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Il lavoro


di Ubbidiente_69
06.04.2024    |    6.710    |    18 9.1
"Ricordi tutte quelle carte che hai firmato? non le avrai lette, ma c’erano parecchie clausole che mi permettono anche di obbligarti a restituirmi gli stipendi..."
Quando avevo accettato il lavoro due cose erano chiare fin dall’inizio. La paga era uno schifo e il lavoro anche. Ma non ero nella posizione di scegliere. Mi ero prostituita per un po’ in alcuni locali in Puglia, Farmi usare dai clienti non mi disturbava e i soldi non erano male. Quando però le altre ragazze, tutte slave, avevano iniziato a picchiarmi negli spogliatoi per far prendere nel locale delle loro conterranee, avevo capito che non era più aria per me. Vi assicuro che farsi schiacciare le mammelle nude nelle porte degli armadietti non è sopportabile a lungo…
Così eccomi ad accettare un lavoro di segreteria in una cooperativa. Le altre ragazze di una sola cosa mi avevano avvertita: attenta al direttore del personale. Quando ero stata assunta l’avevo visto, di sfuggita, e l’impressione era stata pessima. Viscido, sovrappeso, arrogante…A parte quello non avevamo avuto alcun rapporto se non dei freddi buongiorno/buonasera.
Finché un giorno mi arriva una mail dal suo indirizzo. Oggetto: convocazione per gravi irregolarità comportamentali. Il testo della mail è scarno. Sono convocata per la sera stessa dopo l’orario di lavoro nel suo ufficio. La mail si chiude con ‘data la delicatezza dell’incontro, si raccomanda la più assoluta discrezione’. Sono nervosissima… non faccio che mangiarmi le unghie tutto il tempo…
Alle 17.00 le altre escono. “Che fai Patti, non vieni?”
“Scusate ragazze, sono rimasta indietro e voglio mettermi in pari”
“Guarda che gli straordinari non sanno neanche cosa sono qui dentro”. Per fortuna non aspettano la mia risposta e vanno.
17.30, vado a bussare alla porta dell’ufficio.
“Posso?”
Il direttore alza lo sguardo.
“Buona sera Signore, mi avete convocata”
“Aspetta di là, ti chiamo io”
Tono freddo, scortese… il nervoso aumenta…18.15: sono chiamata
Entro, ma non mi fa accomodare; mi porta in un ufficio secondario, squallido con un vecchio tavolo, sedie di ferro e un armadio pieno di faldoni impolverati; si siede e mi fa sedere.
“Allora Patti, come sai sono direttore del personale e anche dell’IT” mentre parla mette sul tavolo dei fogli
Sono schermate del mio profilo A69. Arrossisco…
Mi fissa: “Vedo che riconosci le schermate”
“Cosa significa tutto questo?”
“Significa che in questa cooperativa c’è una zoccola che usa il pc aziendale per fare la troia su siti porno”
“Non sono io… e comunque non potete spiarmi”
“Senti cretina, sappiamo entrambi che questa puttana” e mi mostra la foto dove mi allargo i buchi “sei tu! non dire cazzate e vedi di non interrompermi che non sei certo nella posizione di chi alza la voce!. Sei in una pessima situazione. Posso non solo licenziarti, ma posso anche denunciarti. Ricordi tutte quelle carte che hai firmato? non le avrai lette, ma c’erano parecchie clausole che mi permettono anche di obbligarti a restituirmi gli stipendi dell’ultimo anno”
“Non è vero! non è giusto! e poi non sono io” urlo ma ho la voce rotta, sento di essere piena di rabbia e sul punto di piangere nervosamente.
“Senti non fare la stronza. Se voglio ti rovino e ti rimando a battere. Si, so perfettamente che eri una puttana in locali di quart’ordine! Non so perché sei venuta via, ma ti giuro che ti ci rimando.” Pausa e un sogghigno “ho gli strumenti e conosco le persone giuste…”
“No cazzo no… si ci sono andata su quel sito, ma solo una volta. Non può rovinarmi per così poco”
“Bene… vogliamo trovare una soluzione?”
“... si…”
“Spogliati nuda”
“Come??”
“Spogliati nuda e mettiti come in questa foto”
Sono viola per la vergogna…”Avanti, muoviti! farti dare della cagna in calore da sconosciuti va bene e invece fai la preziosa adesso che c’è in gioco il tuo futuro? sto perdendo la pazienza”.
