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orge

pioggia al parco


di santoBEVITORE
29.10.2011    |    12.160    |    5 9.4
"Gran bel cazzo quello: largo e lungo, con la cappella tonda e scura, era già duro e sembrava già sul punto di schizzare..."
qualche giorno fa sono tornato al parco.
erano mesi che non ci mettevo piede… da marzo, mi sembra.
indubbiamente ho vissuto momenti bellissimi al riparo di quei cespugli… e se quegli alberi potessero parlare racconterebbero storie di grandi scopate e infiniti orgasmi; di fatto per un lungo periodo una serie di circostanze lavorative e personali mi hanno impedito di frequentare la zona… e di goderne.
fino a lunedì scorso.
malgrado il meteo prevedesse maltempo ho deciso di approfittare di un pomeriggio di libertà e mi sono deciso a tornare al parco… e fanculo se il cielo traboccava di nuvoloni neri e gravidi di pioggia.
quando sono arrivato c'era solo un'altra auto nel parcheggio. ne ho visto uscire un signore piuttosto maturo, sui 55 / 60 anni, tarchiato, calvo, con un bel paio di baffi sale e pepe folli e ribelli.
non l'avevo mai visto prima di allora.
ho parcheggiato lentamente per osservarlo con attenzione, fino a che l'ho visto sbattere la portiera ed addentrarsi nella boscaglia.
intorno non c'era nessuno.
l'ho seguito.
mantenendo una certa distanza l'ho visto prendere il vialetto più in basso, quello che scende verso il fiume.
Non si è mai voltato, ma sapeva perfettamente che lo stavo seguendo.

Ha oltrepassato l'ultimo gruppo di felci selvatiche e si è avvicinato alle panca di legno posta al centro di uno spiazzo, sotto ai pini; io ho finto di perdere tempo cercando una sigaretta, per vedere cosa avrebbe fatto.
una volta arrivato alla panca lo sconosciuto si è voltato a guardarmi, poi si è voltato e si è avvicinato a un cespuglio, pisciando… o fingendo di pisciare.
mi sono avvicinato simulando disinteresse, guardando il fiume. l'ho oltrepassato di qualche passo, poi ho invertito la direzione e sono tornato sui miei passi.
mi si è presentata davanti una visione di 3/4 dello zietto impegnato a menarsi lentamente l'uccello, ancora moscio.
mi ha guardato, l'ho guardato, gli ho puntato l'uccello poi sono tornato a fissarlo.
mi sono avvicinato e gliel'ho preso in mano.
"guarda che ci metto tanto a diventare duro…ho una certa età"
la sua voce roca sembrava più una sfida che una giustificazione… e io non resisto alle sfide.
mi sono inginocchiato, gli ho abbassato alle ginocchia i pantaloni e le mutande, ho iniziato a leccarlo lentamente.
malgrado le sentissi mugolare di piacere l'uccello sembrava morto, o perlomeno addormentato.
ho aperto la bocca, l'ho strizzato con 2 dita alla base e l'ho accolto tutto poggiandolo sopra alla lingua.
l'ho fatto scorrere avanti e indietro per un po'… senza ottenere risultati. nonostante il trattamento il glande era ancora completamente ricoperto dal lungo prepuzio, strizzato in quel lembo di pelle.
l'ho scappellato con delicatezza, e mi sono accorto che anche se all'aspetto sembrava pulito in realtà era leggermente appiccicaticcio.
ho passato la lingua sotto alla cappella, ho pulito devotamente tutto quanto, poi mi sono dedicato all'asta.
mi è parso di sentire un fremito percorrere quel lembo di carne molle… ma nulla di veramente percettibile.
di nuovo l'ho fatto scivolare fra le labbra.
avanti e indietro, avanti e indietro, la mia lingua mulinellava senza sosta sul suo cazzo mentre con una mano gli accarezzavo i testicoli e con l'altra gli muovevo il bacino per assecondare la mia pompata.
molto lentamente ho sentito il suo uccello aumentare di volume, allungarsi e distendersi… iniziava a diventare barzotto.
poi un tuono.
vicino. molto vicino.
non intendevo gettare al vento il risultato ottenuto e ho continuato a pompare.
senza smettere di gemere l'uomo in piedi mi ha messo le mani in testa, prima accarezzandomi i capelli, poi spingendom sul cazzo, come invitandomi a non fermarmi, a non interrompere la magia di quell'erezione imminente.
un altro tuono, più forte, poi ho sentito nettamente qualche goccia fresca cadere dal cielo.
no, non esiste, non posso lasciare un uomo con le palle piene senza dargli il giusto sfogo. non sono io. non è nella mia natura. non l'ho mai fatto… quindi ho continuato a pompare.
la mia ostinazione è stata premiata… e finalmente dopo 5 minuti buoni di pompino mi sono trovato in bocca un bell'uccello duro e dritto, con la cappella appuntita e la base ricoperta di un bel pelo rossiccio.
la pioggia ha cominciato a cadere con insistenza, in pochi secondi le gocce si sono moltiplicate a dismisura bagnando ogni cosa… anche noi due… ma non potevo staccarmi da quella minchia. non potevo e NON VOLEVO!
dispostissimo ad infradiciarmi pur di portare all'orgasmo il mio accompagnatore, ho preso a spingermelo in gola fin quasi a soffocare e contemporaneamente lo segavo con una mano, mentre con l'altra mi toglievo ritmicamente la pioggia dagli occhi.
c'è stato un rumore, come di un ramo spezzato, poi da un cespuglio alla mia sinistra ho visto uscire un uomo, era Aldo, un operaio 45enne che avevo già spompinato diverse volte li al parco, con in mano un ombrello chiuso; senza dire una parola si è avvicinato, si è tirato su il cappuccio dell'impermeabile, ha aperto l'ombrello e l'ha messo sopra la mia testa, riparandomi dalla pioggia.
rinvigorito da quel gesto fortunato ho aumentato il ritmo e ho succhiato e risucchiato il batacchio che avevo in gola.
sotto la pioggia, sovrastato dal rumore dei tuoni, ho scorto del movimento sotto l'impermeabile di Aldo e ho intuito che dopo aver fatto schizzare il primo avrei dovuto occuparmi anche di lui.
lo sconosciuto mi spingeva la testa con entrambe le mani, sempre più forte, sempre più veloce, mentre Aldo osservava e gli sussurrava "è bravo lui… è davvero bravo"

