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Rosso pompeiano


di Maddalena69
27.02.2019    |    24.171    |    10 9.7
"Timida certo, in camera però si spoglia per prima e lancia i vestiti da una parte, si adagia sul letto e mi aspetta, lasciando solo le autoreggenti nere e..."
E’ da tanto che aspettavo questo momento. La accarezzo dolcemente sul braccio. Mi pare che sfugga il mio sguardo. Eppure il marito me l'ha affidata dicendomi che aveva tanta voglia di stare con una donna. Per lei la prima volta.

Sono seduta sul divano grigio di casa loro e il marito se n’è andato lasciandoci sole. Mora, meno alta di me, grandi occhi castani, figura snella. E’ deliziosamente timida ed imbarazzata. Tocca a me scioglierla. Incomincio a parlare un po’ di me sfiorandole le mani. Poi le chiedo di lei con l’intento di rompere il ghiaccio. Mentre parla, ascolto con attenzione e le sfioro le spalle ed il collo. Appare rassicurata. Mi avvicino e incomincio a baciarle la nuca, le spalle. Alterno baci e leccate a piccoli mordicchiamenti. Poi salgo sulle guance e le bacio tutto il contorno del volto. La sento illanguidirsi. Mi soffermo sul mento. Faccio passare la mia lingua su e giù. Lo mordo. Lei ha un fremito ed ansima un poco. Sta andando là dove intendo portarla. Tra un poco la bacerò, penso, ma prima mi farò desiderare.

Esploro con la lingua le gote tracciando percorsi sulla sua pelle. Lecco le orecchie mordicchiando il lobo. Poi vado all’angolo della bocca e lo esploro con la lingua con dolce ostinazione ma senza baciarla. La lascio in attesa delle mie labbra e ritorno su spalle e nuca. Compio ancora questi giri oziosi tra collo e guance per accrescere l’attesa di me.

La avvicino tenendola per il fianco con una presa salda e le sussurro all’orecchio “Ti piace?” Annuisce. “Allora me lo devi dire… Mi vuoi? Dimmelo” “Si” “Non cosi, dimmi che mi vuoi baciare!” “Sì, baciami”

Ci baciamo. Il bacio è intenso, prolungato, magnifico, sembra non finire mai. Ci fermiamo per riprendere fiato e le accarezzo amorosamente la schiena. Le ordino di togliersi la camicetta. Ubbidisce senza dire una parola.

Voglio vederle il seno. Dalle coppe del balconcino emergono due curve deliziose che mi commuovono. Lo sfioro e lo palpo per prenderne possesso. Poi le sussurro all’orecchio “Ti piaccio” “Sì” “Andiamo di là tesoro?” Annuisce. La prendo per mano e la seguo. Timida certo, in camera però si spoglia per prima e lancia i vestiti da una parte, si adagia sul letto e mi aspetta, lasciando solo le autoreggenti nere e gli slip. Io mi spoglio ma mi lascio l’intimo addosso.

La sua figura di una bianchezza abbagliante si staglia contro il lenzuolo rosso pompeiano che esalta il suo candore come in un quadro di Tiziano. Appare quasi virginale, così riservata, ma intuisco che trepida nell’attesa delle mie mani. La sfioro ancora e mi soffermo sui fianchi. Come una bambina si abbandona alle mie carezze, fiduciosa e remissiva. La giro prona per farle un massaggio e le tolgo gli slip. Applico la crema sui polpacci, culetto e schiena e sotto le mie mani forti che smuovono i suoi muscoli si abbandona totalmente rilassata.

Il massaggio termina e la adagio su un fianco. Lascia fare con una dolcezza disarmante. Incomincio a passare la lingua su tutto il profilo del fianco e mi soffermo in corrispondenza dell’osso. Altri piccoli morsi. Sospira. La giro ancora. Ora è davanti a me e la sua posizione abbandonata mi incanta. Il suo seno piccolo e sodo con i capezzoli sporgenti mi fa impazzire. La bacio lungamente tirando i capezzoli e massaggiando il seno. Niente deve essere trascurato in questo corpo perfetto che si è affidato a me.

Le divarico leggermente le gambe. Lo aspettava. Sempre accarezzandole le mani mi chino su di lei ed infilo la lingua nella sua fica, così piccola e rosea, davanti a me. Siamo qui sole, io china su di lei in ammirazione dell'origine del mondo….

