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Il premio vittoria


di Dylanland
21.10.2021    |    11.282    |    4 9.8
"Per chiarire subito la situazione le dissi che i soldi però erano solo 300 Euro, ma lei mi interruppe subito precisando che i soldi non erano la ragione per..."
Sarà per il mio trascorso in gioventù in cui ho giocato a calcio a buoni livelli, oddio non sono mai stato un top-player come Neymar o Messi, ma nel mio piccolo ho raggiunto la Serie C2 e se non fosse stato per quel maledetto giorno in cui il mio ginocchio fece "crak" in un ruvido contrasto, forse si sarebbe potuto avverare il mio sogno di arrivare alla Serie A.
A parte i sogni e le ipotesi, sarà per questa ragione dicevo, mi è rimasta la grande passione di giocare a calcio ed ancora oggi, a distanza di tanti anni, mi diverto con la mia squadra di calcetto a 6 partecipando a tornei amatoriali provinciali e regionali.
Le nostre magliette, bianche e azzurre, portano al centro lo sponsor di una Ditta Edile della mia città, il cui proprietario è il Presidente e oltre ad averci pagato le divise e le tute, ci sovvenziona le iscrizioni ai tornei e i premi per le vittorie con serate in pizzeria.
L'ultima estate prima del lockdown, ci proposero la partecipazione ad un torneo nazionale a Pescara a 12 squadre in cui noi, essendo di Brindisi, avremmo rappresentato la Puglia.
L'idea ci stimolava parecchio, ma non al presidente Massimo, lo sponsor, visto che oltre al costo dell'iscrizione, si prevedevano i costi di trasferta, vitto e alloggio in hotel per una decina di persone per 4 giorni; erano un bel po' di soldi indubbiamente, ma a parte la grossa pubblicità derivante dall'interessamento dei Media Nazionali, oltre che quelli locali, infatti ci sarebbe stato qualcuno della Gazzetta dello Sport, era previsto un premio per la vittoria finale di 3000 Euro, quasi tre volte tanto il costo di partecipazione.
Riuscimmo a convincere Massimo e aderimmo al Torneo "Città di Pescara".
Andò tutto a meraviglia, fra nostra bravura e colpi di fortuna, come sempre nella vita accade e con enorme soddisfazione riuscimmo in una finale tirata e combattuta a battere una squadra di Roma 2-1 riuscendo a vincere il torneo.
Ovvio che la nostra felicità fosse alle stelle, quasi come se avessimo vinto la Champions, e quella sera festeggiammo con una cena in un bel ristorante, diverso da quello dell'economico hotel in cui alloggiavamo.
Presi dall'euforia della vittoria e del vino che scorreva a fiumi, consapevoli che il premio in denaro era stato consistente, i ragazzi non volevano accontentarsi di una cena, seppur ricca, per questa vittoria prestigiosa e lanciarono la proposta di festeggiare con una gangbang una volta tornati a Brindisi.
Massimo ancora una volta tentennò, sapendo che la escort avrebbe dovuto pagarla lui, ma accettò a due condizioni: la prima era che avrebbe partecipato anche lui in qualità di Presidente e la seconda era di non spendere più di 300 Euro.

Questa seconda condizione era davvero problematica, perché trovare una escort disposta a farsi scopare da dieci persone per 300 Euro non sembrava facile.
Comunque mi impegnai personalmente a fare la cosa, anche perché in fin dei conti ero il Capitano della squadra.
Tornati in città il giorno dopo, mi misi subito alla ricerca ma nessuna ragazza era disposta per una cifra così bassa; quindi chiamai il mio amico Alessio, un figlio di buona donna che conosce un sacco di gente ed infatti fu lui a darmi il telefono di una sua amica di Lecce che, a parole sue, amava i cazzi come poche.
Non faceva la escort di professione ma "arrotondava divertendosi". Il fatto che non fosse una professionista mi piaceva anche di più e provai a chiamarla: "Pronto" mi rispose una voce ferma ma dolce; "Ciao, sono Dylan, amico di Alessio, sei Raffaella";
"Ah, si, ciao, mi ha chiamato Ale, mi ha già accennato" , mi anticipò lei quasi per togliere ogni imbarazzo.
"Bene, abbiamo vinto un torneo di calcetto e vorremmo festeggiare come si deve, saresti disposta a venire alla nostra festa?";
" Siete dieci vero!?" Chiese conferma lei.
"Si, siamo 9 noi più il Presidente, un uomo sulla cinquantina.....";
"Si può fare.....ma solo di lunedì mattina perché sono fidanzata e lui è anche molto geloso, ma il lunedì mattina sa che frequento un corso di aggiornamento professionale e quindi ho carta bianca" , mi disse lei molto sicura di sé.
