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Le Mie Donne: Nora - 2


di Giangi57
18.08.2022    |    544    |    0 6.0
"Sollevai e abbassai le reni scorrendo in un grembo singolarmente bagnato, ero sorpreso da tanta eccitazione; forse era il pensiero di dividermi con sua madre,..."
Le Mie Donne: Nora - 2

Non si dovrebbe nascondere nulla alla propria amante neanche quando si fa all'amore sia con la madre che con la figlia.
Non ci alzammo ma rimanemmo distesi fianco a fianco, Nora pose la testa sulla mia spalla e prese a giocherellare col pene molle che adesso stava tutto nella sua mano. Io lasciavo vagare la mia sul suo petto apprezzando la compattezza dei suoi seni guardando meravigliato i bei capezzoli ancora tesi e bagnati di saliva.
- Ti é piaciuto? - chiese volgendo il capo.
Ora che era rilassata aveva ritrovato la bellezza che a diciotto anni tutte le ragazze hanno, ma in Nora era ancora diverso. Gli occhi verdi che mi guardavano erano puri, limpidi, il sorriso che mi rivolgeva era radioso; era una di quelle ragazze che trovano naturale praticare il sesso e che non vedono nulla di male in un'azione che procura loro piacere.
Ero io quello sbagliato, quello che pensava che senza amore il sesso era una cosa sporca, forse perché il mio primo rapporto con una donna non era da me voluto e l'avevo subito quasi con vergogna. Con Teresa avevo fatto le stesse cose che avevo ripetuto con Nora oggi, ma allora perché per me la maestrina era un angelo mentre la ragazza che avevo a fianco...
Mi vergognai, che colpa aveva la fanciulla se non era l'amore quello che ci aveva spinto uno nelle braccia dell’altro ma il desiderio di un altro corpo che completasse il nostro corpo? Lei almeno era sincera e anche sua madre lo era; entrambe si mostravano a me nude nel corpo e nell'anima, Nora faceva all'amore con trasporto gioioso, ogni suo atto veniva purificato dal suo desiderio, Giada dopo i primi momenti, non nascondeva più la sua voglia mentre io ammantavo la mia con una patina di romanticismo che adesso trovavo vomitevole.
- Cosa c'é amore? - chiese Nora facendosi seria.
I suoi occhi si velarono, temeva di non essermi piaciuta. Mi sollevai sul gomito e posai la bocca sulla sua in un casto bacio poi fissando gli occhioni verdi mi decisi:
- Nora, devo dirti una cosa... anche se poi non vorrai più vedermi... Si tratta di tua madre... - mi interruppe.
-... sa di noi? E con questo? Sa che mi piace scopare, l'ho scritto apposta sul mio diario! Ho scritto anche che le auguro di trovare un uomo col quale possa sfogarsi senza problemi, io l'ho trovato! -
- Credo che anche tua madre lo abbia trovato . . -.
Ora che avevo cominciato dovevo andare fino in fondo, liberarmi del peso che mi faceva sentire un verme ogni volta che mi trovavo con la signora Martini, anche con Nora era la stessa cosa, mi sentivo indegno di fare all'amore con lei così sincera mentre io nascondevo il mio rapporto con sua madre che adesso trovavo vergognoso. L'espressione stupita che vidi dipinta nel visino grazioso mi fece pentire di quello che avevo detto, sì, l'avrei persa! Facevo ancora in tempo a fermarmi, cavarmela con una battuta...
- Non capisco Leo , cosa cerchi di dirmi? -
- Nora... tua madre e io... Sì, da due mesi ormai, dal giorno della festa... Sono venuta a trovarla, lei credeva che cercassi te, invece... -
La sua espressione si fece incredula poi il suo volto si distese lentamente man mano che il pensiero si faceva strada nella sua mente, il sorriso riapparve, si allargò.
- Stai cercando di dirmi che... tu e mia madre... scopate insieme? -
- Sì, Nora io... - mi interruppe.
- Ma... é fantastico! Dimmi, com’é a letto la mamma?
- Fantastica! -
Non riuscivo a crederci! Rideva contenta battendo le mani, mi rovesciò e applicò la bocca alla mia in un grosso bacio poi sollevò il viso guardandomi intensamente.
- Avevo immaginato che avesse qualcuno, ultimamente la vedevo più serena, più allegra... Sono contenta che sia tu invece di uno di quei babbei che le ronzano attorno.
- Ma... non trovi sconveniente che tu e lei...
- Perché? Sono fidanzata eppure vengo a letto con te! Sai che non ti amo e neppure tu mi ami, ci piacciamo... per questo e non per altro siamo qui! E' una questione di sesso, di pelle, chiamala come vuoi. Per mia madre é lo stesso, ha il marito lontano da troppo tempo, non vorrai che si votasse alla castità no? Ha trovato un uomo con il quale sfogarsi, il caso ha voluto che lei e io lo facessimo con lo stesso maschio, io lo trovo rassicurante, tu no?
Ancora una volta ero esterrefatto davanti ad un tipo di ragionamento che avevo già sentito fare a Teresa. Ancora una volta rimasi stupito davanti alla completa assenza di senso morale che accomunava due ragazze così diverse come Nora e Teresa. Entrambe adorabili nella loro totale mancanza di pudore eppure affascinanti e spontanee nell'offrirsi.
Guardai le sue labbra, lei le poggiò sulle mie. In principio il nostro fu un bacio da fidanzatini poi a poco a poco il desiderio riaffiorò in me e anche nella ragazza perché la sua lingua prese a muoversi languidamente rispondendo alle mie carezze, lasciandosi suggere, sfuggendo per guizzare nella mia bocca cercando la mia lingua lambendola. Quando sollevò il viso, mi guardò intensamente poi:
- Non voglio sapere cosa fai con mia madre ma neanche tu gli dirai cosa facciamo insieme, promesso? -
- Ma... non sa niente di noi due! -
- Lo saprà. Non gli nascondo mai nulla a lungo, se non ha ancora letto il mio diario farò in modo che lo trovi! -
Le ultime parole mi gettarono nel paLeo ma non ebbi la possibilità di obiettare perché le sue labbra furono nuovamente sulle mie, la sua lingua si insinuò nella mia bocca e il membro si tese nella mano che aveva continuato ad accarezzarlo. Non appena lo sentì duro, con un gridolino di gioia fu sopra di me strofinandosi.
Dimenticai tutto, solo il suo corpo contava! I seni duri che premevano contro il mio petto, la lingua che suggevo, le labbra che lambivo... Le mie mani vagavano sulla schiena liscia, sul vitino sottile, sulle reni che si rialzavano nei globi sodi e morbidi del sedere, seguii la piega che le natiche facevano con le cosce che aveva divaricato per pesare col pube sulla mia verga, risalirono le belle chiappette, le dita si insinuarono nel solco caldo, ancora umido...
