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Gay & Bisex

L'effetto dei tuoi racconti - parte 2


di gayms79
08.08.2019    |    1.123    |    4 9.8
"“Non vedo l'ora di scopare questa mozzarellina” disse Mamù..."
Click e il lucchetto si chiuse. “Prometto che torno entro un'ora” si rivestì e andò via. Non ebbi nemmeno il tempo di reagire, di fiatare, di dire qualcosa. Oramai era già fuori casa, impotente davanti al fatto che mi aveva messo in gabbia, letteralmente! Non mi rimaneva che cercare di rilassarmi per farmi passare l'erezione che mi provocava dolore stretta nel freddo acciaio di quello strumento di tortura che mi ero portato da casa. Proprio mentre stavo riuscendo a mettere a riposo il mio cazzo, ecco arrivare un messaggio da Giacomo “scusa ma sono dovuto scappare, prometto che tornerò presto e mi farò perdonare. Entro mezz'ora sono li”. Allegata c'era una sua foto che lo ritraeva completamente nudo con il cazzo duro in mano. Ecco tornare in me la voglia di quel pezzo di carne, ecco tornare l'erezione, ecco tornare il dolore per la costrizione! “Piccolo bastardo!” dissi a voce alta “quanto mi fai penare”. Passò lentamente la mezz'ora successiva, tra una sigaretta e l'altra, cercando di tenere bassa la tensione. Quando ecco arrivare un messaggio dal giovane aguzzino “Senti, ho un problema” mi sentii gelare “più che un problema è una proposta. Ti va bene se vengo con un amico. È fidato, non te ne pentirai, promesso!” Mi prese un po' di paura, ma mi presi qualche secondo per rifletterci su. Pensai che dopotutto ero in vacanza in un posto in cui non conoscevo nessuno, ed ero venuto per divertirmi. Dopo pochi minuti risposi “Ok, va bene, ma è bono come te? Non voglio cessi!” “Vai tranquillo, non mi confondo con quelli!” rispose lui. Pochi istanti dopo sentii aprire la porta, non avevo fatto caso che si era portato via le chiavi di casa, oltre a quelle del lucchetto! “Eccoci qua!” disse “lui è Mamù”. Un bellissimo ragazzo arabo, scuro come la pece, con un fisico palestrato era entrato in casa mia, e tra le gambe aveva un pacco veramente fuori dalla norma! Rimasi a bocca aperta per lo stupore! “Te l'ho detto che dovevi fidarti, ho fatto bene a portarlo?” “Certamente dissi io”. “Mamù vedrai che troia che è questo qua, ci divertiremo, te lo assicuro!” Parlava di me come se non ci fossi, era già rientrato nel ruolo di padrone. “Non vedo l'ora di scopare questa mozzarellina” disse Mamù. “E allora cosa aspettate?” dissi io “sono qua per soddisfare ogni vostro desiderio, i miei limiti già li conosci Giacomo, per il resto sono vostro!” “Bene, allora iniziamo, sta volta niente gioco della mosca cieca, andiamo dritti al sodo!”. Ottimo non avevo voglia di farmi bendare ancora. Giacomo mi prese per i capelli e mi portò dritto sul pacco del mio nuovo amico, per farmi saggiare quello che tra poco mi sarebbe finito in ogni mio buco. Era già bello consistente, si poteva vedere la forma da sotto i pantaloncini aderenti. Quando si tolse la maglietta ebbi un sussulto di gioia, aveva un torace veramente ben definito, ogni muscolo in evidenza e 2 bellissimi capezzolini duri come chiodi che mi chiedevano di essere succhiati. Iniziai a succhiare e leccare quel gran pezzo di ebano come se fosse cioccolato fondente. Mamù chiuse gli occhi, si vedeva che apprezzava il trattamento, quindi mi prese la testa e se la schiacciò su un capezzolo. Sentii caldo umido sul mio ano. Era Giacomo che aveva iniziato a leccarmi il culo con passione. Non sembrava più lo stronzo aguzzino di due ore prima, ma un passionale ragazzo che cercava di farmi provare piacere in ogni modo. Il mio cazzo provava a in tutti i modi ad andare in erezione, ma era ancora bloccato. “Giacomo potresti far uscire l'uccello dalla gabbia? Inizia veramente a farmi male, mi stai