"ooooooooh!"
la lingua mi ha trasmesso la contrazione di quel cazzo ormai al limite, ho visto il suo ventre contrarsi… e in un attimo tutto il mondo era liquido.
la pioggia, la sua sborra calda, ma anche io, Aldo, gli alberi… eravamo tutti fusi in un microcosmo fluido e turbinante.
ho aspettato che gli spruzzi terminassero, ho ingoiato tutto e gli ho pompato ancora il cazzo, fino a che non mi sono accorto che anche Aldo l'aveva tirato fuori e adesso me l'offriva già svettante e scappellato.
ho lasciato il primo uccello e ho imboccato il nuovo giunto, riempiendomi di nuovo la bocca con un bel cazzo, a rimestare nella sborra del precedente amante.
si sono passati di nuovo l'ombrello, il primo se n'è andato ed io ho continuato a succhiare.
so cosa piace ad Aldo, l'ho scoperto nel primo incontro, quindi mi sono bagnato l'indice e senza smettere di sbocchinarlo ho preso a titillargli il culo con la prima falange.
godeva il mio bell'operaio, godeva col cazzo e godeva col culo… sono sceso a leccargli le palle, poi ancora l'asta… e via, di nuovo in gola.
tremava sulle ginocchia, a malapena riusciva a tenermi l'ombrello sulla testa… annaspava cercando di raggiungere la panchina per potersi appoggiare.
dal vialetto ci è giunto in soccorso un nuovo arrivo.
anche questa era una faccia nuova.
non aveva più di 33 / 35 anni, snello, un bel naso importante, stava sotto alla pioggia, bagnato fradicio, e si accarezzava il gonfiore sotto ai pantaloni.
Aldo ha approfittato di quell'attimo di sospensione dovuto all'arrivo del ragazzo e si è seduto sulla panchina bagnata, offrendomi di nuovo il suo cazzo da leccare.
ho annuito al giovane, tacitamente gli ho promesso che sarebbe arrivato il suo turno, e mi sono di nuovo piegato sull'operaio.
la dinamica si è ripetuta: io succhiavo, uno godeva e l'altro teneva l'ombrello a ripararmi, aspettando una ricompensa.
sborra tanto il mio amico, lo so, ogni volta sono fiumi di latte caldo che esplodono dalla sua cappella… e quella volta non fu da meno!
gli ho affondato tutto l'indice in culo
"si… siiiiii… siiiiiiiiiiiiiiiiii!"
pompavo e ingoiavo senza fermarmi, deciso a svuotarlo completamente e a ringraziarlo per quella copertura provvidenziale.
ha schizzato tutta la sua crema, ha aspettato che buttassi tutto giù poi mi ha accarezzato i capelli, si è alzato e ha invitato il ragazzo a prendere il suo posto sulla panchina.