Oh com'era bello tutto questo e piacevole sentire su di me il dolce peso della fanciulla che si muoveva adagio per farmi sentire la pelle tutta. Sospirò nella mia bocca, ora era lei che mi lambiva tutt'attorno guizzando a tratti la lingua fra le mie labbra e quando riuscii a catturarla e ad aspirarla aprì larga la bocca per darmela muovendo languidamente il capo.
Le mie dita percepirono la ruvidezza dei peli corti che bordavano la rosellina nella quale avevo trovato piacere, e più giù la morbidezza delle grandi labbra coi suoi peli sottili. La vulva era socchiusa, Nora muovendo il bacino me la fece sentire contro il membro, sentii la durezza della clitoride sull'asta, mossi le sue natiche per strofinarla ancora. Dissi:
- Dammela... la voglio! -
Lei sollevò il viso e fissandomi intensamente portò una mano sotto il ventre poi scivolò in alto su di me portando uno dei seni alla mia bocca, guardò la mia lingua danzare su di essi, picchiettare il capezzolo già teso, porse l'altro seno... Ora la sua espressione era alterata, quasi sofferente; sentii che prendeva il mio pene, lo guidava, poi scivolò in basso.
Si contorse tutta mentre sfregandosi sopra di me si lo introduceva in corpo. Fu bellissimo sentire la sua vulva aprirsi, avvolgere il glande poi scendere nel morbido abbraccio della sua fica, poi il calore umido, caldissimo della vagina nel quale ora tutto il membro era immerso. Disse.
- Oh facciamolo piano. Sapessi com'é bello sentirti dentro di me, essere riempita... Ti ringrazio per averlo così grosso! Oh dimmi, cosa provi? -
- E' bellissimo! Sei calda dentro lo sai?-
Ero estasiato, per un po rimanemmo immobili gustando l'intimità dei nostri sessi, le mie mani vagavano sul corpo disteso sopra il mio, mentre ancora ci baciavamo le lasciai scivolare lungo la sua schiena, sul bel culo, sulle cosce divaricate ritornando sempre sulle conturbanti rotondità delle natiche che mi piaceva allargare per esplorare il solco fino al caro buchetto... Lei sollevò il viso guardandomi divertita.
- Ti piace così tanto il mio culetto? -
- Mi piaci tutta ma il tuo culetto é speciale! Mi piace, mi é piaciuto subito! -
- Più della mia fichina? - si mosse per farmela sentire. Risposi:
- E'... diverso, entrambi mi piacciono ma entrare nel tuo sedere mi eccita enormemente, e per te? -
Era il momento delle confidenze, il lettore non si stupisca, le nostre parole indicavano l'intimità che si era creata fra di noi, l'intesa che dovrebbe sempre esistere fra due amanti.
- E' lo stesso! Molte si vergognano al solo pensiero, io no, mi é piaciuto quando me lo hai messo poi ho goduto con il tuo cazzo che mi frugava dentro anche perché mi hai preparata baciandomi la fichetta e poi il buchino. -
Ora muovevo il corpicino sopra il mio spingendo sulle chiappette senza smettere di stuzzicare la cara rosellina.
- Te l'ho leccata bene vero?- alitai muovendola adagio sopra di me.
- Sì, mi é piaciuto ma... una ragazza sa farlo meglio! Conosce come si stuzzica una passera, sa quando deve spostare la lingua, sa trovare i punti sensibili... -
- Hai fatto all'amore con una donna? C'é qualcosa che non hai ancora fatto? -
La sua mancanza di inibizioni mi lasciò ancora una volta sorpreso. Ora era lei a muoversi lentamente sfregandosi su di me, sentivo che stringeva i muscoli della vagina nello suo scorrere, era come se una bocca mi succhiasse.
- Ti piace così? Si, a volte faccio venire una mia compagna e facciamo all'amore. E' diverso che farlo con un uomo ma é... dolcissimo! Vuoi sapere la cosa che non ho mai fatto? L'amore di gruppo, vorrei farlo e un giorno lo farò!-
Non mi baciava più, ma a testa alta si muoveva avanti e indietro sfregando i seni sul mio petto, eccitata dallo strusciare dei capezzoli tesi, irritati. La sua era una danza erotica che la faceva sospirare e che cominciava a sortire anche su di me i suoi effetti; il pene nella umida guaina del suo grembo veniva dolcemente risucchiato dalle contrazioni che la ragazza imprimeva alla vagina per meglio sentirlo.
Era bella Nora con le narici del nasino che sembravano vibrare, la guardavo incantato tutto preso dalle sensazioni che salivano dal pene. Vi era una domanda che dovevo ancora porre:
- Perché cosa pensi di trovare nell’amore di gruppo? -
- Non so di preciso ma... mi piacerebbe vedere un cazzo mentre entra in un’altra passera, partecipare leccandoli entrambi, mostrarmi mentre godo... Per esempio adesso che ho la bocca libera, potrei soddisfare una fica o... un altro cazzo. A te non piacerebbe vedermi?
Aveva colto nel segno, non vi é uomo che non sogna di fare cose folli con più di una donna magari dividendo la sua con un altro maschio, Nora il suo sogno lo esprimeva liberamente, non volli essere da meno.
- Anche il buco del tuo culetto é libero, cosa ci vorresti? - chiesi perfidamente.
Lo stavo stuzzicando il suo buchetto umettandolo degli umori che impregnavano il membro mentre lei vi scorreva languidamente.
- Lo sai... un cazzo bello duro e lungo... Mhh mi sembra già di sentirlo! -
Era il mio dito quello che sentiva, lo stavo spingendo lentamente allargando l'ano della bella che sorpresa strinse troppo tardi i muscoli imprigionandolo nel sedere nel quale era affondato. Sospirava Nora mentre la muovevo sopra di me, senza lasciare il culetto appena conquistato, lei mi assecondò e puntando le ginocchia sul letto prese a scorrere sul membro, anche il busto aveva sollevato facendo oscillare le mammelle sul mio viso, strusciando il ventre sopra il mio. All'improvviso prese a gemere:
- Ahhh... cattivo... cattivo... non volevo godere ancora! Mhhh... oh amore sto venendo! Ah siii... oh senti come batte la mia fica! Mhhh... é bellissimo... é bellissimo! Ahhh... ahhh... ahhhh! ! ! -
Si era immobilizzata, sopraffatta dall'orgasmo che le faceva stringere spasmodicamente i muscoli della vagina attorno al membro e lo sfintere sul dito che scorreva nel suo culetto. L'aiutai spostandola a forza sopra di me estasiato nel vedere l'improvviso godimento della fanciulla, nel sentirla gemere finché spossata si adagiò unendo le gambe sulle mie affinché non la muovessi più.
