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Lui & Lei

Un'estate


di Ubbidiente_69
23.11.2024    |    2.564    |    2 8.6
"Una attenta controllata alla depilazione, sono perfetta! Decido per un bikini piuttosto succinto e molto sgambato che lascia il culo nudo e un reggiseno fatto..."
Finalmente estate e vacanze. Destinazione le spiagge dell’adriatico, sponda Jugoslavia, che allora esisteva ancora. Anche se per poco.
Parto sola, 3 settimane, una coppia di amici mi raggiungerà dopo. Posto carino, spiagge e mare splendidi, calette dove mettersi nuda a prendere il sole, quasi un obbligo stare senza costume, pochi turisti. Forse qualche guardone, ma discreti…
Una sera mentre prendo un gelato seduta al tavolino del bar nel paesino vicino, sento la voce di due italiani. Ridono e scherzano, sembrano simpatici, non chiassosi, sui 60, ma molto giovanili. Ma non mi va di attaccare bottone, così rimango nel mio. Il giorno dopo li vedo partire dal porticciolo con una bella barca a vela, piccola ma molto carina. Loro non fanno caso a me, almeno mi pare. Io prendo l’autobus e raggiungo la mia caletta, deserta anche perchè arrivarci è difficile, ma io sono sempre stata agile e buona arrampicatrice. Mentre mi godo il sole vedo la barca avvicinarsi, sembra che vogliano sbarcare lì; complice il vento sento le loro voci… “Cazzo che sfiga, c’è già gente! Dai cerchiamone un’altra, non rompiamole le palle”. “Ok, domani magari svegliati un po’ prima”. “Ehhhh che scassa maroni! Lo sai che la mattina sono lento”. “E infatti la barca si chiama Morning Glory III! ahahahah”.
La sera li vedo di nuovo; visto quanto era piccolo il posto era inevitabile… seduti ad un tavolo di un ristorantino su una terrazzina proprio vicino al marciapiede. Dopo una giornata sola a rilassarmi, due chiacchere mi avrebbero fatto bene, poi sembrano gente a modo. Così passando mi fermo un attimo:
“Eravate voi stamattina sulla barca alla caletta giù a sud?”
Mi guardano sorpresi e il primo, Dario, fa “Ma sei italiana?”. L’altro lo guarda perplesso e, rivolto a me: “Perdonalo è appena arrivato dall’africa nera e non si è ancora adattato alla vita civile… Dici quella caletta minuscola con le rocce?”
“Si, si, quella”
“Si eravamo noi. Sapere che eri italiana ti avremmo invitato a fare un giro con noi, almeno ti avremmo evitato di scalare la parete per tornare. Comunque complimenti, devi essere un incrocio tra Messner e Wonder Woman per arrivare a piedi in quel posto! Ah io sono Mario, lui è Dario, piacere”
“ahahah non sono parente di Messner e non ho super-poteri. Ho solo fatto un po’ di ballo. Mi chiamo Patti”
“Sta bon, non sapevo che le ballerine sono anche arrampicatrici!”
“Facevo pole-dance, un po’ toniche bisogna esserlo…”
“Socmel!! altro che tonica!”
“Come si mangia qui? a parte che non c’è neanche un tavolo libero...”
“boh… siamo appena arrivati e non ci ha neanche portato la carta. So che c’è un altro ristorante più avanti. Se non trovi posto comunque puoi venire qui con noi, vedi tu”
“Non vorrei disturbarvi”
“Guarda, disturbare, non disturbi. E poi se mi eviti una noiosa serata con ‘sto trombone che comincerà a darmi del cretino perché non so governare la sua barca, non so buttare l’ancora, non so pescare senza lenza, voto dalla parte sbagliata… mi salvi!”
Accetto, la serata scorre piacevole; si chiacchera del più e del meno e poi, a fine serata, quando il vino fa il suo effetto e l’aria fresca mi indurisce i capezzoli, i loro sguardi e le loro mani si fanno più audaci.
Mario, seduto di fianco a me, mi sta accarezzando l’interno della coscia, Dario di fronte mi parla guardandomi la scollatura.
