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Ahmed: i dolori del giovane Samuel (Cap. 12)


di Evan18
10.03.2019    |    11.903    |    3 9.1
"Gli pose una mano sul ventre muscoloso, e rallentò il ritmo e il respiro affannoso..."
Continuazione del Capito n°11.

Ahmed: il Samuel convertito (Capitolo 12)

Il cazzone dentro di me rimase per pochi secondi moscio. Anthony alzo la testa che aveva messo fra le gambe del ragazzone, e sentii i suoi capelli sfregarsi contro le mie cosce, poi guardò fisso verso di me e vidi il suo viso umido, coperto da un rivolo di sborra che gli colava dal labbro inferiore. Sembrò ci fu un'intesa fra i due, poiché Anthony fece un movimento rapido e con le braccia spazzò via tutti i vassoi di stuzzichini dal tavolino in vetro.
Nello stesso istante, l'arabo che avevo nel culo mi prese di peso, mantenendo il suo pisellone dentro di me e mi spinse a pecora sul tavolino, stendendosi su di me, ansimava ancora.
Quella scena mi fece capire che ora si faceva sul serio. Ma non avevo tempo, ogni movimento, ogni azione si svolgeva in pochi secondi , rapida, veloce: non avevo tempo per capire, ero estraneo a tutto. Non avevo tempo per pensare, dovevo soltanto agire, o lasciare che loro agissero su di me.
Ora mi trovavo a 90 sul tavolino in vetro: era fresco, ma a me non bastava. Ero troppo accaldato. In questi brevi secondi, dedicati soltanto al cambio della prossima posizione, sentivo troppe sensazioni, non riuscendomi a concentrare su nessuna di esse. Il cazzo dell'arabo si era ammosciato leggermente, e il mio culo seguiva il suo sgonfiore: ecco che iniziavo a sentire i primi dolori di quella deflorazione così cattiva, così rapida e dura, a cui mi ero preparato per molto tempo.
Ma non ebbi tempo di capire se il dolore fosse breve, acuto, intenso; solo pochi secondi e lui, ancora disteso su di me, scambiò qualche parola in arabo con tutti gli altri.
Ma Anthony, infoiato, si avvicinava verso di me: lo guardavo dritto negli occhi speranzoso di ricevere un segno, un gesto, qualcosa che mi avrebbe fatto capire quale fosse la cosa giusta da fare, cosa mi aspettava. Lui mi guardava, ma nulla. E avvicinandosi, baciò il ragazzone arabo che, disteso, premeva contro la mia schiena.
L'uomo iniziò a muoversi. Il cazzo ancora moscio faceva avanti e indietro nel mio culo, di nuovo. I mugolii di Anthony mentre lo baciava, o facevano eccitare. Dalla mia visuale vedevo il pisellino e le gambe del mio amico bagnate o sudate. All'improvviso qualcuno si alzò, e vidi una mezza figura, color caramello; un ragazzo fino e muscoloso, col ventre contornato da una V, col cazzo in tiro che puntava verso Anthony: gli cinse la vita col braccio, mentre con l'altra mano gli carezzava la gamba, e visibilmente eccitatissimo, gli strofinava il cazzo fra le pacche, finché in 2 secondi ci entrò in mezzo.
Anthony staccò le labbra dal ragazzo col nel mio culo e mugolò fortissimo, lanciando un "ahhhhhh" lungo e pieno di piacere: urlò "Fotteteci!"

Quella parola fu una chiave che innescò l'eccitazione del ragazzone sopra di me. Cominciò a muoversi ripetutamente, e sentii svettare quel cazzo dentro il mio buco; contemporaneamente si sentiva il rumore piatto delle palle che colpivano il mio culetto. Anthony continuò a baciare l'uomo sopra di me. E io ero impotente, forzato in una morsa fra i due: vedevo solo il ventre ornato dal piercing, e le due palle del ragazzo (più scure) che penzolavano e ballavano dietro al suo culo. Il cazzo del mio uomo era rimasto sempre molto gonfio, ma sentivo il dolore, era sfinente, mi sentivo succube. Volevo uscire da quella morsa, ma non potevo. Iniziai a dimenarmi verso entrambi i lati, ma Anthony e quell'uomo erano poggiati su di me, col loro peso. Faceva caldo, mi sentivo sudato e umido, sentivo liquidi densi nel mio culo. Iniziai ad avere terrore mentre quell'arabo muscoloso mi stantuffava. E iniziai a gridare di più a dimenarmi ancora, a colpire il petto di Anthony con la mia testa perché mi aiutasse. Ma lui era attaccato alla bocca di quell'uomo su di me e dentro di me, e non sembrava darmi retta. Iniziai a piangere: non lo volevo. Cosa stavo facendo? Non conoscevo nessuno, e in quel momento realizzai dove mi trovavo. Fu come un risveglio. Urlavo, con le lacrime che mi ricoprivano il volto rivolto verso il basso; riuscivo a vederle cadere goccia dopo goccia sul vetro del tavolino, che rifletteva la mia immagine.

