Prime Esperienze

Carissima zia


di Simonecrini
15.02.2024    |    331    |    2 8.9
"Appena disteso il la cappella e parte dell'asta del mio cazzo che stava esplodendo, fecero prepotentemente capolino oltre lo slip, cercai di girarmi..."
Era una torrida estate quella che di qualche mese precedeva i miei 17 anni a come ogni anno degli zii romani con il figlio di un paio di anni più grande di me arrivavano al loro paese di origine con l'intento di trascorrere qualche settimana nella loro villa in campagna. A me faceva molto piacere poiché con mio cugino andavo d'accordo, e quando mi giunse la telefonata del loro arrivo subito mi misi in sella al mio motorino per andare a salutarli. Giunto a destinazione erano tutti e tre in veranda, notai che ragionavano con molto fervore, e rimasi a distanza per non essere l'intruso in beghe familiari. Appena mi videro titubante però mi fecero segno di raggiungerli e fu proprio la zia a parlare: " ci hanno appena chiamato da Roma e dovremmo rientrare per una visita a cui deve sottoporsi lo zio, io non posso andare con loro perché domani mattina abbiamo un'appuntamento con un operaio per dei lavori programmati, quindi dovrebbero tornare loro, ma io da sola qui la notte non voglio passarla". Lo zio non lo facevano viaggiare da solo perché aveva avuto un infarto qualche anno prima e preferivano viaggiasse in compagnia del figlio.
" ti dispiacerebbe passare qui la notte? So che non sarà divertente per un ragazzetto della tua età, ma mi faresti un favore enorme...se accetti entro un paio di giorni andiamo a mangiare una pizza offerta da me tutti insieme" disse rivolgendosi a me lo zio...
" Che palle", pensai tra me e me.."ma proprio io"... tra l'altro la villa era veramente isolata, io non avevo la patente e la zia rimaneva senza macchina... ma mi toccò, molto a malincuore rispondere "se necessario rimango". Mi ringraziarono soddisfatti e zio e cugino dopo qualche ora intrapresero la strada del ritorno. Rimasto solo con la zia, si preoccupò di telefonare ai miei per informarli della situazione, ed eccoci, rimasti soli fino al loro ritorno, presumibilmente l'ora di pranzo del giorno dopo. In pratica l'unica persona che avremmo visto per le prossime 12 ore circa sarebbe stato l'operaio atteso per il giorno dopo. Apro una parentesi descrivendo la zia: bella donna mora alla soglia dei 40, con le forme al punto giusto e degli occhi verdi molto penetranti. Rimanemmo ancora un po' a parlare in veranda e verso le 20 andò a preparare qualcosa per la cena che consumammo fuori, sperando in qualche alito di vento . Speranza vana: l'aria era ferma e si sudava anche in campagna e di sera. " Vuoi guardare un po' di TV mentre io sistemo i piatti?" chiese la zia, ed io mi spostai nella sala, iniziando a litigare con un televisore che non funzionava...! " Domani chiamo il tecnico, magari è l'antenna" . E fra me e me mi chiedevo cosa mai avrei potuto fare in attesa di un orario adeguato per andare a dormire. Giocammo un po' a carte in veranda, quando mi venne un pensiero che esternai ad alta voce " ma prima, senza la TV cosa facevano?" e la zia mi rispose ridendo " figli!". Ma mi sorprese il suo sguardo, profondo , mi guardava negli occhi scavandomi dentro. Continuammo a giocare ancora a carte e ad un certo punto ci ritirammo nelle rispettive stanze. Il caldo era soffocante in casa, ero rimasto in slip sperando in un po' di refrigerio, ed invece ero incollato alle lenzuola. La zia nella sua camera aveva un ventilatore "beata lei" pensai . Dopo più di una mezz'ora di vana speranza di dormire, mi era venuta sete e mi diressi in cucina in cerca di una bottiglia d'acqua che placasse l'arsura. Ero solo in slip, entrai , presi la bottiglia e mentre stavo scolando il secondo bicchiere, sentii