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Lui & Lei

Le mie donne - prime esperienze – 3


di Giangi57
18.08.2022    |    889    |    0 8.0
"- Aveva parlato ad occhi chiusi, fece una smorfia quando muovendo le reni arretrai fin quasi ad uscire e affondai lentamente..."
Le mie donne - prime esperienze – 3

Da quel giorno, per più di due mesi, Teresa ed io ci appartenemmo completamente, mai nessuno sospettò che fra il ragazzotto qual ero allora e la maestrina timida e riservata vi fosse un legame amoroso, eppure furono molti quelli che ci videro passare per la via principale conversando oppure seduti all'ombra della fontana davanti alla chiesa.
- Vieni a trovarmi stasera? - oppure: - Posso venire da te? - o: - Ci vediamo? - erano le parole che scambiavamo nel salutarci che per noi significavano voler fare all’amore.
Mai Teresa diceva di no neanche quando il cadere del ciclo mestruale sconsigliava il contatto intimo. In quel caso chiacchieravamo per ore ma sempre prima di accomiatarci, insisteva affinché i miei sensi trovassero sfogo:
- Sei venuto da me perché avevi voglia, non puoi andartene insoddisfatto! -
Allora era nella sua bocca che trovavo la pace e neanche quello era sconcio perché Teresa aveva il dono di rendere puro ogni atto che compivamo, la prova lampante me lo diede l'ultimo giorno, quello dell'addio.
Sapevo quando il fidanzato di Teresa sarebbe tornato, vedevo avvicinarsi quel giorno con tristezza mentre alla ragazza si illuminavano gli occhi quando ne parlava. Mi aveva spiegato la ragione per la quale la sua relazione con me non influiva col suo rapportò con Roberto, avevo voluto approfittarne e ne avrei pagato lo scotto!
L'indomani Roberto sarebbe ritornato. Forse fu per questo che il mio desiderio ne fu notevolmente aumentato come se l'astinenza che mi aspettava decuplicasse le mie energie; Teresa se ne avvide perché quando bussai alla sua porta ero già in erezione.
Appena entrato l'abbracciai baciandola appassionatamente, quando le nostre bocche si separarono mi venne un tuffo al cuore. La casa brillava linda, le tendine delle finestre erano nuove, i vetri lavati a fondo, tutto diceva che aspettava una persona alla quale teneva molto, il fidanzato appunto! Mi rattristai vedendola cosi raggiante, lei leggendo nel mio pensiero cercò di mascherare la sua gioia.
- Povero Leo, non essere triste! Si, é l'ultima volta che stiamo insieme, troverai anche tu una ragazza che avrà il cuore libero e che ti amerà come meriti. Oggi sono ancora tua... su, non rattristare anche me! -
- Non voglio che tu sia triste ma... vorrei che ti ricordassi di me, io non ti dimenticherò mai! -
Gli occhi della ragazza si velarono come se stesse per piangere poi si fecero teneri, portò la mano al mio pene, lo strinse.
- Come potrò dimenticarti? Mi ricorderò di te e... mi ero abituata a “lui”, sai? Mi piace talmente che sarà impossibile non pensarci. -
Si scosto e come faceva sempre prima di spogliarsi, si sfilo dal dito l'anello col brillantino a significare che da quel momento era interamente mia. Mentre mi toglievo i vestiti amavo guardare i gesti semplici con i quali si denudava, con quanta cura piegava gli indumenti prima di posarli sulla sedia: La gonna, la camicetta, le mutandine e per ultimo il reggiseno. Finiva sempre di spogliarsi prima di me perché per togliere i jeans dovevo slacciare e sfilare le scarpe mentre lei "usciva" semplicemente dalle pantofole che portava in casa.
La guardai smarrito. Com'era bella! Volevo riempirmi della sua bellezza, del suo calore... mi porse le braccia, cinsi il corpo esile, flessuoso, baciai le sue labbra, le leccai, leccai la lingua che allungò, le mie mani scivolarono lungo la sua schiena mentre mi inginocchiavo. Teresa vide il mio sguardo implorante, sentì le mie mani sul suo culetto, vide con quanta cupidigia fissavo il cespuglietto biondo, barcollò quando immersi il viso fra le sue cosce.
