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IL CAZZONE CINESE


di santoBEVITORE
10.08.2012    |    15.783    |    4 9.3
"Le sue palle piantate a sbattere contro le mie..."

IL CAZZONE CINESE

ad agosto la città si svuota... e anche la zona industriale ne risente.
all'inizio sembrava una serata come tante altre: un sacco di auto in perenne movimento, il vorticoso girare e rigirare sugli stessi percorsi, gli sguardi che scrutano cercando di penetrare all'interno gli abitacoli delle auto.
qualche auto che si affianca per far salotto... qualcuno che passa sgommando perché è troppo imbarazzato per lasciarsi vedere... gli habitué che non mancano quasi mai da anni.
una qualunque serata fatta di desiderio e di aspettative.
so come funziona e mi conosco abbastanza da sapere che in queste condizioni è difficile per me concludere qualcosa.
non è che non sono capace di scambiare 4 chiacchiere o di giocare agli inseguimenti e lanciare messaggi con gli abbaglianti o gli stop... è che quando vengo qui ho voglia di CONCRETIZZARE, ho voglia di scopare... le chiacchiere le riservo ad altre occasioni e gli infiniti inseguimenti con flash di abbaglianti mi annoiano.
insomma a parte le rare volte in cui, in una serata come questa, mi si è avvicinato qualcuno dicendomi chiaramente "ciao, me la fai una pompa?" di solito quando c'è tanto movimento non combino niente.
e così è stato. o meglio... questa condizione è durata un'oretta.
doveva ancora suonare la mezzanotte e la zona industriale si è letteralmente svuotata.
oltre a me ho notato altre 3 persone, tutti volti noti e arcinoti, con uno di loro ho pure scopato anni fa... ma fondamentalmente è gente che non mi interessa e a cui io non interesso.
il tempo passa nell'oblìo più totale. a farmi compagni solo l'autoradio e le sigarette.
ho provato a parcheggiare accanto al solito casotto A.N.A.S. ma quando ho visto fermarmisi accanto l'auto del "cadavere" ho preferito mettere in moto e spostarmi.
il "cadavere" è un tipo con una monovolume che arriva, si abbassa i pantaloni, butta giù il sedile e si stende prono al buio; in altre parole chiunque può salire sulla sua auto e scoparselo. non solo non mi interessa... attira gente che non mi interessa.
giro e rigiro... vedo un paio di auto che prima non avevo visto, mi avvicino... uno è un ragazzino con le sopracciglia rifatte che deve aver preso la patente da poco (inguardabile) l'altro è un tipo che conosco, passivissimo, che ha cambiato auto.
insomma niente. e sono qui da quasi 2 ore.

mi allontano dal "centro" della zona industriale, oltrepasso il primo cavalcavia e vado a parcheggiare in un piccolo piazzale un po' scostato e un po' meno frequentato dal giro vero e proprio. non voglio starmene li a guardare altre auto immobili e in attesa di un colpo di fortuna come me.
se dev'essere fortuna che sia fortuna sul serio... se in giro c'è l'uomo che può farmi felice mi troverà anche qui dietro.
passo qualche minuto in totale solitudine. solo io e i grilli che cercano di competere con la mia autoradio.
il primo a passare (dopo almeno un paio di sigarette) è il tipo con cui ho scopato anni fa. in realtà ho provato a spompinarlo per due volte... e per due volte mi sono ritrovato in mano un pezzo di ciccia molliccia che non si induriva mai. gli ho fatto capire che non ero più interessato a provarci e da allora ci evitiamo; infatti passa lento e appena vede chi sono schizza via.
che palle.
passa ancora un po'... poi vedo i fari di una macchina in avvicinamento.
lentamente mi passa accanto una station wagon, guardo dentro e vedo... un cinese.
non mi ritengo razzista, ho diversi amici che vengono da varie parti del mondo, anche asiatici.
però i cinesi non mi hanno mai attratto, anzi.
non saprei spiegare perché, saranno i fisici snelli e lisci, sarà il mito del cazzo piccolo, sarà che esteticamente di solito non corrispondono ai miei gusti... insomma niente da fare.
non l'ho nemmeno guardato tanto... appena ho visto che era asiatico il cervello ha fatto come un "click" e ho pensato "no".
osservo la station wagon compiere un giro completo del piazzale e dirigersi nuovamente verso di me.
rallenta, fa retromarcia e mi affianca a destra, poi si ferma.
che palle, ci mancava solo il cinese che non capisce.
metto subito in moto e torno nel giro principale.
c'è meno gente di prima. al casotto A.N.A.S. il cadavere è sempre li, parcheggiato da solo.
vabè vado a prendere le sigarette.
come al solito prima di tornare nella zona industriale faccio il giro lungo... ma stasera ci sono pochi camion e tutte le cabine hanno le tendine tirate. niente autotrasportatori vogliosi e disponibili.
passa il tempo... e sono di nuovo a zonzo per la zona industriale, sempre più deserta.
noia noia noia... e una voglia di cazzo che cresce a dismisura ogni secondo che passa.

