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Prime Esperienze

Le mie calde allieve - Capitolo 9


di Giangi57
20.01.2020    |    4.671    |    0 9.9
"« Tutti i giorni, dopo la scuola, andavo in cantina a pomparli»..."
Le mie calde allieve - Capitolo 9

La notte fu più tranquilla di quella precedente, per fortuna, perché avevo bisogno di recuperare un po' di forze.
Dovetti portare di mattino presto tutto l'armamentario per la scalata prima che un altro gruppo venisse a lasciare il proprio. In quel secondo giorno ci dividemmo in due gruppi: uno per la scalata, l'altro per un giro in bicicletta e, dopo pranzo, ci scambiammo i ruoli. Quando fu l'ora di metterci in movimento, i ragazzi che erano pronti, furono colti da un violento accesso di ilarità. L'asinello si era avvicinato al bordo del recinto e, quando Mariella lo aveva accarezzato sul muso, lui aveva avuto un'erezione, proprio da asino.
Mariella non se ne rese conto in un primo momento e quindi non capì la reazione dei suoi compagni. Però dovette arrendersi all'evidenza quando vide l'enorme membro arrivare fino a terra. Ritrasse di colpo la mano e indietreggiò, rossa per la confusione.
« Marielle fa eccitare gli asini! Marielle fa eccitare gli asini!», fu ilritornello che ci accompagnò per tutta la mattina. Furibonda per quella presa in giro procedette a passo di carica, abbordando con furia i percorsi che avevo predisposto e in meno di un'ora li aveva superati tutti!
La lezione si svolgeva su una piccola parete rocciosa, alta una quindicina di metri e larga una cinquantina, che dominava il lago.
Si trattava di far salire i ragazzi lungo percorsi facili dopo averli legati con delle corde e, una volta arrivati in cima, farli scendere con la famosa tecnica della calata, che, dopo il primo brivido di paura diventa un vero e proprio gioco!
Il gruppo imparò immediatamente e si mise in azione. Dopo aver appreso i gesti necessari i ragazzi si legarono tra loro.
Non potei fare a meno di ammirare la padronanza e il sangue freddo di Mariella, che, dopo essersi issata sulle rocce come un piccolo camoscio, venne ad accovacciarsi al mio fianco, a guardare quello che facevo. Capii che le andava di stare in mia compagnia e questo mi fece piacere.
Il gruppo se la cavava bene, sparpagliato qua e la sulle rocce. Eravamo relativamente isolati in alto sul nostro picco della montagna e la situazione era favorevole a una conversazione privata. Ero convinto che lei doveva saperla lunga su Rosina e su Sara.
« Trovo che le tue due amiche si comportano in modo un po' strano. C'è qualcosa che non va?».
Fece una smorfia che mi fece capire che aveva una sua idea su quella questione. Comunque non disse nulla.
«Ieri sera le ho scoperte nel granaio». Lei si raschiò la gola.
« Facevano l'amore?».
«Ehm... be', questo è il meno che si possa dire!».
« Però! E tu eri li, per puro caso, vero?».
Spiegai a Mariella la scena della sera precedente senza accennare al mio intervento.
Lei fece un sorriso ironico. Se quella si fa Rosina, tanto meglio! Cosi almeno lascerà i giocatori di basket a me!»,
«Ah.. spiegami un po' com'è questa storia!..».
«Be', Sara e io, prima eravamo molto amiche».
«Vuoi dire... molto amiche?...».
«Si. Ce la facevamo insieme... Era la prima volta sia per lei sia per me...».
«Continua».
«Be', facevamo i compiti insieme e poi... un giorno ci siamo baciate per imparare come si fa con i ragazzi e dopo lo abbiamo rifatto perché ci era piaciuto e poi è venuto il resto...».
«L'iniziativa è venuta da lei o da te?».
«Oh, da me... In principio lei era molto timida!».
« Piccola sgualdrina, hai il vizio in corpo. Un po' come me!»,
«Si, fin da quando ero piccolina ho sempre avuto delle idee strane, delle voglie che non bisogna...».
« Va' avanti, mi interessa quello che dici...».
«Vuoi sapere proprio tutto?», mi chiese facendomi l'occhiolino.
«Proprio tutto!».
