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Lui & Lei

TORINO ANNI '70 cap.12


di Ermes72
11.01.2025    |    157    |    10 9.5
"Che faccio, incomincio il discorso dicendogli, sai mi sono scopato tua sorella dopo un po di tiri di hashish e un mènage a trois con Alessia? Come se non mi..."
CAPITOLO 12
Sulla porta in controluce apparve Carla, nuda.
“Avete d’accendere”?
Che cazzo di scusa, sotto in cucina non aveva trovato niente per accendere una sigaretta?
A guardar meglio non era una sigaretta normale, era un cannone.
La forma non lasciava nessun dubbio.
Mi alzai cercai l’accendino nella giacca, glielo porsi.
Eravamo uno di fronte all'altra.
La sigaretta in bocca prese l’accendino con la sinistra, e con la destra mi tastò dicendo:” cos'è non ti faccio più effetto”?
Cazzo se mi faceva effetto, cercavo inutilmente di resistere.
Il seno, lo vedevo nudo per la prima volta, leggermente a pera, sodo alla base, con i capezzoli marrone chiaro, voluminosi, circondati da una grande areola, spiccavano sul chiarore della pelle, metterci la bocca, te l’avrebbero riempita.
Una leggera peluria bionda, copriva appena il monte di venere.
Dovevo resistere, non potevo e non volevo farmi trascinare.
“Tu forse non ti rendi conto di quanto mi attizzi. Sono in difficoltà.
Voi non immaginate quanto mi piacerebbe.
È il sogno di tutti i ragazzi fare l’amore con due ragazze, ma non posso.
Carla io mercoledì sera vedrò tuo fratello, davanti ad una pizza parleremo di te. Dei tuoi problemi.
Che faccio, incomincio il discorso dicendogli, sai mi sono scopato tua sorella dopo un po di tiri di hashish e un mènage a trois con Alessia?
Come se non mi avesse sentito, l’accese e salì sul letto, scavalcò Alessia, si sedette a suo fianco, fece tre tiri gliela passò e Disse:” intanto non è hashish ma marijuana.
Vieni anche tu a fare due tiri”.
Accarezzava, baciava Alessia che mi dava le spalle e mi guardava.
Avevo di nuovo il cazzo duro. Mi sdraiai dietro di Alessia, presi la sigaretta e mentre loro si baciavano la penetravo da tergo continuando a fumare.
Una mano accarezzava il mio cazzo e il clitoride di Alessia.
Speravo fosse la mano di Carla.
Era la mano di Carla.
Accarezzava lei e me contemporaneamente.
Fumavo e scopavo, sentivo Alessia ansimare, mentre Carla la baciava e ne succhiava i capezzoli.
Mi sfilai da Alessia, scavalcandola. Cercai con la mano la figa di Carla, era un brodo, lei teneva il mio cazzo e lo indirizzò nella figa mentre io infilavo il suo capezzolo fino in gola a pompa, a risucchio
La infilai con un sol colpo, urlando:”prendilo puttana e fattelo bastare”.
Una voce:“ Sandro, ma cosa stai sognando? Hai il cazzo di nuovo duro. Ma quanta fame arretrata avevi”?
Mi ero appisolato, era tutto un sogno, in realtà Carla non c’era. Eravamo soli.
“Dormivi come un angioletto avevi una faccia beata e goduta non volevo svegliarti. Ma vedere il tuo cazzo di nuovo pronto mi ha fatto ingelosire. Stavi sognando di fare sesso con me”?
“Non solo con te, con tutte e due”.
“Brutto porco che non sei altro. Ti è piaciuto almeno”?
“Certo che si.
Ma tu, Alessia, dimmi, fai uso di droghe”?
“No Sandro, nessuna dipendenza.
Due anni fa l'LSD una volta sola, me lo ha fatto provare Carla, avuto da Giulio.
Eravamo a Porta Nuova, avevo le allucinazioni, mi sembrava di stare in Africa, vedevo animali dappertutto.
Il pullman “A”, quello a due piani rosso, come quelli che si vedono a londra, lo avevo scambiato per un elefante.
Una esperienza che non ho mai più voluto ripetere.
Qualche tiro di hashish si, ma raramente.
Nessuna abitudine. Nessuna dipendenza.
Una dipendenza, credo di averla scoperta oggi.
E tu, sei in dovere di fornirmi la materia prima, se non vuoi che vada da altri spacciatori”.
Parlava divertita, era molto serena e soddisfatta, di come le cose si fossero sviluppate e normalizzate.
Anche la volontà di Carla di volersi disintossicare, faceva parte del suo progetto di giornata.
Si sentiva vittoriosa.
Ci eravamo rivestiti.
Era una bella giornata soleggiata, i riflessi di luci entravano dal finestrone nel corridoio, filtrando nelle stanze.
Carla era nella stanza accanto su un lettino.
Dormiva? Apparentemente si.
Il suo vestito, appoggiato su una poltroncina, ci annunciava che sotto quel leggero lenzuolo, c’era un corpo nudo.
Alessia la svegliò dolcemente.
Carla si stiracchiò, facendo scivolare il lenzuolo e scoprendo il seno.
Era come lo avevo sognato! Sognato?
Ma era stato un sogno? Quando, mi sono addormentato?
Mi girai e usci, non potevo e non volevo cedere alla tentazione che attanagliava il mio cazzo.
Non feci la domanda per togliermi il dubbio, non volevo sembrare paranoico.
Dissi:” preparatevi, andiamo, torniamo a Torino.
E’ domenica, per strada troveremo sicuramente un sacco di traffico”.
In macchina Alessia dormicchiava.
Carla stava al centro sedile, guardava la strada.
Dallo specchietto retrovisore notai la sua espressione pensierosa e le dissi:” un soldino per i tuoi pensieri”.
Stavamo attraversando Paesana, mi venne in mente che il vecchio direttore che avevo sostituito era nativo di questo paese. Chissà se da pensionato fosse tornato al paesello.
“Sandro, sto pensando a Giulio, a come dirglielo, non sarà facile.
Domani lo vedo sicuramente ma non so come affrontare l’argomento”.

