orge
La Bionda e La Rossa al Club: diverse ma ugualmente porche!
di LucasFromParis
03.02.2020 |
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"Lo scambio è forse per me il vertice più alto di intimità che una coppia possa raggiungere..."
Vidi le due figure nel buio, di fronte al locale. Due silhouette che si stagliavano alla luce fredda dei lampioni mentre io cercavo parcheggio avvertendo il delicato e sensuale profumo di Bijou seduta al mio fianco. Due ombre nella notte di una anonima strada di periferia in cui poche automobili passavano frettolose e indifferenti. Una delle ombre apparteneva ad un uomo alto, elegante e distinto; l’altra era di una donna. Non ero riuscito a scorgerla bene passando. Ero solo riuscito a notare gli stivali che la inguainavano fino alla coscia. Un dettaglio che faceva immaginare che indossasse un abbigliamento sensuale e provocante quanto quello della mia compagna. Avevo visto Bijou vestirti con cura e rendersi ancora più bella con un uso sapiente del trucco. Io la trovavo bellissima anche al naturale. Quella sera era semplicemente strepitosa; ero orgoglioso di lei. Ero orgoglioso del fatto che avesse accettato di seguirmi in una nuova entusiasmante avventura. Ero orgoglioso di presentarla all’altra coppia che stavamo per incontrare. Ero orgoglioso di entrare nel locale, che ben conoscevo, al suo fianco. Ero certo che avrei suscitato sguardi di ammirazione, invidia e desiderio per lei. Tutto questo mi rendeva non solo orgoglioso, ma anche felice ed emozionato. Per la splendida rossa sarebbe stato in qualche modo un battesimo. Non era mai stata nel locale, uno dei club più belli e intriganti in città. Vi ero stato molte volte già; sapevo che dietro lo schermo verde delle piante si celava la porta a vetri e un campanello. Era l’accesso per il mistero e la trasgressione.
La mia donna sapeva tutto. Sapeva esattamente in quale tipo di locale la stavo portando. Sapeva cosa la attendeva. Lo sapeva e lo desiderava. Per questo la luce dei suoi occhi chiari brillava più vividamente e il suo sorriso faceva, ancor più del solito, sciogliere il mio cuore. L’avevo vista indossare quel vestito dall'aspetto gotico così intonato alla sua sfaccettata e multiforme personalità. Al di sotto, come sempre, era impeccabile: autoreggenti, completo nero di pizzo e la scarpa slanciata con il suo tacco che valorizzava ancor di più le gambe e il culo. Era un sogno per qualsiasi uomo. Era il mio sogno. Certo, ne avrei condiviso il corpo con l’altro uomo e forse non solo lui. L’avrei vista e ascoltata godere sotto spinte che non sarebbero state mie. Avrei visto il suo corpo trafitto e violato da cazzi di altri. L’avrei ammirata diventare troia per il piacere di altri. Ma tutto questo sarebbe avvenuto con me. Sarei stato sempre al suo fianco senza perderla di vista neppure un istante. Volevo vivere di nuovo la magia perversa e unica dello scambio e dell’orgia. Desideravo perdermi con tutto il mio essere in questo vortice di emozioni in cui gelosia, amore, desiderio e possesso si combinano in un modo strano e unico e mi permettono di accedere in profondità al mio essere. Lo scambio è forse per me il vertice più alto di intimità che una coppia possa raggiungere. Non penso sia una verità universale; sono certo che per moltissime coppie la tranquilla sicurezza di un rapporto stabile e chiuso corrisponda perfettamente al loro bisogno. Sono anche certo, tuttavia, che molti di coloro che non osano, in segreto vorrebbero. Sono ancor più certo che io, oggi, non posso vivere in modo diverso da come faccio. Cercando emozioni, esperienze. Mettendomi alla prova. Crescendo anche, in questa strada forse originale che è la mia. Mia e di coloro che la vogliono liberamente condividere come stava facendo Bijou.
