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Una serata particolare


di Maddalena69
12.07.2019    |    2.280    |    13 10.0
"“… e quell’altra poi? A un certo punto c’aveva due bei cazzi in mano e l’altro in bocca mentre la padrona di casa da dietro le strizzava i capezzoli e..."
"Vorrei tanto vederti con un altro uomo" Ecco lo aveva detto una prima volta timidamente, accarezzandomi la schiena dopo l'amore. Era partita subito una stretta allo stomaco. "No ti prego! - ho pensato - Non apriamo quel vaso di Pandora. Non sappiano cosa può uscirne..." Avevo avuto qualche esperienza di partouze in passato e lui lo sapeva. Con lui però era diverso. Non è sesso con lui ma un incanto a due che si rinnova ogni volta. Non lo volevo sporcare.
Avevo lasciato quindi che quella proposta semplicemente vagasse nel vuoto, avvitandosi su se stessa come una foglia di autunno che gioca nel vento e si disperde nel nulla. Lui non aveva insistito. Insistere non fa parte della sua natura, discreta e garbata.
Poi, dopo un pomeriggio particolarmente appassionato lo aveva ridetto. E questa volta era più deciso, con un lampo negli occhi decisamente perverso. Non lo conoscevo affatto sotto questo aspetto. Mi stupiva, mi disorientava. Eppure sapevo che aveva fatto ammucchiate e gang. Ma con me era sempre stato delizioso. Appassionato e dolcissimo.
Poi ho capito che aveva ragione lui. Dentro di me lo sapevo che sarebbe arrivato questo momento: quanto ancora potevamo sostare su questa isola felice? Il richiamo di "altro" è arrivato inesorabile. Qualcosa di" wild", che ci strapazzasse un poco le budella, che ci sottraesse almeno temporaneamente a questa bolla incantata dove tutto appare perfetto. Sì amore mio, hai ragione tu. E' ora di pagare un obolo al dio Dioniso! Andiamo dunque a questa serata con più coppie!
Come è andata? Non so....mi sono sentita come lungo una discesa di rafting: sconvolta e divertita. Comunque messa alla prova e portata fino al mio limite, quella soglia sottile lungo la quale si avverte brivido, disagio, esaltazione ed euforia. Non era questo lo scopo?
Poi è mancato il tempo di parlarne con lui. Ed invece avevo proprio bisogno di parlarne. Cercare di capire perché, in mezzo a quella gente nuda e discinta, proprio non riuscivo a guardarlo. Ritto in piedi, con un mezzo ghigno perverso, felice di farsi maneggiare da due tizie in guepière ed autoreggenti nere...lui, lo stesso che resta abbracciato a me per ore come se fossi la cosa più preziosa al mondo! Non riesco a ricomporre nella mia testa queste due immagini così diverse. Producono una dissonanza fastidiosa che mi fa sentire turbata.
Stasera ci vediamo. Vorrei capire meglio questa parte nascosta di lui.