- Sei tanto cara, lo sai? - dissi accarezzando la sua schiena.
Sollevò il viso guardandomi con un'espressione buffa, poi sorrise.
- Tu invece sei un cattivone! Non potevi aspettare? Non puoi stare senza stuzzicare il mio buchino? Adesso sei prigioniero nella mia pancia! -
Per la verità era una prigione molto piacevole e calda, sentivo il ventre e i testicoli bagnati del suo piacere il cui profumo arrivava fino alle mie nari. Non mi importava se non avevo goduto, mi ritenevo pago di aver soddisfatto quella ragazza straordinaria. Quando glie lo dissi lei mi guardò teneramente poi disse accarezzandomi i capelli:
- Invece no, devi godere altrimenti stai male! -
Aprì nuovamente le gambe, le piegò e posando le ginocchia ai lati del mio bacino si sollevò a sedere sul mio ventre. Sorrisi al pensiero che mi era balenato in mente ricordando un giocattolo che avevo da piccolo.
- Cosa c'é, perché ridi? - chiese lei
- E' che... pensavo ad un soldatino che potevo togliere e rimettere sul suo cavallo‚ sulla sella aveva un perno sul quale lo infilavo, mi piaceva toglierlo e rimetterlo. . -.
Nora rise al pensiero mostrando i dentini candidi, si sollevò scorrendo sul membro facendolo uscire, lo prese in mano e se lo puntò nuovamente.
- Così? - chiese sedendosi e facendolo scomparire.
- Sì, lo sai che sei un bel soldatino? -
- Il tuo soldatino poteva galoppare come me? - chiese sollevandosi e abbassandosi.
Cominciò una lenta cavalcata alzandosi e abbassandosi, molleggiando sulle ginocchia, scorrendo sul membro che vedevo apparire di fra la macchia scura dei peli e scomparire in mezzo alle cosce bellissime che accarezzavo. Sorrideva andando su e giù, su e giù molleggiando, ingoiando il membro nel grembo caldo, facendomi sentire sui testicoli la freschezza delle natiche quando si abbassava e a tratti il calore bruciante dell'ano che perfidamente schiacciava contro.
- Ti piace? E così? Guarda la mia fichetta, non é bella? -
Aveva portato le mani dietro di sé lasciandosi andare sulle braccia tese. Vedevo il suo sesso stretto attorno al membro bagnato dei succhi che aveva ripreso a stillare, salire e scendere come fosse una bocca. Sì, era bellissima la sua fica! Le piccole labbra si protendevano come a trattenere la verga mentre la fanciulla si sollevava, poi scomparivano trascinate dal membro quando si sedeva. Allora era come se fossimo asessuati perché tutto veniva nascosto dai peli che si mischiavano ma rimaneva il conturbante contatto dei testicoli nelle sue chiappette e del buco del suo culo che la ragazza mi faceva sentire roteando il bacino.
E... ricominciava, su e giù, su e giù. La clitoride al vertice delle grandi labbra era lunga e nuda, il rosa della crestolina formava un eccitante contrasto coi peli che la bordavano innalzandosi in un delizioso triangolo nero. I muscoli del ventre guizzavano nello sforzo che faceva per contrarre la vagina producendo sul pene un eccitante massaggio che mi faceva sospirare:
- Nora... sei stupenda! Mi piace cosa fai, é come essere succhiato da una bocca... Oh si... siiiii... -
Anche la fanciulla sospirava, l'iniziale eccitazione che provava nello stare sopra di me, a poco a poco si era trasformata in una libidinosa ricerca del piacere, lo leggevo negli occhi che non avevano smesso di fissarmi, nell'espressione del suo viso, nelle labbra aperte che ora lasciavano sfuggire un flebile lamento ad ogni suo movimento. Disse:
- Ora so che sei mio! Mi piace starti sopra... sono io che ti scopo adesso... mhhh posso prenderlo tutto il tuo cazzo... sì, fino in fondo. Lo sai che godo nuovamente? -
Lo sapevo, lo sentivo dal liquido che imbrattava il membro, lo rendeva scivoloso producendo un rumore bagnato ad ogni calare della sua fica. 'Schlasc... schlasc...' facevano i nostri sessi. Il piacere che saliva nel suo corpo le fece a poco a poco aumentare l'andatura, i seni ballonzolanti offrivano uno spettacolo straordinariamente sexy, vi portai le mani accompagnandone il movimento e sostenendo i mirabili promontori stuzzicai col pollice i capezzoli facendoli flettere, beandomi delle vibrazioni che strappavano alla fanciulla piccoli gemiti mentre il suo viso prendeva l'espressione che avevo imparato a conoscere.
- Mhhh... amore, sto godendo! Oh dimmi, sono un bravo soldatino?-
- Sei bravissima ma... il mio soldatino poteva andare a cavallo anche girato. -
Sorrise e stando al gioco roteò lentamente facendo perno sul pene conficcato nel suo grembo, spostò le gambe, girandosi completamente e chinandosi verso i miei piedi riprese a scorrere ma questa volta avanti e indietro offrendomi la vista delle spalle, della schiena ricurva, del bel vitino che si allargava nelle anche armoniose e del suo bel culetto.
- Hai visto? Sono capace anch'io! -
Le natiche ad ogni movimento della ragazza si protendevano mostrando l'ano bruno e appena al di sotto la vulva che scivolando su un cazzo più duro che mai mi mise addosso il desiderio di possederlo nuovamente, feci scorrere la mano sotto il suo sedere accarezzando col dito l'eccitante rosellina.
- Oh Leo ... ancora? - chiese voltando il capo.
- Lo sai, impazzisco per il tuo culetto... ti prego! -
- Cosa mi fai fare, sei terribile sai? -
Si rimise seduta poi si sollevò e spostandosi in avanti strusciò il membro fra le natiche poi lo puntò sull'orifizio che aveva spalmato con i succhi del suo piacere, si abbassò lentamente ondeggiando il bacino. Sospirai per il piacere che mi dava la lunga carezza dell'ano che scendendo faceva scomparire il mio membro nel suo bel culo. Si sollevò subito e si abbassò con un gemito, le sue mani sollevarono i testicoli per schiacciarli sotto la vulva aperta, ricominciò e ogni volta ripeteva il gesto facendomi sentire anche la morbidezza del sesso caldo, bagnato...
Era sconvolgente ma terribilmente piacevole! Ora godevo veramente, con occhi trasognati seguivo il saltellare della ragazza, l'urto del sedere contro il mio ventre provocava nelle natiche un susseguirsi di piccole onde che subito si smorzavano riformandosi non appena il bel culetto calava nuovamente.
Grida di eccitazione e di piacere si levavano ininterrotte tanto il suo saltellare era divenuto rapido e rapido era il piacere che saliva in entrambi. Durò poco perché la ragazza si fermò ansante.
