che facevo godere una donna, lo ricorderò per tutta la vita! Bastarono pochi colpi e la vagina di Paola cominciò a pulsare, stringendosi e rilassandosi attorno al mio pene.
- Adesso! Ahhh. . . ahhh. . . sto venendo! Ah. . . ah. . . adesso. . .
Un fiotto liquido bagnò il mio membro, non mi fermai continuando a scorrere nel suo ventre gli occhi fissi sui seni che si muovevano al ritmo della mia monta mentre il suo capo si agitava senza posa. Infine si adagiò, mi strinse sopra di se accarezzandomi la schiena.
- Oh caro. . . era tanto che non godevo così! Ma tu?
Scossi il capo, ero stato sorpreso dall'orgasmo della donna proprio mentre cominciavo a provare piacere e ora nel caldo del suo ventre ero estasiato dalle contrazioni della vagina attorno al membro rimasto duro.
- Paola, é stato bellissimo vederti godere, non ho fatto in tempo. . .
Arrossì, i suoi occhi mi fissarono dolcemente, passò le mani nei miei capelli.
- Devi godere piccolo mio, ora! Voglio sentire i tuoi schizzi bagnarmi dentro, guardarti mentre vieni. Su, continua, scopami!
Mi sollevai e con lunghi colpi di reni ripresi a scorrere nella vulva bagnata e calda. Lei mi incoraggiava con parole dolcissime.
- Dai mio bel maschietto. . . dammelo ancora il tuo cazzo, fammelo sentire fino su! Oh. . . dai! Come vuoi che mi metta, così?
Prese le gambe sotto le ginocchia tirandole a se, aprendole ai lati del busto in una posa innaturale, spiando sul mio viso il piacere che prese a salire diffondendosi nel mio corpo. Cominciai ad ansimare mentre una libidine infinita offuscava i miei sensi.
- Stai godendo caro? Chiese.
- Si. . . si. . . oh cara! Risposi ansimando.
Accarezzai le sue cosce scendendo alla loro congiunzione, le dita toccarono il membro. . . Era bellissimo sentirlo entrare e uscire nella fica morbida, le mie dita scesero ancora nelle natiche aperte, trovarono l'ano. . . Nella lussuria del mio piacere non resistetti e affondai uno di essi; la donna gemette tendendosi, lo affondai ancora e ancora.
- Mhhh. . . così mi farai venire di nuovo. . . ohhh si. . . fai forte. . . ahhh. . .
Soffocavo con la bocca i suoi sospiri e con entrambe le mani allargai le sue natiche, e penetrandola come un forsennato feci andare il dito nel suo culo. Ora anche Paola godeva, la sua vagina fu nuovamente innondata, si agitò gemendo. Sollevai il capo.
- Paola. . . Amore, sto venendo!
- Anch'io. . . ahhh dammi il tuo seme. . . lo voglio tutto!
- Prendi. . .
- Ahhhh. . .
- Amore. . . amore. . . ahhh! ! ! Rantolai iniziando ad eiaculare.
- Si. . .ti sento. . . sento i tuoi schizzi! Oh che bello. . . mhhh. . . ahhh. . .
Il mio piacere fu così travolgente che mi fermai. Lei allora si mosse massaggiando con la vagina pulsante il mio pene, penetrandosi il posteriore scorrendo col culo sul mio dito. L'orgasmo fu per entrambi sconvolgente, lunghissimo lasciandoci esausti ma soddisfatti.
Passò molto tempo prima che ci alzassimo. Mi volle accanto a se nella doccia, ci insaponammo a vicenda. Dopo esserci asciugati si complimentò con me.
- Sei stato bravo lo sai? Ora riposati caro.
Gina interruppe la mia narrazione infilando la mano nei miei shorts per appropriarsi del loro contenuto.
- Cosa vorrebbe fare? Chiesi, le sue mani stavano massaggiando il pene.
- Non indovina? Eppure ha il cazzo duro, non ha voglia?
Tirai la leva arretrando il sedile.
- Sì. . . e lei?
Stavamo attraversando un paesino francese i cui lampioni illuminavano il viso della donna intenta a guardare l'operato delle sue mani. Ripiombati nel buio sbottonò il suo vestito, lo aprì, lo sfilò gettandolo sul sedile posteriore.
Avvertivo la sua nudità contro di me mentre toglieva la mia camicia. I caldi seni premevano sul mio braccio, le sue mani accarezzarono piacevolmente il mio petto per poi scendere sulla verga che si ergeva rigida e vogliosa.
- Ora si fermerà vero?
Rallentai cercando con gli occhi uno spiazzo, i fari di una macchina che si avvicinava illuminarono i nostri corpi nudi. Gina si abbassò poggiando la guancia sul mio ventre; sentii il suo alito fra i peli e la carezza dei capelli contro l'asta. Rimase in quella posizione al riparo dei fari indiscreti che a tratti illuminavano l'interno della vettura.
Accarezzò piano la mia verga premendola contro il suo viso, non si rialzò malgrado fossimo ripiombati nel buio.
