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Gay & Bisex

i 40 anni di lucilla... 3 bei ragali tutti per me


di santoBEVITORE
17.10.2012    |    9.595    |    5 9.3
"Ogni tanto il capocameriere alza lo sguardo su di me, senza espressione, senza lasciar trasparire niente..."
Lucilla compie 40 anni e le abbiamo organizzato una festa grandiosa.

la saletta per l'aperitivo è ricolma di persone (quasi 100 invitati), tutti eleganti, tutti sorridenti, tutti in attesa della festeggiata. mi guardo intorno... sono poche le persone che conosco, una decina di amiche (e relativi fidanzati) i suoi genitori, la vecchia nonna... pochi altri, perlopiù sono colleghi di lavoro e varie personalità locali (Lucilla si occupa di comunicazione e organizzazione eventi); al centro di un gruppetto particolarmente rumoroso scorgo anche il sindaco e un paio di assessori.
irrompe Veronica: eccola eccola !
i pochi sprovvisti corrono a riempire un calice.
Lucilla si affaccia appena nella stanza e tutti insieme solleviamo il bicchiere e gridiamo AUGURI !
è stupenda, coi capelli raccolti e un lungo abito da sera che le lascia scoperte le spalle.
il solito giro di saluti, baci e abbracci, qualche mazzo di fiori, molte foto.
mi volto verso Susanna, l'amica che mi ha fatto conoscere Lucilla e che mi ha chiesto di accompagnarla alla festa, visto che non ha un ragazzo.
la vedo bisbigliare qualcosa all'orecchio di un bel tipo, alto e distinto. sorridono, poi viene verso di me.
"si chiama Alessandro, è di firenze, carino vero?"
Susanna sa benissimo che ci piacciono tipi diversi... ma sto al gioco
"non male... un po' troppo snello per me"
Susanna non demorde: " ho visto che mi fissava e mi sono avvicinata, all'inizio era imbarazzato perché pensava che tu fossi il mio fidanzato, poi gli ho detto che sei gay e si è sciolto" e ride.
attaccare una polemica per spiegarle che preferirei essere io a parlare delle mie preferenze sessuali ed affettive mi pare fuori luogo... e poi sa benissimo che non ho nulla da nascondere e che sono tranquillo, quindi lascio stare, la prendo a braccetto e ci spostiamo nel salone del ricevimento.

la sala è grande e sovrastata da splendidi soffitti ad arco in pietra, impreziositi da grandi lampadari a goccia di cristallo,le tovaglie sono nei toni avorio e bordeaux con un pregevole centrotavola di fiori freschi. candele disseminate ovunque.
torno a guardarmi intorno, sono molti gli uomini interessanti con i quali potrei andare a letto... ma questo è un territorio off limits, non posso correre il rischio di scatenare un casino perché guardo troppo intensamente la persona sbagliata.

la cena prende il via fra ottimo cibo, chiacchiere tra commensali, applausi e risate. infiniti i brindisi in onore della festeggiata... tanto che a un certo punto, fra i primi e i secondi, mi alzo per andare in bagno a fare pipì.