Per chiarire subito la situazione le dissi che i soldi però erano solo 300 Euro, ma lei mi interruppe subito precisando che i soldi non erano la ragione per cui faceva questo ma li avrebbe presi ugualmente perché le facevano comunque comodo.
"Te l'avrà detto Alessio che non lo faccio per soldi, a me piace proprio trovarmi in situazioni trasgressive perché mi eccitano da morire, visto che ho un fidanzato noioso anche se molto ricco, ecco perché me lo tengo stretto" aggiunse ridendo.
Prendemmo appuntamento a Brindisi, vicino il tribunale per il lunedì successivo, circa sei giorni per organizzarsi.
Quando comunicai ai ragazzi che la Gang si faceva davvero, ne furono entusiasti, anche se un paio di loro mi dissero subito che non sarebbero venuti, Luigi perché credeva si stesse scherzando e che essendo sposato non se la sentiva di rischiare di essere beccato dalla moglie; Stefano mi disse che non riusciva a liberarsi dal lavoro di lunedì mattina.
In compenso Alessio mi chiese se poteva aggregarsi lui anche se non facente parte della squadra, ma in fin dei conti il numero di Raffaella me lo aveva dato lui, quindi fu confermata la sua presenza: una gang di nove maschi non era male.
La location sarebbe stato il bar di Nico che, per fortuna, il lunedì aveva il giorno di chiusura settimanale.
Il giorno arrivò e alle 9,30 ero al parcheggio del tribunale con Alessio per aspettare Raffaella che il giorno prima mi aveva confermato la sua venuta con un messaggio WatsApp.
Arrivò con un quarto d'ora di ritardo nella sua Mini rossa con tettuccio bianco: la vedevo per la prima volta e, pur sapendo che fosse gnocca dalla descrizione di Alessio, rimasi colpito per quanto fosse bona.
Lunghi capelli neri stile Pocahontas, grandi occhiali tondi scuri che coprivano due occhi neri profondi che avrei ammirato dopo, un fisico da modella asciutto ma formoso con una terza abbondante di seno e un culetto tondo prorompente sotto dei jeans strappati alle ginocchia.
"Ciao carissimi" ci saluto' dopo aver parcheggiato e dandoci due bacetti sulle guance prima ad Alessio e poi a me.
Entrò nella mia auto e ci dirigemmo al bar di Nico dove avremmo trovato gli altri.
Ci spiegò che era molto emozionata e su di giri per questa giornata e che non vedeva l'ora di iniziare.
Al bar erano in cinque: Francesco, David, Mario, Nicoe Massimo il presidente.
Ci dissero che gli altri due previsti non sarebbero venuti per sopraggiunti imprevisti.
"Siete solo in sette" chiese Raffaella con una punta di delusione.
"Siamo i magnifici sette" dissi io per stemperare e procurare dei sorrisi.
I ragazzi erano entusiasti per la bellezza di Raffaella, i commenti si sprecavano.
"Siete ancora vestiti? Su tirate fuori i così, non ho poi così tanto tempo ancora" fece Raffaella mentre si toglieva i suoi jeans e il top, mostrando un seno di marmo con due capezzoli rosa.
Ci spogliammo anche noi, mostrando i cazzi più o meno in tiro; ci conoscevamo già tutti per le tante docce fatte in comune e, a parte il presidente e Francesco, con due piselli non proprio da esposizione, tutti noi altri avevamo una buona dotazione con il cazzo di Mario in testa, forte dei suoi 23 centimetri.
Del resto il "wow" esclamato da Raffaella era stato esauriente.
Ci mettemmo tutti intorno a lei, rimasta nuda ma con due autoreggenti e le scarpe con un tacco altissimo.
Lei, in ginocchio al centro, cominciò a prendere a turno un cazzo dopo l'altro, imboccando e leccando con avidità i cazzi sempre più dritti e gonfi.
Leggeri mugolii accompagnavano i blowjob fatti con maestria e una tecnica consolidata: mentre spompinava, Raffaella afferrava il cazzo con una mano mentre nell'altra teneva le palle di chi era di turno, massaggiandole con una certa decisione, poi passava al successivo.
Fece due, tre giri di questi assaggi, mentre noi la toccavamo ovunque, le tette soprattutto venivano massaggiate, strette, strapazzate, il suo culo accarezzato e visitato da molte mani, ma anche la sua schiena e la pancia e lei pareva gradire molto.
La prendemmo in quattro per adagiarla su un materasso matrimoniale gonfiabile da campeggio e
mentre Francesco e David le infilarono i cazzi in bocca simultaneamente, io le divaricai le gambe già aperte per leccarle la fica depilata, profumatissima e bagnata.
