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Lui & Lei

ANNI '70 CAPITOLO 4


di Ermes72
20.12.2024    |    189    |    15 9.3
"Chi era veramente Alessia? Io non la conoscevo..."
CAPITOLO 4
“Ciao Alessia! Il numero te lo ha dato Giampiero?”
“No” rispose lei, “Carla mi ha detto dove lavoravi l’ho preso dalle pagine gialle. Sono appena uscita da scuola sono in una cabina telefonica, non ho molti gettoni, ti volevo solo chiedere se domenica mi porti a Crissolo i miei hanno uno piccolo chalet che usiamo soprattutto in inverno per sciare.
Ci andiamo insieme? o hai degli impegni?”
Mentre lei parlava io stavo riflettendo. Non mi stava sollecitando la risposta alla sua domanda della sera prima. Forse la dava per scontata!?
Sapeva della telefonata di Carla?
Può essere che il mio casto bacio fosse stato interpretato come la risposta.” Si può fare”?
O magari non si ricordava proprio di avermi fatto la proposta?
D'altronde aveva bevuto abbastanza, poteva benissimo non ricordare di avermi chiesto di fare coppia.
“Allora daddy, se sei libero domenica vienimi a prendere alle 09 .00, un’oretta e siamo su, il mio indirizzo lo conosci”!
Confermai l’appuntamento. Mi era stato dato più tempo per riflettere, ne avremmo parlato mentre facevamo una passeggiata al pian del re e chiarito cosa intendesse lei con il “ci mettiamo insieme”.
” bene ci vediamo domenica. Cerca di essere puntuale, mi spiace che non possiamo vederci in settimana, siamo a fine maggio, sta per finire l’anno scolastico e siamo in pieno recupero di interrogazioni. Ho un sacco di compiti.
“ok ci vediamo domenica” dissi io.
Riattaccai riflettendo sul comportamento di questa ragazzina. Perché aveva dovuto giustificare il non ci possiamo vedere in settimana, era come mettere le mani avanti. Capisco l’impegno allo studio di giorno. Ma la sera? Siamo sicuri che non uscisse? Io il dubbio ce l’avevo, ma se non stavamo insieme perché giustificarsi? Io non le avevo chiesto niente.
Se lei era veramente intenzionata a stare con me non doveva dirmi bugie.
Se voleva un rapporto aperto doveva dirlo ma senza sotterfugi.
Chi era veramente Alessia? Io non la conoscevo.
L’unico a cui chiedere un consiglio era Giampiero. Lui la conosceva.
Gli telefonai sperando di trovarlo in casa.
Mi rispose. Stava lavorando alla tesi ormai quasi finita.
Gli raccontai della strana proposta di Alessia, della telefonata, dell’invito in montagna e dei miei dubbi in merito alle sue affermazioni.
“Tu la conosci abbastanza. puoi dirmi qualcosa”?
“Sandro io la conosco da 4 anni, frequenta lo stesso liceo di mia sorella.
Viene spesso a casa mia ma io con lei poche parole, solo saluti.
Tranne un episodio di nove mesi fa, prima di venire a fare lo stage.
Stavo rientrando a casa mia e lei ne usciva.
Ci siamo scontrati. Dovetti afferrarla per non scaraventarla a terra. Lei si mise a ridere. E sempre ridendo mi abbracciò cercando di baciarmi.
In quel periodo frequentavo una ragazza bellissima. Una bruna con gli occhi neri con un corpo da favola. Ora non stiamo più insieme. Un giorno ti racconto tutto. Magari mentre ci facciamo un aperitivo o una mangiata di pizza.
Insomma, la respinsi con il suo disappunto. Da allora non ci ha più riprovato.
Capisco le tue perplessità. Ne avrei anch'io.
Ho un idea, domani mattina ti telefono e ti dico".
lo salutai dicendogli: “sei un amico!”.
Schiacciai l’interno di Anna, la volevo rivedere, volevo togliermi il dubbio che non ascoltasse le telefonate che passavano attraverso il centralino, come quella fatta da Alessia.
Volevo proprio vedere se la curiosità è femmina, come dicono.
Lei entro e le dissi:”Prima lei mi ha girato la telefonata della ragazza di un mio amico, si stanno separando e tutti e due mi usano come psicologo.
Se in futuro mi cercasse ancora, le dica che sono irraggiungibile nei reparti o che non sono in sede. Poi mi informi.
Mentre le parlavo la scrutavo per cogliere un minimo cenno che lasciasse trasparire che io stessi mentendo rispetto al contenuto della telefonata, casomai l’avesse ascoltata.
Lei senza un minima deformazione del viso, imperscrutabile e senza la minima indecisione nella voce mi disse:” come vuole lei dottore”.
“ Non mi chiami dottore e neanche ingegnere ma solo Sandro”.
” Va bene signor Sandro”.
“ Tolga quel signor che mi fa tanto vecchio”.
”va bene Sandro farò come mi dice lei”.
”cosi va meglio. Può andare”.
La sera tardi rientrai nel mio bilocale che avevo acquistato facendo un mutuo fondiario al san paolo. 25 anni a tasso fisso.
l'inflazione galoppante non permetteva mutui più brevi. i tassi ormai sforavano il 18%.
Alessia mi aveva dato un po di tempo per riflettere se accettare la sua proposta? O non se ne ricordava più? Aveva bevuto tre cocktail forse non era in se quando me l’ha fatta.