- Oh Leo ... aspetta, andiamo sul letto. -
Ma io non l'ascoltavo, la bocca fra i suoi peli, avevo contro le labbra la morbidezza del suo sesso mentre spingendo la lingua nel meraviglioso taglio, respirando il profumo particolare che emanava, le mie mani stringevano il piccolo culo esplorandone il solco, accarezzando la rosellina dell'ano.
Teresa indietreggiò, la seguii ginocchioni senza lasciare la presa. Urtò contro il divano, si lasciò cadere di peso, afferrai le sue caviglie, le sollevai alte.
- Che cosa vuoi fare? -
Ma lo sapeva perché scivolò col sedere sul bordo e passando le braccia sotto le ginocchia le sollevò aprendole.
- Oh Leo ... sei tanto caro lo sai? -
Mi guardava mentre con le dita separavo i peli mettendo a nudo la sua passerina. Cielo com'era bella la fichina di Teresa, la guardavo ebbro di desiderio cercando di imprimermi in mente ogni particolare,: la carne rosa, il rilievo delle piccole labbra, la crestolina della clitoride dura e sensibile le spesse labbracoperte da peli finissimi, lo spacco che queste formavano e al di sotto, l'inizio delle chiappette delicate e il buchetto rosa cupo in fondo ad una depressione nella quale brillavano peli serici, radi.
- Oh Teresa... com'é bella la tua passera! -
La ragazza mi fissava tenera, quasi materna.
- E' tutta tua... Lo so, vuoi baciarla... fallo, ti prego! -
Si era adagiata contro lo schienale e aspettava, bella e impudica. No, non sarebbe bastata quella giornata perché mi saziassi di lei, il mio pene era teso allo spasimo e pulsava per il desiderio che avevo. Era l'ultima volta, non sarebbe mai più stata mia!
Passai lievemente le dita seguendo il contorno delle grandi labbra, ne premetti i bordi allargandole, anche le labbra sottili si aprirono come quelle di una boccuccia, seducenti come le labbra di Teresa. La ragazza lasciò le gambe che rimasero sollevate ai lati del suo busto, le sue mani scompigliarono i miei capelli poi premettero dolcemente sul mio capo.
- Mhhh!!! Si... siiii... - esclamò quando senti la mia bocca.
Le mie labbra sposarono le sue labbra intime, poi la mia lingua... Non posso descrivere le mie azioni senza apparire vNorare e Teresa non lo era come non lo é nessuna donna quando si abbandona interamente. La baciai appassionatamente assaporando le carni delicate, il naso solleticato dalla morbida sua pelliccia, respirandone il profumo, le guance contro il tepore delle sue cosce.
Oh Teresa! Sei tu che mi hai insegnato come volevi che baciassi la tua passera, le mani sul mio capo accompagnavano i movimenti della mia bocca. Ero ebbro di lei, del sesso che percorrevo con labbra avide catturando le labbra sottili fra le mie, le sentivo turgide, pulsanti mentre le suggevo, cercai il sapore particolare del suo piacere spingendo la lingua nella vagina, muovendola come un fallo, felice di udire i sospiri della fanciulla salire di intensità. Sollevò il bacino per offrirsi meglio, lo fece puntando i piedi sul bordo del divano.
