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Gay & Bisex

il meccanico e la revisione da pagare


di santoBEVITORE
27.10.2011    |    28.500    |    3 9.5
"Claudio non c'era, ma ho trovato Alfio, suo amico, il vero titolare dell'azienda..."
non ho un buon rapporto né con la meccanica né con la fisica.
per me la televisione si accende per magia... e tutto quello che so di automobili è che bisogna stare attenti alla spia della benzina per non restare a piedi.
più o meno.
hanno provato a spiegarmi la storia della compressione - combustione eccetera, hanno tentato anche di spiegarmi che ogni tot. km è necessario cambiare l'olio... ma dimentico quasi subito quello che mi raccontano.
questo spiega (almeno in parte) la faccia che ha fatto il meccanico quando ho portato la macchina a fare la revisione.
gli sono bastati pochi minuti per pronunciare il verdetto:
gomme lisce, freni da rifare completamente, un fanalino posteriore rotto... e qualcos'altro che non ho capito bene sulla "testata" e sul consumo dell'olio... l'equivalente di un paio di mesi di stipendio.
quando ha sparato la cifra mi sono appoggiato al cofano e ho alzato gli occhi al cielo; anche la mia faccia dev'essere stata estremamente chiara ed esplicativa. non potevo assolutamente permettermi una spesa di quel genere.
"se vuoi uscire da qui con la revisione a posto devi sistemare tutto, assolutamente, anche perché così com'è questa macchina è pericolosissima, il primo poliziotto che ti ferma te la sequestra e ti ritira la patente!"
rideva il disgraziato.
"è troppo… io non ho tutti questi soldi!"
"tutti questi interventi sono indispensabili… non posso farti uscire dall'officina in queste condizioni"
pronunciò quest'ultima frase come una cantilena, da bambino zelante, decisamente si stava burlando di me e delle mie ristrettezze economiche.
sono sbiancato in viso mentre scorrevo mentalmente la lista degli amici a cui avrei potuto chiedere un prestito… praticamente NESSUNO.
mi sono quasi accasciato a terra mormorando "accidenti… accidenti"
"vieni, ti offro un caffè e ne parliamo" mi ha preso per un braccio e mi ha trascinato davanti a una caffettiera elettrica sporca di polvere e di grasso.
c'era poco da discutere, non potevo permettermi nemmeno la metà di quella cifra. punto e basta.
"io… io…" balbettavo tentando di spiegargli la situazione.
"stai zitto e vieni, sediamoci" mi ha messo in mano un bicchierino bollente e mi ha condotto in uno stanzino sporco ed unto come la macchina del caffè. una piccola scrivania ingombra di carte, il computer in un angolo, un posacenere traboccante di cicche, l'immancabile calendario con tettona nuda appeso alla parete… l'ufficio era piccolo, senza finestre, con qualche ragnatela negli angoli.
le sedie però erano comode.
il meccanico mi guardava dritto negli occhi con un sorrisetto che ancora non riuscivo a decifrare.
"senti ti ringrazio del caffè ma davvero io…"
si è portato un dito davanti alla bocca:"zitto e bevi il caffè".
ho scosso la testa abbassando lo sguardo… ho soffiato sul bicchierino e ho trangugiato quella schifezza marrone in un sorso.
Lui invece l'ha sorseggiato… lentamente… lasciando vagare lo sguardo per tutto l'ufficio.
poi è tornato a posare lo sguardo su di me.
"un modo c'è…"
ha spinto un po' indietro la sedia e ha preso a sbottonarsi la tuta blu sporca di grasso, rivelando un torace massiccio e tornito, ricoperto da un' infinità di riccioli di pelo bruno, meravigliosi riccioli di pelo bruno, e un piercing al capezzolo destro.
"solo per cambiarti le gomme ti chiederei un pompino… con tutto quello che c'è da fare sulla tua auto… dovrai darti molto da fare per saldare il conto".
ha continuato a sbottonarsi fino a che non ha messo in mostra un paio di boxer bianchi, immacolati, già tesi dalla sua eccitazione.
mi sono avvicinato in silenzio, mi sono inginocchiato davanti alla sedia e ho preso ad accarezzargli il cazzo sotto alla tela delle mutande, senza togliere i miei occhi dai suoi occhi. ha allungato la mano e mi ha spinto la faccia sul pacco. ho preso a leccare e baciare quel rigonfiamento pulsante, e contemporaneamente gli accarezzavo il petto, sfioravo i riccioli, stuzzicavo i capezzoli. in pochi secondi ho visto apparire una chiazza umida all'altezza della cappella. evidentemente il mio bel meccanico aveva un'abbondante secrezione pre orgasmica.