************

Il cameriere c’ha appena lasciati con la nostra comanda. “Insomma, che volevi sapere?” le chiedo con la faccia di uno che sa già dove si va a parare.
“Lo sai… dell’altra sera! Insomma volevo sapere che ne pensavi e se ti sei divertito…impressioni insomma. E poi, mi vorrai dire quante te ne sei scopate?”
Sogghigno. “Solo la bionda, l’unica che mi andava di scoparmi…ma tu dov’eri?”.
“Scemo, ero lì. Non riuscivo a guardarti però. A un certo punto ho preferito girami mentre stavo con quel ragazzo di Bologna, così fissavo il muro e non ci pensavo”. E mentre parla mi scappa un’espressione di stupore, quasi una ferita dentro. Non so mentire. Se ne accorge, e forse per sdrammatizzare un po’ aggiunge “… però lo sai, io il modo di divertirmi lo trovo sempre”.
“E che non lo so? Ora lo sa pure il padrone di casa…t’avrà detto almeno tre volte di non urlare!!”
“E che vuoi, io non squirto ma urlo…non si può avere tutto. E la bionda invece?”
“Neanche lei squirta – sorrido – e manco urlava perché a differenza tua c’aveva pure la bocca impegnata!...diciamo che mugugnava”
“E t’è piaciuto?” mi chiede immaginandosi già la risposta.
“Si certo, ma poi non è stata mica la cosa più eccitante. M’è piaciuto molto di più quello che è successo prima”
“Prima con lei?”
“No, prima con tutte. Mica male quando me ne stavo lì in mezzo – e mi scappa da ridere come un deficiente – a farmelo succhiare a turno e pure a due alla volta. E poi quando una di loro, dopo avermi spompinato ben bene, tenendolo impugnato ha fatto a quella moretta …dai prendilo tu…ti presento M…quell’altra che dal basso mi guarda, mi fa un sorrisetto da bambina innocente e mi fa…Piacere M mentre di botto mi inghiotte la cappella con l’altra che mi impugna dal basso e me lo agita dentro alla sua bocca…Piacere mio – le dico – e giù a spompinarmi mentre l’altra che la fissava e le diceva brava…brava, succhiagli bene il cazzo. Insomma, scopare è scopare, ma vuoi mettere?” …e mentre parlo la vedo turbata a sentirsi raccontare queste sconosciute gesta da pornostar. “… e quell’altra poi? A un certo punto c’aveva due bei cazzi in mano e l’altro in bocca mentre la padrona di casa da dietro le strizzava i capezzoli e rivolgendosi al marito gli ha detto …Ma hai visto tua moglie che troia che è?”
“Ah..si, lì ancora c’ero…Eri bello!! Il principe delle donne”, mi fa mentre mi guarda dritto negli occhi. Non tanto convinta però.
“Allora vedi che c’eri!! Pensa, invece io, mentre mi scopavo la bionda che, tra parentesi, nel frattempo si succhiava il cazzo del marito, guardavo solo te, te che ti facevi sbattere da quello…anche tu eri bella..meravigliosa, la mia meravigliosa puttana ingorda di cazzo”.
“Scemo!! Mi metti in imbarazzo” “Lo so…per questo te l’ho detto”.
Guarda dall'altra parte un po' perplessa e si sfiora la collana, come a cercare un diversivo. Ammetto…sono un bastardo, e per farmi perdonare col piede le sfioro delicatamente il polpaccio. Dio, me la porterei in bagno e me la farei qui al ristorante, mi sta pigliando di nuovo, e pure lei, ormai la vedo che lo vuole o forse perché ormai è il terzo bicchiere che beviamo e le gambe già si allentano, ora che siamo seduti, figurati quando tra un po’ ci alzeremo. Chiedo il conto, ormai parlano solo gli occhi.
“Dove mi porti?” le faccio con aria impertinente mentre la prendo sotto braccio per attraversare la strada.
“E dove vuoi che ti porto…mica vorrai andare in un parcheggio?”.
“Andiamo in terrazza da te…che dici?”

**********

Un colpo da mandare al tappeto il campione dei pesi massimi. Glielo avevo detto un po’ di tempo fa che era una mia fantasia. Chissà perché, forse per il desiderio di farlo all’aperto, o per il fascino perverso del peccato di farlo a dieci metri da casa, o forse per giocare con l’adrenalina di essere beccata dalla portiera o da qualche vecchia zitella antipatica che viene su con la bagnarola e le lenzuola da stendere e invece di punto in bianco si trova davanti la signora M. intenta a farsi sbattere da un maschio. Gli deve essere rimasta in testa sta cosa e l'ha buttala lì senza pensarci su troppo. Invece a me mi sta scoppiando la testa e mi sale in viso un’espressione di piacere irrefrenabile misto a sgomento. Perché un conto è pensarle le cose ma farle è un altra storia. Uno si figura quello che farà quando starà lì, immagina tutto, complicazioni, attenzioni, pro e contro, mosse e contromosse di una partita a scacchi…ma poi invece quando sei lì sul serio tutto è diverso, misterioso e tremendamente sconvolgente.
Corriamo in macchina e appena accende, con la mano destra si insinua tra le mie cosce e comincia a giocare col mio grilletto. Mai percorsa via Ostiense così. L’avrò fatta mille volte, di corsa, col traffico, col sole d’estate o la pioggia d’inverno. Ma pietrificata e abbandonata sul sedile e lui che mi masturba da porta San Paolo fino all’Eur, questo mai. Provo pure a chiudere le gambe al semaforo perché mi vergogno e accanto a noi in fila ci sono due ragazzi in motorino. Ma lui niente. Non ne vuole sapere e mi riapre e si fa strada nella mia fica completamente madida. Affanculo allora. Chiudo gli occhi e mi lascio portare via.

