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Gay & Bisex

AUTOSTRADA A 14 - CASELLO RIMINI SUD


di Michellerimini
20.09.2020    |    5.052    |    9 9.1
"Avevamo trovato un sacco di traffico sull' A14 e questo aveva contribuito ad innervosirlo parecchio..."
Avevamo trovato un sacco di traffico sull' A14 e questo aveva contribuito ad innervosirlo parecchio. Si aggiungeva inoltre, tutta la pesantezza della giornata a visitare quella città. “Non dormo con te” mi disse raggiungendo finalmente lo svincolo autostradale vicino Rimini. “Sono troppo stanco”. Voltai il viso verso il finestrino per non rivelare la mia frustrazione, ma continuai a tenere stretta la sua mano destra, anche mentre scalava le marce. Giunti al primo semaforo dopo circa due ore di autostrada, mi tolsi la cintura per rimettere il chiodo, il freddo di metà novembre era diventato, da giorni, intenso.Ripresi la sua mano e mi portai il suo indice alla bocca. Succhiai ripetutamente, con movimenti lenti, quel dito così poco affusolato e allo stesso tempo perfetto. Percepivo l’accelerazione del battito cardiaco dal colletto della sua felpa blu, che sbalzava avanti e indietro come sottoposto ad un leggera brezza. Mi passò il pollice intorno alle labbra e chiusi gli occhi. Non avevo mai desiderato così tanto un uomo nella mia vita, sentivo il buco del mio culo pulsare mentre continuavo a girare la mia lingua intorno alle sue dita, intanto che con la mente glielo prendevo in bocca, lì, in mezzo alle luci della città. Il mio corpo tremava, sentivo la “pelle d’oca” sotto il vestito; volevo convincerlo a tutti i costi a godere con me quella notte. “Salgo su, ti spoglio e me ne vado.” Il suo tono era più severo del solito, pensavo che scherzasse ma mi eccitò ancora di più. Giunti a casa mi fece sdraiare sul divano, mi prese la nuca delicatamente e sentii la sua lingua calda che si muoveva sapientemente nella mia bocca, come se avesse trovato un posto sicuro in cui lasciarsi andare. “Perché io sono nudo, mentre tu sei ancora vestito?” gli chiesi a bassa voce. “Perché tu non mi hai ancora spogliato” disse sorridendo. Sentivo di avere ancora addosso l’odore sgradevole di crema per le mani alla calendula che durante il viaggio avevo usato, ma il pensiero che lui potesse addormentarsi o peggio ancora, andarsene, mentre ero sotto la doccia, mi fermò e iniziai a denudarlo con una voracità tale che mi sorrise mostrando i suoi bellissimi denti bianchi. Si stese a letto e incominciai a succhiarglielo come avevo fatto poco prima con il suo dito. Girai intorno al glande la lingua che aveva ancora il sapore della sua saliva e piano cercai di scendere fino a quando sentivo i conati bussare alla porta dello stomaco. Mi spostò i capelli per vedere i miei occhi mentre le mie mascelle si restringevano per dare spazio alla magnificenza del suo pene. Mi fece girare per poter guardare il mio culo. Mi infilò un dito dentro e col pollice sfiorò il mio scroto, accarezzò poi il mio cazzo, e poi ancora mi toccò l’ano quasi a volersi far spazio ma il mio sussulto fece perdere il controllo della situazione anche a lui. Aprii le gambe e mi misi a cavalcioni sopra di lui. Il suo membro, durissimo, mi unì a lui. Tirai la testa all'indietro e sussultai. Provai a muovermi ma le sensazioni erano così forti che pensai di essere su un’altalena e di voler essere spinto. A volte mi fermavo per guardarlo, nudo, perfetto così, mio. Mi guardò negli occhi, mentre con la mano sinistra mi afferrava la vita mi disse: “Sei spettacolare”.
“Sono mai stata meglio di così?” pensai. Mentre il respiro di entrambi si faceva assordante, con le dita riprese ad esplorarmi l’ano. Il sesso anale era un suo grande desiderio e io per lui avrei fatto qualsiasi cosa, ma la larghezza del suo membro non mi lasciava scampo. La paura prendeva il sopravvento. Aprii il mio cassetto e tirai fuori il vibratore che mi aveva regalato al mio compleanno. Un potente oggetto nero. Mi prese per i capelli, da dietro, e mi infilò la lingua in gola, piano, delicatamente, e nello stesso tempo spinse il suo pene dentro di me, facendomi fare un balzo in avanti. Con le mani tenevo stretta le lenzuola mentre il suo corpo sudato, sbatteva contro il mio. Prese l’olio alla vaniglia che tenevo sul comodino e mentre continuava a baciarmi e a tirarmi i capelli, mise il vibratore nel mio ano, provocandomi uno strozzato urlo. Mi chiuse le gambe, per farmi sentire ancora di più tutte quelle sensazioni messe insieme; spinse dentro quell'oggetto che tempo prima mi aveva restituito un orgasmo che da solo non riuscivo ad avere, mi baciò le spalle, mi passò la lingua nell'esterno dell’orecchio tolse il vibratore e mi infilò il suo cazzone in fretta.. e lo sentii venire; mi girò e si mise a masturbarmi finché non sborrai anche io.
Lasciò lentamente la presa del mi cazzo, allontanò il corpo dal mio e sorrise. “Ti è piaciuto…volare?” mi chiese prima di addormentarsi di colpo sul mio letto. Gli strinsi le braccia intorno alla sua vita e mi addormentai anch'io, pensando che, accanto a lui, era bello fare qualsiasi cosa.

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