Gay & Bisex
Il tecnico di laboratorio
di nantucket71
11.01.2023 |
11.026 |
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"Mi fa sedere su una poltrona e gli spiego il mio disagio per la cannula..."
Seguito del racconro "La visita dall'urologo".Come avevo raccontato in precedenza, l'urologo dal quale ero in cura, è diventato uno scopamico abbastanza fisso. Diciamo che in base ai nostri impegni almeno volta ogni due mesi riuasciamo a vederci con grande soddisfazione di entrambi.
Purtroppo, però, alcuni esami clinici, in questi ultimi mesi, non sono risultati come speravo per cui, son dovuto tornare nel suo ambulatorio per un consulto. Non è stato, come potrete sperare, un occasione per fare sesso, ma solo un modo per affrontare il mio problema con uno specialista.
E poi, non sarei stato dell'umore di far niente, visto il mio stato d'animo di preoccupazione.
Mi ha fatto una ecografia dalla quale non risultava niente di sospetto e mi ha tranquillizzato in tutti i modi, ma visto il mio stato di ansia mi ha consigliato di fare una risonanza magnetica con contrasto, esame specifico accuratissimo, con il quale avremmo potuto toglierci ogni minimo dubbio.
MI ha fornito un elenco di strutture sia pubbliche che private, a lui gradite per la riconosciuta ottima professionalità dei medici.
Naturalmente siamo in Italia e tramite struttura pubblica il primo posto dispoonibile era il prossimo maggio 2023, per cui non ho avuto altra scelta che recarmi presso una delle strutture private consigliate, che mi danno appuntamento nel giro di una settimana con il medico radiologo segnalatomi dal mio urologo.
Già il sapere che avrei dovuto farmi infilare nel braccio una cannula per il contrasto, mi aveva gettato in uno stato di agitazione non da poco. Ebbene sì, son grande e grosso, ma non tollero gli aghi nel mio corpo.
Vengo chiamato all'interno del reparto di radiologia. Entro e mi accoglie un'infermiera che mi apre uno spogliatotio e mi fa spogliare e indossare un camice in tessuto non tessuto.
Mi fa sedere su una poltrona e gli spiego il mio disagio per la cannula. Mi tranquillizza e riesce ad inserirmela senza che percepisca alcunchè.... 10 e lode.
poi mi sposto nella stanza con la macchina della risonanza e mi accoglie il tecnico radiologo. Nonostante la mia ansia, riesco a guardarlo per bene mentre mi spiega come si svolgerà l'esame.
E' un bel ragazzo sui 30 anni, biondo, capelli a spazzola, alto sul metro e ottanta e anche se indossa un camicie, si vede che ha un fisico palestrato e gambe tornite che riempiono i pantaloni, da cui si capisce anche un bel sedere sodo.
Il pensare a lui mi distrae dal pensiero dell'esame. Gli dico che mi ha consigliato di recarmi da lui il mio urologo, di cui faccio il nome e capisco che si conoscono molto bene i due. con me è molto gentile e mi mette a mio agio e così l'esame trascorre senza intoppi per tutti i circa 40 minuti.
Finito l'esame, torna da me e stacca dalla cannula il tubicino del contrasto.
Mi parla di continuo per assicurarsi che stia bene e si premura, al posto dell'infermiera di togliermi la cannula, lasciandomi poi a rivestirmi.
Nel giro di mezz'ora ho la risposta, che è negativa per qualsiasi diagnosi infausta. Chiacchieriamo per qualche minuto e mi fa capire che conosce molto bene il mio urologo, anzi mi dice che lo ha chiamato per rassicurare anche lui sull'esito dell'esame, visto che lo aveva chiamato la mattina presto per assicurarsi che fosse lui a farlo.
"Certo che devi essere una persona speciale se il dott. xxxxxx si preoccupa così per te".
Io arrossisco e rispondo vago "si vede che a preso a cuore il mio caso. Ti dice sempre le cose come stanno e ti tranquillizza. non ti prende mai per il culo".
"Professionalmente è molto serio, ma nel privato è molto bravo a prendere per il culo le persone", mi risponde, ponendo l'accento sulla parola culo, come a voler insinuare qualcosa.
Ho la coda di paglia, penso tra me, ma che vuole insinuare questo qui.
Vengo a sapere che è fidanzato con progetto di matrimonio, non ha figli ed è un grande sportivo. Parliamo di sport e viene fuori che a entrambi piace giocare a tennis.
Nel giro di dieci minuti, stretta di mano, saluti e sono fuori dal radiologico.
Entro in macchina e apro la busta per leggere bene la risposta e assicurarmi che nessuno mi abbia mentito. Nonostante i termini medici specifici e difficili, capisco che non è stato riscontrato niente di anomalo se non una forte infiammazione.
