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La scoperta di Ahmed : al risveglio (Capitolo Terzo)

06.12.2019 |
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"Il mio cazzo semi eretto gocciolava ancora..."
RIPUBBLICAZIONE (rivisitata)La sensazione delle lenzuola sulla mia pelle mi dava alla testa. Era bellissimo sentirsi libero nel mio letto. La palle mi facevano male e avevo una voglia immensa di sborrare. Ma proprio non potevo. Se mi fossi toccato il mio padone lo avrebbe saputo, non so come ma lo avrebbe saputo. Perché avrei dovuto rovinare tutto? Ero nelle mani di uno sconosciuto arabo che mi chiedeva cose via internet da casa sua. Ero io a volerlo. In fondo sapevo che tutto era vero. Che lui esisteva. Così mi diedi uno schiaffo sulle chiappe che mi fece mugolare e mi morsi le labbra. Chiusi gli occhi e mi misi a dormire nel modo più comodo per me: da troia.
La sveglia suonò alle 6 in punto. Mi svegliai e per un attimo avevo dimenticato le mie condizioni. Ero ancora lì nudo nel mio letto. Mi strofinai gli occhi e alzai le coperte. Mi sentivo completamente bagnato. Il mio cazzo semi eretto gocciolava ancora. Con una mano sfiorai il mio culo e fui percorso da un brivido di eccitazione quando lo toccai, avevo dimenticato che fosse così liscio e morbido. Sfiorai con due dita la mia rosellina, totalmente umida. Avvicinai le due dita al mio naso per sentirne l'odore: era magnifico, Continuai per due minuti a toccarla e sentire ancora quell'odore di culo sudato.
Mi alzai con un balzo, volevo correre verso il bagno ma a metà strada mi fermai. Mi venne in mente l'ordine del mio padrone di non lavarmi. Ma mi sarei potuto asciugare? E se l'avessi fatto?
Tornai indietro e guardai verso la sedia, dove avevo appoggiato il mio outfit per la mattina. Guardai con un gesto di sfida gli jeans che avevo preparato. Avevano lo stesso colore dei miei, chiari e strappati, ma già a prima vista si capiva bene che erano più stretti. Mia sorella aveva misure più piccole delle mie naturalmente. Per questo decisi che erano adatti. Lei era a studiare a Londra e aveva lasciato poca roba nel suo armadio. Li presi in mano e li osservavo per bene. Erano attillati e con i risvoltini alle caviglie che lasciavano ben visibili: potevano andare più che bene.
Stavo per infilare la prima gamba, quando mi ricordai della foto. Allora mi fiondai subito sul letto, posizionai il cellulare come meglio potevo e pensai a quale fosse la posizione che il mio padrone avrebbe gradito. Mi misi disteso con le gambe girate verso un lato e il culo ben posizionato di fronte al l'obbiettivo dello smartphone. Allargai il culo con una mano e aspettai l'autoscatto. Ero così sudato che la mano scivolava e la luce della lampadina nella mia camera si riflesse sulle mie gambe producendo un effetto sexy.
Inviai ,soddisfatto...ehmm soddisfatta, la foto al mio padrone e iniziai a vestirmi.
Il jeans passava a malapena. Mi sentivo molto costretto. Arrivato alla vita, tirai tutto in su e spinsi il mio cazzo nella patta, ancora semi-eretto. Il jeans aderirà tantissimo al mio culo. Prese subito la forma delle mie chiappe. Con il fatto che non indossassi intimo, la cucitura interna sfregava direttamente con il mio ano, stuzzicandomi ancora di più.
Capii che era elasticizzato e si adattò presto alle mie forme.
Mi voltai verso lo specchio e il mio culo spuntava dal mio corpo così sexy, valorizzato dal jeans. Provai un senso di soddisfazione.
Il telefono vibrò e subito mi ci fiondai. Era il messaggio del mio padrone:
"Buongiorno troia, vedo che ti sei svegliata molto felice stamattina. Dormito bene"
"Si padrone"
"Vedo che sei un po' bagnata. Ti dei già vestita?"
"Si lo stavo facendo, padrone"
"Bene, finisci e mandami una foto"
Lascio il cellulare in carica e prendo la canottiera dalla sedia. È un modello di quelle sbracciate quasi totalmente e che scoprono anche le spalle, di colore rosso con una stampa sul davanti. Indosso poi delle sneakers basse.
Faccio una foto di lato col viso girato verso lo specchio per far notare al mio padrone come il mio culo spicchi dal resto del corpo. Il jeans mi lasciava le caviglie scoperte di molti centimetri e i risvoltini davano un tocco sexy in più.
"Ma che bella troia che abbiamo qui! Vedi? Sei fantastica, sai quanti cazzi sveglierai a scuola! Ti senti comoda?"
"Grazie padrone, sono un po' stretti"
"Non preoccuparti, ti ci abituerai! Non stai male, certo c'è qualcosa da migliorare ma per ora va bene"
"Grazie padrone..."
"Hai dimenticato qualcosa?!"
Oh diamine, vero! Lo screen con lo sfondo del cellulare.
Cercai subito la foto che mi aveva mandato il giorno prima: mi soffermai qualche secondo a osservare quella meraviglia di corpo prima di impostarla come sfondo. Feci lo screen e lo inviai.
"BRAVA TROIA! Mi raccomando, manda la foto quando arrivi a scuola. Buona giornata "
"Grazie padrone"
Presi lo zaino e di fretta andai nel salotto. Facevo fatica a camminare liberamente e ad ogni passo la cucitura dei jeans si infilava fra le mie chiappe, costringendo tutta la stoffa a modellarsi sul mio culo.
Mia madre era strana, mi guardò arrivare esterrefatta.
Presi in fretta una brioche dallo stipo di fronte a me e mia madre disse "ma cosa hai fatto? Ti vedo strano."
Il tempo di rispondere "Ciao mamma a dopo" ed ero già fuori casa.
Aspettai sul marciapiede il bus cittadino di buon orario. Scappai subito al mio solito posto, il tempo di sedermi, assorto, guardavo fuori dal finestrino e ad un tratto venni colpito da un pensiero: in tutto questo avevo dimenticato di studiare per l'interrogazione che di lì a poco avrei dovuto fare. E come spiegavo ora alla mia prof che non avevo avuto tempo di studiare perché devo diventare troia??
-Continua -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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