Racconti Erotici > trans > Mai fare il bullo con una trans
trans

Mai fare il bullo con una trans


di Tiscopotrans
21.04.2024    |    3.310    |    4 8.8
""Si Marco ti prego scopami così..."

Sono Natalie una donna trans e ogni mattina affronto la scuola con una miscela di coraggio e ansia. Oggi non è diverso. Mentre cammino tra i corridoi affollati, sento lo sguardo penetrante di Marco puntato su di me. È il bullo della scuola, con il suo viso arrogante e il suo branco di seguaci sempre pronti a fargli eco.

"Guardate chi abbiamo qui!" grida Marco con un ghigno sprezzante, attirando l'attenzione di tutti. "È la freak trans! Pensavo di sentire un tanfo strano!"

Le sue parole colpiscono come un pugno nello stomaco. La mia faccia diventa rossa di vergogna e rabbia. Non posso permettergli di vedere quanto mi ferisce. Respiro profondamente, cercando di trovare la forza per rispondere.

"Marco, smettila," dico con voce tremante ma decisa. "Non hai idea di cosa stai dicendo. La mia identità non è una barzelletta per il tuo divertimento."

Ma Marco ride, un suono acuto e graffiante che riempie il corridoio. "Ah, guarda come si offende la piccola trans! Pensavi che potresti essere accettata qui? Sei solo un errore della natura!"

Le sue parole mi fanno male più di quanto voglio ammettere. Vorrei poterlo ignorare, ma le sue parole penetrano profondamente nella mia anima. Gli sguardi curiosi degli altri studenti mi bruciano addosso, amplificando la mia vergogna.

Tuttavia, dentro di me, c'è una fiamma di rabbia che brucia. Non posso permettere a Marco di farmi sentire così. Mi sforzo di rimanere calma, di non permettere alla sua crudeltà di abbattersi su di me.

Con un'ultima occhiata carica di disprezzo verso Marco, mi volto e vado via. Non gli darò il piacere di vedermi spezzata. Continuerò a essere me stessa, nonostante le sue parole velenose.
****
La luce del sole declina lentamente mentre torno a casa da scuola. Le spalle mi pesano, non per lo zaino sulle spalle, ma per il peso delle parole velenose di Marco che continuano a riecheggiare nella mia mente. Ogni passo è un'agonia, il mio cuore batte forte nel petto mentre mi avvicino al punto in cui la strada si biforca.

E proprio lì, in mezzo alla strada, lo vedo. Marco è lì, con il suo sguardo beffardo e il sorriso malizioso dipinto sul volto. Mi fermo di colpo, il respiro bloccato nella gola. Il mio corpo è paralizzato dalla paura, mentre i ricordi di ogni tortura subita per mano di Marco si riversano su di me.

Il bullo si avvicina lentamente, con passo sicuro e minaccioso. "Ehi, piccola trans, pensavi di poter scappare da me?" dice con un ghigno. "Sei così facile da spaventare, è divertente."

Le mie gambe tremano, ma cerco disperatamente di tenere a bada la paura. Cerco di convincermi che posso farcela, che posso resistere ancora una volta. Ma quando Marco si avvicina ancora di più, sento le lacrime bruciare dietro le palpebre e la mia voce si spegne nella mia gola. La paura mi avvolge come una coperta gelida, soffocando ogni speranza di resistere.
La mia mente urla di fuggire mentre mi butto in un vicolo buio, sperando di trovare rifugio dall'incubo che è Marco. Ma le mie speranze vengono schiacciate quando sento i suoi passi pesanti riecheggiare dietro di me. Il suo riso crudele mi taglia come un coltello, mentre la mia corsa diventa sempre più disperata.

La paura mi avvolge come una morsa, costringendomi a stringere i pugni e a correre ancora più veloce. Il cuore mi martella nel petto, le mie gambe bruciano dall'efforto. Ma non posso smettere, non posso permettere a Marco di prendermi.

Le lacrime iniziano a sfiorare le mie guance mentre corro, ogni passo è un'agonia di terrore. Ma proprio quando penso di poterlo perdere di vista, sento la sua mano afferrare il mio braccio, tirandomi indietro con forza. Il mio respiro si blocca nella gola mentre mi volto e incontro il suo sguardo spietato.

"Non pensare di poter scappare così facilmente," sibila, con un ghigno vittorioso dipinto sul viso. La mia voce si spegne nella disperazione mentre mi ritrovo intrappolata nel suo abbraccio crudele. La paura mi travolge come un'onda, mentre mi rendo conto che non c'è scampo.
Il mio cuore batteva furiosamente nel petto mentre Marco raggiungeva il vicolo, le sue parole risuonavano nel buio circostante. "Natalie, aspetta," disse, con un tono che non avevo mai sentito da lui prima. "Calmati."

La mia mente era un turbinio di emozioni contrastanti mentre lo guardavo, incerta su cosa fare. Tutta la mia vita avevo imparato a temerlo, a evitare ogni suo sguardo o incontro. Ma ora, in questo momento, sembrava diverso.

"Perché dovrei calmarmi?" chiesi, la mia voce tremante per l'emozione. "Dopo tutto quello che hai fatto, dopo tutto il dolore che mi hai causato?"

Marco abbassò lo sguardo, sembrando sinceramente pentito. "So di aver sbagliato," disse con voce sommessa. "Ma credimi, non volevo farti del male. Ero solo... confuso. Non sapevo come altro avvicinarmi a te."

Le sue parole mi colpirono come un fulmine, facendomi vacillare nel mio risentimento. Era possibile che Marco, il bullo che aveva reso la mia vita un inferno, fosse davvero pentito delle sue azioni?