facendo godere troppo con quella lingua.” senza smettere di leccare prese le chiavi di tasca e mi tolse la costrizione “aaaahhh” mi fu spontaneo dire “adesso fatemi pure quello che volete”. Mamù fu un lampo nel togliersi i suoi inutili pantaloncini che oramai non contenevano più la sua erezione. Mi prese la testa e con forza mi spinse verso il tronco di ebano che aveva tra le gambe. Sarà che non avevo molta confidenza con la pelle nera, anzi a dire il vero forse era la prima volta dal vero, ma mi sembrava veramente fuori scala, non tanto per la lunghezza, notevole comunque, ma la circonferenza era fuori taglia massima! Mi prese per i capelli, mi appoggiò la cappella sulle labbra e iniziò a spingere con determinazione ma senza violenza. Dopotutto sapeva che mostro aveva tra le gambe. Allargai la bocca il più possibile, dovevo accogliere il black mamba in tutti i modi. Cercai di respirare il più possibile di naso per non farmi venire i conati, ma non era semplice. Il cazzone riempiva abbondantemente la mia bocca. Dietro Giacomo aveva copiosamente bagnato la mia rosellina che aveva iniziato a allargarsi da sola. Ecco che mi sento spingere anche da dietro. La penetrazione anale fu più diretta, ma sentii meno male data la preparazione ricevuta. Mi sentivo come una porchetta sul girarrosto, e lo ero, sia una maiala che infilzato in culo e in bocca. Le spinte ricevute da Giacomo mi facevano entrare più in profondità il cazzone di Mamù, mentre quelle del negrone mi mandavano sempre più dentro quelle del mio aguzzino bianco. Sembravamo un biscotto Ringo! Il cazzo nero nonstante le spinte non riuscì ad entrare oltre la metà, non ce la facevo più, nonostante la voglia e la volontà dovetti rinunciare e chiedere di uscire almeno tutta l'asta, rimanendo con solo la cappella in bocca. “Giak adesso voglio il quel culetto, me lo hai già preparato abbastanza, voglio spaccarlo, aprirlo in due!” “Va bene Mamù, diamoci il cambio” Nel frattempo il mio cazzo era diventato di marmo e grondava come una fontana di liquido pre spermatico, così tanto che avevo tutte e due le gambe bagnate. Mi sentii completamente vuoto senza quei due cazzi dentro, sensazione che durò poco tempo. Mi presero di peso come fossi un fantoccio a loro disposizione e mi appoggiarono sul letto. Mi fecero mettere supino, a pancia sopra, con la testa appena fuori dal letto e le gambe piegate per esporre il buco, oramai aperto. “Sei pronto?” mi dissero in coro. E prima che potessi rispondere Mamù appoggiò e spinse. Il dolore era forte, lancinante, da lasciarmi senza fiato. “Sono entrato solo con la cappella, tra poco arriva il resto!” disse con voce calma “Aspetta qualche secondo, lascia che mi abitui, altrimenti mi fai male” e lui di tutta risposta “Non è quello che vuoi troia?” ed ecco arrivare una seconda spinta “Aaaahhhh” gridai con tutti fiato che avevo in corpo “Tappagli la bocca Giak, prima che svegli tutto il vicinato” e come un fulmine mi arrivò il cazzo di Giacomo in bocca. Lacrime abbondanti scesero dai miei occhi, ma ero stretto nella loro morsa, non potevo che farmi stuprare da quei due porci. Il ritmo era lento da entrambe le parti, si stavano divertendo. A un certo punto si avvicinarono e di dettero un bacio lussurioso sopra di me. Giacomo si appoggiò con le mani sui miei capezzoli e iniziò a strizzarmeli, Mamù prese il mio cazzo in mano e iniziò a maneggiarlo sapientemente. Il dolore che mi aveva provocato era passato, e arrivò il piacere. Tutte quelle stimolazioni mi fecero perdere il controllo e dopo poco ebbi una eiaculazione incontrollata. Schizzai fiotti abbondanti di sborra che finirono ovunque, addosso a me, sulle mani di Mamù e su quelle di Giacomo. “Troia bastarda rotta in culo e succhia cazzi, guarda cosa hai combinato!”disse il primo. “Adesso devi