Gay & Bisex
Estate al lago - Capitolo 2
di aramis2
13.06.2020 |
4.206 |
7
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“Beh, nel mio sogno ho incontrato questo ragazzo che era..."
Rimasero sul divano a baciarsi ed accarezzarsi a lungo fino a quando Carlo gli sussurrò: “Perché non dormi qui stanotte?”“Speravo che me lo avresti chiesto.”
“Dai allora.”
Lo prese per mano e lo guidò verso la camera da letto. Come il resto della casa, era assolutamente bellissima.
Si fermarono di fianco al letto baciandosi e tenendosi stretti.
Carlo gli sollevò la t-shirt e subito iniziò a leccargli e baciargli il petto, le sue mani continuarono a strofinargli la schiena, scivolando sempre più in basso fino a quando le sue dita scivolarono delicatamente tra la stoffa dei boxer e la sua pelle liscia.
Cris si rese conto di non aver idea di cosa fare.
Sollevò la testa dell’amico ed ammirò i suoi splendidi occhi castani. Gli alzò la maglietta e non riuscì a credere a ciò che vedeva.
Quasi ogni giorno della settimana aveva visto Carlo senza t-shirt mentre facevano nuoto o sci nautico. Ma ora era in grado di vederlo da vicino e gliene piaceva ogni centimetro.
Amava l’ampia distesa di pettorali, i peli intorno ai capezzoli; la fitta e scura pista che scompariva nei jeans.
Gli esplorò il petto e lo stomaco con le mani, toccandone ogni centimetro sodo ed eccitante.
Poi iniziò a muoversi lungo il collo con la bocca, baciandolo e cercando di ricordare ogni sensazione.
Quindi, poiché non sapeva cos’altro fare, gli fece il solletico sullo stomaco.
“Smetti di farmi il solletico!”
Urlò Carlo tra le risate.
“Mi dispiace, non sapevo cos’altro fare.”
Disse Cris ridacchiando.
“Beh, ho un’idea per te.”
Prese le sue mani, lentamente le condusse ai suoi jeans facendogli slacciare la cintura.
Cris si sedette e guardò l’inguine dell’amico, il suo uccello tendeva chiaramente la stoffa, sfiorò con la mano la stoffa eccitante mentre apriva il bottone dei jeans. Abbassò la cerniera e iniziò a tirargli giù i pantaloni.
I boxer non facevano nulla per contenere il suo pene davvero grosso. Cris alzò gli occhi.
“Non credo di essere ancora pronto per questo.”
“Va bene, abbiamo un sacco di tempo.”
Alzò Cris dal letto e gli tolse gli shorts sfregando una mano contro il suo cazzo gonfio mentre lo faceva.
“Forse dovremmo provare a dormire un po’.”
Scivolarono nel letto, baciandosi e strofinandosi l’un l’altro mentre lo facevano.
Presto la frequenza e l’intensità dei loro baci rallentò, Carlo spostò lentamente la mano sullo stomaco di Cris e delicatamente strinse i pochi peli morbide sul suo petto. Mise la testa vicino alla sua spalla.
“Ti adoro.”
“Ti amo, Carlo.”
Disse Cris mentre baciava la testa del suo ragazzo e chiuse gli occhi.
Cris si svegliò che era su di un fianco, Carlo era raggomitolato dietro di lui con un braccio avvolto al suo braccio, poteva sentire ogni suo respiro.
Delicatamente spostò il braccio del suo ragazzo e si voltò. I capelli erano spettinati per come aveva dormito e per essere stati arruffati un milione di volte dalle dita di Cris. Con gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta sembrava in pace col mondo.
Cris mise gli mise delicatamente due dita sul petto, non sapeva perché, ma voleva toccarlo nuovamente. Mosse lentamente le dita, sfiorando appena la pelle ma toccando ogni centimetro liscio del suo petto forte. Toccò i peli attorno ai capezzoli e fu tentato di iniziare a baciarli. Ma gli piaceva quel momento, avrebbe voluto che rimanesse congelato così per sempre.
Poi sentì le gambe dell’amico muoversi. Le dita dei piedi sfiorarono i peli sul suo polpaccio e un secondo dopo, gli occhi di Carlo si aprirono lentamente.
Si guardarono negli occhi dell’altro e cominciarono lentamente a sorridere.
“Cris, io...”