«Inizialmente lei si faceva fare... La mettevo sul mio letto, le sollevavo la gonna e le abbassavo le mutandine... Ricordo che all'epoca, tre anni fa, lei aveva pochi peli, molto corti...».
« La cosa è durata a lungo fra voi?».
« Si, un anno e mezzo, almeno. A lei è cominciato a piacere da matti. Ci vedevamo di continuo per farlo. Godevamo un mondo insieme!».
«E poi, avete litigato?».
«Ha cominciato lei, per colpa dei ragazzi. Sapeva che vedevo anche qualche maschio e non le garbava. Non sopportava che facessi delle cose con loro».
«Che cosa facevi coni maschi? A che età hai cominciato?».
«A tredici anni... Avevo due vicini di casa che se la facevano tra loro, tra maschi, voglio dire...».
« Tra maschi?».
« Sì. In cantina. Un giorno mi hanno raccontato che si mettevano il cazzo in bocca. Io ho detto che non ci credevo e allora siamo scesi insieme in cantina e loro mi hanno mostrato come facevano !»
Ormai Mariella parlava a ruota libera e sorrideva alla vista della mia reazione stupita,
«Li ho guardati ben bene. Era proprio così. E allora mi è venuta la voglia di succhiarli. Ho chiesto se me lo lasciavano fare e credo che loro lo abbiano gradito, molto».
«E lo avete rifatto spesso?».
« Tutti i giorni, dopo la scuola, andavo in cantina a pomparli».
«L'uno dopo l'altro?».
« Sì, era divertente! Non riuscivano a controllarsi. Dopo due minuti, pffft! mi venivano in bocca!».
Ci interrompemmo perché uno dei ragazzi più piccoli voleva scendere. Lo aiutai a prepararsi e lo guardai allontanarsi, controllando che fosse tutto a posto. Senza aspettare che io la sollecitassi, Mariella riprese a parlare.
« Volevo che Sara venisse con me e facesse la stessa cosa, ma lei andava su tutte le furie e mi dava della puttana. E dire che era diventata molto porca con me... Pensa... quando avevo le mestruazioni mi toglieva i tamponi e si metteva a succhiarli e poi mi leccava la figa. Le piaceva molto farlo quando ero mestruata. Io l'avevo battezzata il mio piccolo vampiro! ».
« Non ti ha mai chiesto di pisciarle in bocca?».
«Si, certo, lo facevamo spesso. Glielo avevo insegnato... ma come lo sai? Ne avete parlato?».
No, ma ieri sera è lei che ha chiesto a Rosina di farglielo!»,
n lampo di malizia le passò negli occhi.
«E’ rimasta la solita porca! Ah, se penso che sono stata io a farla diventare cosi!»
Calo tra noi un silenzio che però fu di breve durata
«E tu non vorrai farmi credere che sei rimasto con le mani in tasca senza far niente?».
Per dire solo una mezza bugia, ribattei:
«Be', mi sono masturbato! Cosa vuoi che facessi ! Finirò per perdere la testa con tutte voi!».
«Siii, e quando tu inculi Samira, lo chiami masturbarti?».
«Ma cosa dici? Non capita poi tanto spesso! In confronto a quello che facevo con le altre donne, questa è roba da ridere!».
«La scelta è stata tua, ragazzo mio! Se vuoi, puoi tornartene a pompare le vecchie della tua età!».
«Con tutte le porcherie che mi hai raccontato non mi sembra proprio il caso che mi rivolga altrove!».
Arrivò l'ora di far colazione. I ragazzi si erano seduti all'ombra, in basso, vicino al sentiero. Silvia, legata a una delle sue allieve, scherzava seduta sulla roccia.
«Puoi ritornare con i più piccoli!», le dissi, «intanto io ripiegherò le corde e le sistemerò per questo pomeriggio. Mariella resta con me per darmi una mano!».
Il gruppo si avviò a zigzag per il sentiero che scendeva al lago. Davanti a noi, sull'altro versante, si vedeva l'albergo che distava circa un chilometro in linea d'aria. L'intimità che avevo ritrovato con Mariella mi diede i brividi. Raccolsi le corde, le tracolle e i moschettoni e mi misi alla ricerca di un nascondiglio.
