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NIKO (IL CAZZONE ALBANESE)


di santoBEVITORE
20.08.2015    |    11.311    |    30 9.6
"Spengo l'ennesima sigaretta e allungo la mano verso il bicchiere che ormai non è più freddo..."

NIKO (IL CAZZONE ALBANESE)

un normalissimo pomeriggio d'estate, più noioso che languido.
in televisione l'ennesima replica della signora in giallo, fuori solo sole impietoso e cicale impazzite.
spengo l'ennesima sigaretta e allungo la mano verso il bicchiere che ormai non è più freddo.
"plunk!"
l'inconfondibile suono di un nuovo messaggio su watsupp.
impugno il cellulare:
"ho voglia di un pompino sei libero?"
numero sconosciuto.
certe reazioni spontanee sono difficili da spiegare... non so chi sia, non so quanti anni abbia o quale sia il suo aspetto... eppure sono già eccitato, la salivazione è aumentata, il respiro è più sostenuto, fremo.
"ciao, chi sei?"
non faccio in tempo a inviare che subito ribatte:
"sei libero? passo da sovigliana fra 20 minuti"
evidentemente lo sconosciuto non ha tempo da perdere.
"posso essere a sovigliana fra mezz'ora. chi sei?"
questa volta aspetta qualche secondo prima di rispondere
"un amico mi ha parlato di te. ho un furgone. sono niko. quando sei vicino al distributore chiamami. a dopo"
il tempo di rinfrescarmi un po' e salgo in macchina.

non posso dirlo in altro modo: sto già facendo sesso; il tremore che mi attraversa tutto il corpo, i sensi all'erta, il calore che sento accendersi nelle mie viscere, la bramosia... nonostante, o forse proprio grazie al mistero che avvolge completamente il mio messaggiatore, sto già facendo sesso mentre guido e immagino i suoi pantaloni che si aprono, sto facendo sesso mentre guardo lo specchietto retrovisore e sorpasso e immagino le mie mani che gli abbassano le mutande, sto facendo sesso mentre mi rallento in prossimità del distributore e prendo il telefono e immagino la sua cappella che spunta dal prepuzio...

"pronto?"
"dove sei?"
"al distributore"
"vieni avanti fino alla rotatoria e vai a destra, poco avanti mi vedi. furgone bianco"
clik.

20 secondi, poche centinaia di metri eppure mi sembrano chilometri e nella testa esplodono milioni di cicale.
possibile essere così arrapati per uno sconosciuto ? uno di cui non si sa davvero niente ? uno che ci ha solo detto "ho voglia di un pompino"?

non c'è tempo per darsi una risposta, ecco il furgone, parcheggiato su uno spiazzo a lato della strada, strategicamente davanti a un piccolo canneto che funge da barriera.
metto la freccia e accosto.
mentre chiudo la macchina vedo qualcuno che scende dal lato guida del furgone e va ad aprire il portellone laterale, dalla parte del canneto,
sembra giovane.
mi avvicino e guardo all'interno:
in mezzo al pianale ci sono alcune vecchie sedie a rotelle mezze scassate, su di una c'è lui, coi pantaloni alle caviglie e un gran sorriso da figlio di puttana.
non ha più di 25 anni, è snello, con pochi peli, i capelli corti e gli occhi celesti, come gli slip.
e si massaggia vigorosamente un cazzo che sembra davvero grosso e duro sotto la tela.
"ti piace il cazzo albanese?"

la sua domanda mi riporta alla realtà: lui è lontano anni luce dal mio ideale di uomo... eppure... eppure lo guardo e penso solo che sono una troia e che voglio farlo sborrare... e il fatto che sia albanese inspiegabilmente mi eccita ancora di più.

"dipende dal cazzo..." rispondo mentre salgo sul furgone, allungo le mani e inizio ad accarezzargli il pacco... ma si capisce benissimo che è tutta una recita e che muoio dalla voglia di ingoiarlo.

"vedrai che questo ti piacerà"
niko non perde tempo e si abbassa le mutande mentre allunga una mano per prendermi la testa; non so se è una sua iniziativa o se è stato l'amico che gli ha parlato di me ad istruirlo... ma mi va benissimo così, il tempo di scappellarlo e lascio che me lo pianti tutto in gola.

"mmmmmmmm"

adoro sentire gemere gli uomini che spompino.
il suo cazzo è largo e duro come il marmo, ma cosa ancor più notevole, la metà superiore è molto curva, accennando un manico d'ombrello.
tenendolo scappellato con una mano muovo la testa e lo affondo in bocca prima piano, poi sempre più velocemente, e lo sento pulsare forte sul palato ad ogni spinta.

