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TRE GIORNI IN SPA (Giorno Primo)


di La_Lilla
30.09.2022    |    6.614    |    8 10.1
"In effetti, poco distanti da noi c’erano due ragazzi, sulla trentina, che fissavano intensamente la ragazza dell’est..."
Oramai io e Lina eravamo diventate complici in tutto e amiche vere (chi lo avrebbe mai detto), tanto che un giorno decidiamo di passare tre giorni a Francoforte, in una delle note SPA della zona.
Appena arrivate, nel pomeriggio, decidiamo di concederci un bagno rilassante nella piscina idromassaggio. Io sono messa un bikini classico, mentre Linda un costume intero (perché dice che non le piace la sua pancetta, che in realtà non ha perché è magrissima).
Il bello di questa SPA è che si può scegliere la “zona relax” in base alle proprie preferenze. Infatti esiste quella diciamo più “familiare”, accessibile a tutti, e poi c’è quella “hot”, solo per adulti. Sono ovviamente divise e non c’è via di comunicazione e passaggio tra l’una e l’altra. I servizi che offrono sono più o meno gli stessi (saune, bagni turchi, piscine idromassaggio, massaggi ecc.), solo che in quella “hot” si può girare praticamente nudi, e fare i bagni nudi, con le dovute raccomandazioni, ovviamente, che rispettino le basilari norme di igiene, come è giusto che sia. Per esempio all’ingresso della sala “hot massaggi e idromassaggi” c’è un cartello appeso alla vetrata; cartello che recita, tassativamente: È SEVERAMENE VIETATO EIACULARE NELLE PISCINE.
“Secondo te”, chiedo a Lina, “con quel SEVERAMENTE cosa intendono?”.
“Che ti fanno un nodo all’uccello”, mi dice ridendo.
“E quelle come me e te che sbrodolano. Come la mettiamo?”, aggiungo scoppiando a ridere.
“Giusto. Pare non ci abbiano pensato. O forse pensano solo alle sborrate abbondanti ché altrimenti galleggerebbero nell’acqua”, fa le continuando a ridere.
“Interessante la tua teoria. Mi sa che c’hai ragione”, dico, e entriamo.
Non c’è moltissima gente, e le piscine sono semivuote. In una, quella più grande, non c’è proprio nessuno. Ci muoviamo verso quella.
Mentre ci avviciniamo alla piscina idromassaggio vediamo passare alcuni uomini completamente nudi, che però non ci degnano del minimo sguardo. Del resto ci sono ragazze, qui, veramente da sballo: fighe da mille e una notte, con costumi succinti e sguardi ammaliatori. Ovviamente sono escort, a confronto delle quali io e Lina facciamo la figura di due racchie in piscina.
“Guarda quella”, le dico, riferendomi a una ragazza suppongo dell’est, “sarà alta un metro e ottanta”.
“Quelle viaggiano a trecento euro a scopata, come minimo”, mi fa Lina sicura di quello che sta dicendo.
“Penso anch’io. Ma poi, ne vale la pena?”.
“A giudicare dallo sguardo di quei due ragazzi laggiù, direi di sì”, fa lei mettendosi a ridere.
In effetti, poco distanti da noi c’erano due ragazzi, sulla trentina, che fissavano intensamente la ragazza dell’est.
“Be’”, dico infilandomi nella piscina, “beata lei”.
Lina non entra in acqua subito, invece, e si siede sul bordo della piscina. Vedo che guarda qualcuno, alle mie spalle.
“Che c’è”, le chiedo, “chi guardi?”.
“È appena entrato in acqua un signore. Guarda da questa parte”.
Mi volto e lo vedo.
“Salve ragazze”, fa. “Siete italiane vero?”.
Lina sorride.
“Sì”, fa, “come ci hai scoperte?”.
Lui fa un risolino e dice:
“Vi ho sentite parlare prima”, continua avvicinandosi. “Comunque benvenute, io sono Ruggero. E voi, come vi chiamate?”.
Gli diciamo i nostri nomi e iniziamo a parlare. Ruggero è un uomo sulla sessantina, pancetta evidente, faccia rotonda e buffi e folti baffetti sotto il naso; ha un naso grosso e un po’ schiacciato. Il corpo è quasi completamente ricoperto di peluria, e in testa gli sono rimasti pochissimi capelli, però è gioviale e simpatico. Ci sa fare.