Imboccai un sentiero dove iniziava un boschetto di abeti in mezzo a delle rocce imponenti. Mariella mi seguì in silenzio. Si rendeva conto che la stavo attirando in un luogo dove l'avrei sottoposta a una nuova piccola violenza? Avevo già il cazzo duro, eccitato dal racconto delle sue prime marachelle sessuali. Dietro i cespugli ammucchiai tutta l'attrezatura. Con le mani sprofondate in tasca, lei mi guardava con quella sua aria tra lo sfrontato e l'ironico. L'afferrai come un judoka all'attacco e subito me la strinsi al petto per baciarla avidamente. La sua bocca morbida e dolce mi intenerì di nuovo e forse ancor più di prima. Mariella era fatta in modo tale che il suo fascino, ai miei occhi, non poteva che aumentare. La desideravo ogni giorno di più! La lasciai andare per prendere una delle corde.
« Voltati!».Lei obbedi, più curiosa che intimorita. Le afferrai le mani e gliele legai dietro la schiena.
« Ahi, mi fa male! Che cosa stai combinando?»,
Quando fu legata per benino la feci di nuovo girare verso di me e la portai verso un masso enorme in fondo al boschetto.
«In ginocchio!». Obbedì di nuovo, questa volta con un sorrisetto carico di significati. Adesso era proprio tra il masso di pietra e me. Mi sbottonai la patta dei calzoni ed estrassi quel tubo carnoso gonfio e grosso che aveva cominciato a tendermi gli slips.
« Su, pompinara del mio cuore! Ho una cosetta per te! E certo non ha niente a che vedere con i ciondolini dei tuoi coetanei!».
Le agitai il glande grosso, turgido e violaceo davanti alla faccia. Lei spalancò la bocca e se lo infilò lentamente sino in fondo. Poi cominciò a succhiarmelo profondamente. Era quello che volevo! Mi sentivo eccitatissimo e capivo che stavo per esplodere. Lei faceva pensare a una prigioniera legata e costretta a fare un pompino a un soldato! Ero pazzo della sua bocca e desideravo solo sentire la sua lingua e le sua labbra indaffarate sulla mia verga... Il mio piacere aumentava nel pensare che avevo 1'esclusiva di quel rapporto. Posai i palmi delle mani sulla roccia e mi chinai. Imprigionata tra il masso e quell'uccello che le avevo infilato in gola, Mariella non aveva altra possibilità se non quella di ingoiarlo tutto intero fino alla base.
«Succhia, succhia! Che troia sei! E come lo fai bene! Ti sborrerò in bocca, porcella!».
Non le davo né tregua né scampo. Le sue labbra facevano una sorta di schiocco sommesso quando glielo cacciavo sino in fondo alla gola. Sentivo il glande che andava a tapparle la gola per poi scivolarle sotto la lingua, sulle guance e sul palato e infine venir risucchiato dalle sue labbra.
Senza consentirle di riprendere fiato, glielo ficcavo dentro fino in fondo. Era una sensazione fantastica!
« La tua bocca è fatta per il mio cazzo, non credi?».
Lei alzò gli occhi su di me e fece un cenno d'assenso con il capo, le guance gonfiate dal mio pistolone. Accelerai i movimenti del bacino e la placcai letteralmente contro la roccia. Lei incassava i colpi senza protestare, la nuca appoggiata alla dura pietra.
«Ne ho abbastanza di masturbarmi con i vostri sporchi giochetti! Da adesso non vi toccherò più la figa se prima non avrete fatto un pompino come Si deve, chiaro? Ecco, to'…
Le sborrai direttamente nell'esofago e il liquido perlaceo prese a colarle dalle labbra.
«Ingoialo! Su, non devi perdere neanche una goccia!».
Lei obbedi e molto diligentemente mi ripulì tutta la verga. Provai una sensazione di profondo sollievo, ne avevo bisogno! Mariella non aveva fretta di finire continuava a succhiarmi con metodo. Desideravo dirle che l'amavo ma temevo di rendermi ridicolo con una simile confessione. Ero travolto dagli eventi, non sapevo più come comportarmi. La mia quiete però durò poco perché nel pomeriggio Sara e Rosina arrivarono per iniziare la scalata con il loro gruppo. La prima aveva reagito bene alla mia sfrontatezza della sera precedente. Credo che soprattutto si sentisse rassicurata sul mio conto e mi considerasse ormai più come un compagno che come un insegnante, condizione indispensabile per godere certi privilegi nei rapporti.