-- Non trovo nessun posto dove fermarmi. Dissi premendo sul suo capo.
La mia compagna fece udire una risata; mi sollevai leggermente lasciando che mi sfilasse i pantaloncini. Accarezzò adagio l'interno delle mie cosce, palpò i miei testicoli. . .
- Non trova o non vuole trovarlo? Non importa purché prosegua il suo racconto!
- Con piacere ma lei deve aiutarmi a ricordare. . . capisce cosa intendo?
Rise ancora poi si accoccolò sul sedile, strinse la verga e. . . Il calore umido che sentii su di essa mi fece capire che l'asta di carne era fatta oggetto della sua lingua. Lasciai che la lambisse gustando la lenta carezza. Chiese:
- Allora?
- Mi aiuti ancora. . . ecco, così.
Non si fece pregare. Sollevò il capo, sentii le labbra tumide sulla cappella aprirsi. Lo prese con una lentezza esasperante facendomi inarcare per tendere il pene alla bocca soave che scivolando su di essa l'accarezzava tutta fermandosi soltanto quando il glande fu contro il fondo della sua gola. Gina mosse adagio la bocca attorno al membro, si fermò, la ruotò in senso inverso e ricominciò massaggiandolo con le labbra, la lingua, il palato, accompagnando il movimento con un dolce risucchio.
- Cara. . . é bellissimo quello che mi sta facendo!
Sollevò il capo ma trattenne il pene serrandovi le labbra, le abbassò e cambiando movimento prese a scorrere su e giù. Ingoiò più volte il glande fino in fondo alla gola poi lo liberò per dire:
- Le piace? Devo proprio farle un bocchino per aiutarla a ricordare?
- Si la prego! Ma adagio perché. . . il racconto é piuttosto lungo.
Ripresi a parlare dolcemente stimolato dalla bocca della mia dolce amica che aveva ricominciato a scorrere lungo il mio pene.
"Guardavo la splendida nudità della sposina con occhi innamorati. Si é fatta scopare da me pensai, poi un pensiero attraversò la mia mente. Chiesi:
- Ti ho fatto divertire?
La mia domanda la fece sorridere. Mi tese un bicchiere rispondendo con un dolce rimprovero.
- Non si chiede questo a una signora. . . Si, mi hai fatto venire due volte, lo sai che scopi già bene?
Arrossii vedendo che il suo sguardo si era posato sul pene inerte. Rise del mio imbarazzo.
- Bevi ragazzo, poi se avrai ancora voglia. . .
- Mi farai ancora scopare?
La donna mi guardava centellinando la sua bevanda a piccoli sorsi. Non riuscivo a capacitarmi come una donna così bella avesse scelto proprio me. Lo trovavo meraviglioso, posò finalmente il bicchiere.
- Va meglio! Fare all'amore mette una gran sete vero? Se vuoi possiamo farlo ancora ma prima. . .
Era arrossita per quello che stava per propormi. Era bellissima e talmente desiderabile che sotto il suo sguardo sentii il pene allungarsi e tendendosi si drizzò fieramente. Ero felice che vedesse come il mio cazzo si induriva rendendo omaggio alla sua bellezza, Paola sorrise di come la cappella puntava la macchia scura del suo pube.
- Mi vuoi ancora? Anch’io sai ma. . . cambiamo un pochino . . .vuoi?
- Come? Chiesi ansioso di possederla ancora.
Si avvicinò fino a farmi sentire i peli morbiidi contro il cazzetto.
- In maniera diversa. . .
Malgrado il sorriso i suoi occhi erano cupi e carichi di promesse. Premetti il ventre contro il suo e strinsi il suo corpo nudo. La sentii fremere, si lasciò baciare aprendo la bocca all'esplorazione della mia lingua, ricambiando il bacio, dandomi la sua da suggere, da leccare. Infine si sciolse dall'abbraccio.
- Come sei impaziente caro! L'atto sessuale ha bisogno di varianti che lo rendano piccante. Voglio eccitarmi insieme a te. . . puoi baciarmi tutta capisci? Lo desideravi prima, ora voglio che tu lo faccia e . . . faccia delle cose che imparerai da solo.
Mi fece segno di seguirla precedendomi lungo il corridoio dandomi modo di ammirare la splendida caduta delle sue reni, il bel vitino, le anche armoniose, i globi gemelli delle natiche deliziosamente prominenti che la donna muoveva in modo provocante, le belle gambe. . . Paola dovette sentire il mio sguardo perché chiese senza voltarsi.
- Ti piace quello che vedi?
- Si!
Si fermò tanto repentinamente che urtai il petto contro la sua schiena e il ventre contro il suo deretano. La sposina sentì il pene contro le sue rotondità ma rimase immobile anche quando mi sentì tendere il ventre per premere l'asta nel caldo solco delle sue natiche.
- Cos'é che ti piace, dimmelo!
Mosse il deretano. Incollai il ventre alle sue terga, non so come ma il mio cazzetto diritto e rigido separò i bei globi. Lei rise.
