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UNA FONTANELLA DI SBORRA (il mio angelo)


di santoBEVITORE
17.12.2012    |    15.615    |    9 8.5
"Non devo seguirlo, non devo farmi vedere impaziente, non devo fare nulla, solo aspettare, quando è il momento lui appare, mi guarda e innesca il meccanismo..."
non conosco il suo nome, io, nella mia testa, lo chiamo Angelo, perché il suo viso, i suoi occhi, i suoi riccioli (neri anziché biondi), mi hanno fatto pensare ad un cherubino fin dalla prima volta che l'ho visto. è giovane, non arriverà a 30 anni, atletico senza essere palestrato, non troppo alto, schivo e silenzioso; in più di un anno che lo incontro (casualmente) nel solito locale l'ho visto raramente parlare con qualcuno. di solito sta per conto suo, gironzola per le sale, spesso si ferma a guardare i film porno. non sorride e non sembra interessarsi a niente.
non ci siamo mai parlati, mai, eppure fra di noi esiste una sorta di dialogo silenzioso, un canale di comunicazione che si è aperto improvvisamente 6 mesi fa... e da allora torna a cercarmi. non ci tocchiamo nemmeno, lui mi guarda e si infila in un camerino glory hole, aspetta che io entri in quello accanto e si abbassa i pantaloni. sempre così. sempre in silenzio. sempre bollente.
non devo seguirlo, non devo farmi vedere impaziente, non devo fare nulla, solo aspettare, quando è il momento lui appare, mi guarda e innesca il meccanismo.

stasera l'ho visto appoggiato al bancone del bar appena sono entrato, mi ha guardato attraversandomi con gli occhi, come se non mi vedesse, come se non fossi li, ho preso da bere e ho raggiunto i miei amici. una serata come tante. le ore sono passate, gli amici sono andati... e nel locale siamo rimasti in pochi.