ripulirci a dovere o ti rimetto la gabbia e ci spacco la chiave dentro!” minacciò il secondo. Non avevo scelta dovevo ripulire tutto quanto il mio sborro dai miei carnefici. “Brava, lecca tutto quanto e fai veloce che vogliamo soddisfare le nostre voglie” dissero in coro. Quando ebbi pulito tutto a dovere mi rimisi in posizione, ma avevano altre idee per me. Mamù mi disse “vieni sopra questa mazza, cavalca bella puledrina!” e con un balzo gli fui sopra. Oramai il mio buco somigliava a un traforo e non mi fu difficile prenderglielo tutto. Nel frattempo Giacomo era in piedi davanti a me e riprese a scoparmi la bocca. Anche se avevo appena sborrato, mi eccitai nuovamente a essere preso in quel modo. “Facciamo una scommessa?” Disse Giacomo a l'altro “secondo me c'è ancora spazio. 10 euro che entro pure io. Ci stai? Mamù mi strinse forte al torace avvicinandomi a se “Accomodati pure, ci sto!” e con un balzo mi fu dietro anche il mio giovane amico. L'altro mi strinse a se ancora più forte per non farmi scappare, ero un po' spaventato, avevo paura che si rompesse tutto, ero dilatato già molto, non credevo fosse possibile far entrare ancora altro. Non fu così. Giacomo appoggiò il suo tronco e spinse lentamente con decisione. Non entrò subito, ma con un po' di pazienza riuscì nell'impresa eroica “SCOMMESSA VINTA!” gridò “sapevo che eri troia, ma non credevo così tanto” mi disse. Credevo di sentire male, molto, ma invece sentii solamente l'ano cedere ancora. Avevo 2 cazzi enormi dentro di me e ne godevo come un pazzo. Iniziarono a stantuffarmi insieme, più mi scopavano, più godevo, il mio pene iniziò nuovamente a produrre pre sperma, spalmandolo sulla pancia nera e sulla mia. Erano arrivati al limite, lo sentivo “Ho sete voglio del latte caldo” dissi. “Sei stata brava” sentirmi appellare al femminile quasi mi eccitava ancora di più in questo momento “ti meriti questo premio”. Uscì prima il ragazzo bianco e subito dopo il nero. Mi misi in ginocchio per terra, con la lingua fuori e il cazzo in mano a smenarmelo, con i miei sgherri ai due lati. “Se sborri prima di noi sai qual è la punizione, niente latte e gabbia per tutto domani” disse Giacomo. Rallentai la masturbazione mentre loro acceleravano la loro. Chiusi gli occhi e aprii bene la bocca con la lingua ben fuori.
“Ecco arriva il carico!” dissero insieme. Fiumi di schizzi di sborra mi inondarono la faccia, molta finì dritta in bocca, qualcosa addosso e in terra. Ero una maschera di sperma, e la cosa mi eccitava molto. La bocca era ancora aperta e mi fu riempita dai due cazzi “Pulisci bene sgualdrina, altrimenti...” non ci fu bisogno di minacce, era quello che volevo dall'inizio della serata. Non me lo feci ripetere 2 volte. Mi avvinghiai su quelle cappelle burrose e lavorando di lingua le ripulii a dovere. “e adesso lecca in terra e pulisci pure li, mica vorrai che vada sprecata?” obbedii diligentemente. Quando mi tirai su dal pavimento, raccolsero quello che era rimasto addosso a me me le fecero ingoiare. Finito di ripulire tutto Mamù mi stupì con le sue parole “Adesso è il tuo turno di godere, sdraiati sul letto che ci pensiamo noi”. Accomodato i due che erano stati carnefici fin'ora, si trasformarono in meretrici provette. Uno si dedicò a leccarmi il culo, l'altro a succhiarmi il cazzo, alternandosi. Non durai molto, troppa era l'eccitazione. “Vengo, VENGOOOOO” urlai cercando di soffocare la voce. Si posizionarono tutti e due sulla mia cappella in un bacio appassionato mentre la mia sborra gli entrava in bocca senza fare uscire nemmeno una goccia. Soddisfatti e stremati, si accasciarono al mio fianco. “Forse è meglio che dormite qui stanotte, vi vedo provati”. Ci addormentammo così come eravamo, abbracciandoci dolcemente.
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