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Gay & Bisex

Storia di due ragazzi - Capitolo 2


di aramis2
13.11.2019    |    3.198    |    2 9.8
"Enrico e Matt presero della Coca cola, riempirono un piatto di hamburger e ritornarono a sedere sul divano, con gli uccelli semi duri che sbandieravano nei..."
Enrico e Matt presero della Coca cola, riempirono un piatto di hamburger e ritornarono a sedere sul divano, con gli uccelli semi duri che sbandieravano nei boxer.
Nella mente di Enrico correvano pensieri meravigliosi; era così felice di aver potuto sperimentare con Matt e sperava di non continuare solo l'esplorazione della sua sessualità, ma anche del corpo di Matt. Adorava queste sensazioni nuove per lui.
Si sentiva gay. Anche se non aveva mai fatto qualche cosa con una ragazza, ora era abbastanza sicuro della sua sessualità, perché il pensiero di fare sesso con ragazze lo faceva rabbrividire di disgusto. Era una sensazione temporanea a causa dell’aver provato il sesso o qualche cosa che sarebbe continuata. Non ne era sicuro.

"Matt", cominciò Enrico, "Stavo chiedendomi se potevo farti una domanda."
"Sì?" Rispose Matt riempiendosi la bocca con l’hamburger. Si era rimesso l’accappatoio ed Enrico era seduto in boxer… che visione!
"Ero curioso di sapere quando hai capito di essere gay."
Matt finì di masticare prima di rispondere. "Avevo circa dieci anni quando ho avuto la prima esperienza…"
"Dieci anni?!"
"Sì. Un amico che si è trasferito alcuni anni fa e facemmo una doccia insieme… eravamo bambini e non avevamo problemi… e, beh, finimmo per succhiarci il pisello l’un l’altro. Penso di aver goduto di più quando l’ha fatto lui."
"Quindi fu la prima volta."
"Sì. Ma ne avevo circa dodici quando scoprii che era possibile innamorarsi di una persona del tuo stesso sesso. Capii che ero gay."
"Hai mai fatto qualche cosa con una ragazza?"
Matt fece un rumore strozzato, gettò indietro la testa. Un secondo più tardi si raddrizzò. "Dannazione no! Avrei bisogno di una pila e di una maledetta mappa per scoprire dove conficcarlo… ed io penso che quel genere di conquista per il momento… non mi interessa!"
"Quindi stai dicendo che non trovi le ragazze minimamente attraenti?"
"Per niente."
"Figo!"
Pausa.
"E tu?"
"Io cosa?"
"Bene, cosa senti per le ragazze e per…" Sospiro. "Il sesso!"
Enrico rise. Matt aveva un modo di fare conversazioni serie facile e divertente. "Non so. Adesso il pensiero mi fa vomitare…"
"Bravo ragazzo!"
"…Ma prima di stanotte, io pensavo solamente a ragazze…"
"E i tuoi sogni?"
"Ok, i miei sogni. Nella maggior parte della mia vita ho pensato solamente a ragazze e sesso…" Matt emise un rumore di leggero conato di vomito "... shh!" Enrico rise.
"Quando sono cominciati i sogni?"
"Circa una settimana dopo…"
"Dopo…?"
"Che sei uscito con me."
"Quindi forse uscendo con te ti ho aperto gli occhi sulla tua identità sessuale?"
"... Credo. Non so. Prima non avevo mai sentito questi sentimenti. Ed ora che li sento, non voglio che mi sfuggano. Ora sono più felice di quanto sia mai stato."
"Ed è una buona cosa, ok?"
"Lo suppongo."
"Poiché sei felice, nessun dubbio che sia una buona cosa."
"Ma… ma perché sono così con…" Enrico arrossì per quello che stava per dire, "… Tu mi rendi così felice?" Notò subito come suonava male la domanda. "Senza offesa!" Aggiunse.
"Nessuna offesa. Credo sia perché siamo amici da tanto tempo, o forse, forse solo, perché ti senti felice."
Enrico sorrise, si alzò dal pavimento e si avvicinò al fuoco.
Rabbrividì per il freddo che c’era ancora nella stanza. Tucker spostò un po’ il suo corpo in modo di mettere il muso in linea col piatto di Enrico e cominciò a leccare la salsa che c’era ancora sopra.

Matt si dimenticò di tutto eccetto quel pezzo di bellezza sdraiato sul suo pavimento. Si alzò, si sedette vicino alla testa di Enrico e cominciò a carezzargli i capelli. Mentre lo faceva gli bisbigliò in un orecchio: "Ti amo."
Enrico, che si era addormentato, si svegliò, aprì gli occhi lentamente e girò la testa appoggiandola nella V tra le gambe dell’amico. Matt si volse e baciò leggermente le sue labbra. "Anch’io ti amo!" Rispose Enrico e sorrise. Per una volta in vita sua, Enrico si sentì vivo, tranquillo e felicissimo.
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