- Cosa vorresti fare ora?
Strinse le natiche, le mosse ancora. . . Le sensazioni che provai col pene in quella dolce morsa mi mise il desiderio folle di immergermi in quei caldi emisferi ma la posizione non era favorevole e . . . temevo di offenderla. Ansimai sul suo collo.
- Paola. . . oh hai un culo meraviglioso! Lei rise ancora.
- Ti piace veramente?
Non si sottrasse, mi strusciai leccandole il collo mentre per la prima volta prendevo in mano i piccoli seni.
- Si. . . mi piace da impazzire!
- E tuo ma. . . lo devi volere veramente!
Eravamo giunti in camera. Si gettò bocconi sul letto le braccia e le gambe aperte in una posizione che molti avrebbero giudicato sconcia. Si, aveva veramente un culo bellissimo, rotondo, sodo, liscio. . . Le cosce, meravigliose colonne di carne erano divaricate abbastanza da mostrare alla loro congiunzione un ciuffetto di peli nerissimi lì dove iniziavano le natiche.
- Su ragazzo. . . vuoi farlo? Stava per voltarsi.
- Si ma rimani cosi. . . ti prego! Dissi.
Mi chinai sfiorando con le labbra la sommità delle sue cosce dove due pieghe deliziose segnavano la nascita dei glutei carnosi. Coprii di baci le cosce profumate scendendo verso l'interno, trovando la pelle sempre più soffice man mano che progredivo verso le parti intime della donna.
- Oh caro. . . lo vuoi proprio?
Divaricò maggiormente le gambe. Sentivo contro il naso il solletichio dei peli e la morbidezza del sesso. Mi sollevai, la vista del suo culo così vicino mi mise in corpo una strana frenesia; la sposina fremette sentendosi palpare senza ritegno, sospirò:
- Ohh si. . . puoi farlo se ti piace. Niente é proibito per te!
Baciai le belle natiche, le leccai lungamente poi con mani febbricitanti le separai. Lo devo a Paola se alle donne che mi concedono le loro grazie chiedo il dono del loro fondoschiena. Non sapevo se potevo osare ma sentivo il desiderio folle di immergere il pene nel culo che la sposina mi tendeva in modo così provocante.
- Ti piace vero? Lo sai che puoi farlo. . .
Con un sospiro portò entrambe le mani alle natiche allargandole ben oltre quello che io avrei osato fare rimanendo in attesa.
- E’ tuo prendilo!
In fondo al solco liscio, l'ano era circondato da pelle rosa il cui colore sfumava man mano che si allontanava dalla delicata rosellina formando un'eccitante contrasto con le labbra aperte della vulva bordate da una peluria nera che si infittiva scomparendo fra le belle cosce.
Oh Paola. . .
Preso da folle libidine immersi il viso nei glutei che la donna manteneva separati per me e presi a lambire il delicato orifizio che ben presto fu tutto bagnato dalla mia saliva. Capii che gradiva il mio omaggio perché lungi dal sottrarsi portò le braccia sotto il suo capo e sollevò il deretano spostando lentamente le gambe fino a poggiare le ginocchia divaricate.
Alzai il viso. La posizione assunta dalla donna metteva in risalto i tesori della sua stupenda femminilità: il solco delle natiche, l'ano luccicante di saliva, la vulva aperta talmente invitante che non seppi resistere al desiderio di baciarla.
- Mhhhh. . . come sei caro! Sospirò la sposina muovendosi tutta.
Era la prima volta che baciavo una fica. Mi piacque subito, era morbida, le piccole labbra si aprirono alla lingua che spinsi in profondità facendola gemere.
- Ohhh si. . . così. . . leccala tutta!
Immersi più volte la lingua nella calda fessura inebriato dal sapore e dal profumo che sentivo. Ansimai:
- Amore. . . mi piace la tua fica! Ha un buon sapore lo sai?
Lo dissi continuando a far andare le lingua nel taglio aperto. Scesi a leccare il peduncolo del clitoride che sentivo tremare mentre la donna in delirio sollevava alto il deretano per facilitare il mio compito.
- Ahhh. . . mi fai godere! Mhhh caro. . . mettimelo. . . adesso!
Leccai a lungo la fica della sposina riempiendola di saliva. Spronato dalle parole che udivo la mia lingua più volte superò il tratto del pelvo per stuzzicare l'ano. Finalmente grido:
- Mhhh. . . dammelo il tuo cazzo! Fammi sentire come lo infili!
Salii sul letto dietro di lei inginocchio. Il mio pene incontrò l'umida morbidezza della vulva ma la donna allungò la mano dietro di se afferrando la verga.
- Non così. . . non l'hai ancora capito?
Guidò alla cieca l'asta fra le natiche premendo con forza il glande sulla rosellina dell'ano viscido di saliva.
- Dai. . . infilalo! Non capisci che é lì che voglio prenderlo?