"sei davvero bravo... si bravo..."

con l'altra mano gli accarezzo le palle, per un istante lo tolgo di bocca e lo fisso negli occhi, mentre un filo di saliva fra le mie labbra e la sua cappella luccica nella penombra afosa di quel retrofurgone.

"ti piace il mio cazzo?"

rispondo abbassando la testa e lasciando che il suo bastone ricurvo mi scivoli sulla lingua, fino alle palle.
resto immobile qualche secondo, e finalmente sento le sue mani che mi bloccano la testa mentre spinge in avanti con il bacino fino a soffocarmi.
togliermi il respiro gli piace, anzi, credo che gli piaccia vedere i miei occhi felici e ricolmi di gratitudine nonostante la brutalità con cui ripetutamente mi priva dell'ossigeno.
ansimo ma non mollo, e mi godo ogni istante ed ogni centimetro della sua bella minchia.

un rumore all'esterno e in un attimo mi scansa da parte, si alza i pantaloni e salta fuori a vedere.
sento che sale in cabina qualche secondo, poi sbatte lo sportello e riappare.
ha in mano un preservativo.

"spogliati"

vorrei dirgli che fa troppo caldo, che ha il cazzo troppo grosso e paurosamente curvo, che non me la sento... ma so che sarebbe inutile perché il modo in cui mi ha guardato non ammette repliche.
lui ha capito.
lui sa che NON POSSO dirgli di no, sa che davanti a quel cazzo io sono schiavo e l'unico mio scopo, adesso, è fare quello che vuole.
lo vedo infilarsi il profilattico con attenzione mentre mi abbasso tolgo i pantaloni.
tento un ultima finta protesta:
"ma qui per strada...se passa qualcuno..."

sfacciatamente mi ignora e mi spinge sul pavimento di lamiera, a pancia sotto, inarcandomi leggermente la schiena.
faccio appena in tempo ad allungare una mano verso i jeans e a prendere una bustina di gel lubrificante.
mi guarda divertito mentre gli ungo l'uccello e mi lubrifico il culo.
"stai tranquillo, ti faccio bere"
ecco, ora sono sicuro che il mio amico, chiunque sia, l'ha istruito a dovere.

la lamiera è calda, ma il suo corpo sopra di me è bollente.
con una mano mi ferma il collo, con l'altra appoggia la cappella.
"faccio piano"
e con questa bugia spinge il cazzone nel mio buchetto, fino alla prima curva, in uno strappo fulmineo.
mi scappa un grido, secco e folle, immediatamente assorbito dal metallo circostante.
"stttttttttt! faccio piano"
e con questa seconda menzogna mi dilania la carne e affonda tutto il suo uncino dentro di me.
incredibilmente riesco a sentire quanto è rigido nonostante le vampate di bruciore.
una sofferenza magnifica, un dolore splendido.
niko avverte il mio shock e resta immobile.
"passa subito..." dice.
il rumore ovattato del traffico arriva da fuori, ogni tanto un mezzo pesante sfiora il furgone e ci fa ondeggiare leggermente.
immobili, sudiamo e ansimiamo all'unisono.
è vero, rapidamente il bruciore passa ed i sensi tornano ad accendersi.
l'albanese inizia a muoversi e il suo uccello piegato è sconvolgente, mi apre e mi massaggia dall'interno come non mi è mai successo prima.
dopo un paio di oscillazioni morbide e lente niko si risveglia e prende a scoparmi con più forza, rapidamente.
dentro e fuori senza dire una parola, si gode i miei gemiti per ogni centimetro di questo suo cazzone speciale.
tanta velocità può avere solo un epilogo...

"... eccomi... apri la bocca"
con un movimento felino lo sento uscire dal mio corpo e sfilarsi il preservativo mentre scatto in ginocchio.
"tira fuori la lingua, voglio vedere..."
faccio appena in tempo ad obbedire e sento il primo spruzzo arrivarmi sulle labbra.
mi tiene la testa immobile, la cappella perfettamente posizionata sulla punta della mia lingua, si gode lo spettacolo dei suoi schizzi e la mia frenesia nel tentare di ingoiarli... poi finalmente mi lascia andare e mi permette di spingerlo tutto in gola e di bere tutto il suo latte, avidamente.
mugola mentre gli sego fuori l'ultima goccia e la ingoio, mugola e sorride.

ci rivestiamo in silenzio.
"ti richiamo presto"
non serve dire mi è piaciuto, non serve domandare ti è piaciuto, niko ha capito chi sono e cosa sono e sa che sarò sempre disponibile per i suoi schizzi.
"ok, ciao"

salgo in macchina e lo vedo ripartire rapido, diretto chissà dove.
cazzo, non gli ho chiesto quale amico devo ringraziare.
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