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Lui & Lei

Privazione


di Membro VIP di Annunci69.it MadidaCalla
16.01.2018    |    1.321    |    0 9.4
"Eppure, con uno sforzo di volontà, ci sono riuscita..."
Ad un certo punto mi hai chiesto di non godere senza di te. Io, che mi sono sempre masturbata con grande soddisfazione, non avrei più potuto toccarmi, a meno che tu non me ne avessi dato il permesso.

All'inizio, credevo che non ci sarei riuscita. Mi piace molto passarmi le dita tra le labbra carnose, sentirle aperte, un piccolo lago caldo, entrare con un dito e muoverlo forte, fino a godere. Poi passare al clitoride, con le dita madide di umori, e creare piccoli cerchi, sempre più veloce, fino a sentire l'orgasmo che sale ed si libera, lasciandomi tutta tenera ed ansimante.

Eppure, con uno sforzo di volontà, ci sono riuscita. Non appena saliva la voglia, pensavo che ci tenevo di più ad ubbidirti, a non deluderti. Volevo che tu mi dicessi “brava”. E’ stato così per qualche settimana, fino a quando ci siamo rivisti e tu mi hai scopata così tanto e così bene che ad un certo punto ho perso il conto degli orgasmi che mi hai dato. E ho iniziato a capire il risvolto positivo dell'astinenza, e ho deciso di continuare.

Una sera, qualche settimana dopo, mi hai chiamato e mi hai chiesto quanto riuscissi ad arrivare vicina all'orgasmo prima di dovermi fermare. Volevi sapere se saliva ad ondate, e mi hai chiesto di contarle. Così mi sono toccata, ho iniziato a disegnare quei cerchi che non disegnavo da un po’. Non sono durata tanto, sentirti parlare, doverti rispondere mentre mi masturbavo mi ha eccitata moltissimo. Credo che la prima volta le onde siano state tre, poi mi sono dovuta fermare altrimenti avrei goduto.

E da lì, ho iniziato ad aspettare con impazienza le tue telefonate alla ricerca delle onde. Ho scoperto di provare quasi più piacere nel sentirti compiaciuto che dalla soddisfazione carnale. Ne abbiamo avuto la prova definitiva quando mi sono trovata nuda e allagata a gambe aperte con la tua mano che mi frugava nella figa, che mi sbatteva forte, portandomi al limite. Ancora più incredibile, quando hai iniziato a toccarmi il clitoride, con quei movimenti precisi, quelli che mi fanno godere in fretta, e io ho iniziato a supplicarti di smettere, di fare piano, di rallentare, perchè non volevo godere. Tu non me ne avevi dato il permesso, e io non volevo che accadesse. E’ stata una tortura ma in senso buono, una tortura che volevo con tutta me stessa. Mentre ne scrivo, sento l'eccitazione che arriva di nuovo, che si spande, che mi bagna. Ti ho pregato di non farmi godere, con la voce rotta, con la mente e il corpo sconvolti, arresa, domata, ubbidiente.

Non credo che riuscirò a tornare indietro, a questo punto, almeno fino a quando sarai tu a scoparmi, fino a quando sarai padrone del mio sesso. Ti ho lasciato il controllo, ed è spaventoso e assolutamente esaltante, così, insieme.

Non vedo l'ora di avere di nuovo il tuo cazzo in bocca e di succhiartelo, mentre ho ancora la figa grondante di umori e pulsante di orgasmi inespressi, e le tue dita dentro.
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