Ci avvicinammo alla coppia in attesa. Lui era già stato mio compagno in altre avventure. Fra di noi c’era grande fiducia e stima reciproca. Trovavamo piacevole la compagnia uno dell’altro e si era creata una amicizia speciale e trasgressiva. Finalmente mi trovai faccia a faccia con la donna, con A. Era stato un lungo inseguimento fra noi. Da parecchie settimane ormai eravamo in contatto. Avevamo preso confidenza chiacchierando di noi e delle nostre avventure. Ci eravamo stuzzicati a vicenda e sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Lo sapeva lei. Lo sapevo io. Finalmente si era creata la situazione e avevamo organizzato quella serata come doppia coppia. Mi aveva anche deliziato con le sue bellissime foto privatissime. Quando Bijou aveva visto le immagini il suo commento era stato: “sembra Britney Spears”. In effetti la bellissima bionda ricordava un po’ la famosa cantante. Quando fui davanti a lei mi sorrise timidamente, ma con calore. Sentivo che fra noi avrebbe potuto scattare l’alchimia. I suoi occhi erano scintillanti, le cosce apparivano tornite sotto la sua giacca, promessa di delizia. Abbracciandola avvertii il suo profumo di femmina sul collo e fra i capelli e il contatto con il suo corpo armonioso, benché ancora coperto, era una premessa silenziosa di connessione. Ci baciammo sulle guance ma subito stampai le mie labbra sulle sue. Non si ritrasse e accettò subito quel primo contatto mentre il mio amico salutava con uguale calore la mia donna. Mi avvidi che anche fra loro due passava una corrente di simpatia e complicità, nonostante fossero ancora perfetti sconosciuti uno per l’altra. Perfetti sconosciuti che però di lì a poco si sarebbero abbandonati alla lussuria e alla trasgressione. Eravamo lì per trasgredire i codici della morale comune e convenzionale. Pronti a farlo con consapevolezza di noi e dei nostri desideri.
Non vi era, davanti all'ingresso, la fila che in altre occasioni occupava tutto il vialetto. Sapevamo che la serata sarebbe stata molto tranquilla. Ma non aveva davvero importanza perché eravamo venuti per conoscerci fra noi e giocare fra noi. Per esplorarci fra noi. All'ingresso si trovava il guardaroba. Quando si tolsero cappotti e giacche potemmo ammirare le due donne meravigliati della loro sensuale bellezza. Erano così diverse eppure ugualmente desiderabili! Sembravano completarsi a vicenda: la bionda e la rossa. La ragazza alta e quella minuta. Assieme erano davvero un duo meraviglioso che ci avrebbe resi felici. Per Bijou era tutto nuovo e si guardava attorno sorridendo incuriosita. Ci dirigemmo subito verso il bancone del bar e brindammo divertiti alle nostre donne e alla serata che stavamo vivendo. Si era creata una bellissima connessione a quattro, fluida e naturale. In questo gioco leggero e divertente a tratti parlavo con Bijou, in altri momenti con A. E infine con il mio amico mentre le donne si scambiavano le misteriose confidenze che creano la magia del rapporto femminile. Un mondo segreto da cui noi uomini siamo esclusi, ma che ci fa palpitare solo al guardarlo dall'esterno. Si avvertiva la tensione erotica fra noi, quasi un sottinteso che aleggiava impalpabile ma presente. Le mani sfioravano i corpi, gli sguardi si incrociavano. Quasi non guardammo gli altri clienti, chiusi nella nostra meravigliosa bolla di energia.
La musica era forte e cadenzata. Dissi a Bijou “dai, prendila per mano e andate a ballare assieme, ti va?”. Le andava, eccome se le andava. Si alzò e invitò la bionda sulla pista. Erano le uniche e calamitarono immediatamente gli sguardi e le attenzioni di tutti. I loro movimenti erano sinuosi e lascivi. Alla mia donna piacevano anche le donne. Le piacevano davvero e non solo per compiacermi. Amava la loro pelle e il loro corpo. A. la attraeva e non si faceva certo pregare per coinvolgere la sua nuova amica in movenze sempre più audaci finché non vidi, come in un sogno, le loro bocche farsi sempre più vicine, toccarsi, aprirsi per lasciarsi invadere l’una dalla lingua dell'altra. Le ammiravo sorseggiando il mio cocktail, mentre il mio compare non resistette e si avvicinò alle donne toccando, sfiorando e baciando. Mi decisi allora a raggiungerli anche io. Volli baciare le due donne contemporaneamente; adoravo quell'intimità sfacciata ed esibita. Il ballo si faceva sempre più sensuale e l’energia che i nostri corpi emanavano stava gradualmente crescendo di intensità assieme al nostro desiderio. Proposi quindi: “andiamo a fare un giro di sopra?”. Al di là delle scale infatti, dietro una pesante tenda di velluto, corridoi bui, stanze, alcove e saloni accoglievano tutti coloro che desideravano andare oltre i limiti. Per la mia ragazza sarebbe stata la prima volta. Chissà cosa provò quando scostai la tenda per invitarla a varcare le soglie dell’inferno, girone dei lussuriosi? Che pensieri le vennero? Quali emozioni le attraversarono il corpo?
