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Lui & Lei

IL SAPORE DEGLI ANNI***


di Prime_armi
31.08.2021    |    329    |    0 9.3
""no … sono ancora troppo giovane per fidanzarmi" "heeheh … fai bene” Dice mentre versa il caffè nella tazzina e lo porta verso di me..."
La noto immediatamente mentre chiude lo sportello della sua auto.

Non mi sono mai colpevolizzato sul fatto di essere costantemente a caccia … la mia esperienza mi ha insegnato che certe donne, questo tipo di donne, si divertono a fare le prede ostinate … ma non vogliono certo essere irraggiungibili, nessuna lo é.

Anche loro hanno le voglie e desideri ... accuratamente soddisfatti.

Ad una certa età tanta è l'esperienza e la consapevolezza di sapere cosa si vuole e a chi concedersi ... che questo tipo di donne scelgono bene da chi farsi catturare.

Infondo non c'è tanta differenza tra preda e cacciatore quando si parla di sesso nel regno degli esseri umani.

Ma faccio un passo indietro cosi da farti capire bene le circostanze e gli eventi che mi hanno fatto vivere questa esperienza dal risvolto inaspettato.

Mi chiamo Eduardo, si con la U, ho 27 anni e attualmente mi appoggio a Bologna, cittá nella quale studio per la mia seconda laurea … da circa 3 anni.

La casa dove appoggio le mie stanche membra è la prima casa dei miei genitori, entrambi ingegneri, entrambi di Bologna, entrambi trasferiti a Milano per lavoro.
Adesso tutta la famiglia vive in un attico vicino al duomo ma io ho scelto di studiare qua, lontano da tutto e tutti, proprio per levarmeli da mezzo alle palle e non dipendere dai loro ordini e dalla loro routine … dopo 24 anni di stress.

“ma potresti benissimo studiare qua? Ci sono le migliori universitá e tu vai fuori? Sei proprio un egoista a lasciarci da soli!!”
“si mamma, ok mamma, va bene mamma".

Sono piú le serate finite in stato di ebrezza che gli esami dati ma rimango qua perché mi sono ambientato e ho trovato un lavoretto part-time dal giovedi al lunedi che mi permette di togliermi qualche sfizio in più e stare nel giro della Bologna bene … campo con il soldo in tasca e mi diverto, anche e soprattutto per l'accredito periodico che i miei genitori fanno sulla mia poste-pay.

In periferia da qualche settimana hanno aperto un nuovo supermarket di quelli che vendono solo merce in “tagli piccoli”, la chiamo cosi, quella per i single.
Mezzo litro di latte, dentifricio mini, acqua da 1 litro.

Insomma un paradiso di gente che cerca buone conoscenze oltrecché buon cibo.
Attenzione, anche qua le donne se la tirano ma incontrando quello giusto, alla fine non vanno li solo per cercare il pacco di pasta da 100 grammi per la dieta ma altri pacchi che aiutano a mantenersi in forma.

Il supermarket ha un grosso parcheggio sotterraneo ed è qui che mi trovo quando a qualche decina di metri, nella fila di macchine opposta alla mia, sento il bip del telecomando che chiude una portiera e, a seguire il rumore dei tacchi che si avviano verso la scala mobile.

Mi volto come se l'avessi già localizzata a occhi chiusi e guardo subito nella direzione giusta.

Devi sapere che l'appartamento in cui vivo adesso si trova in in un condominio di 4 piani, io al terzo, sopra di me alloggiano alcune studentesse silenziose e di dirimpetto una famiglia arrivata circa dieci mesi fa. Penso siano originari di un paese dell'est Europa, Padre sulla settantina certamente medico per l'adesivo sull’angolo basso del parabrezza dell’Audi, madre discreta, non penso lavori, la vedo spesso salire le scale o prenotare l'ascensore con buste di abbigliamento griffati, un po piú giovane del marito, oltre i sessanta portati bene, la figlia, mia coetanea certamente e 2 ragazzi, gemelli, che girano entrambi in motorino e che per questo mi fanno pensare non abbiano ancora raggiunto la maggiore etá.

Con stupore e eccitazione mi accorgo che la donna che attira la mia attenzione è proprio la Signora mia condomina della quale non conosco neppure il nome ma che, ammetto, incrociandola sul pianerottolo o nell'impegno di salire le scale, nello scambio di un sorriso importante sempre reciprocamente donato, con il passare dei mesi le fantasie su di lei sono sfociate in tante e lunghe masturbazioni fantasiose.

Come nei migliori film porno … immaginandola stufa di fare una vita monotona … e alla ricerca di maschi giovani e vogliosi.