- Non mi piace così, voglio guardarti... voglio sentire i tuoi schizzi nella pancia mentre godi e... venire insieme a te! -
Si sollevò liberando il membro ma lo riprese guidandolo sotto la fica madida appena si fu voltata. Lo ricevette con un lungo gemito e subito riprese a scorrere ma ormai eravamo agli stremi e il piacere ci colse insieme.
- Oh Nora... amore! Ahhh... dai... dai... stò venendo... ahhh! ! ! -
- Si... siii... mhhh... anch'io... anch'io... ahhh... ahhh... -
Si abbatté su di me continuando a muoversi. Abbracciai il corpo fremente cercando di muovermi anch'io, finalmente la rovesciai sotto di me penetrandola come un forsennato, soffocai con la bocca le sue grida eiaculando in lunghi getti che resero la sua vagina talmente scivolosa che il nostro godimento fu sublime.
Rimanemmo a lungo uniti baciandoci con tenerezza come degli innamorati poi ancora nudi andammo in cucina a rifocillarci. Mangiammo allegramente scambiandoci le nostre confidenze; mi parlò liberamente del suo fidanzato, un ragazzo a modo al quale si concedeva con lunghi intervalli.
- Se dobbiamo sposarci non voglio che sia il sesso a tenerci uniti. Non riesco a farne a meno ma lui non lo deve sapere. Tu hai una ragazza al paese? -
Gli dissi che amavo una ragazza più grande di me, che ora si era sposata.
- Povero Leo , sono sicuro che riuscirai a dimenticarla, ci sono io... lo sai che ci intendiamo bene? Sessualmente voglio dire, con te dimentico tutto e... tu? -
- Anch'io! Ma ora sai di me e di tua madre... cosa facciamo? - chiesi preoccupato.
- Niente, ma tu prometti di farla sempre contenta! -
Me ne andai chiedendomi come la signora prenderà la cosa quando saprà che il suo amante é anche l'amante di sua figlia. Qualcosa mi diceva che l'avrei saputo molto presto e... fu così!

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Trascorsero circa tre settimane durante le quali rro riuscito a gestire i miei incontri dedicando il mercoledì alla signora e il sabato alla giovane Nora. Non riuscii a sapere se la donna avesse letto il diario di sua figlia ma se lo aveva letto non me lo fece capire, tanto che mi illusi di poter continuare all'infinito ad incontrare le due separatamente. Il giorno della verità arrivò prima che me lo aspettassi, fu una giornata veramente particolare perché... ma andiamo per ordine!
La signora mi telefonò invitandomi a pranzo la domenica successiva; disse che la figlia doveva recarsi dalla famiglia del fidanzato e che lei non se la sentiva di rimanere sola. La domenica era per me un giorno noioso che trascorrevo rimanendo a letto fino a tardi, quindi il ristorante economico, il cinema, la passeggiata e un panino prima di passare la serata nella mia cameretta a guardare la televisione. Accettai di buon grado l'invito anche perché quel sabato non ci sarebbe stato il consueto incontro con la ragazza, in giro con la madre per acquisti.
La domenica mi presentai alla porta di casa Martini con il mio pacchettino di dolci, pregustando il pranzetto che la signora aveva preparato e un pomeriggio di relax e di sesso di cui sentivo il forte desiderio. Di sesso ne avrei avuto in abbondanza, in quanto al relax, lascio a voi giudicare!
Immaginate la mia sorpresa quando la porta si aprì e mi trovai di fronte la ragazza sorridente e... dietro di lei la signora Martini!
- Ciao Leo , entra, ti stavamo aspettando! -
Entrai, dovetti fare una faccia ben strana perché Nora scoppiò a ridere subito imitata dalla madre. Mi tolsi meccanicamente il cappotto e porsi i dolci alla signora.
- Grazie, ma non dovevi! Cosa sono? Oh dolci... ci vuoi proprio far ingrassare! -
Il tavolo era apparecchiato per tre, un profumino allettante proveniva dalla cucina ma la mia attenzione era rivolta alle due donne che ancora ridevano. La signora ebbe compassione del mio smarrimento.
- Ti ho raccontato una bugia, Nora è stata invitata dal suo fidanzato è vero, ma per uscire. Verrà a prenderla alle tre... Oh scusa, non ti ho ancora salutato! -
Mi gettò le braccia al collo e mi schioccò un grosso bacio sulla bocca, ero imbarazzatissimo, appena la madre si fu scostata, la figlia mi abbracciò anch'essa, ma il suo bacio fu tutt'altro che casto perché dopo aver applicato le labbra sulle mie, le socchiuse e poiché non reagivo, spinse la lingua nella mia bocca e non si staccò finché non l'ebbi ricambiata nello stesso modo.
- Bravi, così si fa! - disse la madre guardandomi affettuosamente, poi davanti al mio sguardo ebete spiegò:
- Ci siamo dette tutto, Nora mi ha raccontato del vostro rapporto e anch'io sono stata sincera con lei; quello che ci siamo dette va tutto a tuo onore! Non ti avevo forse detto la prima volta che ci siamo visti che mi sarebbe piaciuto che tu e Nora... avevo ragione no? Sono contenta che vi divertiate insieme! Il fatto che tu lo faccia anche con me non ci rende gelose una dell'altra perché non ti dividiamo affatto. Quando sei con me, ti ho interamente senza nulla togliere alla mia figliola ed é lo stesso quando sei con lei. Questo ci avvicina, ci fa essere amiche, anzi, complici! -
Non finirò mai di stupirmi dei ragionamenti che riescono a escogitare le donne per giustificarsi, da Nora potevo aspettarmeli ma da sua madre... Ormai mi ero rassicurato e potevo osservare le due con la mente lucida. La signora era vestita in modo elegante e civettuolo, seppi poi che era stata la figlia a volerla così affinché potessi ammirare quanto era seducente sua madre. La gonna che portava era stretta quel tanto da mettere in risalto la forma della anche e delle gambe senza impacciarne i movimenti; una camicetta bianca scollata con discrezione permetteva di vedere l'inizio del petto senza invNorarirla.
Nora doveva ancora cambiarsi, indossava una vestaglia da camera e non si era ancora truccata. Ma anche così era veramente graziosa! Ci mettemmo a tavola, la ragazza servì facendo la spola dalla cucina alla tavola per portare i piatti. All'inizio ero lievemente imbarazzato per la mano che la signora mi stringeva conversando, senza nascondere il desiderio che suscitavo in lei. –
Dal nostro primo incontro era molto cambiata; non si vergognava più di mostrarsi nuda e col tempo le sue inibizioni erano svanite facendo posto a una sfrenata lussuria. Sapendosi desiderata, esibiva il suo corpo senza più pudore, quasi quanto la figlia; era fiera del suo fisico e dedicava settimanalmente del tempo per il salone di bellezza, la ginnastica, i massaggi che avevano assorbito il poco grasso in eccesso rendendola più snella e flessuosa.
