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Lui & Lei

Un angioletto indemoniato


di Dylanland
29.10.2021    |    9.112    |    2 9.9
"Si chiamava Ilaria, era della provincia di Lecce, ma viveva a Milano con il marito e un figlio piccolo di 3 anni, aveva 31 anni..."
Non so se capita anche a voi, quando siete in fila da qualche parte, per esempio all'ufficio postale, in farmacia o al supermercato, di soffermarvi sui particolari delle altre persone: il vistoso tatuaggio del giovanotto, le lunghe e colorate unghie della ragazza, gli orribili peli nelle orecchie del vecchietto e così via; è un modo per fare passare il tempo e attendere il mio turno.
Fu così che un giorno, di buon mattino, ero in aeroporto in attesa dell'imbarco del volo Ryan Air Brindisi-Bergamo perché in serata avevo una cena di lavoro, fu così dicevo, che mi cadde l'occhio sui bellissimi capelli ricci biondi di una ragazza in coda una decina di metri dietro me.
Aveva una trentina di anni, occhi di un azzurro chiaro, non molto alta ma con un fisichetto notevole.
Si accorse che la stavo guardando, quindi io mi girai per evitare di infastidirla.
Feci l'imbarco senza più guardarla.
Trovai il mio posto 15A, lato finestrino e sistemai lo zaino sotto il sedile.
La gente scorreva lungo il corridoio cercando goffamente il proprio posto ed io mi augurai che chi si fosse seduto accanto a me non fosse una persona antipatica o sgradevole.
Poi vidi lei, ricci dorati inconfondibili con due occhi da sogno; "13, 14, 15.....ecco, credo sia qui, ho il 15B" disse come se avesse fatto bingo.
"Si, si è qui" le indicai io sorpreso e felicissimo di quel colpo di fortuna.
"Ah, non è al finestrino.....ti spiace se mi siedo io vicino il finestrino? Ho bisogno di stare seduta li" chiese con voce implorante.
Le cedetti il mio posto con galanteria e mi ringraziò con un sorriso meraviglioso.
Nel passarmi avanti, notai il filo di un perizoma rosso che fuoriusciva dai fusou sul fianco e la cosa mi attizzò molto.
Si chiamava Ilaria, era della provincia di Lecce, ma viveva a Milano con il marito e un figlio piccolo di 3 anni, aveva 31 anni.
L'oretta di volo passò in un lampo fra chiacchere e discorsi vari e quando la voce del comandante annuncio' l'atterraggio imminente, tempo buono, temperatura 25 gradi, mi spiacque pensare che non l'avrei più vista, quindi le proposi se non avesse avuto fretta di rientrare di fare un salto al Orio Center, il grande centro commerciale vicino l'aeroporto per fare un giro e mangiare qualcosa insieme.
Accettò dopo qualche tentennamento e andammo a fare un giro per negozi.
Vidi in una vetrina di Intimo femminile, un completino grigio perla con un perizoma sexy da morire; "ti starebbe una favola" le dissi provocatoriamente.
Mi sorrise e la presi per mano trascinandola dentro il negozio.
Andammo poi a mangiare qualcosa di veloce, pizza io, panino farcito lei e più volte chiaccherando ebbe modo di dire che il marito era un tipo molto noioso e privo di iniziative e che da un po' le cose fra loro non andavano bene.
Mi piaceva molto lei e non solo per il suo viso e l'aspetto fisico, ma anche il suo modo di parlare, di sorridere, di muovere le mani, persino il modo di mangiare il suo panino; la trovavo tremendamente sexy, così senza alcuna remora le dissi: " Beh, credo che tu sia una ragazza bellissima, mi piaci tanto e mi piacerebbe vedere come ti sta il completino che ti ho preso;non vorrai certo che te lo veda prima quel noioso di tuo marito!?"
Ancora una volta il suo dolce sorriso mi fece capire che era d'accordo e decidemmo di andare a Milano, nel mio hotel.
Durante i tre quarti d'ora nel bus che portava a Milano, restammo attaccati a baciarci come innamorati fra gli sguardi degli altri passeggeri.
