Gay & Bisex
Führer per una notte
di Michellerimini
04.10.2020 |
6.203 |
3
"- “Senti Boris, adesso giochiamo un po'”..."
A furia di temporeggiare e rimandare per guadagnare tempo, stavolta avevo rotto gli indugi poiché mi ero finalmente deciso. Glielo avevo promesso impegnandomi da tanto tempo, assicurandoglielo e dandogli la parola, tuttavia prima l’inquietudine e dopo il tormento, erano stati notevoli da superare, quella sera però, determinato e fermo più che mai, mi ero organizzato preparandomi con una attenzione. Non conoscevo come sarebbe andata a concludersi la faccenda, dal momento che ero la Mistress indiscussa, padrona di disporre e in ultimo di stabilire che cosa elaborare e fare del mio uomo del momento.. questo senso di predominio, scatenava dentro me un’ambizione e un ardore febbrile d’alto livello, vale a dire il gusto di poter oltrepassare ogni limite e ogni impedimento che mi ero prestabilito. In realtà, l’alleanza erotica con Boris era stata fin dall'inizio della chat forte ed energica, giacché lui era stato il primo a farmi comprendere di non essere poi così “debole” né sessualmente indifferente, ma solamente perché ero un impetuosa e vellutata fiamma da fare ardere fino a travolgere chi mi stava intorno, quella stessa sera io gli avrei reso il favore, usandolo come mio schiavo.Sono a casa nella mia doccia, mi lascio coccolare dal getto tiepido, concedendomi una specie di massaggio distensivo, insistendo poi sulle percezioni che dona lo spruzzo carezzevole dell’acqua che s’insinua tra la fenditura nelle cosce, gustandomi le gocce che piovono sull'inguine, liscio e vellutato e d’un tratto capisco di non poter indugiare di più al raggiungimento dell’iniziale orgasmo, perciò persevero sul cazzo intervallando spruzzi freschi e bollenti sul glande, assalendo e violando il mio ano con le dita, pensando alla serata che mi aspettava. Esco, m’asciugo un po’ e poi mi stendo su tutto il corpo il mio olio di cocco con quell'inebriante profumo “da mangiare”.. vado in camera e tiro fuori dall'armadio quel corsetto nero vernice che si chiude a lacci fino ad avvolgermi i fianchi in maniera seducente, esaltandomi e dando valore al mio corpo, infilo gli slip a rete, e concludo con le calze autoreggenti pantaloncini sempre in vernice nera e gli stivali alti fino a sopra il ginocchio tacco dodici, un ultima spazzolata ai miei ribelli capelli biondi, un lieve velo di rossetto bordeaux scuro sulle labbra, Kajal intorno agli occhi per esaltarne l’azzurro, e come sempre il mio profumo spruzzato nelle “zone base” .. fatto.. ed esco di casa, non certo con passo normale, ma con vere “falcate” decise da sicura Valchiria, fiera figlia della Germania Est!. Da buon tedesco, spaccavo il secondo in orario all'appuntamento, Boris è là di sotto che m’attende, vistosamente accurato e pieno di classe come sempre sa essere, ci scambiamo rapidamente un amorevole bacio, dopo via di corsa nel nostro celato, clandestino e dissoluto nascondiglio. Le scolorite insegne luminose del Jugendherberge (Ostello), attenuate dalla polvere depositata, il responsabile della struttura avvolto con un paltò dei tempi della guerra, ci sorride al nostro arrivo, come abitualmente compie dai tempi della divisione di Berlino, per noi dell’est il sesso non è mai stato un tabù ma una normale esigenza della vita, e stingendoci ci avviamo nella nostra viziosa alcova.