“ Carla, credo che la prima cosa che devi fare, è chiarirti con te stessa.
Capire cosa rappresenta Giulio per te.
Se lo ami veramente o se e una infatuazione giovanile. Un abitudini dalla quale non riesci a staccarti.
Quello che stai per iniziare prescinde da lui.
Se la droga e lui fanno parte dello stesso pacchetto vanno combattuti assieme.
Se riesci ad evitare il confronto con lui e mi dai tempo di parlare con tuo fratello, io giovedì, lo raggiungo ai canottieri e gli parlo, spiegandogli la situazione.
Dovrò convincere tuo fratello, sicuramente, a non affrontarlo lui, vedrai che ci riuscirò.
Poi, se vorrà e soprattutto vorrai, lo rivedremo per il saluto di addio.
Addio che vedremo se sarà definitivo o temporaneo. Questo non dipende da te, ma da lui”.
Le parlavo, intanto la guardavo dalla specchietto, andavo pianissimo non volevo finire fuori strada.
Mi fermai un attimo per far defluire la coda che si era formata dietro di me.
Allungai la mano cercando la sua, per una contatto rassicurante.
Ma con un movimento maldestro, la mia mano nel prendere la sua, passando tra le sue ginocchia aperte, sfiorò una coscia.
Lei sorrise e stringendomi la mano disse:”Cos'è prima ti addormenti sul più bello e ora ci riprovi?
Quando ti stavo aspettando vogliosa, mi hai abbandonata.
Meno male che c’era Alessia.
Lo conosci il detto femminista?
Dito dito orgasmo garantito…….ho dovuto farne uso, del mio e di quello suo.
Visto che il…….. cazzo cazzo orgasmo da strapazzo se la dormiva alla grande”.
Scoppiammo a ridere tutti e due.
Cominciavo ad intuire cos'era successo.
Alessia si svegliò.
“Cosa mi sono persa, che avete da ridere così sguaiatamente”.
“niente”, disse Carla. “Gli ho raccontato della sua dormita e del nostro mènage a due e mezzo”.
Stavolta a ridere erano solo loro due. Io avevo poco da ridere.
La canna e la stanchezza avevano fatto l’effetto soporifero.
Mi ero addormentato mentre scopavo Alessia. Che figura.
Cambiai discorso:”sono quasi le sette, tra un’ora saremo a Torino, se volete possiamo andare a mangiare una cosa insieme.
Conosco un ottimo ristorante cinese, in corso Peschiera vicino piazza Sabotino.
“Molto volentieri perché ho una fame da lupo”. Disse Alessia. “Solo che avevo un appuntamento per le nove con Davide ed Enrica, al solito posto e vorrei avvisarli che non mi aspettassero.
Carla, se anche tu sei d’accordo, io a Barge, mi fermo alla prima cabina telefonica e avvisate casa che farete tardi.
Tu Alessia invece di disdire l’appuntamento, perché non dici loro di raggiungerci al ristorante cinese, così me li presenti e li conosco anch'io”.
“buona idea”, disse Carla.
Alessia la guardò con disappunto e disse:“ok alla prima cabina fermati che telefoniamo”.
Io faccio la domanda ad Alessia e mi risponde Carla. Con Alessia che accetta piccata.
Sentivo che c’era qualcosa di anomalo che non mi quadrava.
Mi ripromisi di non fare domande dirette.
Mentre ci avvicinavamo a Barge, non resistetti. Ruppi il silenzio che si era creato. E prendendola alla larga.
Dissi:“Ragazze, se la mia proposta non ha il vostro gradimento ditelo. Non è che dovete per forza venire a cena con me”.
Rispose Carla.
“Sandro, Alessia sta tirando fuori il suo lato sconosciuto, è gelosa lo avresti mai detto?
Conosce bene Enrica, è sicura che per tutta la sera ti farà il filo senza nessuna remora, per cercare di risolvere il suo problema.
Pur sapendo che state insieme.
La cosa a quanto pare la disturba e mi sa che sta cominciando a delimitare il territorio”.
Lo diceva ridendo. Stava scherzando.
Sorrideva anche Alessia, quindi giocavano?
Domandai:“ Scusate che problemi ha Enrica”.
Ancora Carla.
“Te lo dirà lei stasera, non ti anticipo niente, è due mesi che ci prova con tutti quelli che conosce”.
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