torno nel parcheggino e mi accendo l'ennesima sigaretta.
mi rifiuto di guardare che ore sono, non voglio sapere da quanto tempo sto aspettando di trovare un uccello da leccare.
a quest'ora anche i grilli sembrano stanchi.

ecco una macchina che si avvicina...
MALEDIZIONE! è ancora il cinese!
aspetto che mi oltrepassi con l'auto e metto subito in moto; che lo capisca una volta per tutte che non mi interessa.
sfreccio rapido davanti ai capannoni industriali illuminati dalle quarzine gialle. è quasi tutto deserto.
il cadavere è sempre li... e poco distante è riapparso il ragazzino con le sopracciglia spinzettate che parla al cellulare.
faccio un giro veloce e torno a parcheggiare nello stesso identico punto del piccolo piazzale, sperando che il cinese non si faccia più vivo.
non trascorre nemmeno un minuto ed ecco riapparire la station wagon.
mi passa avanti, lentamente, vedo che mi fissa, quasi una sfida.
e va a parcheggiarsi un paio di file oltre a me, una 15 di metri, proprio di fronte, solo qualche cespuglio rinsecchito di oleandro si frappone sulla nostra retta... niente che ci impedisca di guardarci bene.
resto immobile e continuo a fumare, scuotendo la cenere fuori dal finestrino.
perché si è messo li ? ha sicuramente capito che non mi interessa.
mi sfida davvero ? vuole infastidirmi ? vuole provocarmi ?
mentre mi pongo queste domande lo vedo aprire lo sportello e scendere dall'auto.
ha la corporatura tipica asiatica. bassino, piuttosto snello, capelli a spazzola nerissimi.
in una parola sola... insignificante.
mi guarda e si mette le mani sui fianchi.
la tentazione di uscire e di fare altrettanto per simulare una lotta fra galli è tanta, ma ci ripenso subito appena vedo il lampeggio dei fari di un'auto in avvicinamento.
il tipo orientale rientra svelto in macchina e sbatte lo sportello.
ma non se ne va.
nel piazzale arriva una macchina della vigilanza notturna, sono tutti abituatissimi ai "nostri" traffici notturni, non ci infastidiscono e non li infastidiamo; accosta da una parte, controlla un cancello, lascia un bigliettino e se ne va.
appena rimaniamo soli il cinese scende di nuovo dalla macchina e mi guarda sfacciatamente.
si appoggia allo sportello e si tira fuori l'uccello, iniziando a masturbarsi.
da questa distanza, di profilo e con la mano che lo copre non posso giudicarne le dimensioni, ma non sembra tanto piccolo.
passano un paio di minuti in cui tutto sembra immobile.
tutto tranne la sua mano che sale e scende ritmicamente scivolando sul suo membro.
non riesco ad andarmene.
questo cazzo di cinese senza speranze ha fatto la cosa giusta: ha stimolato la mia maialaggine, ha capito che amo il cazzo e che una situazione del genere mi eccita e mi attrae.
è chiaro che se davvero non fossi interessato me ne sarei già andato, e lui lo sa.
mentre continua a segarsi si volta e mi si para proprio di fronte, poi smette e alza le mani.
in mezzo alle gambe svetta un cazzone grosso e lungo, dritto a puntare il cielo stellato.
un gran cazzo, davvero, anche a questa distanza.
non riesco più a fumare.
getto la cicca dal finestrino.
lui mi guarda serio, poi allunga la mano e si scappella.
no i cinesi non mi piacciono... ma io voglio quell'uccello.
scendo dall'auto. lo guardo. mi guarda.
ancora si scappella il suo magnifico manganello.
giro intorno alla macchina e mi sposto di fianco alla ruota posteriore destra, in ombra.
mi inginocchio in silenzio.
un lampo di sorpresa nei suoi occhi. sicuramente aveva intuito il mio interesse... ma certo non si aspettava che mi offrissi in questo modo.
con i pantaloni a mezza coscia corre goffamente verso di me mentre mi riparo un po' dietro l'auto.
arriva e subito mi punta la sua mazza verso le labbra.
apro la bocca e lo infila tutto.
è grosso. è durissimo.
alla faccia di tutti i luoghi comuni sugli orientali quello che ho appoggiato sulla lingua è un signor cazzone, largo e squadrato, rigidissimo.