- Oh Leo ... prendila tutta... tutta! -
La sostenni sotto il sedere facendo scorrere la bocca lungo tutto il sesso, appena mi soffermai sulla clitoride, prese a lamentarsi con voce da bambina, allora serrando fra le labbra la dura crestolina, la picchiettai con piccoli colpi di lingua finche lei quasi urlò:
- Ahhh... fermati! Non ancora... non ancora! -
Sollevai il capo, vidi il suo viso alterato, quasi sofferente, il suo respiro sollevava ed abbassava i deliziosi senini dai capezzoli eccitati. Puntò ancora i piedi sollevando il bacino per permettermi di prendere il suo culetto nelle mie mani, lo aprii sorreggendola. Aspettai che la fanciulla si riprendesse e... ricominciai ma questa volta non mi bastò percorrere con la lingua la deliziosa fichetta ma scesi oltre, nella depressione dell'ano stuzzicando con la punta la dura rosellina. Teresa lamentandosi piano non si sottrasse ma prese a muoversi, a ondulare offrendosi alla lingua indiscreta.
- Oh Leo ... anche quello é tuo... lo sai? -
I lettori e soprattutto le lettrici non si scandalizzino, non era sconcio quello che facevo se procurava piacere alla bella e a me un'ebbrezza indicibile. Lasciai il caro buchetto bagnato di saliva e i peletti che lo circondavano incollati alla pelle e ripresi a leccare il sesso bagnato di nettare odoroso.
Non lo lasciai più baciandolo con slancio, con una sorta di devozione, ascoltando i lamenti della bella salire dolci come un cantico d'amore e quando all'approssimarsi dell'orgasmo si trasformarono in piccole grida, incollai la bocca al dolce taglio prodigandomi con la lingua sull'intera sua fica.
Venne inarcandosi, chiudendo le cosce sul mio viso, aprendole poi larghe mentre come un assetato saettavo la lingua per tutta la fichetta tuffandola poi nella vagina quando sgorgò il rivolo asprigno del suo piacere.
La guardai mentre piano piano si calmava; le sue guance riacquistarono il loro colore naturale, i suoi occhi ripresero lucidità, solo allora sembrò accorgersi del ragazzo che il viso ancora fra le sue cosce la fissava incantato. Mi respinse con dolcezza.
- Vieni, ora tocca a te. -
- E' con te che voglio godere Teresa. -
- Lo faremo in un modo speciale, una cosa che non abbiamo ancora mai fatto! -
La seguii lungo il corridoio col membro teso guardandola come se fossi stregato. Com'era bello il culetto le cui natiche somigliavano a due mele accostate, premute una contro l'altra, talmente sode che non tremolavano mentre camminava spedita. In camera la ragazza tirò giù la coperta leggera lasciando soltanto le lenzuola.
- Cos'e' che non abbiamo mai fatto? - chiesi incuriosito guardandola aggiustare i cuscini contro la spalliera del letto uno sopra l'altro come uno schienale.
- Vedrai! Mi sono preparata per questo... Ma ora voglio averti in bocca, su accomodati. -
Salii appoggiando la schiena contro i cuscini, salì anch'essa accoccolandosi fra le mie gambe, sollevò le mie ginocchia e con una dolce pressione le aprì al massimo e stringendo le dita attorno alla mia verga la premette contro la sua guancia.
- Lo sai che é diventato più grosso? -
Era vero ed ero contento che la mia bella se ne fosse accorta.
- L'esercizio sviluppa l'organo! - scherzai, lei rise ma poi divenne subito seria.
- Ti é venuto bello e lo diventerà ancora di più, peccato che saranno altre ad approfittarne. Ma oggi è ancora mio! -
Chinò il capo fra le mie cosce, sentii la sua bocca sui testicoli poi la lingua il cui calore lasciava posto a una sensazione di freschezza dove passava. Aprì la bocca prendendo in bocca un testicolo, poi l'altro, scese ancora lambendo l'inizio delle mie natiche, il loro solco...
Non ho più permesso a nessuna di farmi una carezza cosi inconsueta ma Teresa era speciale; il sentire la sua lingua saettare in modo cosi indiscreto acuì la mia libidine, cosi che quando risalì incontrò il pene duro come il ferro, lo esplorò tutto girando il capo, lambendolo con cura poi giunta al glande, socchiuse la bocca per farmi sentire la dolcezza delle labbra sull'intera cappella quindi sollevò il viso.