“Potete stare anche nude qui sapete?”, ci informa.
“Sì sì”, faccio io, “lo sappiamo. È che noi trav, per darci un tocco di femminilità, teniamo sempre addosso qualcosa di femminile”.
“Ah”, dice lui sorpreso. “Capisco. Be’, siete belle, truccate, con lo smalto. Per me anche nude restate donne”.
Oltre ad essere simpatico si dimostra intelligente e a me e Lina la cosa fa eccitare, ovviamente.
Poi Ruggero si tira su, esce e si siede accanto a Lina, tenendo, come lei, solo i piedi nell’acqua.
Ha un folto cespuglio peloso attorno il pube e il cazzo leggermente inturgidito.
Io rimango in acqua mentre lui inizia a chiederci da dove veniamo. Ci dice che lui è da Milano; che gestisce un supermercato e che ogni tanto si reca in quella SPA per rilassarsi un po’.
Lina, che è una chiacchierona, comincia a fargli domande, mentre io, nel frattempo, inizio ad accarezzare le palle villose e bagnate di Ruggero.
Lui sembra non reagire affatto, senza dire niente mi lascia fare e continua a conversare con Lina. L’uccello, intanto, incomincia a gonfiarsi, e glielo prendo in mano.
“E tu”, mi fa, mentre inizio a segarlo, “sei mai stata in una SPA come questa prima?”.
“No”, gli dico, “a dire il vero no. Sono sempre stata un po’ restia a mettermi in costume da bagno o nuda, a dire il vero”.
“E perché? Sei bellissima”.
Sorrido e lo guardo smanettandolo più forte. Il cazzo adesso è duro al punto giusto. Me lo ficco in bocca.
Come prima, non ha nessuna reazione e continua a parlarci come se nulla fosse. Io faccio su e giù velocemente con la testa accogliendo tutto il suo cazzo in bocca. Poi mi tiro su e comincio a segarlo, solo a quel punto, volgendosi a Lina, dice: “Ci sa fare Priscilla, eh?”.
Lina ride e gli dice: “Per forza, è una vacca”.
“Senti chi parla”, le dico io, stringendo forte nel pugno il cazzo ormai turgido come un bastone.
Ridiamo tutti e tre.
“Siete due bei soggetti, voi due”, fa Ruggero. “Però io sto per venire”, mi informa, “e sapete che non si può sborrare in piscina”.
Rallento il movimento della mano.
“In piscina no. Ma dentro la mia bocca sì, però”, gli suggerisco.
“Troia”, fa Lina, ridendo sguaiatamente. “Così però io mi perdo la sborrata”.
“Cavoli tuoi”, le dico facendole il medio.
“Siete troppo forti, veramente”, dice Ruggero, ormai prossimo alla venuta. Infatti un attimo dopo fa: “Ohgt”.
Sento il suo latte caldo scivolarmi in bocca e poi giù per la gola. Aspetto che svuoti del tutto: il cazzo pulsa tre volte: segno di tre fiotti di sborra dritti in gola.
“Mostramela in bocca almeno”, mi chiede Lina.
“Troppo tardi, l’ho mandata giù”, le dico coglionandola.
“Puttana”.
“Ah! Ah! Ah!”, rido. “No, sul serio, ha spruzzato forte, in gola”.
“Ho un buon getto, sì”, fa Ruggero, ridendo, mentre io gli lecco la cappella.
“Si può essere più troia di così?”, fa Lina, “io non penso”, e ride, divertita.
“Penso proprio di sì”, ribatto io. “Ho imparato da te”.
Ruggero ride e il suo uccello inizia ad afflosciarsi. Ha un po’ il fiatone, come se avesse fatto una breve corsa.
“Mi hai spompato oltre che spompinato”, fa.
“Ah! Ah! Ah!”, ridiamo, “bella questa”.
Poi esco dall’acqua. Ruggero e Lina sia alzano.
“Quanto restate qui”, fa lui.
“Tre giorni”, gli dico.
“Be’, avrete modo di divertirvi e far divertire. Questo è sicuro”.
Ridiamo ancora e ci salutiamo. Poi mi immergo di nuovo in piscina. Questa volta assieme a Lina.


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