“Shhhh” L’interruppe spostando le due dita dal petto alle sue labbra. Portò il braccio dietro la sua testa e giù per la schiena. Li avvicinò l’uno all’altro finché le gambe non si intrecciarono, i loro toraci erano stretti insieme e le loro guance erano una a fianco dell’altra.
Abbracciati, rimasero così per quelle che sembrarono ore, semplicemente stringendosi.
“Allora.” Gli sussurrò Cris seducentemente nell’orecchio: “Vuoi andare a correre?”
Carlo ridacchiò e si ritrasse delicatamente di pochi centimetri.
“Non è esattamente quello che avevo in mente.”
“Oh davvero? A cosa stavi pensando?”
“Stavo pensando al sogno che ho fatto.”
“Sì? Raccontamelo.”
“Beh, nel mio sogno ho incontrato questo ragazzo che era... è stato fantastico. Ogni volta che cercavo di prendere qualcosa sul serio, diceva qualcosa che mi faceva ridere. Ogni volta che ero triste, sapeva esattamente come tirarmi su di morale. E questo ragazzo, devo dirtelo, questo ragazzo era assolutamente meraviglioso.”
“Davvero? Che aspetto aveva?”
“Beh, era un sogno, quindi alcuni dettagli sono un po’ sfuocati. Ma direi che era della tua altezza. I capelli… beh, in realtà, i capelli erano così.” E gli sfiorò delicatamente la testa: “Ma sicuramente non erano così incasinati.”
Cris gli diede scherzosamente un pugno sul braccio.
“Tutti possono pettinarsi i capelli. Cos’altro?”
“Ricordo che aveva la pelle liscia e di seta.”
Abbassò la mano sulla sua schiena.
“E aveva un piccolo cespuglio di peli proprio lì.”
E diede un colpetto nel mezzo del suo petto.
“Oh! Mi sembra un po’ carino.”
“Carino? Fantastico! Fantastico! Il ragazzo del mio sogno era il più bello che abbia mai visto. E non solo per il suo aspetto. Era anche gentile, generoso e paziente e mi ha fatto sentire l’uomo più fortunato del mondo.”
“Wow. Sembra davvero un sogno carinissimo. Che cosa avete fatto voi due nel sogno?”
“Questo è il fatto. Non abbiamo fatto molto. Abbiamo semplicemente fatto le normali cose come nuotare insieme, correre insieme e guardare film insieme. Ma poiché ero con lui era tutto molto meglio del normale.”
“Quindi? Sei semplicemente stato seduto a guardare la televisione con quel meraviglioso tipo di fianco? È questa la tua idea di grande sogno?”
Cris stava sorridendo.
“Non mi hai lasciato finire. Abbiamo fatto tutte queste cose normali fino all’una di notte, poi tutto è cambiato. Ci siamo baciati, ci siamo stretti l’uno all’altro e poi abbiamo trascorso la notte insieme uno nelle braccia dell’altro. È stata l’esperienza più incredibile che abbia mai avuto. Dopodiché…”
La voce di Carlo di abbassò.
“Che cosa è successo dopo?”
Carlo parlò sottovoce.
“Nel mio sogno, dopo quello, non ci siamo mai separati. Lui ed io. Siamo invecchiati insieme e passato tutte le sere nello stesso letto.”
“Wow.” Cris guardò a lungo negli occhi dell’amico: “Hai dei sogni meravigliosi.”
Si sporse e si baciarono ancora più appassionatamente e con forza di quello che avevano fatto la sera prima.
Dopo qualche altro bacio, Carlo saltò giù dal letto e si fermò accanto al comodino.
“Alzati! È tempo di iniziare questa giornata!”
Cris lo guardò e cominciò a ridere.
“Cosa…? Di cosa stai ridendo?”
“Pensi di poter... um... mettere via quella cosa?”
E continuò a ridere.
Carlo sembrava confuso.
Si guardò intorno e alla fine notò che il suo morbido pene pendeva fuori dai suoi boxer.
“Beh, pensavo che tu avessi bisogno di qualcosa da vedere.”
Disse mentre lo rimetteva dentro.
“Credimi. Non vedo l’ora di rivederlo, ma che fine hanno fatto i miei shorts?”
Carlo li prese e glieli lanciò addosso.
Ne prese un paio dei suoi e si diressero verso il soggiorno.