Capii solo allora il significato delle sue parole, mi incitava a. . . Non osavo pronunciare una parola così oscena eppure la mano che continuava a premere con forza il pene sul delicato orifizio non lasciava dubbi. Già l'ano si stava aprendo, già sentivo attorno alla cappella lo straordinario calore del culo che stavo violando. . . La mano lasciò il pene che rimase piantato nelle belle natiche. Voltò il capo per dire ancora:
- Dai. . . cosa aspetti!
Non resistetti oltre. Mi piegai sulla schiena della donna facendo forza sulle reni e con gioia perversa sentii l'ano salire lungo il pene che lentamente sprofondava nel culo che avevo tanto desiderato. Rimasi ansante sulla schiena della giovane sposa ancora incredulo che l'atto fosse veramente accaduto ma le natiche che la donna aveva inconsciamente stretto e il calore che sentivo nel pene mi riportavano alla realtà: Ero dentro di lei, nel suo sedere!
Appoggiai le mani ai lati del suo capo e baciandola sul collo sussurrai confuso:
- Oh Paola. . . ti ho fatto male? Scosse più volte la testa.
- No. . . anche per me é la prima volta! Volevo provare. . . ti piace?
- Ohh si! Risposi estasiato baciandole il collo, lei si rilassò e con un riso nervoso sussurrò:
- Dai. . . continua. . . muoviti. . . Mhhh. . . sapessi come lo volevo il tuo cazzetto!
Già mi stavo ritirando e affondando. Il colpo scosse la bella che puntò le braccia. Mi ritirai ancora e. . . giù fino in fondo e ancora. . . Continuai a scorrere nel culo che mi aveva concesso ricevendo la carezza dell'ano lungo tutta la verga. Voltò il capo.
- Oh caro! Sono tutta tua! Mi stai inculando capisci? Mhh. . . ohhh. . .
Mi sentivo invaso da una folle libidine, presi a scorrere raddoppiando i miei colpi felice di sentirla fremere ogni volta che le mie cosce battendo contro le sue cacciavano il mio pene di adolescente nelle sue interiora. Ansimavo leccando il collo teso, mordicchiando il lobo del piccolo orecchio mentre lei guardava nello specchio dell'armadio lo spettacolo dell'oscena monta facendo: Mhhh. . . Mhhh. . . Mhhh. . . ogni volta che nei miei affondi sbattevo i testicoli contro l'inizio della sua vulva.
- Ohhh caro. . . ora basta!
Mi raddrizzai sulle ginocchia, lei allungò la mano e rimanendo nella stessa posizione guidò il pene fra le labbra della vulva ricevendolo con un lungo sospiro. Mi accorsi che l'averlo prima preso nell'ano aveva prodotto nella donna una tale eccitazione che trovai la vagina piacevolmente scivolosa. Non pensavo che si potesse scopare in quella posizione, mi raddrizzai guardando il pene entrare e uscire dalla fica bagnata.
Le natiche aperte mostravano l'ano ancora socchiuso, palpitante. . . Trascorsi momenti bellissimi scorrendo nella fica di quella donna meravigliosa. Riceveva il membro con grida di gioiosa eccitazione ondulando in modo talmente provocante che esclamai:
- Oh Paola. . . mi piace scoparti . . anche nel culo mi piace!
Sentivo il piacere salire ad ogni colpo di reni che mi faceva provare la straordinaria carezza della vagina e il calore del suo ventre. Ben presto la stanza fu piena dei sospiri del nostro piacere, la sposa scossa dai miei colpi gemeva estasiata:
- Mhhh. . . ah il tuo cazzo! E stupendo e così duro che. . . ahhh. . .
- Cara. . . cara. . . ti amo follemente! Ah come godo!
Paola gemeva senza ritegno, raddoppiai il ritmo della monta finche:
- Ahhh. . . caro. . . Mhhh. . . dai. . . dai. . . sto venendo! Mhhh godo. . . godo. . .
Sentii la vagina della bella stringersi in lunghi spasimi, mi aggrappai alle sue anche scorrendo freneticamente nella vulva in orgasmo alla ricerca del piacere. Lei gemette a lungo poi le sue grida si affievolirono e. . .
- Fermati. . . ti prego!
Rimasi in lei percependo gli ultimi suoi spasimi attorno al pene. Voltò il capo interrogandomi con gli occhi.
- Non hai goduto vero? Oh caro. . . scusami ma. . . non ho resistito!
Mi ritirai. Il membro teso scattò in alto come una molla, descrisse un arco andando ad appoggiarsi fra le sue natiche. Sollevò il busto e sostenendosi sulle braccia tese mormorò:
- Ti piacerebbe godere nel mio sedere? Dai. . . sono pronta!
Guidai il pene e spingemmo entrambi. L'ano si aprì lentamente, la donna si sollevò piano piano fino a poggiare la schiena contro il mio petto costringendomi seduto sulle cosce. Il suo culo scese impalandosi sul membro in una lunga carezza che mi fece ansimare:
- Amore. . . piano! Altrimenti mi fai venire-
Godi caro. . . Fammi sentire come schizzi e. . . mi riempi il culo. Non muoverti, faccio io!