stavo gironzolando per i corridoi finché Angelo non è apparso, con il suo solito sguardo disinteressato e glaciale; un attimo... e si è chiuso dentro a un camerino. come da programma sono entrato in quello accanto e mi sono inginocchiato davanti al buco nel divisorio.
l'ho visto sbottonarsi lentamente i jeans, accarezzarsi languido il pacco sotto agli slip, poi si è acceso una sigaretta. il mio angelo vuole sentirsi desiderato, vuole sentire la mia voglia... il mio bisogno di farlo godere. apro la bocca e spingo la lingua nel glory hole muovendola piano. passano alcuni secondi e non succede niente, tolgo la lingua e torno a guardare dal buco: ha abbassato le mutande e si scappella lentamente l'uccello ancora moscio. ogni tanto lancia un'occhiata verso di me, un istante, una frazione di secondo, poi torna a scappellarsi.
appoggio ancora la bocca al buco e sospiro.
aspetto.
Angelo fuma e si accarezza distratto... i minuti passano ed io resto in ginocchio, so che ne vale la pena.
finalmente finisce la sigaretta, la getta per terra e la schiaccia con la scarpa, poi, quasi al rallentatore, si avvicina al divisorio, ma non troppo.
è li, davanti a me, posso sentire il suo odore, posso vedere il suo prepuzio che copre e scopre la sua cappella ancora morbida... ma non si avvicina.
ora tocca a me.
spingo la lingua il più possibile nel glory hole, gemo e ansimo, gratto sul divisorio di legno... protendo tutto me stesso e la mia voglia irrefrenabile verso quell'inguine giovane e caldo... fino a che sento che sfiora quasi impercettibilmente la cappella contro la punta della mia lingua. è come benzina sul fuoco... i miei neurotrasmettitori già carichi diventano incandescenti... ho bisogno di quel cazzo!
Angelo si diverte nel suo sadismo, si avvicina di pochi centimetri, lascia che la mia lingua accarezzi per pochi istanti il suo glande e poi si ritrae godendo della mia bramosia e del mio desiderio, torna ad avvicinarsi, mi concede due laccate e retrocede ancora.
piano, molto piano, mi elargosce qualche centimetro fino a che riesco ad accogliere fra le labbra tutta la cappella che inizia a fremere. lo conosco, non è il tipo che diventa duro rapidamente, ci vorrà del tempo, ma io non ho fretta e so che alla fine sarò ricompensato.
poco alla volta si ritrae sempre di meno. spinge il bacino verso di me, ma mai fino in fondo, mi permette di leccarlo e succhiarlo un po', poi fa un passo indietro e si gode la mia lingua umida che ruota e che lo supplica di avvicinarsi.
passano i minuti, le ginocchia dovrebbero farmi male ma non sento nient'altro che la mia bocca.
e poi... senza fretta... scivola completamente nella mia gola.
l'uccello è appena barzotto e se ne sta immobile sulla mia lingua. non mi muovo, l'accolgo in me e basta. so che è lui a condurre il gioco.
il mio giovane cherubino inizia a ondeggiare avanti e indietro, scivola fra le mie labbra senza urgenza, io avvolgo le labbra attorno al suo pene che piano piano si indurisce, ad ogni spinta conquista vigore e rigidità. ogni tanto, senza un ritmo preciso, si abbandona completamente nella mia gola, si spinge fino in fondo, sento il suo corpo schiacciato contro il legno, resta immobile lasciando che la mia lingua accarezzi la sua asta sempre più gonfia, poi riprende a muoversi.
il suo cazzo è duro adesso, sento pulsare le sue vene, e anche i suoi movimenti sono più rapidi, dentro e fuori, avanti e indietro, senza oscillazioni, come un metronomo, con infinita precisione, ha il completo controllo della mia bocca e del mio cavo orale, non devo precederlo nel movimento... devo solo assecondarlo accogliendo ogni sua spinta, accompagnandolo dentro di me. mi godo il suo vigore ed il suo sapore di maschio.
è magnifico.
allargo la bocca più che posso per invitarlo a fottermi la gola fino in fondo, ma Angelo tira fuori il cazzo e torna ad offrirmi solo la punta della cappella da leccare. avverte perfettamente la mia sofferenza, la mia libidine travolgente, il mio bisogno totale e assoluto di sentire la sua verga che mi penetra, che mi comanda, che vibra per me.
si masturba, il mio adorabile stronzo, si mena l'uccello e mi concede giusto la cima del glande che tento di raggiungere come se potessi infilarmi completamente nel buco della parete. da quanto tempo sono in ginocchio? non lo so e non mi importa. sono dove devo essere e faccio quello che sono nato per fare: la troia.
qualcosa scatta, è un attimo, Angelo scatta in avanti e prende a scoparmi in bocca rapido e brutale, affonda la sua mazza e la toglie, affonda e la toglie, sbatte sul divisorio e sulle mie labbra che schioccano ogni volta che lo tira fuori... slurp, il suono del mio risucchio riempie i nostri camerini e si fonde all'eccitazione e al caldo che aumenta di secondo in secondo.
il suo minchione è al massimo, grande, duro, pulsante... sento che è vicino all'orgasmo, sento che sta per esplodere e...
il bastardo fa un passo indietro e non riesco a trattenere un gemito disperato "nooooooooo!"
tutto il mio corpo, tutta la mia mente, tutto il mio essere è concentrato sulla punta della mia lingua che a stento sfiora la sua cappella d'acciaio... lo sento ansimare... ed ecco le prime gocce!
come una fontanella di latte caldo il suo uccello inizia a secernere sbroda che cola direttamente sulla mia lingua.
sborra il mio angelo, sborra godendosi la visione dei suoi schizzi che piovono nella mia bocca, godendosi la mia voracità, godendosi la mia sofferenza che è al tempo stesso gratitudine, godendosi le mie labbra che aspirano e risucchiano tutto il suo nettare senza smettere di protendere la lingua e di accarezzargli la cappella bagnata.
sborra tanto il mio angelo... tanti spruzzi e tanto sperma bollente che goccia a goccia mi scende in gola... e finalmente torna a spingere il bacino verso di me e spinge il suo minchione di marmo nella mia bocca. non si può descrivere il suo sapore virile e selvaggio, non si può descrivere il piacere immenso che provo nel avviluppare questo cazzo magnifico sporco di sborra e nel ripulirlo voluttuosamente e traboccante di bramosia. Angelo scivola sempre più lentamente sulla mia lingua fino a che sento il suo uccello sgonfiarsi. arretra, mi offre le ultime gocce da leccare... ed è tutto finito.
resto appoggiato al glory hole, nella penombra la vedo rivestirsi, afferrare la maniglia ed uscire, mentre io lascio mulinellare la mia lingua sul palato godendomi le ultime tracce del suo sapore.
per questa volta è finita... ma so che quella fontanella ha ancora tanto latte da offrirmi.
non ho fretta.

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