Ci avvolse subito la penombra di un corridoio. Presi per mano la mia compagna e ci incamminammo tutti e quattro lentamente. Lungo la parete alla nostra destra si aprivano alcove, gabbie, stanze di varie dimensioni. Scenario ideale di qualsiasi trasgressione fosse possibile concepire. Le donne, soprattutto la mia, guardavano incuriosite e intimorite (beh, intimorite forse no; di certo non era intimorita Bijou!). Ci lasciammo alla nostra sinistra un secondo bar e salimmo lungo una scala. Al termine di questa, altri anfratti invitavano a peccare. Infine, accedemmo anche alla sala più ampia di quel labirinto. Letti disposti sui lati e in fondo un unico grande spazio che avevo visto in altre occasioni accogliere decine di persone avvolte in un groviglio di mani, di bocche, di sessi e di piacere. Quel giorno il locale non era molto affollato. Ripartendo lungo il corridoio vedevamo ombre sfuggenti come fantasmi. Corpi senza volti e senza nomi che si davano piacere. Movimenti furtivi, sospiri. Uomini, soli o in gruppetti, si aggiravano sperando di essere ammessi ai pochi banchetti che si offrivano ai loro occhi. Presi io la decisione. Il mio istinto mi fece percepire che l’atmosfera aveva portato le donne oltre il punto di non ritorno. Percepivo distintamente la loro aura diventare calda e passionale. Avvertivo il sangue battere più forte nelle loro vene. comprendevo il loro desiderio di attraversare lo specchio come Alice. Mancava loro solo un passo. Un piccolo, ultimo passo. Non avevo alcun dubbio; quel passo glielo avrei fatto compiere io.
Senza alcuna incertezza nei gesti o nella voce le presi entrambe per mano e dissi loro: “venite con me ragazze”. Non opposero alcuna resistenza quando le condussi a pochi metri di lì, dove un grande letto si offriva a noi. Sul lato del corridoio sbarre avrebbero permesso a tutti di guardare, sperando di ricevere almeno le briciole. Il mio compare era con me. La Bionda e la Rossa erano sedute sul bordo del letto. Mi avvicinai ad A. e lei seppe immediatamente cosa fare. In un attimo il mio cazzo svettava davanti al suo viso. Il tocco delicato delle sue mani mi condusse immediatamente alla sua bocca socchiusa, all’antro umido e caldo del piacere. Cosa c’è di più eccitante del primo momento in cui le labbra di una donna, perfetta sconosciuta fino a poco prima, ti avvolgono in un turbine di saliva? Accanto a noi, gli altri due non stavano certo a guardare. Avevo subito capito che il mio amico, educato, elegante e simpaticissimo, piaceva a Bijou. Non vedeva l’ora anche lei di iniziare il suo pasto proibito. Vedevo la sua testa oscillare. In qualche altra stanza una donna gemeva e sospirava rumorosamente. Sarebbe stata la nostra colonna sonora.
Tutto divenne confuso, magico e surreale. Mi tolsi tutti i vestiti e salii sul letto. Anche le ragazze stavano togliendo i propri indumenti rivelando la bellezza della loro pelle nuda. Il turbine incantatore dell’orgia ci stava prendendo fra le sue braccia trasportandoci nella dimensione magica del piacere. Ricordo con certezza che ricambiai i piaceri che la bocca di A. mi aveva elargito e assaggiai golosamente a lungo la sua fessura calda. Con altrettanta certezza so che penetrai anche la mia deliziosa Bijou.
Noi uomini ci scambiavamo di continuo le donne per regalare loro sempre nuove emozioni. A tratti ci prendevamo una pausa di coccole nelle quali le donne sdraiate faccia a faccia a baciarsi e toccarsi godevano delle nostre mani che scorrevano delicate sulla loro pelle. Quell’insieme di paradossale dolcezza e sesso crudo rendeva la nostra orgia speciale. Unica. Fra le numerose persone che si fermavano a guardarci alcuni singoli restarono abbagliati dalla sensualità delle nostre donne e segretamente invidiosi della nostra fortuna. Non avremmo voluto giocare con nessun’altra. Avevamo con noi le donne più belle del locale. Eravamo venuti qui per loro. Avevamo tutto ciò che desideravamo senza gelosie. Fui eccitato quando su mio invito le due donne iniziarono a leccare il mio amico come un delizioso cono gelato, disputandosene ogni centimetro con le lingue guizzanti che si toccavano fra loro.