La sua bocca era dolcissima, la sua lingua morbida e attiva.
Arrivati in hotel, lei andò in bagno a cambiarsi, io mi tolsi camicia e pantaloni e restai con i boxer.
Quando venne fuori dal bagno vidi una creatura angelica, bella da morire, sexy da infarto.
Si avvicinò guardandomi come a dire "adesso sono cazzi tuoi..."
I suoi occhi avevano adesso una espressione differente da prima, come se la ragazza semplice e ingenua avesse lasciato il posto ad un'altra persona, determinata, decisa, quasi aggressiva.
Cominciammo a toccarci, a baciarci, leccarci; sentivo il suo profumo di fresco sulla pelle morbida e liscia;la baciai e leccai sul collo e la nuca sollevandole i capelli e vidi che aveva un tatuaggio a forma di coroncina sulla nuca.
Le sue mani cercarono il mio cazzo tirandolo fuori dal boxer, mentre io andai a toccarla tra le gambe dischiuse sentendo che era già bagnatissima.
Passammo non so quanto a toccarci, le leccai la fica con molta dedizione, pazienza, attenzione senza fretta e sentivo lei fremere ogni volta che la mia lingua passeggiava sul suo clitoride, le labbra della patata, il suo buco sempre più palpitante.
Anche lei, in un 69 laterale, si dedicò al mio membro divenuto ormai di ferro.
Imboccava la cappella per poi lasciarla e leccare su e giù per tutti i suoi 20 centimetri, scendeva sulle palle che teneva a coppetta nella mano massaggiandole, accompagnando tutto questo con dei sordi mugolii.
Sentivo crescere la sua tensione erotica, i suoi gesti come se fosse in una specie di frenesia fuori controllo.
Le sue parole tipo "dammi sto cazzo"," lo voglio tutto", "riempimi la bocca", "sono una gran troia", mi sorprendevano perché in contrasto con la figura angelica che mostrava, ma di fatto mi eccitavano un casino e mi spronavano a dare il meglio di me.
La scopai in tutti i modi, provammo tante posizioni e varianti, sopra, sotto, di fianco, a pecora, in piedi, insomma credo tutto il repertorio acquisito in anni di scopate e la presi anche dietro, non senza qualche difficoltà, dato che a sentire lei lo aveva fatto solo una volta da ragazzina e neanche con suo marito.
La misi a quattro zampe aprendole il culetto tondo con le mani e leccando il buchetto rosa scuro per inumidirlo.
Le puntai il cazzo come si fa con una pistola alla tempia, aspettai qualche secondo per darle il tempo di prepararsi: entrai lentamente ma con decisione e senza più fermarmi.
La sentii aprirsi al mio passaggio, sentii il suo calore avvolgere il mio membro durissimo, sentii lei gemere.
La inculai forte e i suoi siiii di approvazione erano per me motivo di soddisfazione.
Mi chiese di venire dentro, di riempirla di sborra e così feci: sentii venire fuori il mio piacere massimo, una carica esplosiva senza controllo.
Urlammo insieme ignorando di essere in un hotel e che qualcuno potesse sentirci.
Restammo per un po' distesi, uno accanto all'altro, tenendoci per mano.
Poi andammo a fare la doccia, insieme ovviamente, ed anche lì riprendemmo a toccarci non fosse altro perché ci lavavamo a vicenda.
Il cazzo torno duro e nuovamente nella sua bocca.
L'acqua scrosciava dalla doccia e diluiva la sua saliva che avvolgeva il mio cazzo, mi fece venire in bocca ed anche lo sperma lo vidi colare giù dalle labbra diluito con l'acqua calda della doccia.
La riaccompagnai a casa in metro, a Rozzano con la promessa di rivederci.
Così è stato per tutte le volte che sono tornato a Milano o che lei è scesa giù in Salento, poi si è separata dal marito e si è trasferita in Svizzera, a Lugano, dove ha trovato un nuovo lavoro.
È più difficile adesso vederci, ma ogni tanto trovo il modo di andare a trovare il mio angioletto indemoniato a letto.
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