Per non cadere all'indietro dovetti puntare le braccia. Lei si sollevò sulle ginocchia. . . Vidi il membro apparire fra i tondi emisferi e scomparire mentre si abbassava, ingoiato dal culo caldissimo.
- Ahhh. . . cara! Ricominciò.
- Mhhh. . . Sospirai adagiandomi sul letto. Paola si lasciò andare di schiena, ora potevo accarezzarla, strinsi le mammelline sode, giocai con i suoi capezzoli, discesi sul suo ventre, nei suoi peli, trovai il clitoride.
- Oh siiii. . . Sospirò stringendo le natiche, strusciò il sedere sul mio ventre mentre sotto le mie dita la crestolina si tendeva, si induriva.
- Ohhh. . . mi farai godere ancora mhhh. . . se mi accarezzi la fica.
Le mie dita scesero nel lungo taglio fra le labbra bagnate che separarono per immergersi nella vulva palpitante. Gemeva piano, ondulava lascivamente le chiappe strette sul membro. Accarezzai l'interno delle cosce, toccai l'ano contratto attorno alla mia verga.
- Oh Paola. . . mi piace stare dentro di te. . . nel tuo culo!
Con le dita di entrambe le mani esploravo la vulva aperta mentre la donna rilassava lo sfintere e si inarcava. Sentii la carezza delle sue natiche oh com'erano fresche in confronto con le sconvolgente calore delle sue interiora. . . L'ano salì lungo il mio cazzetto liberandolo del tutto.
- Oh dammelo ancora. . . Ah é bello godere così.
Guidai l'asta fra le glutei bagnati e feci scattare le reni. Entrai nel suo culo fino in fondo picchiando il ventre contro le natiche soffici, mi lasciai andare, scattai nuovamente e ancora, ancora mentre le mie dita percorrevano la vulva aperta della donna.
- Ohhh. . . ohhh. . . mi piace come me lo dai! Mi stai facendo godere. . .
Rimase sospesa la testa sulla mia spalla, i piedi puntati ricevendo il pene con fievoli grida, stringendo le natiche, rilassandole per lasciarlo scorrere mentre ansimando cercavo il mio piacere nel culo della sposa.
- Ah cara. . . Il tuo culo mi fa impazzire! Ahhh. . . ahhh. . .
- Mhhh si. . . inculami. . . fammi godere insieme a te. . . così caro. . .
Premette le dita di una mia mano fra le labbra della vagina e guidò l'altra mia mano sul clitoride. . . Le mossi entrambe, lei prese a gemere senza ritegno. Abbassò il sedere, lo sollevò abbassandolo ancora.
- Schhh. . . cosi. . . caro, così!
Mi abbandonai ansante, la donna stimolata dalla mia masturbazione prese a scorrere sul membro sussultando, sbattendo le natiche sul mio ventre, impalandosi sull'asta che entrando e uscendo nel suo meraviglioso sedere faceva salire il mio piacere alle stelle.
- Amore. . . ahhh sto per. . . venire!
- Mhhh. . . anch'io! Ahhh. . . ahhh. . .
Era tutto un fremito, continuando ad andare su e giù sul pene portò le mani ai suoi seni accarezzandoli, schiacciandoli brutalmente, pizzicando i capezzoli, tirandoli mentre urlava il suo piacere.
- Ah. . . ah. . . sto venendo. . . sto venendo. . . Ah si . . . Ahhh. . . adesso. . .
Strinse le natiche rallentando la corsa del culo fremente, le rilassò scorrendo, le strinse ancora facendomi gemere.
- Ah. . . anch'io amore! Ahhh prendi! Ah prendi. . . ah ah ah. . .
- Si, godi nel mio culo, riempilo di sperma. . . Ahhh. . . Ahhh. . .
Un liquido scivoloso irrorò le dita che freneticamente andavano nella vulva in orgasmo. Il piacere esplose all'improvviso il primo getto zampillò prepotentemente, altri seguirono mentre la sposa stringeva le natiche al ritmo del suo orgasmo che fu lunghissimo.
Continuò a scorrere sul membro che sobbalzava in lei, lo sperma colando lungo l'asta rese l'ano scivoloso malgrado negli spasimi la donna serrasse di continuo lo sfintere. Godemmo lungamente gridando il nostro piacere.
- Ahhhh. . . sto godendo. . . nel tuo culo! Ah amore. . . ahhh. . . ahhh. . .
- Si. . . Prendilo tutto. . . prendilo! Ohhh. . . che bello!
- Ahhh. . . sei stupenda. . . unica. . . ahhh. . .
Altre cose insensate e oscene ci dicemmo in quegli istanti intensi e troppo brevi, poi adagiò le natiche sul mio ventre e allontanò le mie mani di fra le sue gambe. Rimasi immobile, il pene nel tepore delle sue interiora percepì gli ultimi spasimi che stringevano a tratti i muscoli anali attorno alla verga ancora dura ma che lentamente si afflosciava.