Venne il momento di fare le cose per davvero: davanti agli occhi del nostro pubblico occasionale le due donne vennero disposte a nella posizione della monta più animalesca. A pecorina fianco a fianco. A. era adesso completamente a mia disposizione cosi come la mia compagna era a disposizione dell’altro. I nostri colpi nelle loro fighe erano adesso imperiosi. Alle due ragazze piaceva quel momento più selvaggio. Iniziarono a parlare, ad ammettere il loro essere puttane vogliose di cazzo. La figa di A. gocciolava. Le afferravo i fianchi e le strappavo gemiti continui con i miei violenti affondi. La Bionda era ormai una cagna in calore e iniziò a insultarci in un modo maledettamente eccitante. In risposta alle nostre parole crude ripeteva “siete due porci, due porci schifosi!”. In quel momento e in quel contesto le sue parole erano singolarmente adatte. Non riuscivo al buio a vedere il suo ano e lo cercai a tentoni. Era stretto, ma insinuai il pollice per farle capire ciò che la stava aspettando. Ciò a cui non sarebbe sfuggita. Sapevo che anche il mio amico nutriva la stessa divorante passione per il sesso anale. E sapevo anche quanto questa penetrazione piacesse a Bijou. L’uomo entrò in lei senza troppe cerimonie. Ma nessun gemito di dolore uscì dalla bocca della mia compagna. Io preferii agire con maggior delicatezza, avendo perfettamente compreso che A. avrebbe gradito un ingresso più graduale. Così fu. Dopo aver lungamente giocato spinsi con attenzione. Ero completamente focalizzato sulle sensazioni che provavo e sul fatto che lei potesse eventualmente irrigidirsi. Ma aveva capito di potersi fidare di me. Nel sesso anale ancor più che in qualsiasi altro rapporto la fiducia è la chiave. Ben preso il suo buco si rilassò e cedette permettendomi di penetrarla fino in fondo. I miei primi movimenti furono lenti e profondi fino ad incollarmi letteralmente a lei. Desideravo farle assaporare completamente quella penetrazione oscena e perversa. Ben presto il mio ritmo divenne simile a quello della coppia che avevamo a fianco. Stavamo sfondando le due puttanelle senza ritegno e tutto in loro mostrava quanto gradissero il trattamento.
Un singolo si stava disperatamente masturbando guardandoci. Invitai Bijou a toccarlo. Perfidamente le proibii di fare altro. Sono certissimo che non desiderava altro che prendere in bocca quel nuovo palo di carne dura, calda e pulsante. Ma fu solo un gioco rapido e perverso il mio. Ben presto la riportai al centro del letto.
Il mio ordine successivo fu quello di regalarci un sessantanove degno di questo nome. La Rossa si pose sopra il corpo sinuoso della Bionda. Vidi la massa dei suoi capelli ramati sparire fra le cosce aperte della sua nuova amica. Bijou, come ho detto, era una vera bisex. Non faceva finta. Adorava darle piacere. Nella mia posizione invece, vedevo perfettamente A. passare dolcemente la lingua sulla fessura dell’altra: arrossata, aperta, violata. Sensibilissima. Restava pur sempre il suo culo già profanato a mia disposizione. Riuscii, nello spazio ristretto, ad accucciarmi sopra di lei. Era del tutto aperta e scivolai nel suo culo fluidamente. Finché la scomoda posizione me lo consentì, le feci provare la sensazione inebriante di essere leccata e sbattuta contemporaneamente.
Non potevamo esimerci, perché la nostra orgia fosse completa, dalla doppia penetrazione che lui ed io avevamo già praticato con successo tante volte. Prima la Bionda poi la Rossa si impalarono sul cazzo del mio amico. Entrambe si abbassarono sul petto dell’uomo per darmi libero accesso alla loro porta segreta. Entrambe godettero intensamente. Noi due eravamo perfettamente coordinati; il nostro ritmo non dava tregua alle donne. Martoriate, per certi versi, ma insaziabili! Mi sentivo pronto a concludere quando vidi Bijou che con movimenti rapidi della mano e della testa stava portando il mio amico al punto finale. Lo volevo anche io. Volevo esplodere il mio piacere fra le labbra deliziose della Bionda. Mi guardava sorridendo in attesa della pioggia di sperma che eruttò improvvisa e le coprì la lingua. Mandò giù tutto, da brava troia quale era. Gemiti soffocati ci fecero capire che anche la mia donna aveva regalato al suo compagno di giochi il piacere supremo dell’ingoio. Fu bellissimo poi ascoltare i battiti dei nostri cuori rallentare pian piano. Tornai dalla mia donna. Era lei che volevo abbracciare e coccolare.