Sin dal mattino mi aveva sorriso ed era venuta a far colazione con me. Le avevo rivolto dei complimenti sinceri: era così carina con quei bei capelli neri e morbidi, con quello sguardo insolente, e quelle labbra imbronciate e delicate! In poche parole, con quella sua esotica sensualità che le sprizzava da tutti i pori… Non avevo voluto alludere al nostro segreto, nonostante provassi un desiderio travolgente di rivederle insieme. Non sapevo quindi se Rosina fosse stata messa al corrente di quanto era accaduto. Lei beveva la sua cioccolata a piccoli sorsi, ancora semi addormentata. Dal suo volto non traspariva nulla che potesse farmi capire come stavano le cose e preferii non indagare in merito o prendere iniziative che avrebbero potuto farle fuggir via come gazzelle spaventate.
Il pomeriggio quando arrivarono vidi che erano radiose e me ne rallegrai. Mentre facevamo merenda mi arrischiai a lanciare un'allusione che definirei un po' maliziosa.
Allora, com'è andata la gita in bicicletta? Le vostre graziose chiappette non ne hanno risentito?Interpretai il loro sguardo divertito e complice come una ricompensa. Quella porca di Rosina era in shorts fin dal mattino una di quelle braghette non aderenti al corpo. Lo aveva fatto apposta? La osservavo di nascosto da sotto in su, mentre se ne stava seduta su una pietra, qualche metro più in alto. Intuivo l'inizio delle natiche e i muscoli adduttori all'interno delle cosce, che guizzavano quando camminava. Gli unici ad accorgersi delle mie manovre furono Giovanni e Gioele, che si avvicinarono ridacchiando, e guardando con aria divertita quello che stavo guardando io.
« Sono i vantaggi del mestiere!», esclamai ironicamente. Anche Sara se ne era accorta e rideva, mentre aspettava il turno per iniziare la scalata. Poi se ne andò e io rimasi solo a controllare quello che facevano i ragazzi durante la scalata. Di li a poco fui raggiunto da Rosina. Quando fu il suo turno di cimentarsi con la roccia e io dovetti toccarla per aiutarla a scendere, non potei fare a meno di notare la morbidezza del suo corpo. Lei ora mi stava vicinissimo ed era assolutamente immobile. Fu necessario passarle attorno alla vita la cinghia di sicurezza, sistemarle la tracolla, fissarle i moschettoni e durante quelle operazioni non potei fare a meno di avvertire il sottile profumo esotico delle sue trecce, 1'odore di borotalco e di sapone della sua biancheria. Vedevo qualche gocciolina di sudore colarle lungo le braccia, l'umidità perlacea tra le cosce, che il color chiaro delle braghette metteva in evidenza e che invece risaltavano più scure sul pube
Qualche decina di metri più avanti, dopo la parete rocciosa, e sempre di fronte al lago, un grosso
masso che probabilmente era caduto dalla cima, rappresentava un eccellente terreno di allenamento per le scalate meno ripide.
La maggior parte non riusciva a rimanere sospesa e molti lasciavano rapidamente la presa per scegliere percorsi più facili. Rosina, manifestamente la più dotata di tutti, si cimentava senza paura in tutto e Sara seguiva il suo esempio. Ero certo che in quel momento quest'ultima se la stesse godendo un mondo a guardare l'amica dal basso. In un certo senso mi stava rendendo la pariglia! Mi avvicinai per dare qualche consiglio a entrambe e così io e lei ci soffermammo a contemplare il culo eccitante e le cosce spalancate che la bella Rosina non esitava a mettere in mostra, mantenendo però un'espressione seria e compunta come se non si accorgesse di noi, mentre Sara sorrideva apertamente, facendomi sentire più a mio agio accanto a entrambe.
A quell'ora il lago si ammantava di una velatura ambrata, i colori dei versanti vicini e lontani si attenuavano e, in lontananza, si fondevano a formare delle tinte color pastello. Sentendomi un po' stanco, mi sedetti sull'erba arida che la rugiada della sera non aveva ancora sfiorato e ben presto mi ritrovai in compagnia di Sara, che era rimasta lì sicuramente per accompagnarsi con Rosina. Il fatto di vederla avvicinarsi mi incoraggiò ad avviare una conversazione un po' intima.