Mentre son li che giro il foglio tra le mie mani, mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.
Il messaggio dice " ho fissato un campo da tennis domani sera alle 20. se è libero mmi piacerebbe tirare qualche palla con lei". Li per lì non capisco chi sia poi un sospetto mi assale e rispondo "ma con chi sto parlando? è un numero che non ho in rubrica".
"Sono il dott. xxxxxx, il radiologo, ho trovato il suo numero nella nostra banca dati e mi sono permesso di messaggiare per un match a tennis domani sera, se ne ha voglia".
Devo dire che la sopresa mi intrigava e visto quello che era successo con il mio urologo dentro di me cominciò a farsi strada l'idea che anche questo dottorino fosse più interessato alle mie rotondità che a quelle delle palle da tennis.
Accettai l'invito e mi premurai subito di avvertire mia moglie che la sera successiva sarei andato a giocare a tennis.
La sera successiva arrivai al club dove era fissato il nostro campo e lo trovai ad aspettarmi già bello vestito. Che dire, uno spettacolo. Quei pantaloncini grigi gli fasciavano gambe e sedere e il tessuto sembrava rompersi da un momento all'altro tanto era teso. In quella tenuta potei constatare che aveva anche un bel pacco, cosa che il giorno prima mi era sfuggita.
Sebbene non fisicato come lui e con qualche chilo e anno in più, gli detti parecchio filo da torcere e finita l'ora di gioco mi fece un sacco di complimenti.
Negli spogliatoi ebbi modo di vederlo spogliarsi e mettere in mostra un fisico molto possente. Quando, nudo, si avviò verso le docce, la sua camminata faceva esaltare due glutei di marmo perfettamente depilati. infatti, mentre gambe e torace erano ricoperti di una leggera peluria liscia, nella zona inguinale e tergale era perfettamente depilato.
Dovetti distogliere velocemente lo sguardo per non incorrere in una potente erezione. Sai che figura.
Mi misi distante da lui a fare la doccia e sebbene credesse che non mi accorgessi, ogni tanto volgeva lo sguardo nella mia direzione per verificare dove fossi.
Non accadde assolutamente niente, anche perchè gli spogliatoi erano un via vai di gente.
Arrivati alle macchine stavo per salutarlo e ringraziarlo per l'ottima ora di sport, quando, precedendo le mie parole mi invitò ad andare a bere qualcosa in un locale che conosceva. mi fece lasciare la macchina nel parcheggio e salii con lui. Arrivammo al locale, ma era chiuso e allora si offrì di andare da lui a bere il bicchiere della staffa. Lo ringraziai, dicendo che non era necessario e che saremmo potuti andare in quel locale un altra volta, ma fu irremovibile e nel giro di pochi minuti, entravo dietro di lui nel soggiorno di casa sua.
Una casa molto ben curata, dove si percepiva il lusso discreto di un professionista che guadagnava bene.
"Vado a mettermi comodo. Tu intanto prendi pure due birre dal frigo di là in cucina e aprile che ti raggiungo".
Non sapendo precisamente dove fossedovetti girarmi un pò intorno prima di capire che sulla destra dell'open space in cui mi trovavo era ubicata una grande cucina con un'isola in marmo pazzesca.
Il frigo era enorme e dovetti aprire entrambi gli sportelli per trovare le birre.
A questo punto dovevo trovare l'apribottiglia e mi misi ad aprire vari cassetti dove presumibilmente avrei potuto trovarlo. Alla fine lo trovai e mentre stavo stappando le due bottiglie perfettamente ghiacciate, arrivò Marco (nome fittizio del dott. xxxxxx) scalzo, con insosso solo dei pantaloncini corti della Nike.
I suoi pettorali abbronzati e leggermente pelosi erano inebrianti. Avrei voluto modere e leccare quei capezzoli che si ergevano da quella peluria così sexy.
Trasudava testosterone da tutti i pori.
Se il mio urologo era di una bellezza intrigante e sopraffina, lui era il classico maschio alfa abituato a non chiedere mai e a ottenere tutto.
Ci sedemmo sul divano, ognuno all'estremità opposta in modo da potergi vedere in volto e parlare. Mentre parlava continuava a palparsi nelle parti intime, mettendomi un pò a disagio, ma al tempo stesso crendo in me una forte eccitazione.
Vuoi vedere che .......? pensavo tra me e me ma il pensiero successivo contraddiceva il precedente .... Ma dai non è possibile, non farti film in testa.
Parlavamo del più e del meno, di sporta, di donne, della nostra vita privata, delle esperienze in generale.
All'improvviso se ne venne fuori con questa domanda: "Hai mai sentito la necessità di fare sesso con un altro uomo?".