- E' come la prima volta, ricordi? -
Era ancora più bello perché da parte mia non vi era più l'imbarazzo che si prova la prima volta che una donna te lo prende in bocca; ora potevo gustare pienamente senza vergognarmi il bocchino che la ragazza stava per iniziare. Mi tesi offrendomi con la fierezza che si ha da giovani, quando il pene diventa duro al più piccolo stimolo e ci si sente in grado di accontentare non una donna ma dieci, venti...
- Prendilo amore! .
Lei sorrise e cominciò. Guardai le belle labbra aprirsi e scendere, dolci, soavi, finché il glande si fermò in fondo al suo palato, risalirono lente, scesero ancora, risalirono. Le sue mani non restavano inattive, con una manteneva tesa la pelle, le dita serrate alla base della verga, con l'altra palpava lo scroto giocando con i testicoli poi scendeva carezzevole, le dita si insinuavano ancora fra le mie natiche stuzzicandomi.
Se nessuno fin'ora ha mai tessuto l'elogio del bocchino, lo faccio io. Teresa era maestra in quell'arte, la sua bocca mi strappò dei sospiri che continuarono in un crescendo fino alla fine. Guardavo la testolina bionda andare su e giù, estasiato da tanta perversione e dolcezza, faceva ruotare la bocca attorno al membro e nel risalire si fermava trattenendo il glande, le labbra serrate sotto il colletto mentre con la lingua lambiva a piccoli colpi il frenulo. Lo faceva con una sorta di devozione, attenta a non farmi superare il limite, mantenendomi in una sorta di stato di grazia.
- Oh Teresa... Teresa... -
Liberò il pene che apparve luccicante della sua saliva, mi guardò con tenerezza .
- Godi Leo , godi! -
Lo riprese in bocca e non si fermò più regalandomi una delle sensazioni più belle della mia vita. Sollevai il bacino guardando con occhi sbarrati le labbra salire, scendere, salire ancora, Godevo rantolando, dicendo parole insensate, lei continuava, su e giù, le sue guance si incavavano, si, mi succhiò anche!
Ero agli stremi e lei lo sapeva! Quando giunsi al limite non dissi nulla perché sarebbe stato inutile, non avrebbe staccato la bocca, cosi mi lasciai andare e... venni in prepotenti ondate che mi fecero sussultare.
- Ohhh cara... cara... -
Al primo schizzo, mosse rapidamente la bocca, le dita che serravano l'asta si mossero velocemente aiutando il mio godimento, la sua bocca si riempi, fu con smarrimento che la vidi trangugiare, poi continuò spremendomi fino all'ultima goccia.
- Grazie cara... grazie! - dissi quando si fu accoccolata contro di me.
- Per averti dato piacere? Allora anch'io debbo ringraziarti, mi è piaciuto, sentirti schizzare, bere il tuo seme... Lo sai che fremi tutto quando godi? -
- E' merito tuo. - risposi deponendo piccoli baci sulle sue labbra.
Rimanemmo a lungo immobili assaporando il torpore che segue il piacere, lasciando le mani vagare mollemente sui nostri corpi, distrattamente all'inizio poi man mano che i sensi si risvegliavano, in carezza più precise. Anche le bocche partecipavano al gioco, Teresa si chinò sul mio petto facendo danzare la lingua sui miei capezzoli irritandoli piacevolmente, facendoli inturgidire.
La rovesciai per ricambiarla percorrendo le care mammelline, ricoprendole di saliva, imprigionando i capezzoli già irti fra le labbra, picchiettandoli con la lingua strappando alla bella piccoli lamenti. La sua mano strinse il pene.
- Oh com’é duro! Povero Leo , adesso vuoi scopare vero? Anch'io lo voglio, la mia passera si bagna al solo pensiero di averti ma oggi non puoi godere come vorrei, sai, sono feconda, ma puoi... - sollevai il capo per guardarla, era arrossita.