anche i bagni sono lussuosi, grandi mattonelle marroni con ceramiche color crema e bellissimi specchi. il locale è deserto ed entro nel primo camerino chiudendo a chiave. mentre piscio sento qualcuno che tenta di aprire la porta... strano, il bagno era vuoto.
tiro lo sciacquone ed esco e mi imbatto in un bel 40enne con la barbetta che mi domanda: "sei tu andrea ?" (certo che sono io) "sono un amico di Alessandro..."
sembra impacciato, non capisco, gli domando "Alessandro chi?"
lui fissa il pavimento un istante poi "Alessandro, quello che prima parlava con la tua amica... Susanna vero?"
"si Susanna... ma mi spieghi..."
"senti me lo fai un pompino?"
semplice, diretto, preciso.
non c'è niente da discutere, non ci sono spiegazioni di nessun tipo da dare, o sì o no.
"sì"
apro di nuovo la porta del camerino e ce lo spingo dentro chiudendo alle mie spalle. vorrei guardarlo negli occhi ma è evidente che ha fatto uno sforzo per farmi quella richiesta ed è ancora un po' intimidito, quindi abbasso gli occhi sul pacco e prendo a slacciargli la cintura. la fibbia è complicata, armeggio senza concludere niente, lui allontana le mie mani e freneticamente si sgancia e si abbassa i pantaloni. il tessuto dei suoi slip azzurri è teso. è timido ma è anche arrapato... non sarà un pompino troppo lungo.
gli accarezzo il gonfiore e subito gli sfugge un piccolo gemito.
in silenzio lo guardo e mi poso una mano sulla bocca per fargli capire che non deve farsi sentire.
poi mi piego sulle ginocchia e mi trovo esattamente all'altezza del suo inguine e gli abbasso le mutande.
il cazzo è lungo e svettante, leggermente curvo a sinistra, con una bella cappella scoperta che punta in alto.
lo impugno e lo sego piano, mi avvicino e annuso il suo odore appena percettibile eppure così travolgente.
apro le bocca e l'appoggio appena sul suo glande, come se fosse un bacio, lui freme in un brivido... ma prima che possa reagire ulteriormente allargo la mandibola e mi lascio scivolare tutto il suo bel cazzo in gola. il tipo fa un gridolino e quasi crolla addosso alla parete ma si riprende subito.
se attaccassi a pomparlo ad un ritmo sostenuto sborrerebbe in 10 secondi, ma voglio farlo durare un po' di più... giusto un po'.
molto lentamente lo faccio scivolare indietro sulla lingua fino a che non resta che la cappella fra le mie labbra, aspiro più forte, ruoto con la lingua tutto attorno, sempre lentamente... e poi di nuovo tutto in gola in un soffio.
"oddio..." sento la sua voce flebile e lontanissima, come mormorata da un'altra dimensione. sempre più lentamente lo faccio scivolare fuori quasi del tutto e lo caccio brutalmente in gola per 3, 4 volte consecutive.
lui trema e ansima.
ok, è inutile tirarla troppo per le lunghe, questo maschietto con le palle piene ha un disperato bisogno di sborrare ed io sono qui per questo.
lo afferro per i fianchi e prendo a pomparlo velocemente, accompagnando il suo corpo affinché segua i movimento del mio collo e affondi ogni centimetro del suo bell'uccello di marmo nella mia gola. dentro e fuori... dentro e fuori... è sempre lo stesso pompino... e non è mai uguale.
amo questi momenti, amo sentirmi troia ed essere usato così, come uno sborratoio, amo il maschio sudato che ansima e amo sentire il cazzo che vibra e si indurisce sempre di più annunciando l'esplosione...
è un salto nel buio.
è fuoco.
"oddioooooo"
il piccolo lamento viene immediatamente spazzato via dal primo schizzo caldo e potente che sento sul palato, poi un altro e un altro ancora. schizzi forti, schizzi caldi... tanta sborra densa che mi riempie la bocca mentre continuo a pompare su e giù il suo manico d'acciaio. lui sbatte una mano furiosamente sulle piastrelle tanto che devo fermarlo bloccandolo alla parete.
mi immobilizzo con tutto il suo martello piantato in gola.
ingoio.
sibila appena "non fermarti"
ce n'è ancora. riprendo a pompare ritmicamente e sento subito altri zampilli caldi che si riversano in me. adesso è lui che si muove mentre io gli offro la mia bocca. gradualmente rallenta... ed io ingoio il resto.
un'ultima leccata per pulirlo e sono già in piedi.
lui è stravolto ma sorride
"accidenti, si vede davvero che ti piace il cazzo, nessuno mi ha mai spompinato così" mi sussurra mentre allunga una mano verso la carta igienica.
"non c'è niente che mi piaccia quanto inginocchiarmi e far sborrare un uomo" gli rispondo in un sibilo mentre apro la porta "aspetta un attimo ad uscire, ciao".
e torno al tavolo.