Il respiro di Paola faceva andare su e giù le meravigliose sue mammelline, rimase a lungo ad occhi chiusi, le guance rosse al pensiero di quello che aveva osato fare e della presenza che sentiva immersa nei suoi glutei. Infine si alzò liberando il pene inerte e molle, portò una mano fra le natiche, la ritirò. Quardò le dita bagnate, un filo di sperma colava all'interno delle sue cosce . . .
- Ohhh! Fece arrossendo. Corse verso il bagno, mi alzai anch'io e la seguii.
Gina sollevò la bocca dal pene interrompendo il suo soave fellatio.
- Fermati, ti prego!
Vidi uno spiazzo buio, con uno stridio di freni la macchina si fermò.
- Andiamo dietro! Ordinai.
Gina si sollevò e scese, scesi anch'io.
- Prima tu! Vengo sopra così posso muovermi liberamente!
Mi sedetti, lei salì poggiando le ginocchia ai lati del mio bacino e stringendo il mio capo fra i suoi seni disse:
- Oh caro. . . ho tanta voglia!
Accarezzai il suo corpo, la sua schiena, palpai le belle natiche esplorando il solco aperto stuzzicai il bottoncino dell'ano.
- Ah amore. . . é tuo vuoi?
Non seppi resistere al desiderio di provocarla. Sollevai il bel corpo, il pene rigido trovò subito posto fra le sue chiappe.
- Caro, lo sai che mi piace!
Rimase in attesa che lo puntassi sotto il suo orifizio per abbassarsi e impalarsi ma io afferrata la verga ne strofinai il glande nel solco. La donna fremette premendo contro le mie labbra uno dei seni. Aprii la bocca sulla mammella aspirando il capezzolo eccitato e teso, lo leccai lungamente. Gemendo mosse il sedere offrendo l'ano al pene che sfuggiva ogni volta che stava per riceverlo, poi urlò:
- Oh dammelo! Voglio sentirlo entrare nel mio culo! Ohhh dammelo. . .
Com'era caldo il culo della mia donna! Più volte sentii sul glande l'ano socchiuso, pronto a riceverlo, più volte sfuggii alla sua conturbante pressione. Infine non resistendo oltre, inclinai la verga oltre il pelvo e lo puntai fra le morbide labbra del suo sesso. Gina ne sentì il turgore, fece 'ohhh . . .' lasciandosi andare. Sentii la vulva aprirsi, scendere in una calda carezza lungo tutto il membro.
- Caro. . . lo volevo nel culo. . . perché non me l'hai dato?
- Perché avrei goduto subito. . . lo senti come sono eccitato?
- Anch'io, ho talmente desiderato il tuo cazzo che. . .
Si sollevò, sentii la calda fica stringersi attorno al pene.
- Oh amore, piano altrimenti. . . Non posso resistere! Ahhh. . .
Si abbassò. Cercai la sua bocca, Gina mi tese la lingua, la succhiai, leccai le sue labbra inebriato dalle sensazioni che mi dava il pene nel calore del suo ventre.
- Mhhh caro. . . Anche la mia fica non ne può più. Oh godi amore, godi. . . schizzami nella pancia. . . ahhh. . .
La presi per le natiche, la sollevai. Il mio dito forzò l'ano, entrò nel suo culo.
- Ahhh. . . ah ahhh! Così amore. . . fammi godere!
La abbassai, la sollevai ancora. La donna prese a gemere, a contorcersi sul pene che aveva nel ventre.
- Così, ah così amore! Ahhh. . . lo sai che in momenti come questi mi piacerebbe avere in corpo due cazzi come il tuo!
Le sue parole acuirono la mia libidine, mossi il dito nel suo culo agitandolo, toccando attraverso la parete del suo grembo il membro duro che scorreva nel ventre infuocato della mia donna. Sotto gli stimoli del piacere sospirai:
- Ah non resisto. . . godo. . . mhh. . . mhhh. . . Amore. . . manca poco.
La presi sotto le natiche facendo scorrere su di me il corpo fremente. Lei ebbe una contrazione, gemette serrando la vagina, la rilassò, la strinse ancora e urlando si abbandonò all'orgasmo.
- Ahhh. . . ahhh. . . sto venendoooo! ! !
Dimenandosi come un'ossessa si inarcò in modo innaturale esibendo le stupende mammelle ai fari delle macchine che rallentavano per permettere agli occupanti di vedere lo spettacolo della femmina in orgasmo.
- Oh come godo! Ahhh! ! !
Ero agli stremi. La contrazione della vagina che pulsando continuava ad andare su e giù lungo il pene mi fece superare la soglia del piacere. Eiaculai con grida rauche, fu un orgasmo travolgente che mi tolse ogni forza. Abbracciai la donna che si abbandonò.
- Oh cara. . . cara. . . ahhh. . . si, é bello godere insieme!
- Ohhh sento i tuoi schizzi. . . ahhh. . .