- No, non in bocca... Ti piace il mio culetto? Lo so che ti piace... Se vuoi puoi mettermelo lì ! Anche per me sarà la prima volta... ma con te mi piacerebbe farlo. Ti prego non dire di no, sarà il nostro segreto... il mio regalo di addio... allora? -
Mi ci volle del tempo prima di rispondere, ero sorpreso ma in Teresa nulla poteva scandalizzarmi. Mi fissava con occhi ansiosi aspettando la mia risposta, era quello che intendeva quando disse che avremmo fatto una cosa mai fatta prima! Mi chinai sulla sua bocca e la baciai con passione, poi:
- Sei tanto cara sai? -
Fece udire la sua risata cristallina quindi scivolò in basso col corpo, feci altrettanto accostandomi a lei che già si era girata col bacino e sollevata la gamba prese il mio pene e lo guidò sulla vulva.
- Adesso Leo ! -
Scivolai in lei schiacciandomi contro il suo sedere dando inizio al meraviglioso va e vieni nella vagina lubrificata dal suo desiderio. Non mi aveva mai fatto scopare in quella posizione ma era piacevolissimo, potevo vedere nello specchio i piccoli seni tremolare, potevo accarezzarli, prendere i capezzolini fra le dita, vedere l'espressione della mia amata, leggere sul suo viso l'effetto che provocava lo scorrere del membro, come muoveva le labbra ogni volta che affondavo.
Anche nel piacere era bellissima, la bocca socchiusa lasciava uscire lamenti dolcissimi, i suoi occhi erano sognanti. Accorgendosi di essere osservata, girò il viso verso di me, baciai la sua bocca, continuò a lamentarsi mentre le nostre lingue si cercavano, accarezzandosi.
Sospiravo per il piacere che mi dava lo scorrere nel suo grembo, avrei potuto continuare a lungo quel coito stupendo, ma lei misurando il mio piacere da quello che lei stava provando mi fermò e afferrato il pene uscito dal suo grembo lo passò su per la fichina, trasalendo quando lo premette sulla clitoride quindi lo fece ridiscendere, superare l'apertura della vagina...
Dovetti scostarmi per consentirle di passarlo fra le natiche, per farlo allontanai il busto dal suo. Ora vedevo il suo culetto e come il mio pene separava i glutei talmente serrati che la ragazza sollevò maggiormente la gamba per strofinare il glande sulla sua rosellina umettandola dei succhi dei quali era ricoperto, quindi con mossa decisa lo puntò sullo stretto pertugio premendo per farlo entrare. Una libidine incontenibile si impossessò di me nel sentire l'ano caldo, bruciante!
- Dai Leo , spingi, lo voglio... lo voglio! -
Dovetti spingere a più riprese. Ad ogni spinta la bella emetteva un gridolino che lungi dal farmi desistere, acuiva la mia lussuria. Finalmente sentii l'ano allargarsi avvolgendo l'asta che lentamente scompariva nei candidi suoi glutei.
Il pube premuto contro il bel sedere scoprivo per la prima volta la sensazione sconvolgente e perversa che da l’essere nelle viscere di una donna. Ero ancora incredulo, fu proprio lei che tolse ogni mio dubbio.
- Sei tutto dentro... non fa male sai? Lo volevo nel culetto, volevo provare... -
Aveva parlato ad occhi chiusi, fece una smorfia quando muovendo le reni arretrai fin quasi ad uscire e affondai lentamente.
- Non aver paura... non mi fai male! -
Forse perché quella era l'ultima volta che stava con me ma sembrava aver dimenticato la forma di pudore che aveva dimostrato in principio. Mi incoraggiava proprio ora che la stavo prendendo in modo cosi... inconsueto.
Continuai accelerando i colpi, muovendo di scatto le reni, gli occhi fissi sul pene che vedevo apparire e scomparire nel bel sederino, le natiche tremolavano ogni volta che vi sbattevo contro. Tutto il suo corpo sobbalzava sotto le mie spinte, le mammelline andavano su e giù mentre Teresa con gli occhi sbarrati emetteva un piccolo grido ad ogni assalto.