Anthony si staccò per un momento. Iniziò a dire parole arabe anch'egli. Le palle che sbattevano dietro di lui fecero dei colpi violenti, fermi e lunghi. Lui ansimava e sembrava supplicare in arabo. Poco dopo vidi sfilare via il biscione del ragazzo che colava liquido bianco. A quel punto approfittando della distrazione, mi protesi in avanti e cercai di alzarmi, all'insu, con un rapido slancio per raddrizzarmi. Urlai fra una lacrima e l'altra "BASTA". "LASCIATEMI" "CHI SIETE VOI...CO...SA MI STATE FACENDO!!?!??" "NON VI CONOSCO O..O..O, DOVE SONO? DOVE SONO? AIUTO!! AIUTOOO!!!"
Anthony mi blocco la testa stringendomi il collo con due mani. Così non riuscii a dimenarmi.
"SAMUEL! GUARDAMI"
"NO! NO! NO! COSA VUOI??! AIUTO"
"SAMUEL, GUARDAMI!" Urlò fra le risate dei presenti.
"GUARDAMI! Sono io Anthony!"
"AIUTO! AIUTO".
"Guardami!"
Lo fissai negli occhi e progressivamente smisi di dimenarmi: "Sono io, Anthony! Amore, sono io. Prendilo dai!"
"NO COSA? COSA?"
"Prendilo! Dai amore. Lo vuoi. Lo so. Samuel tu sai di volerlo! Lo hai sempre saputo. Siamo troie, e lo sei, lo vuoi diventare! Vero?"
Si protese verso l'uomo su sdraiato di me che non si fermò mai. Gli pose una mano sul ventre muscoloso, e rallentò il ritmo e il respiro affannoso.
"Prendilo!"
"No no! Ma io...!"
"Lo vuoi, lo vuoi! Fai la troia! Si amore dai! Falla" mi sussurrò sempre più lentamente e seducente. "Vai, muoviti così...prendilo tutto si... mhhm..." - mentre iniziai un movimento guidato da Anthony - "sii..! Tu sei una troia, lo sai! Non lo fai! Lo sei! Prendilo così...mmhm siii...brava siii bravaaa...mmhmmm! Muggisci con me sii!" E insieme iniziammo a mugolare:
" Si mhmmm...ti piace...ti piace sii!!"
Iniziai a impalarmi da solo col cazzone del ragazzo, guidato dal movimento di Anthony che mi stringeva le chiappette con le mani per farle aderire. - "Siii...amore stringi le gambe, rilassati!" Unii le gambe e ascoltai la sua voce sensuale che mi guidava. Feci tutto da solo. Anthony mi guardava entusiasta e dopo pochi secondi ero io a farmi sbattere le palle dell'arabo sul culo, da solo. Mi stavo impalando col suo cazzone e mi piaceva. Anthony si attaccò alla mia bocca mi baciava e a stento pronunciava, fra un bacio e l'altro " lo vuoi...mhmm si lo v..i...mmhmm ti piac...". L'arabo assecondava i nostri movimenti e si poggiò con le braccia sulla mia schiena, inarcandola ancora.
Cominciò a dare colpi secchi, foti, potenti. "AHHHHH...AHHHH...AHHH"
"OH SI...MHMMM...OH SIII" urlava Anthony. Mentre gli altri incitavano il compagno, quando un colpo secco finale, preannunciò dei fiotti enormi nel mio culo. Quel cazzo si trasformò in una pompa. Gettava schizzi enormi che mi fecero uscire il sorriso. Sentivo l'estasi cogliermi ad ogni getto, lo sentivo esplodere, ed Anthony era felice come me.

L'uomo si sfilò dal mio buco che sorprendentemente si richiuse ma non tutto. Ora potevo sentire dell'aria, apparentemente fresca, carezzarmi il buco. Ero davvero stato aperto. Ma non finiva lì. La sensazione durò pochi secondi fin quando non sentii un nuovo membro strofinarsi sulla mia rosellina. Un "OHHHHHH" accompagnò l'infilarsi di un nuovo cazzo nel mio ventre. Questa volta fui felice di ben accoglierlo. Ero pronto, ero voglioso, mi sentivo realizzato. Girai il capo e vidi lui: Ahmed.
Per un attimo lo fissai. Realizzai che era lui e quasi volevo arrabbiarmi. Pensavo mi avesse lasciato solo in mezzo alle belve, lui che doveva proteggermi. Ma invece eccolo lì. Aveva lasciato che altri mi deflorassero per trovarmi pronta a cogliere il suo membro, così che potevo essere al massimo per farlo godere.
Si aggrappò alle mie chiappe e disse: "Mmmmmm AMORE MIO! SEI PRONTA PER FARTI VENIRE LA FICA?"

[Continua a breve: stavolta ve lo prometto! ahah]


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