Gay & Bisex
Argen, il giardiniere cap. 1
di gayms79
15.07.2024 |
14.549 |
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"Sai, io sono un fisioterapista!” dico io
“Ma veramente non ho molto tempo, ho un lavoro che mi aspetta tra un'oretta..."
Argen, il giardiniere È metà luglio. Mi sono svegliato presto anche se avrei voluto dormire ancora per portare il cane a fare i bisogni perché poi sarà troppo caldo sia per me ma soprattutto per lui. Prendo un caffè mi vesto e esco di casa.
Vedo che un operaio è già a lavoro per delineare la siepe che fa da confine della corte, evidentemente anche lui preferisce lavorare con il fresco della mattina. È un bel ragazzo, sulla trentina, indossa una tuta bianca intera, tipo quelle che indossano alla scientifica, per proteggersi durante il lavoro.
Monto i cani in macchina e li porto al parco per la sgambata.
Dopo circa un'ora torno e vedo che si è tolto la tutina bianca. Adesso ha pantaloni corti e una canotta, i quali aderiscono al corpo per il sudore. La canotta è quasi trasparente per quanto è bagnata. Posso vedere un fisico ben definito. Metto i cani in casa e con la scusa di dover andare nella lavanderia, che da sulla corte, esco e gli chiedo se vuole qualcosa da bere di fresco o un caffè, per fare una pausa dato che è già un bel po' che lavora e l'aria è già calda bollente.
Sulle prime rifiuta, ma dopo qualche insistenza accetta. Lo faccio entrare in casa. Il cane è nella cuccia che se la dorme tranquillo. E non darà fastidio.
Lo faccio accomodare, gli indico il bagno dov'è, così approfitta per fare un pisciata e darsi una rinfrescata alle mani e al viso. Nel frattempo preparo due espressi.
Torna in sala e lo faccio accomodare per prendere un caffè in pace. Gli chiedo come vanno gli affari e mi confida che è un periodo che non va molto bene perché ha dovuto rinunciare a un lavoro grosso e le entrate non sono molte.
Ne approfitto per abbracciarlo e gli dico che è solo un periodo e prima o poi qualcosa entra. Gli dico anche che ho un terreno da controllare e che stavo cercando qualcuno che se ne potesse occupare. È felice di questa opportunità e mi lascia il suo numero e ricambio.
Per confortarlo gli appoggio una mano sulla gamba. Sento che si irrigidisce.
“Senti come sei contratto, ti ci vorrebbe proprio un bel massaggio. Se vieni di là nello studio ti faccio rilassare. Sai, io sono un fisioterapista!” dico io
“Ma veramente non ho molto tempo, ho un lavoro che mi aspetta tra un'oretta. Non vorrei fare tardi, sai mi serve mantenere i pochi lavori che ho” ribattè lui
“Cercherò di essere veloce. Tu avvisa che hai avuto un contrattempo e che farai qualche minuto di ritardo, così sei più tranquillo”
Dopo aver avvisato il cliente mi seguì nello studio, lo feci stendere sul lettino e gli tolsi la maglia. Avevo avuto ragione. Il ragazzo ha un fisico veramente ben definito, con qualche peletto sul petto e quel filo di peluria che scende verso il pube che a me eccita veramente tanto.
“Ora cerca di rilassarti, a te ci penso io”
Accendo gli incensi, una musica mistica rilassante, prendo gli oli caldi e glieli verso sulla schiena. Massaggio le spalle possenti e scendo verso i dorsali e poi il lombari, sfiorando i glutei che ancora sono avvolti dai pantaloncini. Sento che mugula per il piacere del massaggio.
Lo faccio mettere a pancia in su e ricomincio il massaggio partendo dalla testa, passando per la cervicale. Vedo che apprezza il lavoro. Scendo verso i pettorali, soffermandomi sui capezzoli. Noto un certo movimento nella zona pelvica. Il cazzo si sta gonfiando. Dopo aver praticato un massaggio alla pancia arriva il momento di entrare nella zona più intima. Gli sbottono i pantaloni e glieli tolgo lasciando per adesso gli slip. Gli massaggio le gambe e vedo che il cotone dell’intimo a stento riesce a contenere l'erezione. Si tocca da solo. “Ohhhhh, grazie. Mi sta proprio piacendo molto questo trattamento. Mi ci voleva proprio”.
Ero sui polpacci e risalgo velocemente verso l'inguine. Le mie mani calde sfiorano le sue palle gonfie che sembrano due grosse noci da quanto sono dure. Lascio che soffra un po' così che il piacere possa aumentare. Gli massaggio i coglioni Senza ancora toccare l'asta. Lo sento implorare “ti prego, ti prego”
Mi spoglio in un lampo. Siamo completamente nudi. Metto in piedi all'altezza della sua spalla. Lascio che agisca da solo se ne ha voglia. Gli prendo il cazzo con una mano e glielo stringo. Con l'altra gli massaggio un capezzolo. Sembra sia in estasi. Apre la bocca e la avvicina al mio membro. Tira fuori la lingua e inizia a leccare la cappella che già è bagnata. Gli avvicino un po' di più il cazzo alla bocca. A quel punto si bagna un dito me lo infila in un sol colpo nel culo e mi tira a se, infilandosi il cazzo tutto in bocca. “Oh siiiiii” grido io e ricambio il lavore infilandogli prima uno e poi 2 dita nel culo e iniziando un magistrale lavoro di bocca.
Non so quanto duró questo pompino reciproco, ma non credo molto.
Difatti sentii contrarre i muscoli anali e dopo pochi istanti, abbondanti fiotti di sborra mi invasero la bocca. Cercai di ingoiarne il più possibile ma non ci riuscii e qualcosa mi uscì dalla bocca ricadendo sul ventre di Argen.
Lui, come una idrovora, continuava il suo lavoro di bocca sul mio cazzo che oramai era giunto al limite. “Vengoooo!” Gridai. Lui mi tirò a se come se pretendesse il mio carico, come se avesse bisogno di sfamarsi. Così gli scaricai potenti getti di latte caldo in gola. Ingoiò tutto nonostante l'abbondanza della mia sborrata.
Ci baciammo per qualche minuto scambiandoci i nostri liquidi.
Sembrava non voler finire mai.
“Avevi proprio ragione, questo massaggio mi ci voleva proprio” disse lui ridendo, soddisfatto e rilassato
“Eh sì, lo vedo sempre quando c'è qualcosa di duro da massaggiare!” Ribattei io unendomi nella risata "e poi non ti scordare che ho un terreno che ha bisogno di molta manutenzione eh!”
“Si si, certo, e chi se lo scorda!”
“Fammi sapere quando vuoi venire a vederlo e se vuoi porta qualcuno se ti serve un secondo parere, anche più di una persona!”
“Non mancherò di chiamarti e di farti sapere, a presto Capo”
Così ci salutammo con un bacio e un abbraccio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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