Emozionati e felici ci rivestimmo nella penombra scendemmo le scale. Un rinfresco fu gradito a tutti per riprenderci dalla tempesta che ci aveva travolti. Chiacchierammo ancora nella confidenza totale che solo il sesso condiviso può creare. Io ero appagato e soddisfatto. Ma la coppia amica era di diverso parere. Ci dissero di voler andare a “fare un altro giro”. Il mio amico era ancora visibilmente eccitato e desiderava fare un altro tour sulla giostra più eccitante del mondo. Mi accingevo a salutare e ringraziare per la bellissima serata e uscire. Bijou era però di diverso parere. Mi guardò con una luce strana negli occhi; sembrava proprio una bimba quando mi disse supplichevole “dai, ancora dieci minuti”. Esattamente come avrebbe fatto una bambina al luna park. Non era ancora sazia di giochi. Non era ancora sazia di sesso. La mia donna svelava sempre più la sua energia e la sua vitalità. Compiaciuto, non mi me lo feci ripetere due volte. Ancora una volta salimmo verso l’antro del peccato.
Il nostro girovagare ci portò verso la grande sala. Alcune persone si stavano intersecando in ogni modo nel gigantesco letto sul fondo. Alcuni singoli li guardavano, le spalle appoggiate alla parete. Erano avidi. Mi avvicinai a loro per assaporare quell’atmosfera allontanandomi per un istante dagli altri. Quando mi voltai vidi che il mio amico non aveva perso tempo. Le due ragazze si erano volentieri sottomesse nuovamente. In ginocchio vedevo le loro teste oscillare nascondendo alla mia vista cosa stessero facendo. Ma i sospiri dell’uomo non lasciavano dubbi. Mi avvicinai. Non avevo più desiderio di sesso bensì di connessione emotiva con la mia compagna. Si era disposta fianco a fianco della bionda che veniva ora montata. La mano del mio compare stava masturbando Bijou facendola ancora gemere. All’improvviso, come in un lampo, seppi esattamente cosa fare. Ero seduto a fianco della rossa con il viso vicinissimo al suo. Le sussurrai: “adesso stai ferma nella posizione in cui ti trovi e non ti volti per nessun motivo”. Annuì eccitata, pur non avendo compreso il mio intento. Tornai velocemente verso uno dei ragazzi intravisti prima. Lo chiamai a me con un cenno della mano e si affrettò a raggiungermi. “quella è la mia donna, la vuoi scopare?”. Quasi incredulo, accettò subito le mie condizioni: “non devi né baciare né parlare né toccarla; la sbatti e basta!”. Tornai a vicino al viso di Bijou. Il piacere montò rapido nei suoi occhi. Il ragazzo era giovane e vigoroso. Lo spettacolo del perfetto culo che gli veniva offerto lo accendeva. Senza sosta e senza tregua stava sbattendo la mia donna. Ma era escluso da ciò che davvero contava. Il vero scambio emotivo, il vero gioco mentale e la vera connessione intima erano fra di noi, all’intero della nostra coppia. Il ragazzo era davvero solo uno strumento del nostro piacere. Volli andare ancora più a fondo nella perversione e gli dissi “puoi incularla se vuoi”. Come se fosse un mio oggetto. Per un istante solo il viso di Bijou ebbe un sussulto quando il suo ano, già arrossato profanato, venne nuovamente invaso. Subito il piacere la riprese. Non staccai gli occhi dai suoi neppure per un istante. La amai profondamente e perversamente. Quando il ragazzo, ormai stremato, si staccò lei di certo ebbe la curiosità di vederlo in faccia. Non glielo permisi e tenni gli occhi fissi nei suoi finché lui non si allontanò diventando indistinguibile; ombra fra le ombre.
Adesso era davvero finita. Adesso avevamo bevuto al calice fino all’ultima stilla di piacere. Ora desideravo solo andare a casa con lei. Perdermi nel suo profumo e scivolare nell’oblio tenendola fra le mie braccia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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