Ero enormemente eccitato per il calore che avvolgeva la mia verga, lo cercavo immergendola nelle tonde chiappette con una sorta di furore. Portai le mani fra le sue cosce accarezzando la fichina bagnata, la clitoride...
- No... no... - disse allontanando le mie mani. - E' bello sentirlo così... Ohhh mi piace sai? E... a te piace? Oh dimmi... godi? -
- Oh si... si... -
- Allora continua... mhh. fino alla fine! Ahhh che bellooo ! ! ! ! -
Si mosse anch'essa oscillando col bacino per venire incontro al pene, per farlo entrare tutto, picchiando il sedere contro il mio pube e intanto la sua voce si levava alta nella stanza in gridolini infantili che dicevano tutto il suo piacere. Anche il mio piacere era grande e aumentava sempre più, tanto che temetti di godere troppo presto.
- Ahhh... aspetta amore... aspetta! -
Si fermo, poi scivolò in avanti liberando la verga ma non completamente perché strinse lo sfintere sotto il glande. Anche lei ansimava, lasciò che la mia mano vagasse sulle tettine che un dolce affanno alzava e abbassava. Voltò il capo verso di me e sorrise.
- Ti piace essere nel mio culetto? -
- Oh si... e' bellissimo! -
- Anche per me é bello! -
Ormai avevo ripreso fiato, non risposi ma affondai adagio. Lei con un gridolino di gioia sollevò il bacino e lo spostò sopra di me. Io, col pene piantato nel bel culetto dovetti girarmi sulla schiena. Allora lei venne tutta sopra, la schiena sul mio petto, le ginocchia alte, aperte ai due lati delle mie gambe, puntò le braccia e si sollevò facendo forza sulle gambe e sulle braccia rimanendo impalata sul mio membro, unico contatto fra me e la ragazza e... calò il sedere.
Avrei voluto guardarla per vedere come la mia verga scompariva nel suo culo e riappariva ora che muovendo di scatto le reni scorreva su di me ma vedevo soltanto le sue spalle con la testolina bionda, la nuca delicata. Sollevai il capo per baciare l'attaccatura dei suoi capelli, lei sentendo le mie labbra rovesciò il capo, lo mosse permettendomi di prendere in bocca le orecchie piccole, di suggerne i lobi, di leccarla sul collo...
Era bellissimo! Il mio rammarico di non poterla vedere nei movimenti lubrici e sconvolgenti era compensato dal poter passare le mani sui suoi seni, accarezzare i graziosi monticelli, prendere fra le dita i capezzolini sensibili, scendere lungo il suo addome, il ventre in movimento, soffermarmi sulla fichina bagnata, aprirla, esplorarla con le dita...
- No... così mi fai venire subito! Mhhh... voglio godere ancora! - ansimò senza smettere il conturbante movimento che da tempo stava provocando in me un piacere particolare, sconvolgente.
Si lamentava ogni volta che il suo sedere calava ingoiando il mio membro fino ai testicoli ma non poteva impedire alle mie dita di esplorare la cara fessura facendo attenzione a non molestare troppo la crestolina per non provocare il suo orgasmo.
Gridolini di gioiosa eccitazione si levavano dalla gola della fanciulla, ero felice di sentirla gioire, i suoi lamenti alimentavano la mia lussuria, il calore delle sue interiora e l'anello dell'ano provocavano in me un piacere che saliva sempre più. Ansimavo malgrado rimanessi passivo limitandomi a prestare il mio pene, lasciando alla ragazza il compito di provocare il suo e il mio godimento, assaporavo il massaggio che il culetto faceva scorrendo, la morbidezza delle natiche che battevano ritmicamente sul mio bacino, il sentirmi inghiottito nel sui glutei e... su e giù, su e giu...
- Ohh Leo ... non sapevo fosse cosi bello! Mhhh... Lo sento tutto sai? Ahh... é così duro! Ahhh... mi piace... mi piace... Anche a te piace farlo cosi? -
Mi eccitava moltissimo sentirla parlare senza il ritegno che aveva conservato anche nei nostri momenti più intimi, risposi con sincerità, senza inibizioni.