Preso alla sprovvista arrossii e non sapevo cosa rispondere, per cui rimasi sul neutro per capire dove voleva arrivare.
"No, la necessità non l'ho mai sentita". Una risposta ruffiana che lasciava intendere il tutto e il niente.
"Riformulo la domanda" disse "hai mai avuto voglia di scopare con un uomo?" Lo disse passandosi la mano sul cazzo, che notai era notevolmente ingrossato sotto quei pantaloncini.
Visto che non rispondevo si alzò e mi venne davanti. Mi prese la bottiglia di birra di mano e la poggiò sul tavolo vicino. Si appoggiò con un ginocchio sul divano e abbassò il volto fino a che le sue labbra non sfiorarono il mio orecchio. "Il dott. xxxxxx mi ha detto delle tue qualità e doti speciali in privato. Sapevo che aveva trovato un bel manzo con cui divertirsi e già da tempo mi aveva proposto di unirmi a voi. Non sapevo che eri tu il suo uomo speciale fino a ieri mattina quando ci siamo sentiti per telefono".
Io ero impietrito ad ascoltare le sue parole. Così era lui il terzo, di cui il mio urologo mi aveva parlato e che aveva piacere di far partecipare ai nostri incontri.
Senza proferire parola e come un automa, la mia mano si mosse e si posizionò tra le sua gambe impugnando qualcosa di duro e dritto sotto la stoffa dei pantaloncini.
A quel tocco mi sorrise e mi baciò ficcandomi la sua lingua dentro la bocca. Il suo peso sopra di me mi fece cadere all'indietro fino a trovarmi con la schiena sprofondata nel cuscino del divano e lui sopra di me che mi baciava. La mia mano era rimasta bloccata tra i nostri corpi, ma poteva muoversi leggermente scorrendo da sopra il tessuto lungo la sua asta.
Lasciò la mia bocca e prese la mia maglietta e me la tolse di dosso. poi ricominciò a baciarmi e a toccarmi il petto. Scese dalla bocca lungo il collo fino ai miei capezzoli che iniziò a torturare coi denti e le dita facendomi impazzire.
"Vieni con me" mi disse e mi portò in bagno.
"Ora ti pulisco internamente xchè stasera ho intenzione di prendermi la tua verginità anale".
"Spiacente per te, ma non sono più vergine dietro" gli risposi.
"Vedrai che sarà come lo fossi" disse con uno sguardo leggermente perverso.
Mi fece spogliare e una volta a 90 gradi mi infilò il beccuccio di una cannulina nel retto e aprì il rubinetto lungo di essa. Cominciai a percepire l'acqua calda entrare nel mio retto fino a non poterne tollerare più. Si capiva che era un medico e anche questa pratica lo eccitava.
Ripetè l'operazione tre volte finchè non fui perfettamente pulito .
Tornammo in soggiorno e non mi ero accorto che nel frattempo aveva posizionato sul tavolino 3 plug di diverse dimensioni a crescere.
"Siediti sul plug piccolo e accertati bene che sia entrato a fondo".
Così feci e in un attimo mi sentii il retto pieno. era molto eccitante stare seduto sul quell'arnese conficcato nel culo. marco mi venne davanti. la sua erezione poderosa non riusciva più ad essere contenuta nei pantaloncini.
"Datti da fare e prenditi il premio che ti spetta".
Mossi la mia mano ad accarezzare da sopra la stoffa il suo manganello e poi anche con le labbra. poi con entrambe le mani gli calai giù pantaloncini e slip e il suo uccello fu libero di sbattermi sul viso.
"Ma che cazzo........." senza terminare la frase per lo stupore di un cazzo veramente grosso e venoso. Anche il mio urologo era ben dotato, ma qui si parlava di almeno 22/23 cm di puro piacere.
Cominciai a leccare la cappella per poi infilarmelo fino in gola.
"Che bravo che sei. sembri nato per questo" e mi teneva la testa infilandomi il cazzo in profondità fino a farmi perdere ilr espiro e causandomi una forte salivazione.
Quando lo toglieva riprendevo fiato e rivoli di saliva colavano fuori dalla mia bocca.
Aveva un sapore buonissimo, era pulito ma non profumato. Il sapre di maschio al naturale.
"Ora alzati e posizionati sul plug centrale" mi disse.
Era un gioco eccitantissimo che serviva sicuramente ad abituare il mio buco a prendere senza dolore il suo uccello nel culo.
Cosparsi il buco di lubrificante e mi appoggiai sulla punta del plug. Cominciai a scendere sentendo il freddo metallo entrarmi dentro allargando le pareti del mio buco. Superata la parte più larga del plug, il resto fu risucchiato al mio interno e mi sentii ancora più pieno.