Anche se nove anni di differenza fossero tanti, era maggiorenne. Mi dicevo che te ne frega. È bellissima, un corpicino niente male. Farci sesso mi attirava moltissimo.
Anche perché, non facevo sesso da otto mesi. Si poteva dire che avessi una fame arretrata? Si eccome, la masturbazione portava alla cecità.
Mi scappo un sorriso.
Mi venne in mente Teresa l’ultima con la quale avevo fatto sesso. Lei era anche stata la prima.
Nata in Calabria, occhi chiari alta 1.60, carina, abitava nella stessa mia via.
Era il 1970 io diciannovenne avevo avuto tre- quattro filarini niente di veramente concreto bacetti toccatine, sola Clara mi aveva fatto una sega, ma dopo una settimana stava già con uno più grande.
Mentre Cettina (Concetta) catanese, 21 anni lei 17 io, non me l’ha mai voluta mollare nonostante i miei sforzi, si voleva sposare vergine.
E ci voleva andare con Il velo bianco, per lei simbolo di purezza. Chissà se ci è riuscita? I suoi genitori avevano una bancarella di frutta e verdure al mercato di via Madama Cristina. Spero sia riuscita a trovare l’uomo giusto e paziente nell’attesa. Poi solo dei nomi di uscite domenicali e mai riviste tranne un paio molto utili nella mia crescita……. A ripensarci mi viene da ridere. Ero giovane, bello, ma tanto buffo e impacciato.
Teresa la prima scopata non si scorda mai. Dopo di lei tante conoscenze senza un mio interesse profondo troppo preso da università e militare fatto dopo tre rinvii.
Lavorava in una tipografia in corso………. Aveva smesso dopo la terza media e di andare a scuola. Questo era uno dei problemi nel nostro rapporto, una forte differenza culturale che non ne impediva però una frequentazione; Altalenante, in 7 anni siamo stati insieme almeno tre volte. Come si dice, un po da bastardo la lasciavo e la riprendevo quando volevo, con la certezza comunque che non fosse propriamente innamorata e che non soffrisse troppo il mio pessimo comportamento.
In quel periodo la sua tipografia stampava un libro erotico che andava alla grande, lei me ne portò una copia che apprezzai molto.
Prima dell’ultima scopata, stava con un elettricista di tre quattro anni più vecchio di me.
Mi ha cercato lei dicendomi:” mi sposo, vorrei fare ancora una volta l’amore con te”.
La portai nel monolocale che avevo preso in affitto tre mesi prima. Ci spogliammo, io la guardai, era forse l’ultima volta che la vedevo nuda il seno una seconda scarsa con i capezzolini rosa, magra ma con i fianchi evidenti, tutto sommato era molto piacente. Facemmo l’amore due volte, le chiesi come si trovasse con il futuro marito. E lei:”bene, è bravo, ma con te è diverso, mi mancherai.
Io ridendo le dissi:”Puoi sempre telefonarmi, anche se non sarebbe giusto nei riguardi di tuo marito.
Sai c’è un detto siciliano, che suona così, “i cornu i zita sunnu di sita, i cornu i mugghieri sunnu veri”.
(le corna delle fidanzate sono di seta, quelle delle mogli sono vere.)
Mi addormentai pesantemente.
L’indomani, in pieno delirio lavorativo che non mi lasciava spazio a pensieri diversi, mentre ero in laboratorio, mi arrivò una telefonata di Anna.
“Sandro c’è una telefonata per lei, dice di essere un suo amico si chiama Giampiero. Lo devo passare o dico che lei non c’è, come mi aveva detto ieri”?
“no,no, mi faccia arrivare in ufficio e poi me lo giri”.
Mi affrettai, passai d’avanti al centralino feci l’occhiolino con un sorriso di complicità ad Anna, entrai nel mio ufficio alzai la cornetta. “ciao Giampiero dimmi”.
“Ieri sera, verso le nove, ho telefonato a casa di Alessia, mi ha risposto la madre. Se mi rispondeva lei avrei riattaccato. Le ho chiesto di passarmi Carla, lei come sapevo benissimo mi ha risposto che Carla non era li e che anche Alessia era fuori. Le aveva detto che sarebbe rientrata prima delle 11.00, forse erano insieme.
Mentre riattaccavo Carla usci dalla cucina. Mia sorella era in casa, quindi Alessia era uscita da sola. Morale della favola amico mio, cerca di non innamorarti perché ne avresti solo sofferenza. Alcune donne, soprattutto quelle bellissime, della menzogna ne fanno uno strumento di vita”.
“Tranquillo Giampiero, sono vaccinato, ho avuto già la mia bella scoppola”. “
“Questa sera se vuoi mi apposto e aspetto che esca e la seguo”. “
No no lascia stare non è il caso che tu ti esponga. Ti ringrazio. Settimana prossima organizziamo una pizza al solito posto in via Accademia Albertina e ci scambiamo qualche confidenza perniciosa”.
La mettevo sul ridere per non sembrare troppo coinvolto. Ci salutammo. La mia giornata uguale a tante altre passò lentamente.
Giovedì mattina nel mio ufficio tenevo questo biglietto in mano lo poggiai sulla scrivania.
Composi il numero:” la signora Ester grazie.






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