Entriamo nella camera, ti guardo mentre mi squadri con ammirazione esaminandomi con il tuo sorriso lievemente impacciato, t’allenti l’annodatura della cravatta, mi domandi se puoi farti una doccia, perché sei appena tornato da lavoro e sei passato a prendermi da sotto casa, malgrado ciò vorresti sentirti pulito. Ti denudi velocemente, io t’osservo mentre sono disteso sul letto, con un coppa di Sekt* fra le mani, bagnandomi le labbra di tanto in tanto. Devo resistere, devo impormi e stare calmo per non addentrarmi sotto la doccia, sennonché aspetto accomodante e ubbidiente il tuo rientro, mi sfilo il vestito e mi sdraio sulle lenzuola fredde. Chiudo gli occhi e in un baleno sei lì, indifeso e scoperto, fragrante che mi baci le dita dei piedi e sali sempre più su, fino a raggiungere le mie gambe, il mio inguine, il mio petto e le mie ingorde labbra. Ti getti fra le mie gambe, lacerandomi la poca biancheria che ancora porto indosso, lasciando unicamente le calze autoreggenti e lambendomi con la lingua con avido trasporto, in un lunghissimo atto d’affetto e di desiderio sorseggi miei fluidi come un’amabile cagnolino. Io ho gli occhi sbarrati, sono concentrato sul piacere e sento qualcosa infrangermi la fessura tra le labbra. Spalanco gli occhi e vedo che il tuo cazzo che si sta intrufolando dentro la mia bocca, mentre gemiti sempre più forte, fino a erompere in un godimento animale. Torni a baciarmi, le tue labbra hanno una sapidità erotica e voluttuosa, cominci a far scorrere il tuo cazzo sulle mie bianche chiappe, lentamente, fino a che non m’abbranco a te supplicandoti di scoparmi. Tu t’intrufoli dentro di me colando indiscutibilmente a picco, sei determinato, è davvero magnifico e sensazionale, dapprima adagio, poi con maggior vigore, mentre mi inculi giro la testa e ci tocchiamo con la lingua, tu cominci repentinamente a oscillare con fervore, in tutte le direzioni fino a sborrare la tua corposa e candida essenza dentro di me, con un lungo e gustoso lamento di puro e di schietto libidinoso godimento. Io ti squadro estasiato, ti sorrido deliziato e infine ti pulisco per bene il cazzo con la lingua.
Le bollicine e il lussurioso coito m’hanno innegabilmente disteso e certamente rasserenato, in quanto mi distendo sul fianco e tu sei nella parte posteriore pronto ad abbracciarmi. In seguito avverto qualcosa di gelido e d’impersonale, di realmente indeterminato addossarsi sulla fenditura del mia buco: là c’è infatti del ghiaccio. Non l’avevo giammai sperimentato. Tu me lo recapiti sulle labbra, io lo lecco, dopo è nuovamente dentro di me, costantemente più a fondo. Nel tempo in cui sento il ghiaccio squagliarsi ustionando nel contempo il mio torrido culo, un altro cubetto si appoggia sulla punta del mio cazzo, logicamente e comprensibilmente in modo sleale, direi a tradimento. Seppure non me lo aspettassi, è in verità una sensazione favolosa, è gradevole, ma non intendo esibirmi né mettermi troppo in mostra. Tu, per farti scusare, ti giri fra le mie cosce e inizi a dilatarmi le chiappe, baciando fin dentro il pertugio, diventato intirizzito, compresso e rigido per via del ghiaccio. Io sono sempre disteso, sempre più rilassato ed eccitato, intanto che percepisco la tua lingua che mi penetra da dietro… ma adesso manteniamo quanto deciso: mi giro, ti afferro per la gola, ti volto, ti lego le braccia con una calza, le gambe con l’altra, ed eccoti alla mia merce.