Era un’altra splendida giornata, la vista dalla casa di suo zio di Carlo la faceva sembrare costruita sull’acqua.
Cris era accanto al finestrone del soggiorno e guardava fuori, godendo della bellezza del posto.
Carlo gli si avvicinò e gli avvolse le braccia attorno alla vita.
“Cosa facciamo oggi?”
“Vuoi dire che non possiamo restare così fino a quando non è ora di tornare a letto?”
Cris gli appoggiò la testa sul petto: “Perché sono quasi sicuro che potrei farlo.”
“Io stavo pensando a sci nautico e nuoto.”
“Sei mai stato alla Roccia Grande?”
“No. Dov’è?”
“All’estremità del lago. Dovremmo andare in macchina fino all’inizio del sentiero da percorrere a piedi, ma una volta arrivati in cima si ha una vista dell’intero lago.
È il posto più bello che conosca qui intorno. Qualche anno fa avrei pensato di portarci una ragazza, ma sto cominciando a pensare che non succederà.”
E sorrise a Carlo.
“Sono sicuro che ci sono molte ragazze sulla spiaggia che sarebbero felici di venire con te alla Roccia Grande.”
“Forse.” Disse Cris voltandosi: “Ma nessuno di loro può competere con te.”
Gli diede un bacio veloce: “Devo andare a casa a prendere un po’ di provviste, poi andremo lassù. Penso che ti piacerà.”
“Sembra fantastico. Preparerò un pranzo per entrambi.”
Carlo guidò fino al sentiero che portava alla Roccia Grande. Avevano uno zainetto con cibo e acqua e cominciarono a camminare.
“Come hai scoperto questo posto?”
“Mio padre ci accompagnava spesso. Lui non vuole restare rinchiuso nel cottage, ma godersi la natura. È per questo che non abbiamo nemmeno la televisione lì. Ogni volta che io e mia sorella ci lamentavamo, lui diceva: “Ragazzi, avete abbastanza televisione a casa. Qui al lago godiamoci la natura ed il fatto di stare insieme.”
“Fico.”
“Direi di sì. In realtà, i miei genitori sono entrambi piuttosto fichi. Anche se…”
“Che cosa?”
“Beh, mi stavo solo chiedendo cosa avrebbero pensato della scorsa notte.”
“Non credo che debbano sapere tutto di ieri sera.” Ridacchiò Carlo.
“Sai cosa intendo. Non so cosa direbbero se scoprissero che sto portando un ragazzo, non una ragazza, alla Roccia Grande.”
“Cris, non penso che dovresti preoccupartene adesso. Quando sarà il momento giusto capirai cosa devono sapere.”
Continuarono a camminare in silenzio per un po’ ed alla fine arrivarono in cima alla cresta. La vista era stravolgente.
“Dio, Cris. È fantastico! Non mi meraviglio che volessi portare quassù una ragazza. È il posto più romantico che abbia mai visto.”
“Sono contento che la pensi così.” E gli diede un bacio.
Potevano vedere l’intera valle e ogni centimetro del lago.
Cris indicò all’amico dove erano le loro case, anche se i cottage erano a malapena visibili sotto gli alberi.
Si sedettero uno di fronte all’altro e pranzarono.
“Carlo, quando hai capito?”
“Che cosa?”
“Quando hai capito che a te… um... piacevano i ragazzi.”
“Oh cavolo. È difficile dirlo. Immagino di avere sempre capito che attiravano la mia attenzione, ma non ci ho mai fatto molto caso. Aspettavo solo che mi piacessero le ragazze, sai? E quando sono cresciuto non mi è mai sembrato che accadesse. Invece ho scoperto che pensavo sempre più ai ragazzi. Nell’ultimo anno ho finalmente capito che probabilmente non mi sarebbero mai piaciute le ragazze.
L’estate scorsa ho tenuto un diario e alla fine ho scritto: ‘Io sono gay’. È stata una sensazione davvero strana. Ma sai una cosa? Dopo averlo scritto, non mi sono sentito confuso. Non l’ho ancora detto a nessuno, ma il solo dirmelo mi ha fatto sentire meglio. Questo è probabilmente molto di più di quello che volevi sapere. Ma immagino che ti stia abituando al mio divagare.”
“No. Non stai divagando.” Disse piano Cris: “I tuoi genitori lo sanno?”
“In qualche modo sono sicuro che lo sappiano. Non ho mai frequentato alcuna ragazza, di proposito non sono mai andato a ballare.”
