trans
Vivevo una vita eccitante e tranquilla – terza parte
di lapiera
07.03.2019 |
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"Mi preparò cosi per la notte e per non sentire gemiti una grossa pallina con fermaglio in bocca..."
Il vento ancora tiepido la pace del mare, il rollio della barca mi davano una serenità senza dubbio fuori luogo, ero appena stata violentata e mi trovavo nuda ammanettata alla ruota di una barca in balia di un gigante di cui non conoscevo nulla, sapevo appena il nome: Riccardo! Eppure non mi sfiorava nemmeno l’idea di aver paura, anzi il mio corpo vibrava ancora di piacere e il mio cervello considerava trasgressiva ed eccitante la situazione in cui mi trovavo.Un forte schiocco di fusta e un bruciore alle natiche mi facevano ritornare alla realtà, mi stava frustando con violenza! Uno due tre quattro colpi e poi via altri sempre forti e dolorosi, urlavo come una pazza e mi dimenavo a più non posso senza rendermi conto che attorno a me c’era solo mare tanto mare.
Neanche una parola, solo una serie di forti colpi che mi mordevano le chiappe, ma dove sono finita! , mi sentivo inerme e totalmente in balia delle sue perversioni e a quel punto temevo fossero proprio estreme.
Dal sedere i colpi si spostavano sulla schiena e sul retro delle cosce, sempre più dolorosi ma, tutto sommato al limite della sopportazione, ci sapeva veramente fare con la frusta. I brividi di freddo erano totalmente scoparsi per lasciare un tepore sulla parte rivolta verso di lui.
Non mi rendevo conto perché dopo tanta dolcezza dovessi essere castigata così violentemente.
Come era iniziato tutto di colpo fini.
Il tempo di smettere di gemere e un altro devastante oggetto mi venne piantato nel culo, penso dovesse trattarsi di una bottiglietta di acqua, sentivo le sue mani armeggiare e con una notevole abilità in men che non si dica , con una corda aveva costruito una imbragatura per trattenere nel mio culo l’oggetto.
Poi mi sfiora il capo e con dolcezza inattesa mi sussurra, brava, sei stata brava, vedrai che alla fine del viaggio sarai perfetta! Interrompo i gemiti e le urla , faccio per parlare e invece emetto solo grugniti, uno stretto bavaglio mi blocca la bocca.
Sparisce nuovamente, lo sento armeggiare sottocoperta, non riesco ad immaginare cosa voglia farmi, sono in totale sua balia. …… ma non capisco cosa mi capiti, anziché avere una giustificata paura sono eccitata e per niente preoccupata.
Dopo un bel po di tempo ritorna alle mie spalle, vorrei chiedergli un sacco di cose ma non posso, cerco i suoi occhi ed incrocio il suo sguardo, è sempre bellissimo e sento il desiderio di affidare il mio corpo alle sue mani, mi ha stregato.
No, non mi ha stregato, mi sto innamorando di lui e la mia mente diventa sempre più alla sua mercè.
Mi accarezza, con le unghie dolcemente mi graffia, i brividi mi scuotono tutto il corpo, ma cosa cazzo mi sta capitando?
Finalmente qualche parola, sempre con una voce carica di erotismo mi chiede se voglio essere sua ed appartenergli totalmente, lo so sono una povera scema, ma incatenata, con una bottiglietta nel culo, nuda in mezzo al nulla con solo mare attorno non mi sembrava di avere molte alternative, e col capo annuisco, mi toglie il bavaglio e mi bacia profondamente, facendomi cenno di non parlare .
Mi stacca dalla ruota ma mi lascia le manette dietro la schiena, mi mette un grazioso guinzaglio con catenella e mi fa scendere sottocoperta, dove ci attendeva una tavola imbandita con due piatti colmi di ottimo cibo, una bottiglia di vino pregiato e una rosa con un lungo stelo irto di spine.
Faccio per sedermi ma mi indica un tappetino al suo fianco e li mi fa stare in ginocchio.