gli ho estratto il cazzo dai jeans fradici, e ancora una volta ho avuto conferma che un naso pronunciato spesso rivela una fava ragguardevole.
gran bel cazzo quello: largo e lungo, con la cappella tonda e scura, era già duro e sembrava già sul punto di schizzare.
non volevo farlo durare troppo poco, quindi mi sono messo a leccarlo piano, alla radice, tutto intorno all'uccello… ma evidentemente lui aveva un progetto diverso, mi ha preso la testa fra le mani e me l'ha puntata sul cazzo.
sapevo che sarebbe durato poco ma… come posso impedire a un bel cazzone di sborrare se è arrivato il suo momento?
l'ho affondato in gola 3 o 4 volte
"sborro!"
per la terza volta in pochi minuti il mio palato ha raccolto il getto di sperma appena munto, la mia lingua ha carezzato la cappella, la mia gola ha aspirato tutto quanto.
ci siamo ricomposti e ci siamo accordati per tornare tutti e 3 insieme al parcheggio, dividendoci alla menopeggio l'ombrello.
a metà del sentiero di ritorno ho notato un signore sotto a un'albero, strizzato in un giaccone impermeabile di tipo militare.
ho guardato Aldo senza aprire bocca, poi ho guardato l'altro. con un tacito accordo ci siamo mossi verso l'albero.
stupito, l'uomo non capiva cosa volesse da lui quello strano gruppo composto da due uomini zuppi di pioggia e uno appena un po' bagnato, ma quando gli ho appoggiato la mano sulla patta mi ha lasciato fare
"stai tranquillo… pensa a tutto lui" ha detto l'operaio
"è bravissimo… è una troia… beve tutto" ha aggiunto il secondo.
sono bastati pochi secondi e pochi colpi di lingua e la sua fava si è ingrossata fra le mie labbra.
"ooooh!"
quanta meraviglia nei sussurri dell'ultimo cazzone.
Aldo mi spingeva la nuca invitandomi ad affondarmi quel cazzo in bocca, "vai… vai che bevi ancora… vai"
come un moderno motivatore mi spingeva fisicamente e mi incitava emotivamente a spremere le palle dell'ultimo arrivato.


3 uomini in piedi, appoggiati a un albero, ed io in ginocchio, con la bocca spalancata e una verga dura piantata nella trachea.
ho alzato lo sguardo e ho visto la bocca dello spompinato aprirsi… il rumore incessante della pioggia copriva tutto ma non serviva amplificazione per capire che stava per eruttare.
come sempre ho intensificato il risucchio e mi sono affondato quell'uccello in fondo alla gola.
pochi attimi di sublime attesa e poi l'esondazione.
tanto sperma ardente e denso… tanto da far concorrenza al mio amico… tanta sborra che ho bevuto senza smettere di succhiare.

quando mi sono rialzato (non senza fatica) ci siamo accorti che il temporale si era spostato… era rimasta solo una pioggerella leggera, quasi tiepida.
siamo corsi tutti verso al parcheggio e ci siamo rintanati nelle rispettive auto, senza salutarci.
solo Aldo prima di andarsene si è avvicinato e dal finestrino mi ha detto: "bentornato… "
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