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LA BARISTA


di Once8440
24.08.2024    |    257    |    1 9.6
"Farmi cavalcare da una troia del genere mi ripagava dei cazzi non presi e decisi di chiederle ancora la figa: "Ti prego Amanda, fattela leccare..."
Erano giorni di una tristezza infinita; Nicolò mi aveva lasciato per l’ennesima volta.Non che la cosa mi dispiacesse per un discorso di sentimento ma diciamo che mi mancava altro.
Mi mancava il suo cazzo; mi mancava la sua cappella gonfia…mi mancava solleticarla con la lingua e prenderla in bocca; mi mancava cavacarlo e poi scendere di nuovo a spompinarlo fino a quando non mi veniva in bocca.
Il nostro rapporto era solamente basato sul sesso ma andava alla grande; solo che ora aveva bisogno di allontanarsi e probabilmente di scoparsi qualche altra signorina….e a me rimanevano solo le mie mani e qualche vibratore per procurarmi piacere.

Ma questa volta era diverso, ero annoiata e alla ricerca di qualche nuova conoscenza…non ci speravo molto però; quando ero la prima ad annoiarmi non riuscivo a fare colpo su nessuno.
Fu così che un mercoledì sera decisi di uscire, completamente sola, sotto un diluvio pazzesco: continuava a piovere e più scendeva acqua da cielo più avevo voglia di riempirmi di alcol...di ubriacarmi per non pensare più al suo cazzo.
Quel mercoledì decisi di andare nel solito pub che frequentavo con Nicolò nelle fasi aftersex, quando dopo la fame di sesso ci prendeva la fame vera; ma mi dimenticai che il mercoledi era serata di calcio e di coppe....e infatti appena entrai vidi una marea di uomini intenti a urlare, imprecare, esultare od intristirsi per la loro squadra.
Fui tentata di andare ma la barista mi intercettò subito "Paola...sei sola?!? Vieni che un posticino te lo trovo!"....e a quel punto era impossibile fuggire! La verità era che ad Amanda era impossibile dire di no: colombiana, mora, solare...sempre sorridente e invitante! Non tanto alta, ma con un lato B da urlo e due tette che sembravano voler esplodere ad ogni movimento. Era giusto riconoscere la sua bellezza nonostante all'inizio non mi stesse simpatica:Nicolò aveva più volte fatto apprezzamenti sul suo conto, confessandomi che Amanda scatenava in lui strane voglie e fantasie.
In ogni caso quella sera ero sola e Amanda mi aveva accompagnato ad accomodarmi, sgabello attaccato al bancone e poca gente in quella zona...tutti intorno al maxischermo con le loro birre. Amanda mi chiese cosa volessi...Vodka Lemon per iniziare,non volevo avere limiti. Tra un sorso e l'altro iniziammo a parlare del lavoro, del suo paese, delle sue storie e scoprii una ragazza sola ma disinvolta che certamente sapeva come divertirsi.

A metà serata il suo capo le disse che avrebbe fatto chiusura da sola...lei si preoccupò subito e a quel punto le dissi:
"Non preoccuparti, non ho impegni per domani...quindi mi fermo io a farti compagnia! Ti difendo io da tutti questi maschioni!"
Mi sorrise tranquillizzata e mi ringraziò...mi ritrovai poco dopo dall'altra parte del bancone per aiutarla a servire ma nei momenti di calma non ci sfuggivano brindisi continui e proprio durante uno di quei brindisi le dissi che Nicolò mi aveva lasciato; ecco che mi disse:
"Tesoro, finalmente...una bella ragazza come te non può limitarsi a un cazzo!"
Scoppiammo a ridere e aggiungemmo un altro brindisi...io iniziavo a sentirmi accaldata e confusa,ma ancora in forze. Amanda era sempre molto dinamica e si lavorava come se da tempo fossimo colleghe, come se in tutto quel tempo non avessimo fatto altro: sintonia perfetta, vicinanza, aiuto...e a guardarla da vicino, un po' per l'alcol un po' perché era la verità, mi resi conto perché in Nicolò scatenava strane voglie! Le sue tette erano gonfie e senza reggiseno, ma belle sode...e i capezzoli si vedevano sempre dalla canottiera; il culo negli shorts di jeans le stava da Dio...e ogni volta che si piegava iniziavo a immaginare come sarebbe stata la sua fica, calda e latina. Le labbra erano carnose e i capelli lunghi e mossi...e poi tutti i maschi la guardavano con eccitazione e questo eccitava anche me: giocava, provocava ma non si concedeva./
Le vampate di caldo affianco ad Amanda aumentavano, bastavano piccole cose...la vedevo bere con la cannuccia e la immaginavo succhiare un cazzo; si piegava a prendere il ghiaccio e io immaginavo di passarglielo sui capezzoli; si girava e mi veniva voglia di prenderle il culo tra le mani. Mi metteva una mano sulla spalla e io immaginavo quella stessa mano tra le mie gambe....