"Comincia a muoverti su e giù, in modo da far abituare il buco a rimanere largo" mi disse e si abbassò a godere della vista del mio buco allargato da quello strumento di piacere metallico.
Quando ritenne che il buco ormai fosse dilatato abbastanza mi prese e mi mi portò sopra il terso plug, che era bello largo al centro.
La penetrazione, in questo caso, fu gestita più lentamente. Più volte dovetti riprovare a premere il mio buco sulla punta del plug fino a che superata la parte centrale più larga la base fu risucciata all'interno.
Mi fece mettere a pecora e mi scattò una foto con la parte esterna circolare della base del plug che si inrevedeva tra le mie chiappe.
"Questa la mando al nostro dott. xxxxxxx" per fargli vedere che ti stò preparando a dovere per il nostro prossimo incontro a tre". devi avere il buco allenato ad essere ben dilatato se vuoi godere di entranbi".
Giocò a lungo con il plug, finchè non lo estrasse e io mi sentii così vuoto.
Sentii ancora lo scatto del cellulare.
"Wow hai il buco completamente aperto. uno spettacolo".
Detto questo, posò il cellulare e cominciò a leccarmi il buco, alternando lingua e dita (ne entravano quattro con facilità.
Io godevo come una troia. marco sapeva davvero darmi un piacere pazzesco e il suo essere così dominante e autoritario aveva tirato fuori il mio lato remissivo e ubbidiente.
"Ora stai fermo e prendi un bel respiro" mi disse. Sentii la cappella strusciare più volte nel solco del mio culo, come a farmi agognare di essere penetrato.
Infine la sentii appoggiarsi al buco e fare forza per entrare. Il suo cazzo era così turgido e il mio buco così ben lavorato che riuscii a prenderlo con facilità. Cominciò a pomparmi il culo con foga e decisione, dandomi dei colpi che stimolavano la mia prostata e facendo insorgere copioso muco anale che fuoriusciva dal mio buco.
Godevo, godevo, godevo e anche lui con me.
Uscì da dentro di me e mi fece alzare in piedi, con le mani appoggiare alla parete di fronte e una gamba alzata e poggiata sul bracciolo del divano.
Mi penetrò di nuovo con forza e ricominciò a stantuffarmi vigorosamente parlandomi come se fossi la sua troia personale da ingravidare.
Senza uscire da me riuscì a sdraiarsi per terra e io mi trovai impalato sul suo cazzone, dandogli le spalle. mi teneva per i fianchi dirigendo il mio movimento di saliscendi e gemeva e godeva come un porco.
Alla fine mi sdraio sull'isola dui cucina. il freddo marmo all'inizio mi fece provare un brivido lungo la schiena, ma fu un attimo. Marco si posizionò tra le mie gambe, che prese con le mani tenendomele larghe e mi penetrò di nuovo con vigore. In questa posizione potevo vedere il suo tporace possente imperlato di sudore ma con i muscoli gonfi per lo sforzo. Mi guardava con quel sorrisetto, che sembrava dire..... lo vedi troia come sa scoparti un vero maschio?
Ormai sentivo che non mancava molto al finale. Si era messa le mie gambe sopra le spalle e con la mano mi segava mentre mi riempiva il culo col suo martello pneumatico. Non ce la feci più e sborrai sul mio petto e sulla sua mano copiosi getti di spema caldo, che lui ebbe premura di portare alla mia bocca per farsi ripulire le dita.
All'improvviso uscì da dentro di me e prendendomi per un braccio mi fece scendere dall'isola e mettermi in ginocchio davanti a lui.
"Apri la bocca e bevi il mio nettare". Non finì la frase che dalla cappella cominciarono a uscire in successione 4 o 5 schizzi che finirono in parte nella mia bocca e in parte sul mio viso.
Finite le contrazioni dovute alla sborrata mi alzò e mi baciò mescolando la sua lingua alla mia e al liquido spermatico che avevo ancora in bocca.
Dal mio canto, cesi con la bocca lungo i suoi muscoli, leccandoli a dovere, compreso i capezzoli che aveva turgidi e dritti, fino a infilarmi in bocca di nuovo quel bellissimo cazzo, che stava perdendo vigore, ma che ripulii a dovere.
Una doccia ristoratrice ci ristorò dalla fatica appena fatta.
Avrebbe voluto rimanessi a dormire, ma il mio buco martoriato e una moglie a casa non mi permettevano di accontentarlo.
Mi riaccompagnò al parcheggio del club dove avevo la mia macchina e ci salutammo con un bacio passionale, avendo cura che nessuno ci vedesse.
Non vedevo l'ora del prossimo incontro nel quale avrei goduto di entrambi i miei medici stalloni insospettabili.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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