Le nostre bocche si cercarono bevendo i nostri sospiri, le lingue si avvolsero saettando nelle bocche per farsi leccare, suggere. Gina aspirò la mia lingua succhiandola voluttuosamente, gli spasimi del suo godimento massaggiavano il mio pene che sobbalzando irrorava il suo ventre facendomi provare sensazioni sublimi.
- Cara, hai una fica meravigliosa. . . E' come se succhiasse il mio cazzo e. . . mhhh ne ingoiasse lo sperma! Ohhh. . . prendilo. . .
- Si. . . dammelo. . . schizza ancora. . . Si, lo farò. . . te lo succhierò. . . ti farò venire in bocca e. . . si, berrò del tuo seme!
Godemmo a lungo dicendoci cose oscene poi piano piano ci calmammo. Scendemmo dal lato opposto della strada. Trovai una bottiglia d'acqua, Gina si lavò fra le gambe, lavò il mio pene quindi ci rivestimmo e salimmo in macchina. Ci mettemmo in cammino, dopo qualche minuto mi sentii chiedere:
- Eravate rimasti? Ah si, siete andati in bagno. Vuole continuare?
Ripresi il mio racconto.
"Da come mi guardava capivo che la sposina era rimasta soddisfatta delle mie prestazioni, la cosa mi riempì non poco d'orgoglio.
Facemmo la doccia felici di essere nudi. Si lasciò insaponare, rise sentendosi palpare i piccoli seni. Allargò le gambe alle mani che passai fra le belle cosce, sulla vulva morbida, si girò protendendo il sedere senza vergogna. Insaponai la groppa stupenda osando passare le dita fra le natiche senza che protestasse, sull'ano che mi aveva dato tanto piacere.
Mi tolse la saponetta, la passò sul mio corpo insaponandomi il collo, il petto. Si inginocchiò per lavarmi le gambe, i genitali. . . La delicatezza con la quale maneggiava il molle mio peduncolo mi riempiva di fierezza. Rise compiaciuta quando nelle sue mani cominciò a tendersi, a irrigidirsi.
- Oh piccolo caro, lo sai che non é possibile. . . si é fatto tardi!
Continuò ad accarezzarlo anche dopo che ebbe aperto l'acqua facendo scorrere la schiuma. Era talmente vicino alla sua bocca che. . .
Squillò il telefono. Si asciugò rapidamente e corse a rispondere.
- Si? Ero sotto la doccia. . . ritardi? Mi dispiace. . . diverse ore? Si. . . come? Vuoi trovarmi nuda? Si d'accordo. . . ciao amore, ti amo!
Posò il ricevitore e sorrise allungandosi sul letto, si stirò voluttuosamente mettendo in mostra le sue grazie. Disse invitante:
- Abbiamo tutto il tempo. . . Era mio marito. Dice che farà tardi. . . mangerà qualcosa con i colleghi. . . dice di non aspettarlo. Credo che quando rientrerà vorrà fare all'amore, lo facciamo sovente sai?
Salii sul letto. Vedendo il mio viso scuro passò dolcemente la mano fra i miei capelli.
- Bambino. . . non devi essere geloso di mio marito! Con te é un'altra cosa sai? Con un'amante si fanno le cose che non si osa fare col proprio marito. . . Non ti dispiace vero?
Dunque ero il suo amante! Baciai lungamente la sua bocca poi chiesi:
- Per esempio? Mi fissò con gli occhi che si stavano incupendo.
- Con te posso osare senza vergognarmi. . . ho visto che ti piaceva il mio sedere. . . Ho goduto col cazzetto che andava nel mio culo, con mio marito non avrei potuto!
Ricordando con quanta lussuria mi aveva ricevuto provai un desiderio infinito. Mi strofinai contro di lei, Paola trasalì al contatto del pene contro il suo ventre. Dissi eccitato:
- Cara. . . io sono pronto!
- Lo so. . . anch'io ti voglio! Oh baciami tutta. . . come volevi fare prima.
Mi guardò scendere, feci il giro del letto portandomi dietro di lei. Il pene rigido sfiorò i suoi capelli, la sua fronte. La donna poggiò i piedi sul letto sollevando le ginocchia, le aprì . . .
- Si, vienimi sopra ma. . . non aver fretta, ti prego!
Guardai a lungo il corpo candido poi mi chinai sulla sua bocca. Mentre la baciavo palpavo le mammelline ancora umide, la nostra posizione non impedì alle lingue di cercarsi inseguendosi nelle bocche fameliche, anzi, le aspiravamo succhiandoci lascivamente. Quando ci lasciammo sospirò:
- Prima stavo per prendere in bocca il tuo cazzetto lo sai?
- Lo farai? Chiesi fremendo al pensiero delle sue morbide labbra strette attorno alla mia verga.
- Si. . . se saprai farmi desiderare di baciarlo senza vergognarmi. Quando sentirò la tua bocca fra le mie. . .
Non la lasciai terminare. Ricoprii la sua bocca con la mia, la mia lingua fu subito aspirata in profondità, succhiata, massaggiata.
- Oh Paola. . . sei meravigliosa! Esclamai percorrendo la sua gola di piccoli baci.