dei passi: era lei... "Mi trova in queste condizioni, che vergogna" pensai ... "Avevi sete? Con questo caldo..." mi girai verso la voce amica, volevo scusarmi per come mi aveva trovato, la vidi e quasi non svenivo. Aveva solo un paio di mutandine ed una vestaglia trasparente, i seni prosperosi e generosi sembravano imprigionati da quel sottile e trasparente velo. Mi rigirai di scatto, quasi a farle credere che non l'avessi vista nel suo seducente splendore e soprattutto per non mostrare l'erezione istantanea che avevo avuto. Lei però penso avesse già stabilito cosa sarebbe andato a succedere a momenti, e sempre dalla porta mi fa "nella mia stanza c'è il ventilatore, non è il massimo, ma si sta meglio, se vuoi puoi stenderti accanto a me". Il cuore mi balzò in gola, credevo di aver avuto un miraggio...mi rigirai verso di lei, era lì, ancora appoggiata alla porta, con la vestaglia ora leggermente più aperta, solo il velo andava a confondersi con il rossore dei capezzoli. " Ma no zia, non preoccuparti, queste sono nottate a cui ormai sono abituato (mentivo ) finisco di bere e vado a letto ". "No insisto, sei qui per farmi un favore e mi devo far perdonare " insistette con voce decisa. Dovetti a questo punto girarmi verso di lei e il suo sguardo si fermò sul gonfiore che stava quasi esplodendo del mio slip: ci rimase per vari interminabili secondi. Non potevo, anche volendo,rifiutare. Ma in effetti solo un pazzo lo avrebbe fatto. Raggiungemmo la sua stanza e la differenza di temperatura era gradevole, mi stesi e lei fece altrettanto. Appena disteso il la cappella e parte dell'asta del mio cazzo che stava esplodendo, fecero prepotentemente capolino oltre lo slip, cercai di girarmi dall'altro lato sperando non avesse notato. "Ma ti vergogni di me? Ma dai, non ci credo. Eppure mi sembra che ci siano motivi per non farlo" . Dicendo queste parole mi fece rimettere supino, avevo gli occhi chiusi per la vergogna, lei mi aveva ormai in pugno. "Eppure mi sa che ti piaccio" dicendo queste parole inizia a sfiorare con un dito il mio cazzo che era ormai marmoreo. "Sai , lo zio da quando è stato male non può fare certe cose, e mi mancano". Al termine della frase impugna l'asta e sento la sua lingua vellutata passare sulla cappella dolcemente, avidamente poco dopo scompare nella sua bocca. Inizio timidamente a toccarla, mi agevola mettendosi su di me per un 69 paradisiaco. Le tocco la figa, fradicia di umori, ci infilo la lingua. Il sapore di donna non lo avevo mai provato, qualche esperienza con coetanee, il suo era diverso. Io esplodo avvisandola, ma non se ne cura. Manda giù tutto, mentre con un gridolino strozzato e la mia bocca che si riempie di umori capisco che viene anche lei. Sudatissimi ci distendiamo, lei è la prima a parlare "sei stato bravo, ma non penso abbiamo finito". Eh no, non avevamo finito. Le metto una mano sulle tette e si gira verso di me per baciarmi, ci avvinghiamo in un lungo bacio che culmina con lei su di me. Cavalca con voglia e passione,le strizzo avidamente i seni,i suoi umori colanti mi arrivano sulle gambe. Cambiamo posizione, si mette a pecora. Punto il mio cazzo sul foro del culo, lei mi fa " hai capito il ragazzino?" . Queste parole mi spingono ad affondare tutto il cazzo, lei lo riceve con un urlo questa volta. Si inarca, io spingo il suo bacino in basso e la stantuffo con vigore. Lei sta godendo, si tocca la figa mentre la inculo con sempre più vigore, viene urlando ed io insieme a lei. La inondo, sento gli spasmi del mio cazzo. Sembrano infiniti. Sfilo il cazzo e dal suo culo viene giù un fiotto del mio godimento.
La serata era appena iniziata.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Carissima zia :

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni