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La mia vita da schiavo - cap 4 - una visita medica approfondita


di gayms79
24.03.2021    |    9.564    |    7 7.0
"Mentre ero quasi arrivato il bicchiere di spremuta ondeggiò e qualche goccia cadde proprio sulla sua patta dei pantaloni "ma che cazzo fai! Sei proprio..."
La mia vita da schiavo - cap. 4

Racconto di pura fantasia.


Finalmente arrivammo a destinazione. Il viaggio alla fine non fu così difficile. Riuscii bene a sopportare il palloncino perché il mio corpo si era adattato al corpo estraneo.
Eravamo arrivati in perfetto orario. L'ambulatorio medico era un un edificio veramente elegante, come mi sarei dovuto aspettare da un amico di Alessandro. Un cancello si aprì e entrammo nel parcheggio. Scendemmo e ci avviamo all'accettazione dove una segretaria giovane e avvenente prese i miei dati.
Ci fece accomodare in sala d'aspetto, dove erano presenti bevande e snack. Proprio un ambulatorio di lusso questo, pensai. Chiesi a Alessandro se potevo approfittare per prendere qualcosa da mangiare e da bere. "certamente, senza esagerare ovviamente, visto che ci sei portami un caffè, fammi una spremuta e portami una brioche vuota. Così inizi subito a farmi vedere come sai fare a servire" e una sonora pacca sul culo mi dette il via verso il tavolino.
Preparai il caffè, spremetti le arance, posizionai la brioche sul piattino e portai il tutto al mio capo. Mentre ero quasi arrivato il bicchiere di spremuta ondeggiò e qualche goccia cadde proprio sulla sua patta dei pantaloni "ma che cazzo fai! Sei proprio imbranato" e uno schiaffo mi arrivò in pieno volto "vuoi mettermi in imbarazzo davanti ai miei amici? Sei scemo? Fatti dare un panno dalla segretaria e vieni subito a pulirmi prima che il dottore ci riceva" e con un calcio mi spedì al bancone.
Tornai velocemente e mi inginocchiai tra le sue gambe a pulire il disastro che avevo fatto. Sfregavo per tamponare e sentivo prendere forma il cazzone del mio capo sotto la stoffa. E più sfregavo più aumentava il bozzo
"guarda che disastro che stai facendo. Di male in peggio. Dovrai imparare e impegnarti per evitare che capitino queste cose" sogghignò.
"vedo che ti sei già messo all'opera Alessandro. Non perdi mai tempo eh?!"
"eh già doc! Lo sai che per me il tempo è denaro"
"accomodatevi nello studio, così iniziamo la visita"
La stanza era ampia, almeno 20 metri quadrati, luminosa con grandi finestre opacizzate. Una grande scrivania, un lettino da visita e diversi strumenti medicali. "bene Federico, facciamo due chiacchiere e poi cominciamo la visita vera e propria" mi chiese cosa avevo studiato, se avevo avuto rapporti sessuali prima di conoscere Alessandro e se fossero stati protetti o meno, varie malattie, allergie a, farmaci o alimentari, insomma voleva sapere tutto di me. Mi disse di essere sincero perché lui sarebbe stato il mio medico personale e che avrebbe dovuto sapere tutto per potermi curare in caso di bisogno. E allora mi tranquillizzai e gli dissi tutto. Avevo avuto dei rapporti solo con ragazze sempre protetti. Non ero a conoscenza di allergie di nessun tipo e avevo avuto già tutte le malattie "dei bambini, quelle con le bolle", nessun intervento chirurgico, sportivo da sempre, sempre in allenamento, dissi sul lettino così ti visito" Alessandro stava lì a guardare, quasi disinteressato, leggendo sul suo pad. "partiamo con un prelievo di sangue, poi proseguiremo" non avevo molta esperienza con i medici e con le visite, ma lui mi sembrava molto bravo, mi faceva sentire a mio agio. Mi distesi sul lettino, nudo come mi aveva detto il dottore. "Alessandro vedo che sei passato da Carlo. Ha sempre quel che serve quello la" disse vedendo quello che avevo intorno alla vita.
"eh si, costa un po', ma ha, sempre oggetti di prima qualità. Non si può lesinare su certe cose."
"cominciamo con la visita e non perdiamo altro tempo. Jenny vieni a fare il prelievo" disse il dottore alla sua infermiera che entrò da una stanza adiacente. Ero completamente nudo e disarmato con solo quella cintura. Il mio imbarazzo arrivò alle stelle. Dovevo essere quasi viola dalla vergogna. Cercai di nascondere volto e pube ma il dottore me lo impedì "stendi bene le braccia, l'infermiera deve farti il prelievo dal braccio e intanto dall'altro ti prendo i parametri. Stai fermo da solo o mi vedo costretto a legarti? O magari è proprio quello che vuoi?" dicendo così prese dei lacci che erano già attaccati ai braccioli del lettino e me li strinse ai polsi.
"Jenny procedi pure con il prelievo" e così l'infermiera, che era veramente una bella ragazza molto prosperosa, si prodigò alla procedura che fu rapida e indolore. "porta tutto a analizzare. Anzi aspetta. Dobbiamo analizzare anche lo sperma. Fagli una sega e raccogli un campione" la ragazza sembrava un automa, come fosse una sua schiava, non fiatava e non lo guardava in volto. Così prese il mio cazzo in mano e iniziò a segarmi come fosse la cosa più naturale del mondo. Il mio imbarazzo cresceva ma ero legato e non potevo fare niente. L'eccitazione prese il posto dell'imbarazzo e il mio pene prese vigore. La mano era esperta e con pochi colpi ben assestati, dopo pochi minuti venni schizzando in faccia alla ragazza "scusami, non volevo" prese un panno si ripulí il volto riempì un barattolino con lo sperma che era caduto sulla mia pancia "non ti preoccupare, va bene così" mi disse facendomi l'occhiolino e se ne andò da dove era venuta.
Il dottore continuò con la visita prendendo i parametri. "bene adesso vediamo come stanno le tonsille, apri bene la bocca" così feci "sembra tutto apposto, però devo controllare una cosa" fece il giro del lettino e mi legò pure le gambe, inclinò il lettino con con la testa in basso e mi spaventati "apri bene la bocca e respira con il naso" il dottore si aprì la patta e tirò fuori un salsiccione enorme "mi sa che è meglio che ti metto l'anello in bocca o me lo mordi" prese un cinturino con un anello che posizionò nella mia bocca che mi impediva di serrare i denti e me lo fissò dietro la testa "bene, adesso posso andare sicuro, ahahah" ero alla mercé del doc e Alessandro non faceva niente, anzi si mise comodo a vedersi lo spettacolo. Il cazzone iniziò a entrare lentamente dentro l'anello e così pian piano anche dentro la mia gola, mi sentivo soffocare. Centimetro dopo centimetro sentivo entrare tutto il turgore dentro di me. Fino a quando non mi venne da vomitare. Quindi il doc si fermò "Alessandro qui c'è del lavoro da fare. Sono entrato appena pochi centimetri, forse 7, e questo già non resiste"
"è un verginello doc, lo so che avrò del lavoro da fare, però promette bene, me lo ha detto anche Silvano"
"se lo dice lui, è lui l'esperto. Vediamo come stanno i testicoli" e senza uscire dalla mia bocca prese in mano la mie palle e le tastò una dopo l'altra "anche qui non ci sono problemi, ottimo. Vediamo la resistenza" e così dicendo le prese tutte e due nella sua mano e iniziò a tirarle a sé, sussultai ma non provai dolore. Quindi iniziò a spremerle come fossero dei limoni. Urlai dal dolore o almeno ci provai. Avevo ancora il suo cazzo in gola che, oltre a impedirmi di urlare si infilò più in profondità "oh ecco, adesso si che si ragiona"
"eh si doc, basta tastare i tasti giusti, hai visto!" i due si lasciarono andare in una grassa risata senza curarsi di me.
Finalmente il dottore scese da me e protetti tornare a respirare normalmente.
"non ci rimane che controllare dietro. Togliamo il 'tappo' e vediamo come sta. JENNY VIENI QUA!" urlò alla sua assistente "porta il kit bag, quello per i clisteri" e la ragazza tornò con un carrellino con uno zaino nero "mentre tu monti tutto io e il mio cliente andiamo a prendere un caffè. Mi raccomando di montarlo bene o ti farò pulire tutto con la lingua. Lo sai che non sopporto i lavori da inetti come te. Hai 5 minuti" detto ciò i due adulti si allontanarono.
La ragazza senza battere ciglio e senza perder tempo si mise subito a montare il kit che consisteva in una specie di un telo di plastica che faceva vasca di raccolta attaccato sotto il lettino, così da evitare che qualsiasi cosa potesse cadere a terra "mi scusi signorina, posso chiederle una cosa?"
"dimmi pure"
"Ma come mai ti fai trattare così dal dottore? Sembri una schiava!" e faci una risatina
"in effetti è così, sono la sua schiava" rimasi di sasso "devo molto al padrone. E faccio tutto quel che mi ordina. È il mio modo per ricompensarlo"
Nemmeno il tempo di finire la frase che Jenny finí di montare la vasca e si mise in un angolo in ginocchio in attesa che i due tornassero. "so che ancora non capisci, ma anche tu un giorno…" non capii subito quell'ultima frase che rimase incompiuta perché i due amici rientrarono.
"brava Jenny, ti sei meritata un premio. Per adesso rimani lì in attesa, che qui si comincia." il dottore si mise dei guanti in lattice che gli arrivavano fin quasi al gomito. Indossò un camice impermeabile e iniziò a slegarmi la cintura. "non spingere e non far uscire il dildo dal culo o saranno guai per te, ragazzo mio" cercai di assecondare le parole del mio aguzzino anche se l'istinto era quello di far uscire al più presto quella cosa che era nel mio culo oramai da qualche ora e trattenerla dentro senza l'aiuto della cintura era cosa assai dura. "vediamo se riesco a aumentare ancora un po' il volume" e dette altre pompatae per gonfiare il palloncino. Il mio intestino si ribellava ma io cercavo di resistere "la prego dottore, mi fa troppo male, non resisto più, me lo tolga!"
