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Gay & Bisex

Il sogno continua


di Simonecrini
03.07.2022    |    228    |    1 8.7
"Ad un certo punto mi fermai, e quasi prendendolo in giro gli dissi "ma mi hai fatto mettere sto cazzo di grembiule per farti un pompino?"..."
Carlo ormai si era buttato nella nuova esperienza, erano anche due le volte la settimana che mi chiedeva di vederci, e quando gli chiesi il perché mi rispose semplicemente che la moglie non era per niente brava nei pompini, anzi, per lui erano una vera sofferenza, in quanto non sapeva evitare di far strusciare qualche dente sul cazzo, ed inoltre il culo non glielo proprio dava. Il desiderio sopito da tanto tempo si era quindi manifestato, ed aveva visto in me la persona ideale per soddisfare quelle voglie forzatamente represse, in quanto aveva capito da sempre che ero bsx.
Un pomeriggio, quando mi presentai da lui ufficialmente per l'ennesima partita a tennis (per telefono e messaggi ormai era questo il gergo usato per dire scopare), e naturalmente lo trovai solo in casa, in pantaloncini e canotta, con il suo cazzo sicuramente già in tiro (questo si intuiva dalla decisa forma che si notava palesemente), mi sorprese il suo invito ad indossare, una volta essermi spogliato, un grembiule da cucina con pettorina, che aveva lasciato pronto su una sedia. Mentre mi spogliavo era seduto ancora vestito sul divano, e si massaggiava lentamente il gonfio pacco, godendosi la scena. Era il momento di soddisfare la sua (credevo) bizzarra idea, ma una volta allacciato il grembiule mi resi conto che la sua mente stava diventando "diabolica". In pratica l'accessorio mi copriva si davanti, ma non dietro, se non il filo che mi girava intorno alla vita, e quindi aveva il mio culo a disposizione. Rimanendo seduto mi invitò ad avvicinarmi a lui, e a fare tutto io inizialmente. Mi inginocchiai, iniziai a massaggiare lentamente il suo pacco che ormai stava esplodendo, costretto tra slip e pantaloncini, e mosso da un sentimento di quasi pietà, lo liberai, scendendo i pantaloncini, giocando qualche minuto con le mani sugli slip, prima di scenderli, e finalmente la sua nerchia durissima era pronta per me. Non mi feci certo pregare e la lingua cominciò ad esplorare tutta l'asta, lentamente, dalla punta della cappella rossa fuoco fino alle palle, dure come il marmo, desiderose di esplodere. Ma non era certo il momento, avevo ormai imparato come gestire le situazioni con lui, come farlo godere ma non esplodere, quindi dopo aver ingoiato tutto il suo cazzo ed averlo pompato per qualche secondo, diminuivo il ritmo lentamente, per poi passare a giochi di lingua, dall'asta alle palle, dall'inguine all'ombelico. Lui era l'attivo ma il gioco era nelle mie mani e non solo. Il gioco era anche nella mia bocca, nella mia lingua, nel mio culo. Ad un certo punto mi fermai, e quasi prendendolo in giro gli dissi "ma mi hai fatto mettere sto cazzo di grembiule per farti un pompino?". Apri gli occhi, sembrò uscisse dall'estasi più totale dicendo "cazzo, me lo stavo così godendo che avevo dimenticato tutto... dai vieni". Rimanendo seduto mi fece alzare e voltare, aveva il mio culo ad altezza di viso. Con le mani iniziò a stringere, palpeggiare, schiaffeggiare le sode natiche, imvitandomi con una leggera spinta a mettermi a 90 gradi. Dopo aver bagnato le dita con il lubrificante, averne passato un po' sul mio buco sempre desideroso, iniziò a prepararlo, con massaggi e penetrazione di più dita. Forse aveva esagerato con la quantità di lubrificante, lo sentivo colare abbondantemente tra le cosce, la sensazione era simile al post sborrrata, ma il buco lo stava preparando bene, era quasi pronto. Mi rimisi in posizione eretta, ma solo qualche secondo, il tempo di un suo morso su una natica, era sicuramente stato preso dalla libidine, che mi guidò a sedermi sul suo cazzo, duro e pronto. Feci entrare lentamente la cappella, con un movimento su e giù molto prudente... ma pian piano, ogni volta che scendevo, sentivo che qualche centimetro del suo cazzo andava più in profondità. Arrivato in fondo cominciai stantuffare mentre lui si godeva lo spettacolo, guardando il suo cazzo apparire e scomparire dal mio culo ormai adattato alla sua forma. I mugolii e i gemiti di Carlo mi stavano testimoniando che stavo facendo le cose per bene, e volevo dimostrargli che negli anni precedenti si era perso veramente tanto. Presi io l'iniziativa, cambiando posizione, e lo cavalcai di fronte, sempre seduto sul suo cazzo ormai pronto ad esplodere. Stavolta la lingua gliela passavo sul petto, dietro le orecchie, sulle guance... peccato non abbia girato le sue labbra verso le mie, lo avrei baciato volentieri. Come ultimo atto, mi fece mettere a pecora sul divano, ma dati due soli colpi venne con un grido liberatorio. Sentii almeno 5/6 spasmi che mi inondarono, ed altri 3/4 una volta tiratolo fuori che mi allagarono la schiena. Avrei voluto chiedergli tante cose in quel momento, ma era sfinito, e sinceramente lo ero un po' anche io, ma non sarebbe mancata occasione.
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