....ecco perché, quando mi chiese di andare in magazzino con lei a prendere l'acqua, diventai evidentemente rossa:
"Ehy, come mai così rossa? Non avrai mica paura di venire in magazzino con me?!" e lo diceva mordendosi le labbra...
"Figurati Amanda, spero solo di esserti d'aiuto nonostante la tristezza e l'alcol...."
"Seguimi"
E andammo verso il magazzino, che era al secondo piano; salendo le scale lei mi faceva strada e sembrava sculettare appositamente per farmi notare le chiappe...io sentivo che là sotto qualcosa iniziava a scaldarsi, sentivo che la patata iniziava a bagnarsi: per la prima volta in vita mia, davanti a una donna, mi stavo eccitando....e questo mi incuriosiva e mi mandava fuori di testa.
Cercai di distogliere il pensiero dal suo culo e dalla voglia di scoparla offrendomi per chinarmi a prendere le bottiglie ma fu peggio: in quel momento sentii le sue mani accarezzarmi i glutei e le gambe...mi alzai e dopo un secondo mi aveva già sbattuto al muro per slinguarmi.///
Cercai di fermarmi ma scoprii che mi piaceva, la tirai ancora più vicino a me,strizzando per bene quel culo che tanto avevo desiderato e slinguandola ancora più forte...lei per eccitarmi ancora di più si fece spazio tra le mie gambe strusciando il suo ginocchio sulla mia figa.
"Dio mio Amanda, non ora...non qui"
E lei rispose...
"Lo so troia che vuoi una cosa fatta per bene, aspetta che vadano via i maschioni e poi ti faccio godere io..."
Al ritorno al bancone tutto era amplificato...la musica, la voglia, il desiderio di bere ancora, i maschioni di cui non mi interessava più nulla.Passammo l'ultima oretta di lavoro a stuzzicarci in continuazione sussurrandoci maialate all'orecchio e sfioradoci sempre di più.