Susanna sta parlando animatamente con altre amiche.
"il roast beef si sta freddando"
"scusami, sono stato trattenuto in bagno per fare un pompino"
"ah ah ah ah ma dai, sei sempre a scherzare!"
Susanna sa che sono una discreta zoccola, ma come quasi ogni donna ha difficoltà a capire che per un uomo ogni momento è più che buono per una sborrata se si crea la situazione giusta... con la coda dell'occhio vedo lo sborratore tornare al suo posto. non insisto e continuo a mangiare.
e a bere.
sul tavolo abbondano le bottiglie di vino rosso, ottimo, corposo... ma ho scoperto un bianco fresco e fruttato che è una meraviglia al buffet, preferisco alzarmi ogni tanto, versarmi un bicchiere e tornare a tavola.
è durante uno di questi brevi pellegrinaggi che mi imbatto in Federico.
"bevi molto èh?"
la sua voce mi risveglia dalla "leggerezza alcolica" che ormai ha preso possesso del mio corpo e della mia mente; ha poco meno di 50 anni, massiccio ma non grasso, veste molto semplicemente e ha delle mani enormi.
"come scusa?"
mi sorride: "ho visto che ti sei alzato diverse volte per venire a bere... piacere, io sono Federico, Adriano è mio cognato"
il mio sguardo interrogativo non ha bisogno di parole: Adriano chi ?
"Adriano, l'amico di Alessandro... sono il marito di sua sorella"
lascio vagare lo sguardo sulla sala verso il tipo che ho appena spompinato (Adriano) e lo becco che guarda verso di noi, ma appena di accorge che lo sto guardando distoglie subito lo sguardo.
"si, lui" mi conferma Federico "piacere" e di nuovo allunga la sua manona verso la mia.
"piacere, sono Andrea"
"questo bianco è davvero ottimo" dice "va giù come fosse acqua... mi sa che presto dovrò andare a sfogarmi in bagno"
dice tutto questo senza smettere di guardarmi fisso negli occhi e sorridere, poi mi lascia la mano e si allontana.
torno a sedermi... ho capito bene?
arrivano gli arrosti... ma riesco solo a sbocconcellare... in attesa.

nemmeno due minuti e vedo Federico alzarsi, lanciare uno sguardo verso di me e dirigersi verso la toilette. sì, ho capito bene.
Susanna sta ballando, mi alzo e raggiungo di nuovo il bagno.

Federico è già dentro, lo vedo scrutarmi dalla porta socchiusa di un camerino.
entro.
ha già le mutande abbassate, ma il pene è ancora molle.
"mi hanno detto che ti piace tanto"
in silenzio mi abbasso e inspiro. ha un odore più forte di Adriano, più acre, più selvaggio.
con una mano sollevo il cazzo floscio e gli lecco lentamente le palle.
"bravo...." Federico mi guarda senza imbarazzo e mi appoggia una mano sulla testa, con confidenza. quant'è diverso da suo cognato!
salgo e inizio a leccarli l'uccello, fino ad arrivare alla cappella. una minuscola gocciolina fa capolina dall'uretra. la lecco avidamente.
"mmmmmmm"
schiudo le labbra e accolgo il membro in bocca. delicatamente faccio mulinare la lingua e lo massaggio, la reazione è immediata: si sta gonfiando.
la sua mano mi accarezza i capelli e mi obbliga dolcemente ad un movimento ondulatorio controllato, dentro e fuori... l'uovo di colombo del pompino.
in pochi secondi la sua mazza raggiunge completo vigore, è larga e dritta, anche la cappella è grossa e ora che è turgida fa un buffo rumore ogni volta che la estraggo dalle labbra.
Federico aumenta la pressione sulla mia testa e spinge l'uccello giù, nel mio profondo, a premere l'ugola. si muove e ruota il cazzo fra le mie labbra, mi scopa in bocca con passione. è bellissimo.
"mmmmm hai una bocca che è meglio di una fica..."
ormai entrambe le sue mani mi spingono la nuca e comandano completamente il mio pompino. la mia eccitazione galoppa e segue le pulsazioni del suo minchione tosto... sento l'asta attraversata da piccoli, intensi brividi; ci siamo quasi, lo sento.
"non fermarti, non fermarti!"
la mia testa e i suoi fianchi sono uniti in un unico, forsennato movimento.
ad ogni affondo sento i suoi palmi aumentare sempre di più la pressione e il suo bel cazzo, che ormai è una barra di acciaio, mi scava in gola senza sosta.
"oooooooh"
Federico si porta le mani davanti alla bocca e soffoca un grido mentre sento la sua sborra caldissima scivolarmi in gola. rallento il ritmo e mi godo i suoi fiotti caldi e saporiti, lecco e ingoio... lecco e ingoio.
fino all'ultima goccia, fino a che non sento che si è ammosciato di nuovo.
mi alzo e mi pulisco le labbra con il dorso della mano.
"wow... sei davvero fantastico... se fossimo in un altro posto mi piacerebbe scoparti, scommetto che hai il culo di burro"
"grazie... se vuoi il mio numero di telefono è XXXXXXXX"
lo segna sul cellulare e scappa via.
dopo un minuto anche io torno in sala.

sono tutti in piedi intorno al tavolo sovrastato da una torta enorme.
Lucilla è radiosa, ride come una bambina e impugna un grosso coltello.
qualcuno canta "tanti auguri a te", qualcun altro scatta delle foto, tutti si ammassano l'uno sull'altro, chi per vedere la festeggiata, chi per accaparrarsi le prime fette di dolce. nella confusione qualcuno mi sussurra all'orecchio "nella saletta accanto alla cucina, fra 5 minuti"
mi volto e vedo il capocameriere, un signore panciuto di almeno 55 anni in divisa di sala e guanti bianchi, non mi guarda, non sorride, sembra del tutto concentrato sul servizio... ma sono certo che è stato lui. mi guarda per meno di un secondo annuendo impercettibilmente, poi si sposta accanto a Lucilla e inizia a prendere i piatti.
torno al tavolo senza prendere niente, ma dopo pochi secondi ecco Susanna con una porzione enorme di dessert.
"hey... sei sempre in giro stasera"
borbotto una quasi scusa "sai... sto conoscendo un sacco di gente nuova, mi fai assaggiare? solo un boccone"
il pan di spagna è soffice e la crema è dolce... nella mia bocca si mischia tutto al sapore di Federico e del suo preziosissimo nettare.
scambio due battute senza togliere gli occhi dalla sala.
ogni tanto il capocameriere alza lo sguardo su di me, senza espressione, senza lasciar trasparire niente. lavora e basta.
quando tutti sembrano avere un piatto in mano lo vedo dire qualcosa ad un cameriere, poi si dirige verso la cucina.
"scusate" dico ai miei commensali "devo salutare un amico" e lo seguo.
arrivati alla cucina si volta, con un minimo movimento degli occhi mi fa capire che devo entrare nella stanza accanto, poi spinge l'altra porta e lo vedo perdersi nei vapori delle pentole.
è una stanzetta piccola, ma certo più grande di quei bugigattoli del bagno, ci sono bottiglie e scatoloni un po' ovunque, dev'essere un magazzino o qualcosa del genere.
mi siedo su una pila di scatole di vodka e aspetto.
passano due minuti... vorrei accendermi una sigaretta... ma non lo faccio.
in un attimo entra e chiude a chiave la porta alle sue spalle.
non dice nulla... non ha bisogno di dire nulla. se sono qui che lo aspetto è già chiaro che ha capito tutto. sicuramente ha notato il mio andrivieni dalla toilette e ha visto uscire quei due tutti trafelati.
ha fatto 1 + 1 e ha capito che sono una troia. e che non so dire di no al cazzo.
si avvicina senza aprire bocca, senza sorridere.
mi inginocchio senza togliergli gli occhi di dosso, ma lui ha un piano diverso.
mi prende per i capelli con forza... ma senza violenza, e mi fa alzare.
con un rapido movimento della braccia mi fa voltare, con facilità mi sbottona i pantaloni, poi posa una mano sui fianchi e una sulla spalle... e in un attimo sono piegato sugli scatoloni.
"metti il preservativo... " riesco a dire mentre ne estraggo uno dalle mie tasche.
resto con il braccio piegato all'indietro qualche secondo. nel silenzio più assoluto aspetto... finalmente lo impugna. sento che lo scarta.
sono gli istanti del mistero, quelli in cui sono travolto dall'eccitamento e mi domando come sarà il suo cazzo e come mi scoperà. non credo che sarà troppo delicato... non con un approccio come questo.