“Non sei andato a ballare? Perché?”
“Immagino che fosse perché non potevo ballare con chi volevo io e quindi preferivo rimanere a casa a giocare a carte con i miei genitori.”
“Con chi avresti voluto ballare?”
“Con te.”
“Andiamo. Non ci conoscevamo nemmeno. C’era un ragazzo con cui avresti voluto ballare?” “
“Beh, certo, c’erano molti ragazzi che pensavo fossero belli e simpatici. Ma non avevo idea di chi altro si sentisse come me. E, come ti ricorderai, non ho ancora capito un modo molto discreto di chiederlo.”
Risero.
“E tu Cris, da quando lo sapevi?”
“In realtà, mi sento ancora piuttosto confuso per tutta la faccenda. So esattamente cosa intendi per non amare le ragazze in quel modo. Ho avuto due ragazze finora ed è sempre stato davvero strano. Mi sono piaciute entrambe abbastanza e ci divertivamo a fare cose insieme, ma poi le cose divennero romantiche ed è stato terribile. Ricordo una volta in macchina in cui mi stavo sforzando di dare a quella ragazza il bacio della buonanotte e mi sentivo male. Voglio dire, lei era davvero carina e simpatica, ma io
non volevo proprio baciarla. Mi sembrava di mentirle. Ma non ho mai pensato di essere gay. Non voglio certo vestirmi da donna, mi piace lo sport e non credo di essere… effeminato. Tuttavia… ora che ci penso, ho passato molto tempo ad osservare dei ragazzi carini della mia classe. Forse sono gay, ma… Non lo so.”
“Immagino di non essermene accorto prima, ma questa è una delle cose interessanti
su mio zio Enrico e zio Tommaso. Sono cresciuto sapendo che un sacco uomini gay
non si comportano affatto in modo effeminato.
Dannazione, zio Tommaso è un avvocato e zio Enrico è il più grande tifoso di basket della nostra famiglia. E hai visto la loro casa, non è piena di pizzi e fiori rosa o roba del genere.
Essere gay non vuol dire indossare vestiti appariscenti, Cris. Vuol dire chi sei in amore.”
“Credo di non averla mai pensata così.”
Rimasero seduti ancora per un po’ tenendosi per mano.
Carlo si tolse la t-shirt e si distese sull’erba, Cris si sdraiò accanto a lui e chiuse gli occhi.
Si addormentarono.
“Andiamo, forza.” Disse Cris dopo un po’: “Dobbiamo andare se vogliamo essere a casa prima che il sole tramonti.”
Tornarono verso le loro case in totale silenzio. Ciascuno immerso nei ricordi della bella escursione e di quanto si erano detti.
Mentre si avvicinavano ai cottage, Carlo chiese: “Allora, vuoi andare a casa tua o vieni a casa mia o. . . sai qualunque cosa tu voglia fare stasera per me va bene.
Se hai bisogno di stare da solo un po’ o hai la necessità di tornare al tuo cottage, devi solo dirlo. Voglio dire che se vieni da me sarai il benvenuto. Mi piacerebbe molto, ma se preferisci fare qualcosa di diverso, va bene lo stesso.”
“Tu e le tue domande sconclusionate.” Disse Cris ridendo: “Che ne dici se passiamo da casa mia per permettermi di prendere dei vestiti e poi andremo a casa tua a fare una grigliata e poi vedere cosa succederà dopo.”
“Mi sembra di ricordare che ieri hai detto qualcosa sul bisogno di qualcuno di esercitarsi a baciare, così, sai, se vuoi farlo stasera, potrei essere in grado di darti una mano. Se vuoi.”
Carlo riusciva a malapena a mantenere una faccia seria mentre lo diceva.
“In realtà stavo pensando che potremmo semplicemente stare seduti in silenzio e leggere ognuno per i fatti nostri, ma credo invece che potremmo esercitarci.”
Scoppiarono a ridere, Cris mise una mano su quella di Carlo e la lasciò lì per il resto
del viaggio.
Dopo essersi fermati al cottage di Cris, arrivarono da Carlo.
Grigliarono degli hamburger e mangiarono fuori sul pontile, godendo della splendida vista del lago e della fresca brezza serale.
Si tenevano per mano mentre parlavano ed osservavano il lento movimento delle barche.
