Lui & Lei
TORINO ANNI '70 CAP.10
di Ermes72
04.01.2025 |
225 |
7
"Era fine settembre, al Parco Europa a Cavoretto..."
CAPITOLO 10“BRAVO SANDRO, OCCUPATI DI ALESSIA. CHE AI CAZZI MIEI, CI PENSO IO”.
La voce era alterata.
Chissà da quanto tempo stava dietro di noi.
Era entrata silenziosa, attraverso le porte che avevamo lasciate aperte.
Presi un lembo del copriletto e mi girai coprendoci.
Dissi:” Puoi uscire che mi rivesto”?
“Perché? Ti vergogni? Non vuoi farmi vedere il tuo cazzetto?
Da quello che ho visto sarà al massimo 16/ 17 cm, come ben sai io aspiro a cazzi più lunghi e grossi”.
Mi alzai deciso e facendo due passi verso di lei nudo, le dissi:” Intanto, se tu prendessi il mio, ti assicuro che non avresti bisogno di prendere altri cazzi.
Ma siccome non è a tua disposizione, adesso esci e aspetti fuori, da brava bambina”.
Le parlavo guardandola negli occhi, aveva lo stesso sguardo, gli occhi rossi e il viso contratto di quella sera in discoteca.
Avevo ancora il cazzo duro, la sua presenza non me lo aveva fatto ammosciare, aveva contribuito a farmelo mantenere.
Domenica sera, avevo pensato che la sua alterazione fosse dovuta ai postumi della canna, ma sbagliavo, sicuramente, si era fatta d’altro.
Le dissi:” tu non stai bene. Adesso non voglio parlarne aspetto di vederti in condizioni migliori.
Adesso ho fame, sono le 12.30, 100 metri prima di arrivare ho visto una specie di ristorante, forse se è una trattoria si mangia pure bene.
Andiamo a vedere, a pancia piena si parla meglio.
Sempre se avrete voglia di parlare. Io ho un difetto, lo stesso che manifesto a lavoro e nella vita.
Somatizzo i problemi degli altri li faccio miei e cerco di risolverli.
Quelli umani non sempre ci riesco, ma ci provo.
Siccome Crissolo lo conosco bene, perché con gli amici nel '74 per la stagione sciistica '74/75 abbiamo affittato un trilocale. Volevamo imparare a sciare.
Io non ho imparato nulla, anche perché sciare non mi piace, preferisco il nuoto.
Litigavo con il seggiolino in risalita. Una volta su, scendevo a spazzaneve, a volte a valanga se c’era tanta neve, o a ruzzolone se ghiacciato.
Quell'anno insieme a Gabriella, la mia ragazza di quel periodo, siamo andati fino alla sorgente al pian del re e a pian della regina.
Conosco molto bene le zone, compresi tutti i laghetti più famosi.
E siccome penso che anche voi li conosciate altrettanto bene. Nel pomeriggio un giro in paese e poi in casa, ci guarderemo negli occhi e parleremo.
Adesso, VUOI USCIRE?
“Carla ti prego” la esortò Alessia.
Mentre si allontanava la guardavo, un vestitino a mezza gamba la fasciava aderente, smanicato, due bretelline lo reggevano, lasciando parte della schiena scoperta, coloratissimo, una taglia 40 credo, anche lei come Alessia, indossava scarpe da tennis bianche.
Non mi capacitavo, come potesse una ragazza cosi bella, lasciarsi andare e perdersi in quel modo.
Mi girai verso Alessia, era in piedi sul letto nuda.
Una statua, le dissi: ” ci facciamo una doccia? Una rinfrescata non guasterebbe a tutti e due”.
”buona idea” rispose lei.
La presi per mano e nudi uscimmo nel corridoio che portava al bagno.
Carla era ancora li, attraverso la vetrata guardava la montagna.
Alessia le disse:” noi andiamo a fare una doccia.
Perché non la fai anche tu”?
Lei di rimando:”insieme a voi”?
Stavo per rispondere, alla mia maniera, ma Alessia mi anticipò.
“spogliati! Sarà divertente, ci potremo lavare la schiena l’un l’altra”.
Prese la mia mano, mi trascino dentro il bagno e aprì il rubinetto.
Appena l’acqua divenne calda al punto desiderato, entrammo.
La doccia era posizionata in fondo alla stanza ed era larga circa 1.50 per un metro di profondità.
Guardavo la porta del bagno.
Carla sarebbe entrata? Avrebbe accettato l’invito di Alessia?
Avevo di nuovo il cazzo duro, ma non capivo se attribuirlo ad Alessia che mi stava insaponando, schiena e genitali, o se fosse il pensiero di vedere entrare Carla.
Insaponai anch'io Alessia.
La voglia di possederla sotto la doccia era alta, ma non volevo rovinare quello che era successo prima.
Aspettavo che fosse lei a tentare di rifarlo. Non avvenne.
Di Carla neanche l’ombra, non aveva accettato l’invito.
L’atteggiamento contraddittorio di questa ragazza come sempre mi destabilizzava.
Avevo deciso di non giudicarla, ma di capirla, si. Ci avrei provato.
Da un cassettone tirammo fuori due asciugamani.
Tornammo in camera, Carla non c’era più.