A poco a poco mi abituai alle effusioni che le due mi dedicavano non nascondendosi una all'altra, anzi sembravano fare a gara nel mostrare la loro affettuosità nei miei riguardi. La ragazza nel servirmi si compiaceva nel farmi sentire i seni contro il capo guardando la madre con aria complice. La signora coloriva i sui discorsi con frasi allusive, ridendo allorquando mi schermivo davanti ai complimenti che rivolgeva alla mia virilità.
- E' vero, pochi sanno trattare una donna come fai tu! Anche Nora è d’accordo... vero cara che é un piacere averlo come compagno? -
- Si mamma, sa sempre quello che vogliamo e sopratutto é discreto! -
Il pranzo volgeva alla fine, dopo il caffè, la ragazza accennò a sparecchiare ma la madre la fermò:
- No... qui faccio io! Ricorda che devi ancora cambiarti, hai meno di un'ora prima che arrivi Luca. Sarebbe imbarazzante se vedesse Leo , sai com'é geloso! In camera mia, starete comodi... Su andate! -
Nora mi porse la mano trascinandomi quasi a forza lungo il corridoio. Giunti in camera vidi che il letto era preparato come era solito fare la signora quando si intratteneva con me.
- Non è un amore la mia mamma? - chiese la ragazza.
Non potei rispondere che la sua bocca era contro la mia. Il suo fu un bacio appassionato che fugò tutti i miei scrupoli, mi tuffai nella bocca fresca della fanciulla che l'aprì tutta lasciandosi lambire l'interno delle labbra, i denti, le gengive... La mia lingua venne accarezzata dalla sua che mi attirò in profondità poi le sue labbra si chiusero suggendomi voluttuosamente.
L'erezione fu rapida e prepotente. Non appena la fanciulla sentì contro il ventre il turgore del mio membro, si scostò senza lasciare la mia bocca e con gesti febbrili slacciò la mia cintura e fece scendere i pantaloni e gli slip poi aprì la sua vestaglia. Quando si schiacciò nuovamente contro di me, sentii contro il ventre, contro il membro la sua pelle nuda.
Solo allora mi avvidi che la vestaglia era l'uLeo indumento che la ricopriva. Nora si strusciò eccitata mugolando nella mia bocca, spinse la lingua che aspirai leccandola, suggendola mentre l'indumento scivolava lungo la sua schiena, le sue braccia e cadeva a terra lasciandola nuda.
Si scostò e inginocchiandosi sul tappeto mi slacciò le scarpe, me le tolse, sfilò i miei pantaloni poi sollevò il capo guardandomi con espressione che il desiderio rendeva quasi sofferente. Il mio membro si ergeva ad un palmo dal suo viso, lei pose le mani dietro le mie caviglie, le fece scorrere lungo i miei polpacci, le mie cosce e mi attirò.
- Nora... se venisse tua madre? -
- Non verrà, sa che siamo venuti per scopare! -
Aveva parlato con le labbra che sfioravano i miei testicoli. Prese subito a lambirli incuneando il capo fra le cosce che dovetti aprire, risalì l'asta di carne con piccoli colpi di lingua, le mani strette alle mie natiche. Muoveva il viso inseguendo la verga che il suo picchiettare faceva oscillare di qua e di là del capo bruno.
Terminai rapidamente di spogliarmi e quando fui nudo, feci flettere le reni portando il glande all'altezza della sua bocca e spinsi. Con un gridolino Nora lo ricevette, tenendo morbide le labbra mi lasciò scorrere nella sua calda cavità muovendo lei stessa la testa per riceverlo fino in fondo. Me lo succhiò ma per poco poi sfuggendomi salì sul letto. La seguii schiacciandomi sopra di lei, abbeverandomi alla sua bocca, allargò le gambe, le sollevò alte...
- Ho poco tempo, lo voglio subbio! -
Già aveva afferrato il pene guidandolo fra le cosce. Deve averne di voglia pensai sentendo sotto il glande la vulva fracida. Non mi diede neanche il tempo di pensare, che ero dentro di lei, attirato dalle mani che mi schiacciavano al sedere.
- Mhhh... - fece la ragazza muovendo il bacino.
Sollevai e abbassai le reni scorrendo in un grembo singolarmente bagnato, ero sorpreso da tanta eccitazione; forse era il pensiero di dividermi con sua madre, sapere che la donna aspettava che lei uscisse per prendere il suo posto nel letto ancora caldo, fra le braccia di un amante disposto a soddisfare i capricci di entrambe.
Già i primi spasimi dell'orgasmo stavano contraendo la vagina della fanciulla stringendo il membro in una morsa che in altri momenti mi avrebbe mandato in estasi ma non volevo rimanere insoddisfatto come al nostro primo incontro.
Mi colse una rabbia che accese il mio cinismo, la presi sotto le reni e sollevandola la penetrai come un forsennato, sordo alle grida che la ragazza emetteva ormai in pieno godimento sottraendomi alla bocca che cercava la mia per soffocare le sue urla e sollevato sulle braccia mi beai della vista dei seni che i miei colpi facevano ballonzolare come frutti pronti a staccarsi, sbattendo il cazzo fino in fondo al suo ventre mentre la fanciulla roteava il capo scompigliandosi i capelli.
- Oh basta... basta! Amore... sono venuta... Oh lasciami... lasciami! ! ! -
Mi adagiai sul corpo ansante e cercai la sua bocca. In quel momento suonarono alla porta; Nora trasalì.
- E' Luca, devo vestirmi... lasciami adesso, devo and...
Incollai la bocca alla sua interrompendo la sua frase; la ragazza mugolò cercando di farmi alzare ma rimasi fermo, il membro ben piantato nel grembo che faceva ancora sentire le sue contrazioni. La fanciulla infine cedette abbandonandomi la bocca e mentre la baciavo golosamente ascoltavo i convenevoli che la signora scambiava col nuovo arrivato. Nora riuscì a sottrarsi.
- Leo , devo andare... cosa vuoi fare adesso? -
- Voglio scopare, non era questo che volevi? Lo sai che non ho goduto? -
Iniziai un lento va e vieni come piaceva a me, volevo godermela la ragazza! Il fatto che il suo fidanzato potesse insospettirsi e addirittura sorprenderci faceva salire oltremodo la mia libidine.
- Nora? C'è Luca, su, sbrigati a venire! - chiamò la signora Martini.
