Gay & Bisex
CHI NON PISCIA IN COMPAGNIA..
di Michellerimini
04.11.2020 |
4.925 |
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"Il mio ha la cappella che pare rossa sembra brillare, mentre il suo appare piccolo quasi nascosto dal cespugli di peli che lo inquadra..."
Sempre in auto, sempre di fretta, salta un appuntamento, ovviamente interposto tra due impegni e questo non mi consente di fare un granché. Sono le 17:30 sono le prime giornate di inverno anche se le temperature non sono ancora rigide è già buio e conferisce un’atmosfera un po' malinconica. Sto percorrendo un tratto di strada statale e attraverso una zona poco urbana, solo alcune agglomerati di edifici produttivi, la cui per la maggior parte sembrano vuote. Il traffico è sostenuto e le luci delle auto illuminano a giorno la strada.Sarà il freddo, ma avverto la voglia di fare pipi, è un po' che combatto con l’impulso ma non ho incrociato nessun bar.
Decido di entrare in una via, solo poche fabbriche spente e in fondo trovo un parcheggio che fa il caso mio. E’ un parcheggio grande praticamente vuoto, illuminato solo nella parte più vicino alla strada e in fondo si intravede nel buio un piccolo boschetto. Vado diretto verso il fondo dove non ci sono auto, quando mi squilla il cellulare. Rispondo mentre parcheggio con il muso dell’auto contro il verde. La chiacchierata dura pochi minuti in cui rimango in auto: non faccio in tempo a salutare che vedo arrivare un’altra auto dirigersi nella mia direzione. Parcheggia a qualche stallo da me e subito scende un uomo al telefono:
- “non ci voleva, con tutto lo spazio che c’è ora mi tocca aspettare che vada prima di poter fare ciò che volevo” penso tra me e me.
L’invasore, che complice il buio non distinguo che l’altezza, prosegue la telefonata camminando avanti e indietro vicino alla sua auto.
Le attese mi innervosiscono, quindi scendo e mi accendo una sigaretta. Non faccio tempo a fare due tiri che sento l’invasore salutare il suo interlocutore:
- “E’ fatta, ora se ne va!” mi illudevo.
Invece il misterioso disturbatore della mia desiderata pisciata si avvicina.
E’ un trentenne non molto alto, ben vestito seppur imbacuccato con un giubbotto sportivo e una cuffia nera calata sulla testa.
Porta gli occhiali, è moro e ha un accenno di barba scura, il risultato di pochi giorni dall’ultima rasatura.
Con modi gentili mi chiede una sigaretta. Allungo il pacchetto e mi ringrazia dicendomi:
- “avevo voglia di fumare ma non trovo un tabaccaio qui in zona, sembra un deserto questo posto!”
E via ancora un paio di frasi di circostanza. A quel punto sicuramente non avevo voglia di conversare, e quindi mi confesso:
- “ e’ vero, non c’è proprio nulla in zona, pensa che cercavo un bar per usufruire del bagno, ma visto la totale mancanza di ogni segno di civiltà ho optato per questo parcheggio, ma il tuo arrivo mi impedito di esplicare il mio bisogno” dico ridendo.
-“ Se non ti dispiace ora vado ad innaffiare quell'albero” indicando il primo grosso tronco appena dopo il muso della mia auto.
L’invasore è comprensivo:
- “ vai vai ci mancherebbe!”
Mi incammino con ancora la sigaretta in mano e a passo spedito mi dirigo verso l’albero indicato, faccio appena in tempo a raggiungere la zona verde che sento il tipo che mi dice:
- “ sai che c’è? Hai fatto venire voglia anche a me, ti faccio compagnia!”
Rimango un filo allibito, ma la mia innata e poco sfruttata natura da esibizionista mi fa prendere la proposta con entusiasmo. Mi estraggo il pisello già barzotto per la situazione appena prima del suo arrivo.
Mentre escono le prime gocce di urina, il tipo si piazza alla mia sinistra a distanza di circa 40 cm e mezzo passo più aventi del mio corpo.
Mentre si slaccia il giaccone e ravana dentro la cerniera dei pantaloni ha la testa reclinata verso di me e al mio cazzo.
E’ palese che mi stia guardando la dotazione. E mentre continua la fuoriuscita dell’urina il mio cazzo sentendosi al centro dell’attenzione inizia a prendere sempre di più consistenza.
Il tipo si gira con il corpo nella mia direzione e ora anch'io vedo nella penombra il suo uccello bello barzotto ma non duro sbucare tra le sue dita. Non scende neanche un goccio di pipi.
Mi faccio più audace e tolgo la mano per far vedere meglio tutta la mia mazza che ormai è dura. Escono le ultime gocce di pipi e inizio a scollarmelo con movimenti lenti, mentre faccio fuori uscire anche le palle dai pantaloni mentre avanzo il bacino per rendere ancora più visibile il mio cazzo.
Lui rimane impietrito ad ammirare la mia gestualità, si gode la vista senza dire una parola. Inizio a vedere un po' più nitidamente la sua dotazione, seppur non fa molto per metterla in mostra. Non è molto lungo di buona circonferenza, la cappella è ancora quasi completamente coperta del prepuzio nonostante sia ormai in erezione.
Rompo il silenzio:
- “Vuoi toccare?”
