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Il furto - il patto parte 5


di Ubbidiente_69
23.09.2023    |    978    |    2 9.6
"Tira fuori la mano… respiro affannosamente, finalmente è finita… si allontana… Pochi attimi e torna, è davanti a me..."
Sento dolore in ogni parte del corpo. Non rispondo, so che qualsiasi cosa dicessi darebbe a loro lo spunto per continuare il massacro. Sento invece la voce di Fabio
“Basta Fra, l’hai punita a sufficienza per oggi. Adesso la lasciamo qui che mediti che le puttane devono fare le puttane e pensare solo a succhiare cazzi, non a torturare le mie amiche” mette un piede nel piscio e me lo fa leccare.
Attaccano le corde ai polsi e mi sollevano legando le corde in alto dietro la schiena. Sono china in avanti. Un bastone legato tra le caviglie mi obbliga a stare a gambe aperte ”Bene - dice Sandro - passerai qui la notte Patti. Dovresti ringraziarmi che non ti metto il cappio… passa una buona notte troia” esce, Fabio lo segue.
Fra si attarda un attimo, si china su di me e mi afferra un capezzolo che stringe mentre mi sussurra all’orecchio “Farti sanguinare e vederti violentare è stata la cosa più eccitante della mia vita. Che peccato che quei due non mi lascino continuare, di là in cucina avevo visto tante belle cosucce da usare… peccato…a domani”
Escono. Le luci si spengono. Sento la porta chiudersi a chiave. Entra un po’ di luce dal piazzale. Vedo la loro auto partire… Silenzio… I primi minuti sono tesa, temo che Fra ritorni sola per continuare, ma man mano che passa il tempo la tensione si allenta e lascia il posto alle sensazioni della tortura al bruciore dei colpi, la figa che pulsa, tutto il corpo che manda i suoi segnali che è arrivato al limite della sopportazione… Il collo fa male, le spalle urlano, vedo nella penombra il sangue rappreso sulle mammelle e mi immagino lo stato della mia povera pussy.
Passa una macchina, è la vigilanza… controlla la porta e va via. Sento delle campane in lontananza ,sono le 3. Il tempo passa... Una porta sul retro si apre, mi agito "chi cazzo è adesso? Un ladro? che situazione di merda ", sento le chiavi… viene richiusa… Rumore di passi… non sono Fabio e Sandro, avevano delle sneakers. Cazzo è Fra… no, lei aveva dei sandali di sughero…sento un profumo, è una donna…accende delle luci in un'altra sala, sono in penombra. La sconosciuta si mette di fianco a me, non riesco comunque a vederla. La sua mano passa delicata sulla fessura della figa e risale fino al buco del culo. All’inizio sono tesa, ma poi sento che è una mano amica e mi rilasso… La figa si bagna e si apre, sento le sue dita entrare. La sconosciuta le bagna e poi le preme sul buco del culo che penetra con dolcezza.
Si china dietro di me e lecca le figa con passione, affondandola, mentre le dita continuano a incularmi… Godo, ho un orgasmo…
“Brava Signora” mi dice e riconosco la voce della cameriera “succo misto sangue è la mia bevanda preferita” mentre parla dà delle profondissime leccate, mi fa impazzire.
“Ti piace?”
“Si, mi fai impazzire”
“Vuoi che continui?”
“Si ti prego”
“Sarai carina con me, dopo?”
“Si, si certo, assolutamente… non fermarti”
Con le mani mi allarga e immerge il viso, poi porta la lingua sul buchetto dietro e lecca. Due dita in figa, tre dita. Mette i pollici e mi allarga
“Cazzo, Patti, hai una bella caverna qui sotto. E ci hanno giocato per bene, senti come è gonfia e malconcia”
“E’ stato tremendo, ho sofferto tantissimo, per fortuna che ora ci sei tu”
Mentre dico questo sento la sua mano che preme contro la vagina
“Che fai?? non mi fistare… nooooooo”
Entra, mi toglie il fiato... esce, rientra con forza, urlo…
”Vediamo se entra tutta fino al polso… in una caverna così di sicuro…” Quando ha la mano tutta dentro stringe il pugno e lo fa roteare dentro di me, spinge come per dare dei pugni e la ritrae come se dovesse farla uscire… Lancio delle urla animalesche, mi manca il fiato, tossisco, mi viene quasi da vomitare. Tira fuori la mano… respiro affannosamente, finalmente è finita… si allontana…
Pochi attimi e torna, è davanti a me. Ha in mano un limone; mi afferra per i capelli e solleva la testa. A forza mi mette il limone in bocca. Dal tavolo prende uno spiedo e lo mostra.
“Adesso con questo teniamo fermo il limone. Se fai la brava e stai ferma, ti buco le guance senza rovinarti. Se ti muovi rischiamo di fare danni seri. Capito?”
“Si…”
Appena sento la punta premere la guancia ho una reazione d’istinto e mi sposto. Aveva già bucato la pelle e fa un piccolo graffio.
Alcuni secondi di silenzio. Poi con una voce alterata ma fredda, quella voce che accomuna gli aguzzini sadici dice
“Ma sei cretina?” Mi afferra una mammella “Cosa ti ho detto?” Impugna lo spiedo come un pugnale e mi trafigge la mammella. “Cosa ti ho detto è??” sfila lo spiedo tirando e facendomi quasi più male di quando ha trafitto.
Mordo il limone urlo, mi manca il fiato. Mi trafigge una seconda volta e subito sfila lo spiedo
“Mi eccita vedere il sangue colare sai? Hai delle mammelle belle irrorate. Ecco guarda la goccia è arrivata alla punta del capezzolo...wow...goccioli. Adesso stai ferma” Mi passa lo spiedo attraverso le guance e il limone. Fa più male il succo acido della punta, ne sono sorpresa…
“Bene, e adesso torniamo alla tua vagina…sei pronta?
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