Sorrisi, il doppio senso dell'ultima parola non sfuggì neanche alla ragazza, la sentii rilassarsi, poi la risata le fece sobbalzare il petto, il ventre ripercuotendosi nei muscoli vaginali che sentii stringere il mio pene. Sussurrò al mio orecchio:
- Non sa che sono venuta già una volta, ora tocca a tè! -
Cominciò a partecipare al coito, non lo faceva perché mi sbrigassi e la sbarazzassi del mio peso e della presenza del membro il cui scorrere non le procurava ancora piacere. Fu con gioia che la sentii muovere sotto di me, sollevare alte le gambe aperte rispondendo ai miei colpi di reni sollevandomi, dondolando sulla schiena inarcata, le gambe oscillanti come sogliono fare certe puttane quando vogliono aiutare il loro cliente a godere. Fu in quel mentre che la genitrice socchiuse la porta e introdusse la testa per dire bisbigliando:
- Cosa fate ancora? Sbrigatevi! -
I miei occhi incontrarono gli occhi della signora nello specchio, aveva aspettato qualche secondo prima di parlare, il tempo di guardare come scopavo sua figlia, con gioia perversa vidi la signora arrossire. Nora sussultò e arrossì anch'essa ma capii che l'essere sorpresa dalla madre la stava eccitando, rispose irritata:
- Non vedi che non abbiamo finito? Fallo aspettare, offrigli qualcosa... -
La porta si richiuse silenziosamente, la ragazza mi abbracciò.
- Oh dai amore... godi... Mhhh... non avevo mai scopato così!
Il desiderio prima, poi il piacere si stavano nuovamente impossessando di lei; continuò a muoversi e quando prese a gemere ricoprii la sua bocca con la mia sospirando anch'io per la carezza che il suo oscillare faceva al membro che spingevo fino in fondo schiacciando i testicoli fra le chiappe aperte, sul caldo buco del suo culo.
Continuammo, gustando l'intimità dei nostri sessi in movimento, bevendo i nostri sospiri, le nostre salive, le bocche unite, le lingue avide e saettanti. Stavo cominciando a godere, la fica della fanciulla andava e veniva lungo il mio cazzo quando mi fermavo per strusciare il petto contro i seni duri, per sentire il turgore dei suoi capezzoli contro i miei. Ora sì che mi piaceva!
Una libidine mai provata prima mi fece arretrare e immergere il viso fra le sue cosce; baciai la sua fica bevendone gli umori, esplorandola con la lingua, immergendola più volte nella vagina...
- Leo ... é il tuo cazzo che voglio! Oh dammelo ancora! -
Sollevai il viso per bearmi del sesso socchiuso in attesa, delle sottili labbra pulsanti, delle natiche aperte. Mi chinai ancora ma fu per lambire la rosellina bruna che ora aveva il sapore del suo piacere che colando lo aveva umettato.
- Girati... alla pecora! - ordinai.
Ubbidì, allargai le sue gambe e avvicinandomi strofinai il glande nella vulva bagnata schiacciando la clitoride, facendo fremere la ragazza che attendeva con le reni abbassate, il capo sul cuscino, il viso congestionato volto verso di me. Cielo com'era bella la fica in mezzo al cespuglio nero dei peli bagnati, come mi piaceva e... come mi attirava il suo bel sedere tondo, pieno.
Non potei resistere al desiderio di separare le belle natiche passandovi la cappella, Nora sculettò al contatto ma quando la premetti supplicò:
- No... non nel culo! Lo voglio nella pancia... lo voglio! -
Fu a malincuore che lo puntai fra le labbra della vulva ma quando fui dentro di lei nel caldo del suo grembo e sentii i suoi gridolini di gioia, feci andare le reni di scatto picchiando il ventre contro il bel deretano, provocando delle onde che subito si smorzavano per rinascere ad ogni colpo.
Anche ora oscillava venendomi incontro per ricevermi fino in fondo, sottraendosi per farsi inseguire, ondeggiando per farsi frugare dalla verga dura, ricevendola con grida che soffocava nel cuscino, a tratti sollevava il viso per incitarmi ma non ve n'era bisogno perché il piacere che saliva mi aveva messo in corpo una libidine tale che la scopavo come un forsennato aggrappato alle sue anche, attirando e allontanando il bel culo per guardare il mio cazzo scomparire nel boschetto nero, nella sua fica.
- Ahhh... così mi piace... oh é così che voglio godere! -
- Si... si... dai... forte... fino in fondo... fino in fondo... Ohhh... sto per venire! Mhhh... adesso amore... adesso... ecco... ah... ahhh... -
Seguirono i suoi rantoli nel cuscino poi gli spasimi della vagina. Un ultimo colpo e mi immobilizzai venendo in lunghi getti, il membro piantato fino in fondo, allora lei riprese a muoversi allontanando e avvicinando il sedere al mio ventre come se con la vagina me lo succhiasse. Mi spremette tutto abbandonandosi infine sul letto e io sopra di lei, dentro di lei soffiando come un mantice sul suo collo.
- E' tardi amore, devo andare! - disse infine.
Rotolai di fianco, Nora si alzò e corse in bagno. Ritornò subito dopo e cominciò a vestirsi rapidamente celando ai miei occhi le forme che mi avevano dato piacere, si aggiustò rapidamente i capelli davanti allo specchio, si mise il rossetto alle labbra...
- Può andare? - chiese chinandosi per un ultimo bacio.
Uscì dalla stanza, udii il rumore dei tacchetti nel corridoio poi la voce impaziente del fidanzato e della madre.
- Finalmente! Perché hai messo tanto? Sai che Ambra e Guido ci aspettano? -
- Non fate tardi, mi raccomando... - poi la porta d'ingresso si richiuse.
Mi alzai, non so perché ma l'idea di affrontare la signora Martininon mi sorrideva più tanto, forse perché per il momento ero sazio o forse perché il pensiero di fare all'amore con la signora dopo averlo fatto con sua figlia mi sembrava sconveniente, come se compissi un incesto.
Appena udii la porta del bagno aprirsi e richiudersi, raccolsi i miei vestiti e le scarpe e cercando di non fare rumore percorsi il corridoio e giunto in sala cominciai a rivestirmi.
- Leonardo, cosa fai... vuoi andartene? -
Mi voltai, la signora era lì, la bocca atteggiata in un sorriso che sembrava una smorfia. Addosso aveva una vestaglia bianca semitrasparente attraverso la quale potevo vedere le sue forme, i piedi calzati nelle pantofole rosa mi avevano impedito di udire il suo arrivo. Arrossii, cielo come mi piaceva! La sua vista fece svanire i miei propositi di fuga.
- Perché? - chiese la donna gli occhi velati di lacrime.
Andai verso di lei e presi le sue mani nelle mie, lei cercò ancora di sorridere.