La mia lingua si impadronì di quella splendida passerà leccando prima l'inguine, poi i contorni delle labbra, passando per il clitoride e inserendosi ogni tanto nel buco, poi tornando sul clitoride mentre nel buco ci finivano due dita della mano.
Anche l'ano rientrava nel tour della mia lingua e ogni volta che lo visitavo Raffaella aumentava i gemiti strozzati in gola dai cazzi degli altri.
Lasciai che anche gli altri la leccassero e si alternassero nella sua bocca che ormai aveva perso il colore rosso ciliegia del rossetto.
Cominciammo anche a scoparla, mentre lei ci incitava a darle i cazzi con sempre più forza.
Vedevo mani dappertutto suo suo corpo sinuoso, la sua lingua si affannava a cercare cappelle da leccare, il suo corpo sussultava sotto il colpì di chi la chiavava a turno.
"Siiii cazzo, scopatemi forte, non vi fermate, voglio i cazzi, voglio tanti cazzi, sono troia e voglio i vostri cazzi".
Erano parole che ci facevano scoppiare le nerchie, eravamo come in frenesia sessuale tutti, la troiaggine di Raffaella ci esaltava.
La mettemmo a pecora e Nico provò a incularla senza riuscirci; allora provò David e quando entrò con il suo cazzo Raffaella urlò un siiiiiii prolungato. La pompo' mentre ovviamente dall'altra parte Massimo le teneva ilbsuo' cazzo in bocca, poi passammo a incularla tutti, un po' alla volta e chi usciva dalla bocca passava dietro per poi ritornare in bocca.
Raffaella godeva come una cagna, si toccava la figa con la mano e succhiava i cazzi con estrema voglia.
Poi mi stesi io sul materassino e lei mi venne sopra piegandosi su di me e offrendo ancora il culo per ricevere una doppia.
Fu Mario a sfondarla nell'ano con il suo cazzo enorme e io nella fica sentivo l'ingombro dell'altra mazza dentro.
Colava tanto Raffaella, mi sentivo bagnato di lei sul pube e sulla pancia, e riuscivo a vedere dalla mia prospettiva il viso di lei con un cazzo in bocca e più in su quello di Mario nel pieno dello sforzo fisico.
Era una specie di allenamento, un fantastico allenamento senza schemi e tatticismi ma con tanta aerobica.
Eravamo sfiniti e soprattutto avevamo voglia e bisogno di venire, quindi chiesi a Raffaella di stendersi sul materassino per ricevere il nostro bukake e lei mi rispose che anche lei voleva tanta sborra ovunque.
Ci mettemmo intorno con i cazzi in mano mentre lei che guardava con quegli splendidi occhi macchiati dall'ombretto ormai sbavato.
Il primo a venire fu il presidente, sul seno poi Nico, Francesco, David sul viso mentre lei se lo spalmava bene; io avvicinai il mio cazzo alla sua bocca e le ordinai di aprirla, così fece lei aprendo la bocca più che potesse, vidi anche la mazza di Mario puntare la bocca e le sborrammo dentro praticamente insieme.
Leccò le sue labbra Raffaella, portandosi dentro con le dita lo sperma sul viso.
Una scena degna dei migliori gonzi porno.
Ci guardammo tra noi sfiniti, soddisfatti e con dei sorrisi, come dopo una vittoria in partita.
Raffaella ci guardava mentre ancora deglutiva e con dei fazzoletti umidificati si detergeva alla meglio il viso, il seno e il corpo.
Le dissi che era stata meravigliosa e lei mi precisò con un sorriso malizioso che era stata una troia meravigliosa.
Ci ricomponemmo tutti, consapevoli di aver passato una esperienza unica e pensando che coloro che non erano venuti si erano persi una grande occasione.
Riaccompagnai Raffaella con Alessio dopo che lei saluto' uno per uno i ragazzi con un bacetto e nel ringraziarla le diedi la busta con i soldi.
Lei prese la busta ringraziandomi ma ribadendo che non lo aveva fatto per quelli.
"Si Raffaella, lo so ma so anche che ti fanno comodo e te li diamo con piacere.
Magari possiamo vederci ancora se ti va", Le dissi.
"Perché no, ma sempre di lunedì però" mi rispose lei con il suo sorriso splendido.
La salutammo ancora e Alessio ebbe la sfacciataggine di dirle "salutaci il tuo fidanzato".
Ancora un sorriso e si infilò nella sua Mini rossa con tettuccio bianco.
Era stato un fantastico Premio Vittoria, molto più gratificante di una medaglietta al collo o una coppa celebrativa.
I Campioni eravamo stati noi.



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