- Si, mi piace essere nel tuo culetto! E caldo dentro... Ahhh... é stretto ma... mi fa godere tanto... come la tua fica e... ohhh... come la tua bocca quando stringi le labbra e vai... su e giù! -
Stavo per dire che mi piaceva ancora di più ma mi trattenni. Era vero, essere nel suo sedere mi dava l'illusione di possederla completamente, una sensazione che provo ogni volta che una donna mi concede il suo posteriore e senza la quale da allora, per me la conquista non é completa.
- Oh fermati amore... fermati! - ansimai.
Ubbidì adagiandosi sul mio petto. Anche lei ansimava, per lo sforzo e per il piacere che si stava impossessando del suo corpo.
- Stavo per venire lo sai? - sussurrai baciando il suo collo.
- Lo so, l'ho capito dalle contrazioni del tuo cazzo... Anche a me manca poco, sarà bello godere insieme! -
Stavo accarezzando la biforcazione delle sue cosce, le labbra della sua fichetta erano aperte come se fossero pronte a ricevere un'altro pene. Scacciai il pensiero ma era come se Teresa avesse letto nella mia mente.
- Oh Leo ... perché non hai un'altro cazzo per la mia fichina? -
Introdussi un dito e attraverso la parete sottile del grembo toccai il membro conficcato nelle sue interiora, feci scivolare una mano fra le chiappette e toccai l'ano della fanciulla stretto alla base della verga immersa fino ai testicoli.
- Leo caro... fammi godere! -
Gia si era sollevata sulle braccia e sulle gambe scorrendo sulla verga. L'afferrai alle anche e mantenendo il suo bacino sollevato feci scattare le reni.
- Ohhhh... si Leo ... così... così... ah... ah... ahhh! ! ! -
Ora ero io a muovermi, a immergermi nel suo sedere. Teresa mi riceveva con grida che dicevano il suo piacere, sobbalzando sotto i colpi, muovendo il bacino per meglio darsi al membro che veloce andava e veniva nell'ano rilassato.
- Ihhh... ihhh... dammelo... dammelo tutto... ah... ahhh... fino in fondo... fino in fondo... ahhh... ahhh... -
La penetravo come un forsennato in una folle corsa che aveva come meta il piacere. Lei mi incitava con parole che non posso riportare ma che mi eccitavano a tal punto che ben presto presi a rantolare mordicchiando le sue orecchie, sbavando sul suo collo.
- Ahhhh!!! Adesso Leo ... adesso! Ahhh... ahhh... -
Ero anch'io sul punto di venire ma le contrazioni dell'ano della fanciulla rallentarono la corsa del pene costringendomi a forzare lo sfintere che lei inconsciamente stringeva. Credo che i miei sforzi per raggiungere il piacere provocarono dolore nella fanciulla perché gridò:
- Ahhh... mi fai male... mi fai male! -
I suoi lamenti non mi fermarono. Ero talmente allupato che mi accanii nel culo dolorante nonostante le sue grida senza riuscire nel mio intento, allora passai le dita sulla sua fichina, li premetti sulla clitoride, la massaggiai. Subito l'ano si rilassò consentendomi di continuare e di raggiungere finalmente il piacere; nell'eiaculare mi fermai soffiando come un mantice allora Teresa riprese ad andare su e giù, su e giù accompagnando i movimenti del sedere con gridolini di piacere genuino. Rimasi a lungo dentro di lei anche dopo che si fu adagiata spossata, la schiena sul mio petto.
- Ti é piaciuto? - chiese.
- Si, tanto! Ma ti ho fatto male, Scusami. -
- No, solo un pochino ma poi... é stato bellissimo! -
L'aiutai ad alzarsi poi l'accompagnai in bagno aspettando discretamente fuori della porta; quando usci, entrai a mia volta.
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