Anche io non sono così esperta come mi è piaciuto farle credere ma cerco di non darlo a vedere e mi dedico con tutta la cura possibile, attenta alle sue reazioni. Le chiedo come va. Sospira sussurrando che sto andando bene. Mi sono insinuata con la lingua e simulo un movimento ritmato per diversi minuti, poi continuo con le dita: tutto che darle il massimo.

La porta si socchiude e appare il marito. Chiede premuroso come sta andando ed immagino che stia letteralmente bruciando. Lei risponde a mezza bocca rassicurandolo. Poi in un impeto quasi affettivo si tira sù e mi abbraccia. “Sì, per ora vogliamo stare sole”

Sì cara, per ora noi due. Ancora solo noi. Si avvicina e ora mi bacia lei. Ha abbandonato ogni timidezza. La ritrosia lascia il posto ad un sentito slancio amoroso. E’ un misto di gratitudine, passione, vicinanza emotiva. Si accosta alla mia intimità e mi bacia. I nostri corpi stanno emanando una gioia che ci esalta. La sento tutta mia ed è una sensazione stupenda.

La accarezzo lungamente. Non mi stancherei mai di passare le mie mani sul suo corpo bianco e liscio.

Ancora, ancora, ancora. Sono le parole magiche degli amanti che si desiderano. Oggi sono le nostre parole.

Il marito aveva lasciato uno strapon sul comodino. Cosa si prova ad essere uomo ed a possedere la propria donna? Mi gira la testa al pensiero che sto per scoprirlo, che mi avvicinerò a questa sensazione. Sì, sarò un amante che possiede la propria donna. Questa posticcia mascolinità mi permetterà di entrare in lei e di adoperarmi per lei.

Mi guarda con occhi socchiusi e languidi. La sua fichetta è bagnata e schiusa davanti a me. La penetro e mi muovo con delicatezza, poi più di fretta. Sento in me la responsabilità di farla stare bene e questo pensiero mi accomuna ai milioni di amanti che hanno amato nel corso dei secoli.

Lei sussulta e mugola e il suo viso si distende in una espressione bellissima. Indago il suo volto, quasi la spio per capire quanto stia godendo. E sono io l'artefice. Scopro che è bello, dannatamente bello essere uomo.

Si affaccia il marito, che vistosamente freme. Quasi a malincuore acconsentiamo che venga tra noi a rompere il nostro incantesimo.

Lo avevo avvertito che non avrei giocato con lui. Ma la visione dei nostri corpi ammaliati uno dall’altro è irresistibile. Si china a baciarmi mentre lei mi sfiora la mano con complicità. Poi lo sospingo verso di lei e lascio che trovino tutta la loro intimità coniugale, come è giusto che sia.

Ora siamo tutti e tre abbandonati sul letto. Lui è avido di particolari. Le fa domande ma lei risponde con ritrosia. “E’ andata bene” “Sì, tanto” “Davvero? dimmi qualcosa….” Lei tace e mi guarda. Tra noi un’occhiata d’intesa: la magia la vogliamo tenere solo per noi. Lui intuisce rassegnato e aggiunge con tono rammaricato “La prossima volta voglio vedervi dall’inizio.....”

No caro, non siamo uno spettacolo per nessuno! E’ stato il nostro momento e basta.

Sull’uscio di casa li saluto. Hanno i volti sorridenti, quasi raggianti. Mi chino su di lei e le do due baci sulle guance. So che a volte, dopo aver condiviso una forte intimità, subentra una forma di pudore. Il gioco è finito, il deragliamento è concluso e si rientra nei binari della maniere cortesi socialmente d’uso, come a disconoscere le pazzie che si sono compiute poc'anzi.

Lei sembra delusa di questo mio saluto amichevole e si volta verso di me abbracciandomi forte. Sbuffo contenta e capisco che vuole ancora qualcosa di me. Le scopro i capelli e le lascio un bacio sul collo e sulle labbra.

“Non ti basta mai eh?” mi sento dirle come un perfetto dongiovanni. “Me ne vado via sennò non mi lascia più” dico al marito un po’ spavalda. So che me lo posso permettere.

Lei mi lancia uno sguardo dolcissimo ed è questa la conquista più bella.


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