Pensa, ma mai avrei creduto di vederla in un supermarket come questo … vestita poi in questo modo.

Come?

Per niente volgare certamente ma assolutamente seducente e di mio gusto, indossa un top marrone senza bretelle con un orlo di diamantini tutt'intorno alla scollatura riempito da una quarta che si sostiene senza l'aiuto del reggiseno, con ovvia decadenza dovuta all'etá e che proprio per questo mi fa venire in mente il calore materno sul quale riposare comodamente la testa. Nel girovita una cintura di pelle marrone scuro e a completare il tutto la gonna che, stretta fino a 2 cm sopra il ginocchio, riporta la stessa sequenza di diamantini anche nella parte terminale del vestito.

Il viso tondeggiante, orecchini dorati, grandi e tondi impreziositi da 2 occhi sottili e scuri, un filo di rimmel e mascara, le labbra con un rossetto in tono con la sua carnagione chiara. Le rughe del viso sono poche e perlopiù di espressione, ben addolcite da un tenue fondotinta.
Inspiro forte alla sua vista e mi sembra di sentirne il profumo anche a quella distanza.
Scendendo le scale spesso la scia del suo eau de parfum preferito mi rimaneva nelle narici per altri 10 gradini almeno … non riesco proprio a capire che bontá divina si spruzza sul collo, dietro le orecchie e sui polsi ma sa di vaniglia e sesso.

Una vera donna. Non posso parlare di 90 60 90 … parlerei piú di un 100 75 100 per un'altezza di 1 metro e settanta … una gran donna dai capelli lunghi alle spalle, nero corvino e una frangetta a taglio netto sopra gli occhi, braccia sottili e mani affusolate con uno smalto bordeaux sulle unghie, lunghe; indossa delle calze velate chiarissime di quelle con la linea che le attraversa per tutta la lunghezza, gambe e ginocchia sembrano quelle di una sinuosa 25enne col suo tacco, medio, delle scarpe a decollette color camoscio.
Invece è una vera madre datata che con ritmo e falcate si dirige verso l'ingresso.

Non posso credere che stia entrando proprio li. Devo approfondire.

La seguo a una distanza di 50 metri circa, ingresso soterraneo, scala mobile, corridoio della galleria, porta automatica, volta l'angolo degli scaffali, vado dritto per poterla magari osservare da un'altra prospettiva. Guarda diversi prodotti, li prende in mano e ne legge le etichette ma non compra nulla, si guarda intorno, va nel reparto ortaggi e fa la stessa cosa. Vede un ragazzo, un bel ragazzo atletico devo dire, con una maglia bianca e i calzoncini denim … lo guarda, si avvicina per qualche metro e di fianco lo osserva con la coda dell'occhio, si aggiusta la gonna e i capelli e gli passa accanto per farsi notare, ma il ragazzo non da segno di essersi accorto di lei. Lui va via.
Decido a questo punto di giocare la mia carta e uscire allo scoperto.
Passando da dietro mi accosto alla sua sinistra a circa 1 metro e con voce spontanea ma posata le dico anticipando un sorriso:

“certo che in questo supermarket c'è proprio della ottima frutta!”
“Oh … ciao”
“sbaglio?”
“No, non sbagli affatto!! Come va?”
“bene … mi riconosce?”
"come non riconoscerti … dammi pure del tu"
“Grazie, effettivamente ci incontriamo spesso lungo le scale ma non abbiamo mai avuto modo di scambiare due parole … sono Eduardo e … non conosco neppure il tuo nome!”
"piacere Eduardo - porge la sua mano per stringerla - io sono Andreana”

Provo una sensazione piacevole sia sentendo la sua voce sia toccandole la mano, come di un velluto sulla pelle, ha l'accento dell'est.

"anche tu fai la spesa qua?”
“beh … si … diciamo di si … - nascondendo il suo imbarazzo poiché effettivamente fuori contesto – Claudio è fuori per un convegno e i ragazzi sono in vacanza da mia sorella a Praga”
"Sei Quindi Ceca"
“Sono Slovacca, partita nel 93 dopo l’indipendenza, quando ho conosciuto mio marito che mi ha subito portato qua, nella sua cittá e per lavoro ci siamo spostati da qualche mese qui in zona"
“Non pensavo che tuo marito fosse Italiano"
"Beh, in effetti vive piú all'estero che in Italia, e quando lui non c'è… devo sopperire a fare la spesa”

Parliamo del piú e del meno per almeno 15 minuti di quant'è bella Praga, dei figli che studiano ancora, di un altro figlio, il primo avuto in giovane etá, che sta ancora li, figlio di un padre mai conosciuto, dei suoi studi e del suo spirito libero, i Beatles, il suo girare le cittá d'Europa.

