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Gay & Bisex

Sogno e....... sogno


di Membro VIP di Annunci69.it TantraManMassaggio
07.06.2019    |    1.029    |    5 9.9
"Per chi avesse dei racconti da scrivere ma non è in grado per vari motivi posso prestarmi a stilarli io per cui contattatemi senza remore alla mia mail:..."
LA PRIMA VOLTA Lo avevo capito da molto tempo pero una sera mi ha chiamato un po per esasperazione un po perché voleva vuotarsi l'anima e mi ha chiesto di scrivere il suo feeling più recondito " Si era innamorato di me "................... Il cuore batteva forte, ancora prima di suonare il campanello di casa sua: sarà l'adrenalina, pensai superando il cancello per entrare, ma avevo anche le mani sudate e una frenesia mai provata, come di timore ed eccitazione insieme. Avevo accettato l'invito di ritornare a casa sua ed entrambi sapevamo il perché! Il primo incontro, dopo un certo imbarazzo, era stato piuttosto formale, almeno da parte mia. Avevamo parlato un po' di noi, delle fantasie che avevo assieme a mia moglie e delle sue esperienze più recenti poi, vinto dalla timidezza e dai troppi dubbi sul da farsi, me ne ero andato sbrigativamente. Ora, però, non potevano esserci incertezze: se ero qui, era solo per quello! Roberto mi accolse con la stessa cortesia ed allo stesso modo: Bentornato mi disse, vuoi qualcosa da bere? Sempre scalzo, indossava un diverso kimono di seta ma ero certo che, come al primo incontro, non portasse nient'altro. Solo un po d'acqua, risposi, usando anch'io le stesse parole di quella sera. Riempì un bicchiere e me lo portò in sala, mentre sfilavo la giacca, poi ci sedemmo sul divano. Per rompere il ghiaccio, provocandomi un po', Roberto aveva predisposto sul video le riprese girate con un'amica, a bordo della sua barca: Ecco, vedi, questa è ...la ragazza che ho conosciuto su internet, e come potrai osservare, abbiamo passato dei momenti deliziosi! e continuò a commentare le immagini, in breve molto esplicite, come fossimo amici di vecchia data. Quando i primi piani diventarono infuocati, rimasi per parecchio tempo a fissare il suo cazzo poderoso, quasi sproporzionato rispetto al resto del corpo, e lui lo notò: allora aprì la vestaglia scoprendo l'inguine dal quale svettò il suo arnese già inturgidito, anche se non ancora in piena erezione. Dal vero rende meglio, non trovi? disse per sottolineare il mio stupore, puoi accarezzarlo, se vuoi, non morde mica! Scusami, Roberto risposi con voce rotta dall'emozione, non l'ho mai fatto prima e no, non ci riesco ma, appena mi alzai pensando di spostarmi nel divano a fianco, appoggiò le mani sui miei fianchi mi fermò. Capisco benissimo il tuo imbarazzo riprese con molta dolcezza, ma cerca di rilassarti, sei troppo teso: cerca di rilassarti e lascia che ti spogli, vedrai che ti sentirai subito meglio e mi abbassò lentamente i pantaloni della tuta che indossavo dopo l'allenamento. Scoprì che anch'io non avevo addosso nient'altro e dopo avermi accarezzato le chiappe mi disse: Ah, però! Hai davvero un bel culo!, poi dopo avermi fatto girare verso di lui e notato il mio pisello durissimo, continuò e come immaginavo sei già eccitato . Lasciò passare qualche istante con il sottofondo dei gemiti della ragazza, quindi sporgendo verso di me il suo pilone, riprese .non hai voglia di provare a dargli qualche leccatina, così come ti viene? e dopo un'altra pausa in fondo è per questo che sei venuto, non è vero? Arrossii, rendendomi conto che aveva ragione. Non era facile abbattere la barriera di vergogna, timidezza, paura delle conseguenze ma ormai ero arrivato al dunque: ora o mai più!! Così, abbassai gli occhi sul suo cazzone: era lungo, grosso, scuro come abbronzato e la cappella violacea puntava proprio verso di me. In quel momento capii cosa volevo Provare a succhiarla, assaggiarla, sentire che effetto mi avrebbe fatto tenerla tutta in bocca. Così piegai le gambe e mi inginocchiai fra le sue, quindi avanzando con il busto mi appoggiai al bordo del divano. Afferrai l'asta con entrambe le mani e imboccai la cappella lasciandola scivolare dentro fino ad appoggiarsi alla lingua. Da sola, occupava già quasi tutto lo spazio all'interno e dopo averne saggiato la consistenza, morbida e turgida allo stesso tempo, roteando di lato la