Mentre riflettevo, sul perché non mi ero portato un cambio di mutande, dissi:” Alessia io credo che il fumo, le canne, per Carla sia un problema secondario.
Te la senti di dirmi che cosa assume di pesante? Quando ha iniziato? Perché lo ha fatto?
Alessia mentre si vestiva cominciò a raccontare: “Ha iniziato a quindici anni. Il perché? Sicuro l’emulazione, lo fanno in tanti, si prova pensando di essere più forti degli altri, di poter smettere quando si vuole e si rimane invischiati.
E’ stato Giulio a iniziarla prima con l’acido, LSD, faceva molto hippy, poi hanno usato le anfetamine, se le procuravano sia in farmacia che nel mercato nero di medicinali. Ultimamente usano sniffare cocaina.
Non sono ancora dei grandi consumatori, non hanno troppi soldi a disposizione, le loro paghette sono insufficienti, quindi usano arrangiarsi per procurarsela.
“ che intendi per arrangiarsi? Si prostituisce”?
“ Sulla strada no.
Giulio le procura uomini danarosi quasi sempre maturi se non vecchi.
Con quei soldi si procurano la droga.
Prima, si era fatta di sicuro, una striscia di coca”.
Ci eravamo rivestiti.
Dissi:”ok il resto me lo racconti in seguito. Adesso andiamo, che la fame è troppa”.
Tornammo al piano inferiore. La trovammo seduta sul divanetto.
Si stava asciugando i capelli. Anche lei aveva fatto la doccia, nell'altro bagno.
Al ristorante su consiglio del cameriere ordinammo risotto al barolo per tutti.
Nell'attesa ci avrebbero portato del pane tostato con una vaschetta di giardiniera, saltammo il secondo e per i dolci loro il bonet, io una fetta di torta alle nocciole. Una coppa di barbaresco per me e l’ acqua completavano il pranzo.
Portarono, subito e insieme, acqua, vino, pane e giardiniera.
Nel silenzio, ognuno pensando ai fatti propri, ci gustavamo quella deliziosa giardiniera.
Sarà stata la fame. Ma la trovavo veramente ottima.
Mentre mangiavo pensavo ad Alessia e al rapporto avuto con lei un ora prima.
Intanto, sicuramente non era vergine.
Mi ricordai la mia prima vergine, Teresa.
Ripensai a quella volta in macchina nella mia auto.
Era fine settembre, al Parco Europa a Cavoretto.
Con le difficoltà, di un rapporto consumato con l’imbranataggine della mia prima volta, con una vergine più imbranata di me e nel sedile posteriore di una fiat 500 F bianca di seconda mano.
Comprata con i soldi dell’assicurazione, dopo aver demolito la precedente fiat 500 D, di terza mano, una carcassa d’auto. Ancora con le portiere che si aprivano controvento.
Distrutta una notte d’estate, aiutato da una Prinz di colore verde, con a bordo tre ragazze, in Corso Palermo mentre si tornava da una serata di bowling . Scavalcando la corsia, causò uno scontro frontale.
Noi eravamo in quattro, io spezzai il volante quello fatto di plastica dura, al mio fianco Massimiliano il mio migliore amico, con la testa ha fatto schizzare il parabrezza, lasciando i segni della testata sul vetro, finito in strada, gli altri due ce li trovammo addosso sui sedili d’avanti.
Fortunatamente, le ragazze ne uscirono illese. Spaventatissime, ci hanno raccontato che una 128 scura, con a bordo due ragazzi, li aveva affiancate sulla destra e che avevano perso il controllo finendo nell'altra corsia.
I bastardi non si erano neppure fermati.
Io mi ero procurato una escoriazione al ginocchio, Massimiliano un forte mal di testa. Gli altri due, Francesco e Enzo niente.
Ci portarono il risotto al barolo mentre Alessia rompeva il silenzio.
“Carla, io ti voglio bene e non ho nessuna intenzione di rinunciare ne al bel rapporto che ci lega ne ad altre conoscenze che sicuramente avrò modo di avere. Ho solo 18 anni non mi voglio chiudere in un rapporto chiuso lo dirò a Sandro, ho una vita d’avanti a me” .
Parlava come se io non ci fossi
“A lui non voglio rinunciare. Ho iniziato un rapporto bellissimo e lo voglio continuare.
Tu lo sai, ho avuto solo tre disastrose relazioni. Tre ragazzi che hanno fatto di tutto, ma niente di buono.
Con lui non è la stessa cosa, è diverso, lui è daddy, lui mi capisce. Con lui oggi ho avuto il mio primo vero orgasmo. Ottenuto con un uomo e lo voglio riprovare.
Mi voglio concedere a lui completamente, mettermi nelle sue mani.
Il tempo che durerà non lo so, ma da oggi, se mi vorrà, sto con lui”.
Stavolta quello pietrificato ero io. Il risotto, era ancora nel piatto. Nessuno aveva ancora mangiato una forchettata.
“Carla, ascoltami ti prego lui veramente ti può essere d'aiuto .E' amico di tuo fratello. Ti puoi liberare da questa dipendenza. Se mi vuoi bene se davvero mi ami ascolta questa mia supplica.
Lui ti può aiutare. Parliamone”.
“Dopo”, dissi io. “Dopo, adesso mangiamo che il riso si fredda”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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