“mi piace ascoltare i tuoi racconti"
“ci vuole molto tempo per raccontarti tutta la mia vita"
“immagino, immagino"
"magari passi a casa a prenderti un caffè quando sei libero?! Ho imparato a farlo molto bene in tutti questi anni”
"Perché no?! Molto volentieri”
"Possiamo fare anche tra 30 minuti?”
"Mi fa piacere Andreana, porto a casa la spesa e sono alla tua porta"
"Bene, ti aspetto"
"a dopo"

Ci salutiamo cosi, prendendo uno la direzione opposta all'altra.

Wow, non posso crederci, subito inizio a fantasticare sull’incontro ma mi sembra assurdo che possa andare cosi come immagino, infondo ho solo scambiato 2 chiacchiere e poi, va bene che è strano che sia venuta in questo supermarket vestita in questo modo, ma non ha dato certo segno di avere un qualche interesse nell’avere un altro tipo di esperienza con me. Pensando a questo rinuncio agli acquisti e corro subito a casa per darmi una sistemata … a tutto.

"Din don"

Apre la porta ancora truccata ma vestita con dei fuseaux neri, in abbigliamento “domestico" per usare un termine che rende l'idea, i piedi scalzi e una canottiera bianca dalla quale spingono prorompenti i due capezzoli …s i intravede il cerchio nero che li circonda. Sono come piacciono a me … diametro di 7 cm circa … misura perfetta … un biberon.

“accomodati, entra pure … ho preparato il Caffè … mi sono messa comoda"

Entro in casa e subito sento l'aroma della moca pronta.

Vestita così è ancora piú eccitante e questo abbigliamento le da altri 10 anni in meno.
Mi accompagna in cucina e mi fa accomodare al tavolo.

“sono contenta che sei venuto"
“grazie, anch'io sono contento"
"tu cosa fai nella vita?”
"io studio all'università per una seconda laurea e ho un piccolo lavoro part-time"
"di cosa ti occupi?”
"Progetto arredamento per interni su misura per uno studio di architetti blasonato"
"sei fidanzato?”

Mi stupisco di questa domanda cosi diretta ma non esito a rispondere.

"no … sono ancora troppo giovane per fidanzarmi"
"heeheh … fai bene”

Dice mentre versa il caffè nella tazzina e lo porta verso di me.

“grazie Andreana" …
“di nulla figurati … oh … accidenti"

Mentre la sta per poggiare, la tazzina si rovescia sul tavolo e lo scolare del caffè cade sulla camicia e sui pantaloni, vicino alla zip e alla tasca sinistra dei miei jeans.

“accidenti, scusami, perdonami”

Andreana corre verso il lavandino e prende una spugnetta inumididendola con un po d'acqua dal rubinetto.
Si china vicino a me e inizia mortificata a strofinare nel tentativo di smacchiare l'alone che ormai si è vistosamente ingrandito sulla camicia.

“presto … levala la devo mettere in acqua"
Mi alzo in piedi e inizio a sbottonarmi la camicia, lei delicatamente mi aiuta a levarla mentre mi accarezza il viso dicendo “scusa, scusa"
"non ti preoccupare"
"Guarda qua, i tuoi pantaloni sono irrecuperabili"
"No non ti preoccupare Andreana"
"aspetta fammi provare"

E inizia delicatamente a passare la spugnetta sul jeans, strofinando delicatamente e tastandomi involontariamente sul pacco.
La cosa mi imbarazza un po ma lei è proprio amorevole e delicata e insiste vistosamente sulla macchia.
Ma il mio cazzo non ragiona con amorevolezza e li dentro qualcosa di imbarazzante inizia ad accadere.

“Andreana, scusami ma mi sto sentendo un po in difficoltá"
"in che senso" dice strusciandomi ancora.
“li dentro intendo"
“li cosa? La macchia?”
“no, è che sta diventando duro” sorrido imbarazzato.
“passibile che a questo punto voi ragazzi dite sempre cosi?”
“in che senso?”
“nel senso che non vi rendete conto che ho visto molti cazzi più di voi e non mi imbarazza certo un uccello grande davanti alla faccia"

Rimango interdetto.

“ma allora … il caffè? Il supermarket? L'invito a casa?”
"certo, diciamo che ho un debole per i ragazzi giovani e muscolosi come te"

Si ferma dallo strofinare e mi guarda dal basso.