Lei premendo spinse il mio capo verso i suoi seni incitandomi a proseguire l'esplorazione del suo corpo. Oh com'era liscia la sua pelle sotto le mie labbra! Le deliziose collinette si sollevavano e si abbassavano al ritmo del suo respiro. Ben presto raggiunsi la base di una di quelle meraviglie risalendone il dolce pendio muovendo delicatamente la lingua sulla soave protuberanza. La donna sospirò estasiata.
- Mhhh. . . ti piacciono le mie tette? Sono tue. . . si, leccale. . . così!
Prese fra le dita i miei capezzoli pizzicandoli lievemente, tirandoli, provocando in essi una dolorosa ma piacevole irritazione che li fece tendere.
- Cara . . . cosa mi stai facendo . . . ah sìii! Esclamò mentre fra le mie dita i suoi bottoncini si indurivano allungandosi. Tese il busto offrendomi le mammelle. Incapucciai con la bocca una di quelle cosine. . . Gemette, gemetti anch'io sentendo la sua bocca sul mio petto, fu bellissimo far danzare le lingue sui capezzoli che vibravano all'unisono.
Entrambi sospiravamo estasiati, la mia bocca passava da una mammella all'altra, la sposina fremente non era da meno. Le dolci carezze delle sue labbra, della lingua che sentivo danzare sul mio petto provocarono in me sensazioni che si trasmettevano al pene che pulsava eccitato.
- Mhhh. . . più giù caro. . . più giù!
Lasciai le sue tettine tutte bagnate e a piccoli colpi di lingua scesi lungo lo sterno lasciando una scia di saliva, le mie mani precedevano la mia bocca muovendosi sul suo ventre accarezzandolo adagio poi fu la mia lingua a percorrere la dolce plaga mentre deliziato dai baci della donna mi muovevo per porgere alla sua bocca la mia pelle che bruciava di desiderio.
- Mhhh. . . piccolo caro. . . é bello baciarci così!
Come fremeva il ventre della bella sotto le mie labbra! Già le mie mani percorrevano l'interno delle sue gambe saggiando la carne soda. Gocce piccolissime intrappolate fra i peli corvini che ornavano la collinetta del pube brillavano facendomi desiderare di estinguere la mia sete di lussuria fra le sue cosce.
Sentii le mani della donna spingere sulle mie natiche. Salii sul letto le ginocchia aperte sul suo capo.
- Sapessi com'é bello il tuo cazzetto! Vuole la mia bocca lo sò. . .
Non risposi estasiato alla vista della vulva aperta la cui carne rosa aspettava il mio omaggio. Tuffai il viso fra i suoi peli leccando attraverso di essi la dolce collina del monte di Venere inebriato dal profumo proveniente dal sesso in calore.
- La vedi la mia fica? E tua! Ohhh. . . baciala. . . si. . . falla godere!
Sentivo l'impazienza della giovane sposa da come mi accarezzava il pene percorrendolo con dita avide che ne tendevano la pelle, palpavano i testicoli, le mie cosce. Infine prese a piene mani le mie natiche attirandomi.
- Ahhh dammi il tuo cazzo! Voglio succhiartelo, spompartelo . . . avere la bocca piena del tuo sperma e ingoiarlo!
Cercai di resistere ma dovetti cedere. Sentii le sue labbra aprirsi sotto il glande, un dolce calore salire lungo la verga che lentamente sprofondava nella bocca della sposina. Fu sconvolgente ma talmente piacevole che con un sospiro chinai il viso fra le sue cosce e coprii con la bocca la fica socchiusa baciandola perdutamente, sbavando su di essa, mischiando la mia saliva agli umori del suo piacere.
Leccai le carni lisce, profumate che sentivo fremere. Paola puntava i piedi, sollevava il bacino facilitando l'esplorazione della mia lingua nel suo taglio, delle mie mani nelle sue natiche. La bocca che faceva scorrere sul mio pene muovendo su e giù la testa mi incitò a immergere la lingua fra le labbra della vagina, a muoverla come un fallo.
- Mhhh. . . mhhh. . . Faceva la donna estasiata.
- Oh cara. . . cara. . . Sospiravo accarezzandole il culo e la fica.
La stanza fu piena di sospiri, il piacere mi fece muovere le reni, ora ero io che scorrevo in lei in un coito innaturale. La donna si rilassò prestando la sua bocca, ricevendo il pene fino in fondo alla gola, suggendolo muovendo la lingua in un dolce massaggio mentre le sue labbra lo accarezzavano soavemente
Era tanto il mio piacere che la ricambiavo leccando la bella fica poi ricordando quello che la sposina mi aveva insegnato, spostai la bocca sul clitoride che presi fra le labbra succhiandolo dolcemente.
- Mhhh. . . Fece Paola inarcandosi.
Introdussi il medio fra le labbra della vagina muovendolo come fosse un fallo. La sentii gemere sul pene che prese a succhiare rumorosamente. Il piacere divenne irresist
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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