ci siamo, con le mani mi apre le natiche, sento che mi sputa sul buco, sento il cuore battermi forte nelle tempie.
appoggia la cappella e entra. entra e basta. non con forza, non con dolcezza, entra e si accomoda come se io fossi semplicemente l'astuccio del suo uccello, la custodia della sua virilità.
ha un cazzo spesso e durissimo, ma non ha nessuna difficoltà ad allargarmi il retto e ad infilarsi dentro di me. è un istante ma sembra durare mille anni.
e di colpo mi sento PIENO.
mi tiene stretto per i fianchi e inizia a muovere il bacino, roteando il suo uccello nel mio intestino.
"aaaaah" mi sfugge un gemito.
lo estrae completamente, poi lo infila tutto dentro, in un colpo, leggermente più vigoroso del primo.
lo estrae e lo ficca di nuovo, ancora più forte, ancora più a fondo.
per un attimo resta fermo dentro di me, poi mi stringe ancora di più i lombi ed inizia a trivellarmi con fluidità. non posso vederlo ma so che è un bel cazzo perché lo sento muovere e dilaniare la mia carne.
una sensazione stupenda va a sommarsi al godimento per i due pompini appena fatti. lo sento impetuoso e infoiato. godo e nella mia testa sento esplodere i fuochi d'artificio.
"sììì... dai... più forte..." non so trattenermi e glielo dico.
lo voglio, lo voglio ancora di più, lo voglio come un animale.
il capocameriere non si fa certo pregare; estrae l'uccello dal mio sfintere e ci sputa sopra di nuovo, un secondo ed eccolo di nuovo dentro di me.
potente. veloce. brutale.
"tieni... tieni... tieni"
ogni spinta è accompagnata dalle sue parole appena bisbigliate.
"ti spacco il culo... tieni..."
i suoi affondi sono magnifici, parabole perfette che mi spaccano in due e mi annebbiano la vista.
le scatole sotto di me si stanno accartocciando, ma non importa, voglio solo che questo bel maschio mi fotta e goda del mio corpo.
ancora, ancora... mi scopa senza sosta e ansima. ogni volta che cerco di inarcare la schiena mi spinge giù, per accogliere al massimo la sua mazza.
"... sbrodoooooooo!"
pochi colpi, molto forti. pochi affondi violenti e prolungati.
un orgasmo lungo e intenso. sublime.
in un solo movimento esce dal mio corpo e mi prende di nuovo per i capelli buttandomi a terra. si toglie il profilattico e avvicina il suo uccello sporco di sperma sotto al mio naso, finalmente posso vederlo.
grosso, largo, nodoso, coperto di vene gonfie e pulsanti.
e grondante.
lo accolgo in bocca e assaporo il suo seme maschio.
un miscuglio di odori indescrivibile, la sua sborra, il mio culo, l'odore del lattice... non saprei spiegare come... ma è bellissimo.
lo pulisco perfettamente fino a rimuovere le ultime gocce che ha sulle palle.
"basta così". categorico. si riveste.
mi alzo in piedi e cerco di sistemarmi i vestiti, lui si avvicina alla porta, apre:
"ci sai fare". ed esce.
la serata finisce in mezzo a nuovi brindisi e canti d'auguri.
poi i soliti saluti e finalmente vado verso il parcheggio.

appena salito in macchina do un'occhiata al cellulare e trovo un messaggio del mio nuovo amico Federico: "giovedì hai da fare?"



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