lingua. provai a farla avanzare mentre le labbra scorrevano lungo la verga che cominciava ad indurirsi. Roberto mi accarezzò i capelli e, giunto alla gola, mi trattenne qualche secondo, prima di lasciarmi tornare lentamente al punto di partenza, dove serrai le labbra sul bordo del glande e la guance lo avvolsero. In quel modo riuscivo a percepire le pulsazioni della cappella mentre si gonfiava proporzionalmente all'indurirsi dell'asta. Pian piano, cominciai a muovere il capo avanti e indietro e appena presa confidenza con quella nuova sensazione, aumentai il ritmo. Lo sentii crescere ancora, diventare sempre più duro e pulsante quindi, muovendo in sincronia le mani, lo portai vicino all'orgasmo. Piano! esclamò irrigidito, così mi fai venire subito Ma, sorprendendo anche lui, accelerai ancora stringendo più forte le labbra finché un'interminabile sequenza di fiotti caldi e densi riempirono ogni spazio libero all'interno della bocca, costringendomi a deglutire velocemente per non soffocare o peggio lasciar cadere qualche goccia che avrebbe potuto macchiarmi la maglia. Meravigliato, mi fissò ansimante senza riuscire a dire nulla, mentre mi rimettevo in piedi davanti a lui e sfilavo la t-shirt restando completamente nudo. Ora tocca a te lo incitai interrompendo l'estasi del momento, e lui avanzò con il busto avvicinandosi al mio cazzo, forse con l'intenzione di ricambiare il mio pompino, ma non era quello che volevo. Mi girai voltandogli le spalle: Il mio culetto freme! gli dissi facendo vibrare le chiappe con brevi contrazioni dei muscoli, e, anche se ho già provato con quelli di gomma, temo che il tuo bestione non entrerà facilmente Poi chinandomi in avanti per mettere in evidenza il buchino, continuai, sbirciando le sue reazioni fra le gambe leggermente divaricate Anzi, mentre aspettiamo che riprenda vigore, potresti prendere della crema o qualcos'altro .adatto a lubrificare e preparare al meglio il mio buchino Sai, è piuttosto stretto!!. I suoi occhi s'illuminarono e scattò in piedi approfittando della mia posizione per strofinare il membro, un po' ammosciato, giusto in mezzo alle natiche sulle increspature anali leggermente in rilevo: Mettiti comodo rispose, vado a prendere l'occorrente e vedrai, ti piacerà! Mi distesi sul divano a ridosso dello schienale lasciando il posto perché potesse sedersi a fianco e in un attimo era già di ritorno. Girai la testa verso lo schermo per non guardare cosa aveva portato e potermi gustare la sorpresa. Le immagini che vidi scorrere mi provocarono un brivido lungo la schiena: il primo piano del suo pistone, piantato nel culetto spalancato della ragazza, riempiva tutto lo schermo e faceva impressione sembrava quello di un elefante! Cercai di rilassarmi e mi consolai pensando che, se c'era riuscita lei, avrei dovuto farcela anch'io. Mentre questi pensieri affollavano la mia mente, il suo massaggio di avvicinamento, prima sulle spalle, poi sulla schiena ed infine sui glutei, mi aiutò a lasciarmi andare. Quando il movimento circolare delle natiche, che si aprivano e chiudevano come un anemone, e la carezza delle sue dita che spalmavano di abbondante crema il buchino trepidante mi fecero perdere il controllo, sollevai il sedere e appoggiandomi sulle ginocchia ruotai verso l'esterno porgendogli il culetto, sfacciatamente aperto. Senza esitare, Roberto accese un grosso vibratore e lo infilò con decisione: risucchiai la saliva inarcando la schiena resistendo al dolore intenso. Per fortuna, grazie alle vibrazioni e al massaggio delle mani, sparì in poco tempo
permettendo a me di allentare la stretta dell'orifizio ed a lui di farlo scorrere su e giù con delicatezza. Dopo qualche minuto di andirivieni, sferzò due o tre colpi con discreta forza: il vibratore entrò completamente, raggiungendo il punto di maggior diametro ma, ora che lo sentivo bene, mi resi conto che non era molto più spesso del mio pisello, perciò di parecchio inferiore al suo Il panico mi fece tremare, ma non volevo tirarmi indietro e, quando sfilò il vibratore per penetrarmi con il suo cannone bollente, riuscii soltanto a sussurrare: Vai piano per favore, poi rimasi senza fiato, perché sentii la sua punta calda occupare interamente lo spazio attorno al buchetto, sfiorando di lato il profilo delle chiappe tremanti. Cominciò