Non risponde ma si avvicina, si mette davanti a me e mentre il suo cazzo sembra indicarmi, toglie una mano dal suo membro e afferra il mio con indecisione. La mano è fredda e stringe moderatamente, come per assaporare meglio il primo contatto. Ha il pollice sul lato superiore mentre le altre dita sulla parte inferiore e con l’indice accarezza anche le mie palle lisce.
Non una parola e dopo qualche secondo interminabile di contatto mano - cazzo, indietreggia come sentendosi in colpa, a fatica ripone il suo cazzo decisamente duro nei pantaloni. Si scusa e fa un passo indietro con indecisione senza però mai distogliere lo sguardo dal mio cazzo, il suo oggetto del desiderio.
Incrocio il suo sguardo, è un misto tra l’eccitato e il preoccupato. Rimango in silenzio mentre lui continua a guardare il mio cazzo che svetta duro dai pantaloni aperti.
- “Ti piace?” chiedo con tono curioso.
Non mi risponde ma torna ad osservarlo da vicino e subito riallunga la mano accarezzandomelo come fosse un cagnolino. Passa la mano su tutta l’asta con delicatezza con un tocco appena percettibile. Poi subito soppesa le palle.
- “ Dai fammi vedere bene il tuo!” chiedo. Stacca quindi la mano dal mio cazzo e armeggia con cintura e bottoni abbassando i pantaloni solo sul davanti fino a mostrare le sue mutande che avevano preso le forme della sua erezione. Lo aiuto, e abbasso le sue mutande macchiate di sperma. Ora i nostri cazzi si guardano, punta verso punta. Faccio un passo in avanti e avvicino i due peni duri, e con una mano li avvolgo entrambi facendo aderire bene la pelle dei due piselli. Il tipo appoggia le sue mani sulle mie, solo adesso noto la fede. E direzione la mia mano verso una sega molto lenta. Continua il movimento per un paio di minuti, poi mi toglie la mano e torna ad accarezzare bene il mio cazzo. Avvicina il volto per guardarlo bene e si lascia sfuggire a mezza voce un apprezzamento su quanto vedeva. Poi a tradimento si infila nella sua bocca calda tutta la mia mazza. Sento la lingua che ruota attorno alla mia cappella, e dopo un paio di giri inizia a pompare con gusto. Agevolo l’operazione poggiando le mie mani sulla sua testa dettando cosi il ritmo del movimento della testa. Mi appoggia una mano sul culo, mentre con l’altra si tocca il cazzo, senza però mai iniziare una vera sega.
Aumenta il ritmo voglioso, come un affamato dopo una lunga dieta. Sembra inebriato dal mio profumo che assapora con rumorose aspirazioni. Si lascia sfuggire piccoli mugoli di piacere che aumentano di intensità e di volume direttamente proporzionali alla velocità di movimento della testa. L’esorto a fare piano, tanto è famelico che mi fa quasi male, ma non mi ascolta, forse cosi preso a godere che neanche mi ha sentito. Sento il mio cazzo cosi avvolto e caldo che il dolore passa in secondo piano, sento il godimento che sale dalla base. Sono in ecstasy totale. Ormai ho perso cognizione del posto in cui mi trovo. Il parcheggio ha perso la sua dimensione, ho perso ogni riferimento con il mondo reale. Sono qui a godermi solo la bocca dello sconosciuto. Mi sorprendo di quanto stia godendo, mi tremano pure le gambe e mi sento pure solleticare il buco del culo. Mi lascio andare ormai non resisto più, sento pulsare il mio cazzo, avviso sulla conclusione imminente ma come risposta sento solo la sua seconda mano sul mio gluteo e il ritmo aumentare. Esplodo di piacere e sento anche il tipo urlare di piacere. Siamo venuti insieme e lui senza neanche più toccarsi. Con la lingua passa la mia cappella raccogliendo le gocce ancora attaccate. Temporeggi nell'estrarre il cazzo dalla sua bocca, aspetta che perda consistenza per godersi tutti gli ultimi residui della copiosa sborrata.
Quando estrae il cazzo, lo fa con calma, aiutandosi con le mani con una attenzione e delicatezza che si riserva solo per le cose più preziose e delicate. mi guarda soddisfatto senza rialzarsi. Mi chiede un fazzoletto per pulirmi. Passa il fazzoletto su tutta la mazza, indugia sulla punta e passa anche le palle nonostante non siano mai state leccate, sembra quasi che voglia lucidarlo, e solo dopo aver ripulito il mio cazzo ormai floscio passa a pulirsi il suo. Ci risistemiamo dando un’ultima occhiata ai nostri cazzi quasi mosci prima di rinchiuderli nelle nostre mutande. Il mio ha la cappella che pare rossa sembra brillare, mentre il suo appare piccolo quasi nascosto dal cespugli di peli che lo inquadra.
Appena rimesso nelle mutande devo confessare che era già pronto per iniziare di nuovo. Tutto in rigoroso silenzio. Solo una volta usciti dal boschetto mi chiede ancora una sigaretta come a concludere il nostro incontro come era iniziato. Fumammo insieme come se nulla fosse, parlando del più del meno con banali argomenti di circostanza, come se tutto quel godimento non ci fosse mai stato.
Spenta la sigaretta dopo un rapido saluto salimmo sulle nostre auto e ognuno tornò al proprio viaggio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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