«Sei ben fortunata ad amoreggiare con Rosine… È veramente stupenda!».
Sarah fece un vago sorriso.
«È lei, dunque, che ha preso il posto di Mariella!».
Il suo volto si fece serio.
«Sei ben informato!».
«Non hai mai desiderato avere dei ragazzi».
«Ah, ah, ah! Nella fantasia, sì... Ma nella realtà, con gli uomini mi sento bloccata!»,
«E a causa di Mariella che ti sei convertita alle donne?».
«Non saprei... All'inizio certamente sì... Mariella era molto più spregiudicata di me. L'ho lasciata fa-
re, più per timidezza, che per piacere!».
«E poi la cosa ti è piaciuta molto?».
«Vedo che ti ha raccontato tutto!».
«Mariella è un'amica per me... Sa che si può fidare di me...».

«Rosina ha ha un'aria molto timida e anche molto morigerata!».
« Lei ama il piacere, quindi è viziosa!».
«Sì e no. É piuttosto, direi, passiva. Ha bisogno di me. un po' innamorata... ma secondo me sta anche cominciando a diventare un po' viziosa».
«A proposito, le hai detto che vi avevo viste?».
« Sì. Be', non glielo ho detto subito. Prima ho riflettuto un po' alle tue parole. Ho pensato che avevi
ragione. Bisognava considerarti un amico e allora ho detto tutto».
«E ha reagito positivamente?».
«Sì, quando le ho spiegato tutto per benino, ha reagito in modo molto positivo. Ti vuole bene, sai? Ma è ancora molto timida. E ancora bloccata nella na mente, però cambierà. Le ci vorrà del tempo e sua glie lo lascerò. Sì, glielo lascerò, io!», aggiunse con una punta di acredine.
«Non portare rancore. Tu e Mariella non avete lo stesso carattere. Lei non è una sentimentale, è una impulsiva. E poi, tu e Rosina, alla fin fine, avete una bella fortuna. Siete formidabili, siete una cop-
mia incredibile! Non ti dimenticare che, per un certo verso, sono stato testimone alle... vostre nozze!..».
«Brutto vizioso! ».
« Posso chiederti un favore immenso?».
«Che cosa? ».
« Lascia che vi guardi ancora una volta quando state insieme...».
«Come?».
«Tu lo sai che io vi adoro? Da ieri sera mi avete messo il fuoco addosso, lasciate che vi guardi!».
A mo' di risposta Sara mantenne il silenzio.
«Sara?».
«Si?».
«E se io fossi l'uomo di cui entrambe avete bisogno?».
«Be', vediamo un po'...».
« Non sempre, solo una o due volte, per distrarvi... Io sarò come... diciamo... un giocattolo! Un giocattolo in più per entrambe!».
Lei sospirò e io continuai a parlare.
«Credi che Rosine sarebbe d'accordo?»,
Lei scosse le spalle.
«D'accordo su che cosa?».
«Senti... tu mi permetti di guardarvi, la prepari, la baci. A me basterebbe farvi un po' di carezze con la lingua!».
«Ti ha eccitato questa scalata, vero?».
«Ma io ero eccitato già da prima. Allora non vuoi?».
«Prima lo devo chiedere a lei. Soprattutto non bisogna spaventarla. Sarebbe una catastrofe... coglierla di sorpresa!».
«Allora?».
« Allora le chiederò se accetta che tu stia a guardarci e che tu dopo ti metta a baciarla... Ma non sole se sarà d'accordo!».
« Se glielo chiederai con le dovute maniere sono certo che accetterà».
«E dove pensi che potrà succedere questo?»,
« Domani nel bosco durante il corso di orientamento».
«E gli altri?».
«Lasciami riflettere sul problema. Non preoccuparti, sarà una cosa fantastica. Il bosco dovrebbe andar bene, no? I cespugli, il sottobosco, le foglie morte, gli uccelli. Ritrovarsi nude, distese su una coperta in mezzo a tutto questo...».
«Ehi, stai girando un film erotico?».
«Certo, un meraviglioso film erotico!».
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