“Tu sali al settimo e poi fai un piano a piedi e mi aspetti su. Io passo a casa e prendo le chiavi”. Mi bacia che la porta dell’ascensore è già aperta. Lo lascio salire e corro a casa. Mentre riprendo l’ascensore mi sfilo le mutande, sono già tremendamente bagnata e non ci sto più nella testa. Mentre salgo l’ultimo piano a piedi cercando di non far rumore coi tacchi alzo la testa e lo vedo. Sta lì dritto che mi osserva attento, che scruta i passi della sua femmina che sale le scale mentre arde di desiderio per lui. Gli faccio strada tra vecchi cassoni dell’acqua e qualche scatolone abbandonato ed eccoci, il cielo blu cobalto appare sopra di noi. Qualche soffio di vento fa ondeggiare i teli bianchi messi ad asciugare. Fa fresco e la luce della luna ci rischiara la pelle. Stendo il telo che mi ero portata e mi chino sulle ginocchia. Delicatamente e deciso allo stesso tempo, con la mano mi adagia giù sulla schiena, mentre con l’altra mi solleva il vestito. Un attimo e mi trafigge, una scarica a 10.000 volt. Mi arriva dritto in testa. Dio, lo sto facendo sul serio e cazzo come mi scopa. Con una mano mi afferra su una spalla e mi spinge indietro con i colpi ritmati e decisi del suo cazzo duro, mentre con l’altra mi tiene per i capelli, e mi tira come fosse la briglia di una puledra da cavalcare. Niente preliminari oggi, niente oli, massaggi, baci, niente di niente. Mi sta scopando come un toro da monta e solo questo ora voglio al mondo. Vengo senza neanche accorgermene. Mi stacco un attimo, prendo fiato e mi siedo a terra. Lo prendo in bocca e lo sento ancora vibrare. Resto lì, seduta per terra su un telo, una donna elegante e ben vestita in abito di seta, un filo di perle al collo e scarpe da signora, mentre godo a succhiare il cazzo al mio uomo che invece sta nudo, dritto e impalato davanti a me, come fanno spesso i maschi, con le gambe un po’ divaricate e le braccia dietro alla schiena a liberare davanti tutta la loro robusta virilità. Mi alza e mi spinge contro il muro. Poi con la mano guida il suo cazzo di nuovo dentro di me. “Questo no…questo no…che fai? ..no…” mi sta scopando in piedi mentre mi prende le braccia e me le allarga, tenendomi su come a crocifiggermi contro la parete. Sono un lago e quasi mi spavento, al punto che gli dico “ma sei tu?”…”no tesoro…non sono io, sei tu”. “Dio sto squirtando…non l’ho fatto mai..lo senti…lo senti che sono”… e di tutta risposta lui non fa che accelerare il ritmo dei suoi colpi, fino a che si ferma dentro, all’improvviso, immobile, e resta lì. Mi tira i capelli fino a portarmi la guancia contro la sua fronte e mi tiene lì per un secondo che dura un’eternità “Oggi ti ho scopata come nessuno lo ha mai fatto in vita tua, ti ricorderai per sempre di questa notte”. Cosa aprono le parole nel cuore di una donna, quali magiche porte schiudono le emozioni e il fremito della passione. Restiamo un po’ in silenzio, solo il suo respiro affannato e la brezza che sfiora i miei capelli. Lontano un aereo prepara la rotta su Fiumicino. Come l’ultimo concerto dei Beatles, come Mastroianni e Sofia Loren, tutto il mondo giù, coi suoi problemi e le sue pochezze, noi qui su abbracciati e felici e sopra di noi solo le stelle.

a D.
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