"come ti chiami?" gli ho chiesto.
"Claudio"
"bhè caro claudio… direi che hai una grave perdita a questo condotto" e gli ho estratto il cazzo dalla tuta "qui c'è bisogno di un intervento d'urgenza…"
lo scappellato e gli ho ripulito il glande dalle prime gocce biancastre e gelatinose, prezioso succo di maschio concentrato. poi l'ho appoggiato in punta di labbra e l'ho fatto scivolare lentamente in bocca.
Claudio si è abbandonato sulla sedia e ha poggiato entrambe la mani sulla mia nuca, spingendomi ad accogliere completamente il batacchio in gola.
aveva un bel cazzo, non troppo largo ma decisamente lungo, curvo, durissimo.
ho pompato il suo bell'uccello assecondando il ritmo delle sue mani e del suo bacino… muovevo la lingua, pompavo e risucchiavo, affondavo la testa mentre gli accarezzavo le palle.
prima mi ha sfilato felpa e maglietta, poi ha allungato le mani verso la mia cintura: "vediamo cos'hai sotto al cofano".
mi sono alzato in piedi, ho abbassato i jeans e mi sono voltato, offrendogli la migliore prospettiva sulle mie natiche lisce e tonde. mi ha abbracciato da dietro, appoggiando la fava sullo spacco del mio sedere, facendola scorrere nell'avvallamento naturale.
ogni tanto appoggiava la cappella al buchetto, senza forzare, solo una leggera pressione… all'inizio, quasi come se il cazzo inciampasse e rimanesse accidentalmente preso dall'orifizio.. fino a che ho sentito una spinta più forte e ho avvertito chiaramente la cappella entrare dentro.
"fermati… il preservativo"
mi sono voltato, glielo ho messo, l'ho leccato bene per lubrificarlo, e sono tornato a dargli le spalle appoggiandomi al muro.
con infinita delicatezza, quasi al rallentatore, claudio ha posizionato la cappella al centro e ha iniziato a premere.
lentamente, inesorabilmente; ho sentito il suo uccello dischiudere il bocciolo del mio culo, allargarmi il retto ed entrare dentro di me. l'ho sentito farsi strada dolcemente, regalandomi un fremito interiore infinito per ogni centimetro di quel lungo bastone di carne.
era dentro di me.
tutto dentro di me.
"ti piace?" ha domandato.
"… sì"
in mezzo secondo ha estratto metà cazzo e l'ha riaffondato violentemente dentro di me. un colpo forte e secco.
"e ora?"
"…sì"
questa volta gli affondi sono stati 2. ugualmente violenti. dirompenti.
"ti piace ancora?"
mugolando e ansimando ho mormorato un "sì" tremolante.
mi ha spinto in avanti, mi ha preso per i fianchi e a ha preso a trombarmi. forte. veloce. brutale.
come una trivella alla ricerca del petrolio il suo cazzo scavava nel mio corpo, guadagnava centimetri e mi apriva in due.
"hai un culo che sembra una fica" ha grugnito "prima ti faccio la revisione a questo… poi pensiamo alla macchina"
continuava a scoparmi con forza facendomi sbattere contro la parete.
"prendilo… prendilo tutto… tutto… tutto"
come un mantra continuava a ripetere "tutto" e sprofondava la sua mazza nelle mie viscere.
sentivo il mio scopatore darsi da fare… ma volevo vederlo, guardare l'animale mentre mi sbatteva come una cagna.
"aspetta"
mi sono scostato facendolo uscire, ho lanciato un'occhiata significativa alla scrivania e in un istante ci è piombato sopra e l'ha sgombrata con una bracciata.
mi ha preso di peso e mi ha posto supino sul piano di formica, con le gambe in aria.
questa volta non ha usato delicatezza: si è sputato sul condom e ha spinto tutto il cazzone fra le mie chiappe.
che bello claudio mentre mi scopava.
vedevo il sudore imperlargli la fronte. ciuffi di capelli appiccicati alle tempie. le labbra increspate… e i suoi addominali che si contraevano ogni volta che tornava a pigiare quel suo lungo uccellone dentro di me.