Lui inizia a mangiare, è completamente nudo, io lo ammiro è una scultura, con delicatezza ogni tanto mi mette in bocca del cibo, devo ingoiarlo quasi senza masticare e ringraziarlo ogni volta, se ritardo nell’ingoio mi chiude con due dita le narici e sono costretta a farlo immediatamente.
La bottiglia che ho nel culo mi fa male, non resisto più e mi viene da lamentarmi, non l’avessi mai fatto! Prende due pinzette e le attacca ai capezzoli delle mie tettine , due morsi atroci, mi indica di far silenzio ed io ubbidisco.
Mi scappa la pipi, cerco di farglielo capire, vedo che prende una caraffa e me la mette tra le cosce, posso liberarmi finalmente, intanto lui prende la bottiglia e due bicchieri, riempie il suo con un vino bianco profumatissimo e poi prende la caraffa con il mio piscio e riempie l’altro bicchiere, me lo avvicina alla bocca e ne versa tutto il contenuto in gola. Mi dice di trattenerla e di ingoiarla al suo comando e cosi faccio.
Pian piano bicchiere dopo bicchiere la bevo tutta alternandola a bocconi di cibo che ogni tanto mi porge.
Prende finalmente a parlare, mi ordina di ascoltare in silenzio e di rispondere alle domande solo con cenni del capo.
Da quando mi ha vista in riva al fiume vuole che diventi sua con un rapporto dom - sub molto rigido.
La crociera da soli la considera come il mio dressage da schiava e se lo avessi superato avrei potuto essere di sua proprietà e vivere con lui circondata da ogni cosa che desiderassi.
Riccardo si sarebbe occupato totalmente di me, non avrei più lavorato, sarei andata a vivere da lui conducendo una vita agiata.
Mi accarezza, le sue parole dolcissime e cariche di erotismo mi portano a fantasticare una nuova vita al suo fianco, piena di premure e sicurezze nei miei confronti e di regole che ovviamente avrei dovuto rispettare.
Dopo avermi incantata con una serie di promesse da favola, mi fa scendere ad una brusca realtà ricordandomi quanto severe potrebbero essere le punizioni qualora non ubbidissi prontamente ai suoi voleri, era lui il padrone del mio corpo e della mia mente.
Tentennavo, da una parte mi prospettava una vita di piaceri e dissolutezze, in cui potevo solo cerare il piacere e l’erotismo , dimenticando tutto il resto, amici, lavoro….. e perché no! Mi stava convincendo, l’idea di vivere mantenuta, senza problemi e pensare solo a soddisfare quel bel pezzo di maschio mi arrapava come non mai…… un violento schiaffo mi fece ritornare presente, stava aspettando una risposta!
Feci col capo un cenno di assenso.
Mi fece alzare, mi slegò le mutandine di corda che mi aveva intrecciato ai fianchi e estrasse dal mio culo la bottiglia.
Poi prese la rosa dal calice ed iniziò a farla scorrere sulla mia schiena. Con precisione iniziò a spezzettarla in tanti pezzettini che lasciò cadere a terra, li radunò e mi indicò di sedermici sopra. Un violentissimo dolore mi pervase il fondo schiena, cercai di muovermi ma una scarica di schiaffi mi fece cambiare idea, ero sua.
Rimasi li seduta a gambe aperte sulle spine della rosa, il collare fissato con la catenella ad un gancio mi impediva ogni movimento.
Intanto mentre soffrivo in silenzio lo vedevo cercare in una borsa di cuoio piena di oggetti, un brivido quando vidi che teneva in mano due cose terribili, una cintura di castità per la mia pisellina e un impressionante divaricatore anale che una volta inserito, con un pomello collegato ad una vite, si apriva e veniva bloccato con un lucchetto.
Mi preparò cosi per la notte e per non sentire gemiti una grossa pallina con fermaglio in bocca.
Risali al timone e non lo vidi per tutta la notte.
Non so come ma, incredibilmente, appena sola crollai in un sonno pesante .
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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