"ragazzo mio devi capire che non sei tu a decidere. La tua vita da quando hai deciso di firmare il contratto è in mano al tuo padrone, a Alessandro. Quindi è lui che dovrà dirmi se basta oppure no, HAI CAPITO?!" e mi arrivarono forti sculacciate che lasciarono il segno della mano sulle mio tenere chiappe
" doc te l'ho detto che ancora non l'ho addestrato. Questa volta lasciamogliela passare. Vedrai che la prossima volta sarà più diligente" disse Alessandro. Le parole dei due mi terrorizzarono, dovevo essere caduto in una trappola senza rendermene conto, capii che non ero stato il primo e compresi le parole di Jenny.
Ascoltate le parole di Alessandro il dottore si apprestò finalmente a sgonfiare il palloncino. "vediamo quanta aria hai in culo" collegò una specie di pompetta diversa da quella che mi gonfiava, che serviva per sgonfiare e misurare la qualità di aria. "per essere un novizio siamo nei parametri però dobbiamo aumentare, anzi, almeno raddoppiare altrimenti non ci fai niente con sto culo stretto"
"certo doc. Segnami tutto quel che serve, così mi faccio spedire da Carlo quello che mi manca"
"questo è il mio omaggio" e mi mise un anello che mi teneva i testicoli in tenzone come se fosse ci qualcuno a tirare di continuo. Persi il fiato dal dolore e quasi ebbi un mancamento. "quando cede devi aumentare lo spessore, devono sempre stare in tenzone fino a che non ti sembra sufficiente, ti ho scritto tutto, se non ci sono problemi ci risentiamo tra un mese. I risultati delle analisi te le mando per mail. Prima di lasciarti andare però laviamo bene questo culetto"
Prese un tubo come quello della doccia con in cima un cazzo di gomma con dei fori e me lo infilò dentro senza mezze misure, ma non sentii dolore, poi aprí il rubinetto e il mio intestino si riempì d'acqua tiepida. Era quasi piacevole. "stringi il buco e trattieni tutto dentro più che puoi" nuovamente il mio intestino si stava riempiendo all'inverosimile. Dopo pochi secondi trattenerla mi fu impossibile, iniziai a piangere credendo cesarei stato punito e così fu "vediamo di capirci, quando ti viene dato un ordine tu devi eseguire, lo capisci o sei ritardato? Forse ti piace essere punito allora!" questa volta le parole di rimprovero erano di Alessandro che tirò fuori il suo vero essere, mi prese i capezzoli e me li strizzò così forte che mi contrassi a tal punto da espellere tutta l'acqua che avevo in corpo, molta della quale venne raccolta dal telo ma qualche schizzo fini fuori.
"Jenny questo è tutto per te" furono le parole del dottore "vuoi ringraziare il ragazzino per il lavoro extra? Fagli capire cosa vuol dire essere schiavo di qualcuno" la poveretta si alzò venne verso di me e come fosse la cosa più naturale del mondo mi tirò 3 pugni sui testicoli che diventano rossi e caldi come il fuoco, lasciandomi senza fiato per diversi secondi.
"brava Jenny, stasera ti sei meritata di cenare a tavola. E tu ragazzino sappi che sono stato clemente. Adesso noi due andiamo di là. Tu Jenny prepararlo per il sig. Alessandro e portalo all'uscita. Così possono tornare a casa."
I primi istanti passarono in completo silenzio. Fu lei a interromperlo." ho solo eseguito un ordine, sono la sua schiava, se mi rifiuto poi sono guai. Eseguo perché non voglio disobbedire al mio padrone. Il mio padrone ha sempre ragione. Io eseguo ogni suo desiderio e lo soddisfo come più preferisce. Lui sa quel che è meglio per me. Se lui è soddisfatto anche io lo sono. Anche te dovrai imparare a soddisfare il tuo padrone. Il tuo corpo è di sua proprietà. Tu sei una sua proprietà. Prima lo capirai meglio sarà per te"
Le sue parole mi lasciarono disarmato non ebbi coraggio di replicare. Mi slegò, mi rimise quel cazzo gonfiabile nel culo e la cintura, mi rivestì e mi riportò dal sig. Alessandro. "tieni lo sguardo basso sempre" mi disse sottovoce "e cerca sempre di essere all'altezza delle sue aspettative" e mi dette un bacetto sulla guancia
"chi ti ha dato il permesso di baciarlo, stupida" inveí il dottore colpendola in volto con un ceffone "e ora vai di là a riordinare prima che cambi idea sulla cena" e con un altro schiaffo allontanò la ragazza.
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