- Giada ... ho appena fatto all'amore con tua figlia capisci? Farlo con te... mi sembra brutto ma... mi piaci sai? Possiamo rimandare? -
- Perché Leo ? Sai cosa mi ha detto la mia Nora all'orecchio? 'Auguri mamma, divertiti!' Vuoi lasciarmi sola... e io che mi ero preparata... Rimani, ti prego! Ti desidero tanto che non so cosa non farei per te. Ti ho lasciato sola con lei... vi ho visti, ho visto com'era contenta dopo... non ti dice nulla questo? -
La strinsi contro di me, lei applicò la bocca alla mia come un'affamata, mentre la baciavo sentii che sollevava la mia canottiera, l'uLeo indumento che ero riuscito a rimettere, lasciai che la sfilassi, si strinse nuovamente. Ormai il mio membro era nuovamente teso, ora non volevo più fuggire, non potevo!
- Amore, ti voglio! - disse.
Si scostò guardando le mie mani che slacciavano la cintura dell'inconsistente indumento che aveva indossato, lo aprivano, lo sfilavano. Strinsi il corpo nudo ma lei si sciolse quasi a forza dall'abbraccio.
- Vieni... - era impaziente e ora anch'io lo ero!
La seguii lungo il corridoio guardando ammirato l'ondeggiare del bel culo, delle natiche che sfregavano una contro l'altra ad ogni suo passo. Giunti in camera si voltò e prima che potessi reagire si era chinata e aveva calato la bocca sul mio membro iniziando a scorrere su di esso famelicamente.
- Giada... oh é stupendo! –
Rimasi a gambe aperte guardando la donna in ginocchio, la sua bocca che scorreva lenta sulla verga, nella mia fretta non avevo fatto in tempo a lavarla e conservava sicuramente il sapore del sesso di sua figlia ma lei non sembrava farci caso. Fu un bel bocchino, le labbra morbide andavano e venivano deliziandomi con la loro dolcezza, vedevo le sue guance incavarsi quando mi succhiava, già il piacere saliva nel membro ma non era quello che volevo da lei! Respinsi il suo capo.
- Cosa c'è caro, non ti piace? -
Aveva sollevato gli occhi ma la sua lingua continuava a lambirmi sotto il glande inseguendo l'ondeggiare di un cazzo durissimo. Si, mi piaceva enormemente ma la mia libidine mi spinse ad essere quasi brutale.
- Mi piace quando me lo prendi in bocca ma ora è un'altra cosa che voglio! -
- Si amore... tutto quello che vuoi... tutto!
La costrinsi a sollevarsi e dolcemente la spinsi a sedere sul bordo del letto. Vedendomi chinare fra le sue gambe, si adagiò all'indietro sollevandole. Baciai l'interno delle cosce che avevo aperto, le risalii lentamente finché sentii contro il naso il solletichio dei peli, solo allora sollevai il viso.
Avevo visto tante volte il sesso della signora Martinie l'effetto che produceva su di me era sempre nuovo, come se lo vedessi per la prima volta ma ora volevo schoccarla, vincere ogni suo pudore. Per questo sollevai maggiormente le sue gambe, aprendole al massimo, spingendole fino a farle poggiare sul letto.
- Leo ... cosa vuoi fare? -
- Non lo sai? -
Cielo com'era eccitante lo spettacolo che si offriva ai miei occhi! La corta pelliccia non poteva nascondere la carne rosso vivo dell'ingresso della vagina che già stillava le prime gocce del suo desiderio, le labbra sottili che la bordavano sporgevano solo lievemente ma si innalzavano quasi bruscamente formando due lobi sottili come petali di un fiore, rosa alla base ma che si incupivano man mano che si alzavano, così che il bordo era scuro, quasi nero invitando lo sguardo a seguirne il conturbante disegno.
Le piccole labbra sembravano chine, come a proteggere la carne nuda, la cresta della clitoride era spessa, lunga fin dove le labbra grassocce si congiungevano. Il profumo che emanava il bel sesso, forte, inebriante e provocava in me il desiderio folle di possederlo.
- Oh caro... mi fa senso lo sai quando mi guardi così! -
- E' che hai una fica bellissima! Mi piace da impazzire! -
I miei occhi non si saziavano di ammirare il bel taglio e non solo quello! Le natiche aperte erano ombreggiate all'interno da peli nerissimi che rendevano l'ano bruno ancora più tentante. Sospirò fortemente quando applicai la bocca al bel sesso spingendo la lingua; sentii le sue mani sul mio capo premermi sulla fica e quando la lingua iniziò a percorrere le sue carni, le sue dita scesero a premerne i lati.
- Oh prendila tutta... è tua, lo sai! -
Mi sollevai per guardare il sesso che mi offriva, la clitoride si innalzava spessa alla base, assottigliandosi fino alla congiunzione delle grandi labbra dove peli cortissimi facevano da cornice alla fica aperta. Percorsi le carni scintillanti con rapidi colpi di lingua, soffermandomi sulla clitoride, ne saggiai la consistenza chiudendo le labbra su di essa, aspirandola poi picchiettandola tutta, individuando nella base il punto più sensibile.
- Ahhh... caro... caro... non avevi mai fatto così! Mhh... mi piace... -
Un lamento continuo si levava dalla sua gola, approfittai della sua eccitazione per percorrere più volte il bel sesso poi scesi fra le natiche aperte e spingendo in alto le gambe larghe, lambii il bottoncino bruno facendola inarcare.
- Mhhh... oh Leo ... sei uno sporcaccione! Uno sporcaccione delizioso... Ah... cosa vuoi fare... Ohh sì, lo sò... guarda... sono aperta per te... per il tuo cazzo! Lo voglio... oh dammelo... vedi che sono tua... mhhh... tutta tua! -
Mi alzai, la signora manteneva ancora la fica aperta, oh era bella e lubrica con le gambe spalancate... mi guardava con espressione quasi dolorosa. Mi chinai su di lei incappucciando con le labbra la cima di una mammella, suggendo il capezzolo fino a sentirlo allungare nella mia bocca facendola gemere, la mia lingua fece il giro dell'aureola sporgente flagellando il bottoncino divenuto doloroso, vibrante.
Mentre passavo all'altro suo seno strofinai la verga sulla cresta della clitoride poi lungo tutto il taglio fino all'ingresso della vagina, entrai in lei d'un solo colpo.
- Ah amore... ti hanno mai detto che ci sai fare col cazzo? mhhhhh! ! ! –
Mi sollevai ancora per guardare il membro aprire le sue carni, sprofondare, riapparire avvolto dalle labbra sottili quasi volessero trattenerlo. Quando lo estrassi completamente la signora mi interrogò con lo sguardo ma appena passai il glande fra le sue natiche, chiuse gli occhi, li riaprì sentendolo premere sull'ano bagnato della mia saliva e dei succhi della sua eccitazione.
- Leo ... sei terribile! Oh vuoi proprio farlo? - sospirò.