si è accorto che lo stavo fissando
"ho capito subito che sei una troia… da come sei entrato in officina, e quando ho visto quelle riviste sul sedile posteriore ho avuto la conferma"
le riviste!!!
mi ero dimenticato di aver preso un paio di magazine gratuiti nel locale che frequento di solito; anche se in realtà ero interessato ad un paio di articoli sulle spiagge di Mykonos e sui locali della riviera, non potevo negare che in copertina ci fossero maschi muscolosi e seminudi in atteggiamenti ammiccanti.
l'ho sentito uscire dal mio corpo. ha gettato il preservativo in un angolo e mi ha fatto segno di avvicinarmi:
"leccalo ancora… ho visto che sei bravo"
ho percorso con la lingua dalle palle al frenulo.
poi tutto in gola. pompavo forsennatamente emulando la violenza della sua scopata. mi ha bloccato la testa con le mani. "calma. sono io che comando"
così dicendo mi ha dato il ritmo spingendomi la bocca contro il suo uccello e ritraendola, ritmicamente.
"devo dirtelo… sono lungo a venire"
l'ha estratto dalla mia bocca umido, me l'ha sbattuto in faccia, sulle guance, sulle labbra, sulla lingua.
"ne hai un altro?" ho estratto rapidamente un altro profilattico e gliel'ho messo.
"a pecora… sul pavimento"
mi sono messo a 4 zampe, offrendogli la mia schiena e le mie chiappe avide.
"resta li"
l'ho visto uscire dall'ufficio, con la tuta alle ginocchia, ho sentito qualche rumore, poi è rientrato impugnando un attrezzo cilindrico che non ho saputo riconoscere.
"è un estrattore" mi ha detto "ma nel tuo caso non voglio estrarre, voglio infilare"
ci ha sputato sopra, mi ha sputato sul culo, e me l'ha spinto nello sfintere.
il metallo era freddo. malgrado fosse arrotondato il diametro era notevole… e l'ho sentito forzare.
"stai fermo… è il mio lavoro"
Una piccola torsione del polso e ho sentito il buchetto cedere… e il tubo metallico è scivolato dentro di me.
ho sbuffato.
ha affondato ancora di più l'attrezzo.
"sei proprio una troia"
"adesso alzati senza farlo uscire… e sieditici sopra"
non ero sicuro di aver capito bene ma claudio mi ha preso per mano e mi ha accompagnato facendomi cambiare posizione.
"impalati da solo" ha detto.
dopo una prima esitazione ho appoggiato la base dell'estrattore al pavimento… ho piegato le ginocchia e l'ho accolto tutto dentro all'intestino.
claudio si è avvicinato in piedi e mi ha di nuovo ficcato il cazzo in bocca.
"ora pompa… e non smettere se non te lo dico io"
con il culo aperto da un tubo di metallo sporco di grasso ho accolto la sua bella fava fra le labbra.
ho fatto ruotare la lingua mentre aspiravo la mia saliva e le sue secrezioni.
ho assecondato i movimenti dei suoi fianchi e ho aperto a dismisura la bocca per farlo arrivare fino in gola.
"non ti fermare… non ti fermare"
il primo spruzzo è stato violento. l'ho sentito esplodere chiaramente, un getto che mi ha colpito il palato. poi un fiotto caldo e davvero abbondante mi ha pervaso tutta la bocca e ha preso a grondarmi in gola. dieci, cento, mille spruzzi, la mia immaginazione sublimava ed aumentava a dismisura la quantità dei suoi schizzi, come se mi stessi dissetando alla più pura delle sorgenti ho bevuto tutto.
quando ho finito di leccare e ripulirgli l'asta del cazzo ci siamo rivestiti.
"passa a riprendere la macchina domattina, il conto è saldato".

il giorno dopo sono tornato in officina.
claudio non c'era, ma ho trovato Alfio, suo amico, il vero titolare dell'azienda.
"sei andrea? è tuo questo catorcio?"
"si… claudio ha detto…."
"lo so cos'ha detto quella testa di cazzo… ma qui sono io che comando"
l'ha detto davvero, fissandomi con occhi gelidi.
poi l'ho visto tirare fuori dalla tasca l'estrattore e si è spalancato in un sorriso enorme incorniciato dalla sua barbetta brizzolata
"c'è da saldare una parte del conto… ma sono sicuro che un modo lo troviamo" e mi ha preso per mano spingendomi verso l'ufficio...




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