Istintivamente cerchi di ribellarti cerchi di liberarti. Io mi indispettisco spinto dal mio orgoglio maschile.. il dominio era in me:
- “Hee no.. caro Boris, anzi cara la mia troia, non puoi più tirarti indietro dopo avermi attirato qui, sapendo entrambi cosa volevamo da questo incontro. Ormai, o con le buone o le cattive, sarai il mio schiavo. Forse sei abituata nella tua vita a fare a modo tuo, a dirigere, ma qui cambia tutto, non farmi incazzare!” E per sottolineare il concetto gli mollo un ceffone.
- “Ahi, come ti permetti Michelle!?”
Gli occhi gli si riempirono di umiliazione più che di dolore. Lui era convinto, e a ragione, che io avevo fortemente cercato tutto questo e non avevo intenzione di tirarmi indietro veramente. Gli afferro i capelli e lo costringo a inginocchiarsi davanti a me sussurrando al suo orecchio:
- “Hai capito chi comanda? Voglio una tua risposta”. E lui, schiacciato profondamente, vedo che inizia a capire, a starci, lasciando così cadere tutte le sue riluttanze.
- “Si….. comandi tu… farò ciò che tu vuoi “. Ed io con un filo di voce:
-“Bravo il mio cagnolino in calore. Lasciati fare, umile e obbediente al tuo padrone.
Sei proprio una bel porcello, ti piace vero? Ti piace essere usato..”
Lui annuisce imbarazzato e io scoppio in una risata dicendogli:
- “Scommetto che sei già bagnato” - e senza porre indugio allargando le sue cosce gli infilo il medio e l’indice nella suo culo giocando all'ingresso.
Lui dapprima dolorante ha fatto piuttosto in fretta ad abituarsi.. eccolo che si dimena e geme lussuriosamente a quel piacere, anticipo di ciò che si prospettava.
- “Senti Boris, adesso giochiamo un po'”.
Esibisco orgoglioso il mio pene dalle generose dimensioni e vedo le sue narici che si dilatano cogliendone l’inebriante odore di maschio che emana; ammira quella mia bella verga di carne percorsa da un reticolo di venature e dalla larga cappella rosa e lucida.
- “Ti brillano gli occhi, vedo ti sta piacendo”. Sono un porco narcisista ma non voglio per nulla rinunciare all'avventura da Mistress progettata.
Ora basta andiamo al punto, afferro le sue caviglie e allargandogli le gambe mi preparo a penetrarlo lasciando sadicamente sospesa la mia voglia per qualche secondo. E infine entro brutalmente col cazzo e dilatandogli per bene la parete anale e poi via a seguire do inizio a furiosi e ripetuti assalti.
Godo fisicamente in una maniera così prorompente che non mi importa alcunché del mio comportamento riprovevole, da autentica tiranno e del male che gli posso fare.
- “Ehi calma Michelle”, a quel punto lo giro in posizione prona, gli sollevo il bacino e lasciandolo inginocchiato, col didietro completamente esposto e il volto schiacciato sul lenzuolo con le braccia legate sento che mi rendono ancora più dominante in un’estasi totalitarista.
- “Che spettacolo!”
Inarcavo, finalmente, il mio ruolo da Führer* mentre sento Boris che calato pienamente nella parte urla senza freni:
- “Dai sbattimi più forte e più profondamente, non fermarti, sborrami dentro. Sono la tua puttana. Dai che sto venendo!”.
Che vacca, eccolo al culmine dell’orgasmo come urla il suo godimento, trionfante da sottomessa. Eccoti accontentato e un fiume di sborra calda sento che mi esce a flotte dal cazzo direttamente nel suo culo in fiamme.
-“Bravo, adesso ti posso liberare”. E lui:
-“Stronzo!”.
Senza dire nulla, vado in bagno a liberarmi dello sperma finito sul mio pube, mentre Boris indugia sul letto e quando mi sente tornare lo vedo girarsi e guardarmi intensamente mentre mi chiede:
- “lo rifaccia mo vero?”
- “Ja meine Genosse! .. molto presto.
*Sekt: spumante prodotto nella Germania Est (DDR)
*Führer: condottiero
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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