allungo le mani e lo prendo per i fianchi. ha la pelle liscia e morbida... forse in un'altra situazione non mi sarebbe piaciuta, ma adesso la trovo meravigliosa.
inizio a pomparlo piano, lo faccio scivolare fra le labbra e mi godo il suo vigore pulsante, sento i brividi salire dalle sue palle, trasmettersi all'uccello fino a raggiungere la mia gola e la mia spina dorsale.
l'orientale si alza la maglietta, come un invito a toccarlo.
lascio scivolare le mani... ha il corpo di un ragazzino, liscio e tonico.
mi prende la testa fra le mani e mi fa guardare in alto. ci guardiamo negli occhi. è serissimo. non è giovane come sembrerebbe dal corpo, ha almeno 40 anni. per due secondi infiniti ci fissiamo, poi mi gira di nuovo la testa e mi spinge verso i coglioni.
allungo la lingua e inizio a leccargli le palle, soffermandosi negli spazi angusti fra l'attaccatura della coscia e l'inguine.
mugola appena ma non si lascia sfuggire nemmeno una parola.
lecco avido mentre lui mi spinge la testa puntandola verso lo scroto.
capisco che vuole che gli lecchi il culo ma non mi va, voglio la sua minchia gialla.
mi divincolo e gli imbocco tutto il cazzo, massaggiandolo con la lingua e inspirando con il naso.
le sue mani tornano a poggiarsi sulla mia testa e iniziano a massaggiarmi i capelli.
le sue carezze si fanno sempre più pesanti ed insistenti... e mi ritrovo spinto a pompare la sua fantastica cappella viola dritta nella mia gola, a puntellare l'ugola.
mi abbandono alla sua stretta forte e mi lascio fottere in bocca, completamente succube; d'altra parte mi sono offerto a lui inginocchiandomi... è normale che sia così sottomesso.
il cinese mi chiava furiosamente la trachea per un bel pezzo.
dalla mia posizione riesco a capire che un paio di macchine ci passano accanto, rallentano e proseguono. io non riesco a vederli ma sono sicuro che loro hanno visto tutto.
sento una grossa spinta e mi ritrovo il suo uccello piantato fino alle palle.
mi tiene fermo. bloccato in una morsa d'acciaio.
con tutto il suo uccello in gola.
si stacca e fa un passo indietro facendomi segno, a gesti, di alzarmi e voltarmi.
"serve il preservativo" gli dico
mi guarda senza dire nulla e tenta di farmi voltare.
resisto
"il preservativo"
mi guarda in silenzio. sembra non capire.
tiro fuori un profilattico dalla tasca dei jeans.
"un preservativo... questo"
faccio per aprire l'involucro ma me lo strappa di mano, apre la confezione.
prima lo srotola completamente, poi lo allarga più che può con le dita e lo fa scivolare sul cazzo, non senza difficoltà.
di nuovo mi spinge a girarmi e mi fa appoggiare al retro della mia auto.
sarà la sorpresa, sarà l'eccitazione, sarà che sono davvero una troia e non vedo l'ora di farmi squartare da questo stupendo cazzone orientale, non penso nemmeno per un attimo a prendere il lubrificante o ad insalivarmi il culo.
mi prende per i fianchi, appoggia la cappella e inizia a spingere.
ruota quasi impercettibilmente il bacino mentre esercita una pressione crescente sul mio buchetto.
piano piano la sua cappella dischiude il mio sfintere e su fa strada nella mia carne.
ogni singolo atomo della mia pelle freme ed entra in risonanza con questa strana sensazione di infinito piacere, di attesa, di eternità. la cappella è tutta dentro ed è come se nei miei lombi scoppiasse qualcosa e la deflagrazione si allargasse fino a raggiungere le mie estremità.
continua a roteare e spingere, continua a scivolarmi dentro, dolcemente, delicatamente.
è grosso, lo so. è duro, lo sento... ma avanza senza difficoltà regalandomi solo piacere.
arriva ad infilarmi metà uccello senza mai lasciare i miei fianchi, senza mai farmi staccare dal portellone posteriore.
si ferma qualche secondo.
nell'orgia dei sensi mi rendo conto che sto scopando con il primo cinese della mia vita, che ha un gran bel cazzo e che sta per...