“Ehi Dario, sto parlando con te. I miei occhi però sono qui, non sui capezzoli” gli dico indicando con le dita il mio viso.
“Dai, si, scusa. Ma non devi sgridare solo me, anche la cameriera. Cazzo hai visto? Noi due non ci ha guardato mezzo secondo, aveva gli occhi inchiodati su di te!”
Quei due mi piacciono, mi danno fiducia. Li lascio fare e decido di alzare un po’ la posta. Vado in bagno, tolgo il reggiseno e sbottono la camicetta fino all’ombelico. Torno al tavolo e mi appoggio dando ai miei due nuovi amici una visione completa delle mie mammelle. “A voi due vedo che piace…Dite che così anche alla ragazza possa piacere?”
Si guardano “A noi piacciono, a lei… saran ben fatti suoi!”
Chiedo: “Ma le vostre mogli che direbbero se sapessero che siete qui con me?”
“Niente, cara, non si azzarderebbero a dire niente”
Forse il tono, la risolutezza della voce o il lampo dello sguardo nel pronunciare la frase o forse ancora l’impercettibile cenno di intesa tra i due uomini mi fanno capire che le loro non sono semplici mogli. Quella sensazione di avere davanti a me i padroni delle due donne si rafforza quando Dario riprende.
“Ma non parliamo di quelle due puttane, scusa il francesismo… Come ti dicevamo prima domani se vuoi puoi venire in barca, sarai la benvenuta. Ma devi sapere che io e Mario sfruttiamo la barca per girare tra le calette, ma anche per poter prendere il sole integrale senza gente che ti scassa i maroni”
Interviene Mario “oh, chiariamoci, siamo mica dei busoni è? nulla contro di loro, si capisce. Diciamo che lo facciamo per le nostre…mogli, che gli piace vederci senza zone pallide”
Dario chiosa: “dai, diciamo così. Se è un problema per te, amici come prima”
“Ragazzi per me va bene, non è un problema. Anzi, anche a me piace prendere il sole nuda. Se a voi non dà fastidio”. Rido
“ahhh a me dà fastidio si!” interviene Mario “rischia di diventarmi duro la mattina e ammosciarsi la sera, ho una certa età, non reggo uno stress del genere”
Ridendo gli dico “Dai Mario!!! e poi così mi dai la crema bene sulla schiena e sul culo e non rischio di scottarmi”
“Altro che la crema ti darei…” ride. Infine ci alziamo, pagano il conto e mi accompagnano al mio appartamentino. “Cara Patti, grazie della serata. Ti accompagnerei su, ma sono ubriaco e rischierei solo di fare la figura del vecchietto moscio, quindi batto in decorosa ritirata”
Li abbraccio entrambi, li bacio, struscio ben bene i seni contro di loro e salgo.
La mattina mi sveglio di buon mattino. Una attenta controllata alla depilazione, sono perfetta! Decido per un bikini piuttosto succinto e molto sgambato che lascia il culo nudo e un reggiseno fatto da due triangolini che coprono tutto il capezzolo, ma proprio di misura. Un copricostume sopra e via.
Puntuale arrivo al porticciolo, un bacio e partiamo
Arrivati alla caletta, getto l’ancora. mi spoglio e inizio a darmi la crema. Mi piace come mi guardano, mi piace provocarli… sono uomini decisi e sicuri di sé e mi sento al sicuro a scherzare con loro e a provocarli.
Dopo essermi spalmata la crema sul seno mi giro, sporgo il culetto in alto, allungo indietro il tubetto e chiedo chi mi aiuta.
Prende il tubetto, qualche goccia e inizia a toccarmi il culo. Poi passa ai fianchi e all’interno delle cosce.
“Te la sei già data sulla vagina?”
Senza aspettare risposta sento che passa due dita nella fessura “Dio che lago sei!!” appoggia la cappella e la spinge dentro. Mi penetra in profondità, con lentezza, facendomi assaporare ogni cm della sua asta dura. Con altrettanta lentezza esce…
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