Il sole era tramontato e il traffico delle barche stava lentamente aumentando.
Carlo si rivolse a Cris.
“Sei pronto ad entrare?”
“Sì. Penso di essere pronto per la mia lezione di bacio.”
“Ah sì. Beh, francamente pensavo che la tua tecnica si stesse sviluppando abbastanza bene ieri sera, ma tutto si può ulteriormente migliorare con un po’ di pratica, quindi penso di poterti aiutare. Andiamo.”
Si alzò e riprese la mano di Cris alzandolo dalla chaise longue che stavano condividendo.
Lo condusse in camera da letto,il grande letto era ancora un disordine per la loro attività della sera prima.
Cris ci saltò sopra e si tolse le scarpe.
“È tutto il giorno che lo aspetto. Vieni qui.”
Carlo si tolse t-shirt e sandali e si tuffò nel letto accanto a lui, si girò e lo baciò, spingendo delicatamente la lingua sempre più in profondità nella sua bocca.
Le mani di Cris scivolarono sulla schiena dell’amico verso l’alto fino a quando non gli strinsero con forza le spalle, lo fece rotolare sulla schiena e vi si mise a cavalcioni.
Carlo fece scivolare le braccia attorno al ragazzo e gli alzò la maglietta. Cris si sedette per farsi passare la t-shirt sopra la testa e muovere le mani sul petto dell’amico, lo stesso stupendo torace abbronzato che aveva desiderato quella mattina
quando si erano svegliati.
Abbassò la testa e iniziò a baciargli il capezzolo sinistro. Lo prese delicatamente tra i denti e lo sentì diventare più duro.
“Oh mio Dio, Cris. Mmm. È così incredibile.”
Gli occhi di Carlo rotearono all’indietro mentre l’altro lo mordeva e succhiava con forza ma delicatamente.
Con la destra Cris gli massaggiò il seno destro e giocando coi peli di quel capezzolo. Pochi istanti dopo Cris, che aveva cambiato posizione, appoggiò la faccia sulla parte destra del petto di Carlo. Dopo aver spalmato la sua saliva con le dita, , fece scivolare la mano sullo stomaco, rallentò un momento per giocare coi peli sotto l’ombelico e poi fece scivolare la mano sopra i pantaloncini per sentire il cazzo congestionato che c’era sotto.
Lo trovò molto più grosso del suo e capì anche di essere pronto a vedere quanto era più grande.
“Carlo? Penso di essere pronto per… ah ... vederlo.”
Carlo aprì gli occhi e abbassò lo sguardo sulla testa appoggiata sul suo petto.
“Non devi fare nulla che tu non voglia, ricordi.”
“Oh, non preoccuparti.” Disse Cris girando la testa sorridendogli maliziosamente: “Lo voglio veramente.”
E massaggiava sempre più con forza l’uccello, cominciando a farsi un’idea della sua forma. Gli slacciò i pantaloncini e rapidamente glieli sfilò.
Il pene spinse verso l’alto formando una grossa protuberanza nei boxer.
Cris continuò ad accarezzarlo attraverso il tessuto, anche se ora, essendoci solo la sottile stoffa tra la mano ed il cazzo, poteva sentire quasi ogni dettaglio.
Era il primo pene che Cris avesse mai toccato (a parte il suo) e ne fu subito preso, la lunga carne dura sembrava elettrizzarlo.
“Accidenti Carlo, come fai a tenere quella cosa nei pantaloni?”
Cris rise.
“Non è sempre facile. Non lo è stato soprattutto negli ultimi due giorni.”
Cris fece scivolare con facilità l’uccello all’aria aperta attraverso la fessura anteriore dei boxer, oltre ad essere considerevolmente più grosso, notò che era anche un po’ più scuro del suo. Sembrava avere un’abbronzatura permanente e si alzava fuori dallo spesso cespuglio di neri peli pubici che intravedeva dall’apertura dei boxer che aveva iniziato a far scendere.
Carlo aveva la testa appoggiata indietro e gli occhi quasi chiusi.
“Cris! Oh Dio, sto per esplodere!”
“Voglio vederti venire.”
E Cris aumentò la velocità dei colpi sull’enorme palo.
“Cris. Ci sono molto, molto vicino. Non sono sicuro di poter resistere più a lungo.”
“Allora non farlo. Fammi vedere che spari.”