a spingere e la cappella si fece largo, accompagnata da un bruciore intenso. Dopo un attimo di sosta, con una seconda spinta, era già entrata ma il dolore era lancinante, da togliere il respiro. Roberto lo capì sentendomi irrigidire oltremodo e restò fermo in quella posizione per parecchio tempo, così da permettere al culetto di adattarsi alla notevole presenza: mi sentivo spalancato e non riuscivo a controllare le contrazioni del buchetto che sembrava volersene liberare. Paradossalmente, anziché impedirne l'avanzamento, le contrazioni facilitarono la penetrazione, almeno fino a ..due terzi della lunghezza, quando dovetti chiedergli di fermarsi di nuovo. Adesso faceva troppo male. Forse per l'attrito o perché era diventato durissimo, ma mi sembrava proprio mi stesse rompendo il culo! Dopo ancora qualche secondo, lo tirò indietro con incredibile lentezza, fino a fermarsi sul solco del glande, e riuscii a cogliere la differenza da quelli di gomma che avevo già sperimentato: oltre al proprio calore, era come vellutato e accarezzava la mia carne senza mai tenderla troppo grazie ai lievi cedimenti di quella che lo rivestiva. Ne percepivo le venature in rilievo, dure e cedevoli al tempo stesso, completamente diverse dall'omogeneità di quelle artificiali, e il loro passaggio favorì l'attenuarsi della sofferenza. Mentre la verga usciva, ci versò dell'altra crema che spalmò anche tutt'intorno all'apertura, che sulla parte estera era tesa allo spasimo, accarezzandola delicatamente: mi provocò una stuzzicante sensazione che si propagò fino alla punta della mia cappella, attirando su di essa la mia attenzione. Quando Roberto riprese a spingerlo dentro, sentii il mio pisello gonfiarsi nella stessa misura in cui si spalancava il culetto, come se la pressione interna si scaricasse fino alla cappella, che non avevo mai avuto così grossa. Con incredibile sorpresa, il dolore si trasformò in piacere e cominciai a spingere anch'io verso di lui perché entrasse più a fondo, sempre più dentro, finché sentii che aveva toccato il fondo: lui si fermò e mantenne costante la spinta afferrandomi per i fianchi. Non era ancora entrato del tutto, così provai a spostarmi di lato, in su e in giù, roteando il sedere senza riuscire a farlo avanzare. Perciò, allargandomi completamente le chiappe con le mani, gli chiesi: Prova a darmi qualche colpetto, col tuo ariete, mentre mi tengo bene aperto e, dopo due o tre spinte, anche gli ultimi centimetri riuscirono a trovare spazio. Mi tornarono agli occhi le immagini del culetto della ragazza: mi sentivo proprio come lei, completamente riempito di cazzo, caldo e pulsante! Lo possedevo, potevo tenerlo tutto dentro anche se enorme, ne coglievo la forma ogni volta che arrivava a fondo, dilatando le pareti, provocandomi dei brividi di piacere e chissà come sarebbe stato il sentirlo esplodere Nonostante la precedente eiaculazione, non dovetti attendere molto: prese a scoparmi con colpi sempre più intensi intervallati da momenti di pausa quando restava fermo, tenendolo piantato tutto dentro fino ad appoggiare le palle sulle mie, ed i brividi che sentivo mi portarono al limite dell'orgasmo Sentivo il cazzo pulsare forte e istintivamente lo afferrai con una mano: bastò solamente sfiorare la cappella che cominciai a venire, raccogliendo nel palmo dell'altra mano la copiosa sborrata. Le contrazioni conseguenti, aumentarono l'attrito e il massaggio sul cazzone di Roberto che esplose, venendo subito dopo di me. Sentii il calore del suo seme diffondersi nel basso ventre e aumentare ad ogni pulsazione che partiva dal centro del buco, ormai ben dilatato. Effettivamente, il pistone anche se bollente adesso scorreva facilmente fino in fondo dove depositava il suo spruzzo di piacere: non riuscivo ancora a parlare, così, per fargli capire quanto mi era piaciuto, feci una cosa che non avrei mai nemmeno immaginato se avessi avuto un minimo di lucidità. Sollevai il busto girandomi verso di lui e, alzando il viso, portai la mano colma del mio sperma sopra la bocca, quindi lo lasciai colare dentro in modo che si vedesse bene come lo bevevo tutto. Mi svegliai di soprassalto, con la bocca impastata e la verga dura come il marmo A fianco, mia moglie dormiva serena.



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