Sono come stordita, sto pensando a quando è successo, a come ha fatto, se davvero può mettere in atto le minacce… Quel mio stato di confusione mi ha come inebetita e mi desto quando lo vedo alzarsi, raccogliere le carte e con tono freddo dire che se è quello che voglio, farà le telefonate la sera stessa.
Mi desto e capisco che devo accontentarlo… un filo di voce per dire “Va bene Signore…”, Mi sorride, si siede e inizia a strofinarsi il pacco. Mi spoglio, non mi stacca gli occhi di dosso “Brava, hai la vagina depilata, la preferisco”
Mi giro e mi metto a 90, mani sulle natiche per allargarmi
“Nella foto sei molto più aperta”
“Più di così non riesco”
“Vai alla mia scrivania in ufficio, ci sono dei dildo, portali”
Faccio per prendere i vestiti, ma mi blocca. Protesto “Ci sono le donne delle pulizie…”
“Vai, nuda e vedi di non farti beccare”
Vado, mentre cammino mi costringo a non pensare a quella situazione e a prestare attenzione alle donne. Prendo i 3 dildo e torno di corsa. Era sulla porta ad osservarmi, appena entro mi afferra un seno “Sei un bello spettacolo, con tutta questa mammelleria che sbatte a destra e sinistra. Da oggi ogni sera a fine giornata vieni nel mio ufficio e fai 50 salti con le mammelle nude”
Lo guardo con odio…
“Ripeto: Da oggi ogni sera a fine giornata vieni nel mio ufficio e fai 50 salti con le mammelle nude. Hai capito?” segue un ceffone, forte, sulla guancia.
"Sì Signore”
“Brava mammelle, brava… Ricordati da oggi tu di nome fai mammelle. Chiaro?”
Non rispondo, subito, uno schiaffo forte sulla testa che mi fa letteralmente barcollare, recupero l’equilibrio e mi arriva subito uno schiaffo sulla guancia e poi un manrovescio sul seno.
“CHIARO???”
“Si Signore, mammelle ha capito”
“bene e da oggi le mail non le firmi più con P. ma con M.”
“Si Signore, mammelle ha capito”.
Soddisfatto delle mia umiliazione, mi afferra per i capelli e mi mette a pecora e subito il primo dildo entra in fica. Mi masturba 5-6 volte in modo che si lubrifichi un po’ e poi me lo infila nel culo, con forza e violenza… Dio quanto brucia il mio povero buco… ecco il secondo che entra in figa. Poi mi fa sedere; cerco di fare piano, sorreggendomi con le mani, ma lui mi dà una spinta forte e cado seduta con il dildo nel culo che mi impala fino alle viscere…
“Vedi di non gridare troia!”
Prende il terzo dildo, si mette al mio fianco e mi costringe a reclinare la testa all’indietro tirando forte i capelli. “Apri la bocca”
Appoggia la punta del dildo alla bocca e inizia a pomparmi la gola. Il dildo è lungo e sottile e lui lo spinge con forza. Ben presto soffoco e sbavo. Mi passa il dildo sul viso sporcandomi delle mie bave in faccia e sui capelli. Poi riprende a pomparmi la gola. Più volte mi viene da vomitare, ma cerco di non muovermi e sottrarmi, ho preso già abbastanza botte.
Sono sfatta, ho il viso e il seno ricoperto di saliva…
“Bene per oggi basta così” Mentre lo dice tira fuori il cazzo e mi fissa.
“Mammelle può succhiarle il cazzo Signore?”
“Non ho capito, cosa vuoi?”
“Vorrei succhiare il suo cazzo Signore”
“Chi vuole succhiare?”
“Mammelle, Signore. Mammelle la supplica di metterle il cazzo in bocca”
“Ottimo, brava. Ti avviso che mi scappa da pisciare e dopo aver sborrato vorrei approfittare della tua bocca. Non ho voglia di andare al cesso e non devi sporcare per terra”
“Certo Signore, mammelle farà di tutto per essere uno sborratoio e un pisciatoio capiente”
“Ah dopo che abbiamo finito, puoi far uscire i dildo dai tuoi buchi, li pulisci bene e li riporta sulla mia scrivania. Se quando entro sento puzza di merda o di figa…penso hai capito”
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