“ma che ti credi Eduardo? Se sei qua ti conviene approfittarne no?”
Senza esitare la prendo per il mento e la sollevo delicatamente.
La porto davanti ai miei occhi … le prendo per il viso con entrambe le mani e la bacio sulle labbra.
La riporto davanti agli occhi per guardarla …
Lei mi accarezza il viso e mi riavvicino a lei con le labbra.
Apre la bocca e infilo la mia lingua … il bacio incontra la sua lingua matura senza veemenza.
Ci baciamo delicatamente. Come se l'esperienza di una madre passasse attraverso quel bacio che si prende cura di me per l'accaduto.
Ho le narici piene del suo profumo di donna.

Mi accarezza molto lentamente mentre non si ritira dai miei baci. Si sofferma ancora un po.
Dal viso scende sul mio petto e bacia il mio capezzolo. Un brivido mi attraversa.
La sua mano tocca il pettorale e le sue dita sfiorano la sua lingua aggiungendosi alla stimolazione iniziata prima, poi la mano scende ancora … e arriva sui miei jeans.
Io sono completamente avvolto dal tepore che emana.
Scende ancora e li sbottona per infilare la mano dentro alle mutande.
Si aiuta con l'altra mano mentre io le tengo semplicemente il viso. Abbassa un po i jeans e le mutande fino allo scroto e inizia a segare il mio cazzo completamente su di giri e turgido … bagnato per il liquido pre-seminale.

“Andreana sei meravigliosa" dico
“si lo so" sussurra lei “baciami il collo"
Non esito ad assecondare la sua richiesta.
Poi lei fa lo stesso.

Sale sulla spalla, nuovamente i miei capezzoli, le addominali, l'ombelico, i peli del pube e mentre si inginocchia, assapora finalmente il mio cazzo.
Ma purtroppo sono arrivato, tutto questo mi ha mandato su di giri.
Sono pronto, ho il colpo in canna e voglio scaricare il caricatore dentro la sua bocca.
Mentre sta iniziando delicatamente a leccare la cappella in maniera perfetta, lavorarla come se fosse qualcosa da proteggere, le prendo la testa e infilo tutto il mio cazzo in bocca toccandole la gola e provocando in lei un piccolo conato soffocante.
Alza lo sguardo verso di me e le dico:
"sto venendo Andreana, scusami – scusami Andreana”

Ho un gemito … un orgasmo parte dal piú profondo intimo e non posso fare altro che sborrare copiosamente spinto dai colpi di una eiaculazione per tanto tempo desiderata.
Non ho piú niente da donare alla sua bocca ma spingo il mio cazzo ancora piú profondamente.
Andreana accetta e sta, mi offre la sua accoglienza materna mentre io spingo per far uscire le ultime energie dei colpi a vuoto.
Poi esausto sfilo il cazzo e le permetto nuovamente di respirare.
Lei si allontana di qualche centimetro e prende una boccata d'aria, poi un,altra … dalla bocca fuoriesce il mio nettare che lei lascia colare sul mento presa piú dal riprendere fiato che dalla paura di sporcarsi.
Io ho il cazzo dal quale colano a terra le gocce che non ha preso lei.

“scusami Andreana, non volevo ma quando mi prende non capisco niente, mi dispiace anche d'esser venuto cosi in fretta, magari tu ..."
“è stato bello Eduardo, non ti colpevolizzare, ti capisco ma sappi che a me interessa tu abbia goduto ... nient'altro".

Imbarazzato cerco di darmi una pulita e mi rivesto con l'intenzione di andare via.
"rimani a cena da me, sono sola e ho ancora molto da raccontarti".

EPILOGO

Dopo cena abbiamo fatto l'amore ma questa è sicuramente una parte del racconto che preferisco conservare per me.
l'unica cosa che voglio far trapelare è che una volta finito siamo stati abbracciati.
Io sul suo petto, prima l'ho baciata e ho condiviso con lei il fatto che forse, qualora lo sia, mi sono innamorato di lei sin dalla prima volta che l'ho vista scendere le scale, poi, dopo aver chiacchierato ancora un po mi sono attaccato al suo capezzolo e l'ho succhiato in posizione fetale, il suo calore e le sue carezze sul viso mi hanno consolato.
Sotto, al ritmo delicato delle mie poppate e carezze, le ho massaggiato delicatamente il suo clitoride turgido e gonfio e poi, davanti alla sua richiesta esplicita le ho infilato un dito nella figa … massaggiandola lentamente … ci siamo addormentati cosí … un bimbo e una mamma … due adulti nel pieno della loro lussuria.

(Tutto il racconto, i fatti e i personaggi in esso contenuti, per quanto verosimili, sono assolutamente casuali e sono frutto della creatività dell'autore)
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