un colpo.
rapido. potente.
un colpo, uno solo.
è stato come uno strappo, come un velo che si lacera, come ponte che crolla, come un cazzotto in piena faccia all'improvviso.
il suo maestoso cazzone giallo tutto dentro di me.
le sue palle piantate a sbattere contro le mie.
un bruciore interno fortissimo, un dolore interno devastante.
trattengo a stento un grido mentre con il corpo mi tiene completamente attaccato alla macchina.
fa male... ma è stupendo.
fa male... ma in qualche modo l'idea che a farmi soffrire sia questo cazzone di marmo mi fa godere. in testa.
il cinese non sembra preoccuparsi troppo delle mie condizioni e dopo una pausa di un istante prende a scoparmi forte.
il movimento intensifica il dolore... ma non cancella il mio godimento per essere qui, fottuto brutalmente dal mio primo orientale, costretto e schiacciato contro la fredda carrozzeria della mia auto.
il giallo mi chiava con forza oscillando coi fianchi e infilzandomi con il suo enorme arpione caldo.
lentamente in mezzo al dolore si fa strada un VERO piacere fisico. un vero godimento.
il bruciore si trasforma in un calore avvolgente che defluisce dai miei fianchi.
ad ogni spinta sento aumentare le vertigini... il piacere sale.
sto godendo.
il cazzo duro mi sbatte contro la lamiera impolverata della macchina sporcandosi, e io sto godendo.
riesco a sollevare un po' il collo e ad inarcare la schiena.
sposto il bacino per accoglierlo meglio.
continua a sbattermi con forza probabilmente ringalluzzito dalla mia disponibilità e aumenta la foga.
dentro e fuori... veloce e profondo, la sua verga mi sfonda e fa esplodere di fregola.
dentro e fuori... mi attraversa il culo con forza e autorità, mi allarga e mi possiede.
nella mia testa rivedo tutto l'incontro: lui che se lo scappella nel parcheggio, lui che me lo affonda in gola spingendomi la testa, lui che lo spinge tutto dentro squarciandomi il buco.
il suo cazzo giallo non si ferma e procede nello sfondamento.
è vero... sono stato io ad offrirmi completamente a lui... ma è lui ad avere il controllo, è lui a comandare, è lui a possedermi.
la sua presa sui miei fianchi si fa più forte... potrei sentire quasi dolore se non fossi completamente travolto dal godimento.
sta per sborrare... lo capisco dalle sue mani... e dal suo respiro, sempre più corto.
sempre senza dire una parola il cinese rompe il silenzio con un mezzo gemito e un mezzo grido... prosegue a fottermi ma capisco che sta schizzando da come respira.
sta sborrando, ne sono sicuro, ma non smette di penetrarmi e non sembra nemmeno voler rallentare.
dentro e fuori... il suo uccellone continua a dilaniarmi la carne e a mandarmi fuori di testa.
non so per quanto è andato avanti... ho perso la cognizione del tempo già da un pezzo.
si ferma, e in un istante tira fuori l'uccello.
sento che si toglie il preservativo ma non mi muovo e resto attaccato alla macchina esausto, fino a che non mi prende per i capelli e mi butta di nuovo a terra.
il suo uccellone è ancora quasi completamente eretto ed è ricoperto da un sottile strato di sborra rappresa.
non c'è bisogno di spiegarmi niente, apro la bocca e tiro fuori la lingua; inizio ripulendo intorno alla cappella, la faccio scorrere lungo l'asta e risucchio le gocce di seme finite sui testicoli... ma evidentemente non basta:
mi prende la testa per le orecchie e mi affonda tutto il cazzo in bocca.
non so se la sbroda orientale è davvero diversa, non so se in questo momento tutto mi sembra perfetto e delizioso perché sto ancora godendo per il mio culetto in fiamme... quello che posso dire è che nessun nettare mi è mai parso così buono e gustoso.
lecco e aspiro per un minuto buono, fino a che non lo tira fuori e in un battibaleno si è già rivestito e attraversa il piazzale per tornare alla sua auto.
mi alzo, mi pulisco la bocca e risalgo nella mia macchina.

continuo a pensare che il giallo non sia il mio colore, ma devo ammettere che addosso mi sta benissimo.
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