Una volta usciti i clienti tirò giù la serranda e io decisi di aspettarla al bancone con una banana in mano: sapevo che amava il cazzo come me e iniziare a spompinare una banana era il modo migliore per eccitarci. Succhiava, mi guardava negli occhi e poi mi disse:
"Da quando ti ho visto con Nicolò la prima volta ho pensato che volevo scoparti, e spesso mi sono toccata pensando a te che prendevi il suo cazzo in ogni buco..."
Quelle parole scatenarono in me ancora più voglia: la feci sedere sul bancone e le tolsi la canotta. Leccare le sue tette nel reggiseno era una meraviglia, soprattutto sentendo lei che ansimava sempre di più...presi del ghiaccio sotto di me e glielo feci succhiare prima di toglierle il reggiseno e passarlo sui suoi capezzoli, che in pochissimo si rizzarono e divennero gonfi e duri. ///
"Si troia, leccali ancora ...fammeli diventare più duri, succhiali come se fosse il cazzo di Nicolò"...
Aveva le parole giuste al momento giusto e non solo presi ancora le sue tette in bocca con più voglia ma le slacciai i calzoncini per sentire la sua figa...era un lago, e iniziai a massaggiarla; la troia si muoveva sempre di più e mi supplicava di scoparla...ma volevo farla godere lentamente. Era abbandonata alle mie mani e alla mia lingua e dominarla mi piaceva, e mi piaceva l'idea di poter far godere anche una figa.
Quando mi prese la testa per baciarmi mi spinse ancora la mano più dentro la fica fradicia e le mie dita presero un buon ritmo...io però ero ancora vestito del mio abitino e giubbino di pelle.
Fu lei che mi allontanò e mi fece mettere una gamba sullo sgabello: con ancora le mutandine addosso inizio a leccarmela e io sentii subito il bisogno di massaggiarmi le tette tirandole fuori dal reggiseno per leccarmi i capezzoli. Aveva una gran lingua, sapeva come leccare...la troia mi spostò la mutandina per leccare ancora meglio e mi chiese:
"Nicolò te l'ha mai leccata così??!!?"
Fra un gemito e l'altro fui costretta a rispondere:
"No, no...lecca tu, scopami tu cagna..."
Lei, ancora più eccitata da questa supremazia, prese a dare leccate lunghe e lente per poi fermarsi a fare piccoli vortici sul clitoride, succhiandolo e tirandolo con le sue labbra; più leccava e più me la apriva con le dita...e io ero sempre più fradicia e piena del mio desiderio, le sarei venuta molto volentieri in bocca per slinguarla ancora.
Dopo grandi leccate si alzò, mi tolse il vestito e mi strinse a sé...le nostre tette, gonfie e dure, si strusciavano con foga e le nostre lingue erano sempre più intrecciate; le nostre fighe, ormai nude, erano invece completamente bagnate ma io la volevo ancora in bocca.
Mi sedetti sui divanetti per farmi cavalcare e lei capì subito la mia intenzione...farmi cavalcare da una troia del genere mi ripagava dei cazzi non presi e decisi di chiederle ancora la figa:
"Ti prego Amanda, fattela leccare ancora!"
Si mise in piedi sopra la mia bocca offrendomi tutto lo splendore della sua patata e dei suoi buchini: la troia si faceva leccare e si muoveva completamente piena di voglia e quando scese mi ordinò di sdraiarmi:
"Mettiti a pancia in su...ti faccio venire"
Pensai a un 69...e invece mi stupì: riprese a sditalinarmi mettendomi un dito nel culo e uno nella figa e con l'altra mano pensava a massaggiarmi le tette.
Io ero assolutamente sconvolta da quanto era cagna ed esperta:
"Oh si, si ...si Amanda, scopami ancora...ti voglio"
Lei mi sditalinava alla grande e quando si rese conto che stavo per venire, attese tutto il mio succo sulle dita per poi leccarle con me e dirmi:
"Sei buona, sei una buona troia...hai una figa da mangiare e voglio renderti troia come me...senti come sei buona"
Leccare insieme le dita che sapevano di me mi fece incuriosire e le dissi:
"Voglio sentire ancora il tuo sapore..."
E lei rispose:
"Allora ti piace la mia figa sudamericana eh...ti piace scopare la barista? Dimmelo maiala, dimmelo se la vuoi ancora"
Le dissi la verità:
"E' da quando sono entrata stasera che volevo il tuo culo...e ora voglio scopare la fica sudamericana e farti godere!"
Lei si mise a gattoni e quel culo tanto desiderato fu mio: entrare nel suo buchino la fece sussultare e godere più che mai tanto che decise di sditalinarsi per aumentare l'orgasmo. Quell'immagine di Amanda che godeva sotto i miei colpi era il riassunto di un'esperienza bellissima...e l'accontentai nella sua ultima richiesta!
"Facciamo un 69...voglio godere così!"
Bastarono poche slinguate sulla sua figa per bermi tutto il suo godimento...godimento da vera troia, ricco e succoso...mi girai con la bocca piena e andrai a sdraiarmi su di lei, strusciandomi ancora un po' e baciandola al sapore di figa.
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