- Si... e anche tu lo vuoi vero? -
Arrossì, si, lo voleva anche se non lo aveva detto. Rimase aperta, le dita premute ai lati della vulva come a tentarmi per farmi scegliere dove volevo trovare il mio piacere.
- Oh... piano, ti prego... é la prima volta... -
Mi fissava col fiato sospeso ma doveva eccitarla sentir premere la cappella sul buco del suo culo perché mosse lubricamente il bacino finché spinsi.
- Ahhh... oh é così... grosso... mhhh... piano... pianoooo. -
Una smorfia deformò il bel viso mentre il membro lentamente forzava lo sfintere che la donna inconsciamente stringeva, ma già il glande aveva aperto l'ano ed era scomparso, vidi la pelvi restringersi, la fica accorciarsi, la signora emise un lungo lamento mentre il membro affondava e scompariva nel suo bel culo.
Rimasi dentro di lei spingendo il ventre contro le cosce sollevate per farglielo sentire tutto, i testicoli premuti nei suoi glutei. La signora aveva aperto la bocca ma nessun suono ne era uscito; respirava forte poi fece la cosa che mi sconvolse, le sue dita lasciarono la vulva... prese lentamente a masturbarsi e continuò a farlo mentre con lunghi colpi di reni scorrevo nelle sue natiche.
Era osceno vedere come muoveva le dita, con moto circolare malmenandosi la clitoride, gemendo liberamente, agitando il capo di qua e di là sul cuscino...
- Ohhh... é bello... é bello... –
Ora che aveva imparato a rilassarsi mi riceveva con lunghi sospiri, aveva smesso di masturbarsi e aveva portato le mani ai seni per fermarne il movimento ma non poteva impedire al suo corpo di sobbalzare ogni volta che sbattevo le cosce contro le sue natiche facendo entrare di colpo il membro nelle sue interiora.
Con entrambe le mani spingevo le gambe che mantenevo aperte ai lati del suo busto per entrare fino in fondo, godevo e anche la signora godeva, incitandomi con parole oscene.
- Ahhh... dai... dai... spingi... lo volevi il mio culo? Ora sei dentro... mhhh... fammelo sentire il tuo cazzo! Mhhh... oh é lungo... ahhh... fai forte... sfondami... mhhh... sono tua... tua... -
Le sue parole mi spinsero a prodigarmi, avanti e indietro, avanti e indietro cercando il calore delle sue viscere ansimando per lo sforzo e per il piacere. La penetrai a lungo beandomi della vista del suo delirio e quando venne lo fece in modo sconvolgente, quasi doloroso. Le strette del suo orgasmo rallentarono la corsa del membro ma non lo fermarono, alla fine il dolore la fece urlare.
- Ahhh... basta... ohhh mi fai male... Amore... sono venuta... fermati! -
Estrassi il membro dall'ano divenuto dolorante e con un solo movimento lo guidai nella vulva viscida adagiandomi sul suo corpo. Mi strinse convulsamente lasciandomi scorrere in una vagina che ancora pulsava per l'orgasmo appena terminato.
- Amore... oh é stato bello... non credevo si potesse godere così. Si, scopami... godi caro... schizzami nella pancia... dammi il tuo seme! -
La sua bocca cercò la mia bevendo i miei sospiri; oh era bello sentire il calore del suo grembo, il rumore bagnato del membro nella vagina che il suo piacere aveva reso scivolosa, la carezza delle cosce attorno i miei fianchi...
Ben presto anche lei prese a sospirare, a muoversi. Mi accorsi con gioia che la sua voglia era rinata, la vagina fu nuovamente irrorata.
- Oh amore... sei tanto caro... Ahhh... posso godere ancora sai? Mhhh... é tutto merito tuo... del tuo cazzo. Oh mi é piaciuto prenderlo nel culo... sentirmi aperta... oh dammelo ancora... si... cosi... cosi... -
I miei rantoli si mischiavano alle grida della donna nuovamente pronta ma questa volta fui io a venire per primo. Appena sentì i primi getti si mosse ondulando stringendo e rilassando i muscoli pelvici, accarezzando il membro che sobbalzava in lei scaricando il suo piacere.
- Ah godi caro... così... così! Si, riempimi col tuo seme... oh come sei caro... Oh ti farò godere sempre... come vuoi... Ah é bello vederti godere! -
Ormai ero venuto, mi adagiai nuovamente sul suo corpo per prendere fiato, ma per poco. Le mie mani sotto la sua schiena scivolarono cercando il suo sedere, aprirono le natiche calde per passare le dita nel solco a stuzzicare l'ano bagnato... Si inarcò quando lo forzai piantandovi il dito, mi diede la bocca e mentre la baciavo ripresi a scorrere col membro rimasto duro ricevendo i suoi sospiri insieme alla lingua che aspirai appassionatamente felice di scivolare nel ventre che il suo piacere e il mio sperma avevano reso più scivoloso che mai.
Ora gemeva al ritmo dei miei colpi accompagnando i miei movimenti con le sue ondulazioni, veniva incontro al membro, inseguendolo quando mi ritiravo, rimanendo sollevata per riceverlo fino in fondo, gridando di eccitazione per il dito che facevo scorrere nel suo posteriore frugandolo.
Anche se avevo goduto, ero contento di provocare tanto piacere in quella donna, i seni che strusciavano contro il mio petto erano duri e cedevoli allo stesso tempo, le grida che ricevevo in bocca erano di piacere genuino e quando non potendo più trattenersi iniziò a rantolare, presi a scoparla lentamente cercando di affondare tutto nella vagina che si contraeva e si rilassava.
Sì, fu bello sentirla godere, l'orgasmo fu lungo e travolgente per la cara signora Martini... per me appagante perché soddisfece il mio orgoglio di maschio, alla fine liberò la bocca per urlare il culmine del suo piacere...
- Ahhh... ahhh... vengo amore... così... così... ahhh... ahhhh! ! ! Oh caro... sono venuta! E' stato bello... rimani dentro ti prego... oh é ancora duro! Sei il mio stallone... il mio animale da monta, e io sono la tua... troia! Sì, non mi sazierò mai del tuo cazzo... tanto é bello!
Rimasi in lei a lungo baciando il suo viso, fu bello rilassarci insieme sapendo che presto avremmo ricominciato, sentii il membro afflosciarsi lentamente, scivolare, uscire dal sesso che avevo soddisfatto. Mi sollevai, lei portò le mani fra le gambe a trattenere il liquido che stava colando e si alzò. Fu in quel momento che suonarono alla porta. La signora avvampò.
- Chi può essere? Non aspetto nessuno... non muoverti, vado a vedere. -
Corse in bagno, ritornò avvolta in un accappatoio di spugna, asciugandosi fra le cosce con una tovaglietta che gettò sul letto poi chiuse la porta e si allontanò.
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