La testa di Cris era ancora appoggiata al suo petto, mentre la mano sinistra continuava a muoversi sull’enorme lunghezza, vedeva gocce di pre eiaculazione trasudare dalla cappella.
Pochi secondi dopo sentì la base del pene irrigidirsi e dare la sensazione di crescere di un altro paio di centimetri.
La fessura si spalancò e Cris capì che avrebbe eiaculato.
“Oh Cris! Oh mio Dio!”
Carlo grugnì mentre un enorme carico di sperma veniva espulso. Il primo grosso fiotto finì sulla guancia dell’altro ragazzo, quattro spruzzi successivi crearono una pozza di sperma sul suo stomaco e il resto sulla mano di Cris e sui boxer.
Cris si aggrappò al grosso cazzo ammorbidito che trasudava altra sborra.
Fece scivolare la testa verso il viso di Carlo mentre lo sperma gli rotolava lentamente giù lungo la guancia.
Carlo si chinò e iniziò a leccare il suo sperma dalla faccia dell’amico.
“Ragazzo, mi dispiace di averti sparato in faccia. È stato il getto più lungo che abbia mai avuto, lo giuro. Immagino di aver avuto un aiuto speciale.”
Baciò Cris che assaggiò i resti del succo di Carlo sulla sua lingua, aveva un sapore eccezionale.
Dopo qualche altro bacio, Carlo fece scivolare la mano verso la parte anteriore dei pantaloncini dell’amico e sentì la dura erezione.
“Cris, voglio tu sappia quanto di meraviglioso mi hai fatto sentire. Voglio vederti venire.”
Si baciarono ancora e Carlo iniziò a tirare giù la cerniera, gli tolse gli shorts e vide l’uccello di Cris sforzare contro il tessuto dei boxer neri.
Portò la testa al suo petto per potersi concentrare su quello che stava per fare e cominciò a strofinare l’asta attraverso la stoffa.
Fece scivolare la mano lungo la parte anteriore dei boxer e finalmente afferrò tutto il cazzo.
Spostò le mani ai fianchi e gli tolse le mutande.
Ora Cris era sdraiato sul letto, completamente nudo, col cazzo duro che puntava al soffitto.
Carlo lo afferrò e iniziò a masturbarlo proprio come il ragazzo aveva fatto a lui.
La mano destra di Cris si muoveva tra i suoi capelli e si poteva sentire ogni suo respiro.
La mano era sull’uccello e pompava con un ritmo fermo e costante.
Sentì il respiro dell’amico aumentare un po’ ed il pene tendersi, proprio allora emise un lieve grugnito e disse semplicemente: “Guarda!”
Il primo fiotto di sperma che volò fuori dal cazzo di Cris, passò sopra la testa di Carlo, oltre la spalla di Cris ed andò a colpire il muro dietro il letto. I successivi due colpi caddero sulla faccia di Cris, uno quasi esattamente sull’occhio destro, l’altro appena sotto, e gocciolarono sulla sua guancia.
Altri due colpi sarebbero atterrati sul petto di Cris, ma lì c’era la faccia di Carlo. Lo sperma si posò sul naso e sulle labbra e immediatamente cominciò a gocciolare sul resto della faccia.
Quando tutto finì sembrava che lo sperma di Cris fosse dappertutto fra il suo uccello e la parete.
“È stato fottutamente fantastico, Cris! Non sapevo che qualcuno potesse sparare così. Lo fai ogni volta che vieni?”
Cris si tolse con un dito la sborra dagli occhi.
“Normalmente non colpisco il muro in quel modo, ma sono abbastanza abituato ad avere la faccia piena di sperma. Spero che non ti dia fastidio.”
Si infilò in bocca il dito bagnato di sborra e sorrise verso la faccia bagnata dell’amico.
“Stai scherzando?”
Carlo si alzò e iniziò a leccare la sborra dalle guance del ragazzo. Si baciarono ancora e si scambiarono saliva e sperma con i toraci imbrattati da quello che rimaneva dell’enorme eiaculazione di Cris.
“Forse dovremmo fare la doccia prima di andare a dormire. Mi sento un po’… appiccicoso” Disse Carlo.
“Mmm. È un’ottima idea. Anche se non posso promettere che non diventerai ancora più appiccicoso sotto la doccia.”
Disse Cris ridendo.
“Rischierò. Dai!”
Disse Carlo tirandolo giù dal letto e conducendolo in bagno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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