Il mio cuore si strinse di fronte alla possibilità di speranza, ma decisi di dare a Marco l'opportunità di dimostrare che poteva cambiare. Respirai profondamente, cercando di trovare la calma dentro di me. Forse, solo forse, c'era una possibilità per noi due di superare tutto questo.
Il mio respiro si fa affannoso mentre guardo Marco negli occhi, pronta a pronunciare quelle parole che ho trattenuto per così tanto tempo. "Sei un bullo," dico, la mia voce tremante ma decisa. "Hai reso la mia vita un inferno con le tue parole crude e le tue azioni spregevoli."

Marco abbassa lo sguardo, il suo viso contrito e umiliato. Senza una parola, si avvicina e si mette in ginocchio di fronte a me, un gesto di supplica e pentimento. La sua vulnerabilità mi sorprende, ma sento anche la sua sincerità.

"Mi dispiace, Natalie," sussurra, la sua voce roca dall'emozione. "Mi rendo conto di quanto male ti ho fatto e vorrei tanto poter tornare indietro e cambiare tutto."

Le sue parole mi toccano nel profondo, sciogliendo un po' del ghiaccio intorno al mio cuore. Nonostante tutto il dolore che mi ha causato, vedo ora un lato di Marco che non avevo mai visto prima. Un lato vulnerabile, umano, desideroso di redenzione.

Respiro profondamente, sentendo il peso delle mie parole nel momento in cui prendo la sua mano tra le mie. "Accetto le tue scuse, Marco," dico con voce gentile ma ferma. "Ma ora devi dimostrare con i fatti che sei davvero cambiato."
Mi avvicino a Marco, il mio cuore ancora incerto ma aperto alla possibilità di un cambiamento. Il suo sguardo è pieno di speranza e di una determinazione che non avevo mai visto prima.

"Sì, dimostramelo," dico con voce morbida ma carica di sfida. "Dimostrami che sei diverso da quello che pensavo."

Marco si alza lentamente in piedi, tenendo lo sguardo fisso sul mio. La sua espressione è seria, determinata.

Marco tende le mani verso i miei pantaloni che abbassa. In un colpo fa calare anche le mie mutandine. Il mio pene sobbalza fuori in un colpo, Marco non fa altro che guardarlo. Il suo viso e la sua espressione sono un segno evidente della sua eccitazione. Sono esposta davanti al bullo della classe e sono bagnatissima.

In un colpo Marco si fionda sul mio pene e inizia a succhiarlo e leccarlo. È davvero bravo a fare i pompini, mi chiedo dove abbia imparato mentre lui fionda il mio pene nel fondo più buio della sua gola. Le labbra di Marco brillano leggermente, umide e invitanti, come se fossero appena state sfiorate da una goccia di rugiada. La luce del sole, filtrando attraverso le nuvole, le accarezza delicatamente, conferendo loro un'aura di sensualità e mistero. Il loro contorno è morbido e invitante, invitando irresistibilmente a unirsi in un bacio appassionato.

Il mio pene bagnato dalla saliva brilla sotto la luce, le gocce d'acqua scivolano lungo la superficie liscia, creando riflessi giocosi. La mia cappella invece sempre più grossa. Marco mi sta spompinando in un vicolo, sono eccitata come una troia che scopa per la prima volta. Voglio solo essere aperta in due dal mio bullo.

Afferro Marco per il collo e lo faccio alzare di fronte a me. Lo bacio e assaporo il gusto che il mio pene gli ha lasciato in bocca.
"Sospettavo che tu eri gay."
"Non sono gay. Ma mi fai eccitare."
"Sei un vero frocetto del cazzo"
"Sono un frocetto eh?" Mi chiede Marco con voce strozzata per l'eccitazione.
"Si il più frocio tra i froci."
Marco abbassa i suoi pantaloni poi sputa un po' di saliva nella sua mano.
"Che hai intenzione di fare...eh frocetto?"
Marco prende il mio collo con violenza e mi gira facendo sbattere la mia faccia contro la parete di un palazzo. Ora il mio ano e a sua disposizione.
"Ti sei arrabbiato frocetto?"
Marco ride e ficca due dita nel mio culo. Mentre Marco allargava il mio ano mi sentivo leggera come una piuma, una sensazione mai provata prima. Le sue dita erano robuste e sexy.
"Dimmi ancora che sono un frocetto." Marco me lo chiese in senso di sfida.
"Sei un lurido froc..." Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che ficcò il suo cazzo dentro di me.

Che cazzo enorme che aveva Marco. Tutto quello che una donna vorrebbe, un cazzo abbastanza grande da riempirla.
"Si Marco ti prego scopami così."
Marco iniziò a scoparti tenendomi per i fianchi. A ogni colpo sentivo l'eccitazione aumentare una sensazione di calore e freschezza nello stesso tempo. Mentre Marco mi scopava il mio pene diventava sempre più duro. Volevo toccarmi, ma le mie mani erano occupate sulla parete.
"Ti piace cosi eh?"
Non riuscivo a smettere di gemere.
"Si...si...si Marco. Mi piace...mi piace."
"Sei la mia puttana?"
"Si sono la tua...oddio si così li! Sono la tua puttana Marco."
Marco dava colpi sempre più sostenuti finché non si fermò di colpo.
"Che succede Marco?"
Marco divenne rosso per l'imbarazzo.
"Sei già venuto Marco? Sono passati solo cinque minuti."
"Scu...scusami. Ora devo andare."
Marco uscì in velocità dal vicolo. Rimasi per un attimo delusa dalla sua velocità, ma ero felice lo stesso. Poco prima di entrare nel vicolo avevo acceso la registrazione audio e tutto il dialogo tra me e Marco (più la nostra scopata "freak") era custodita sul mio telefonino.
Chissà cosa avrebbe detto Marco se avesse saputo di essere registrato? Beh non lo saprò mai.
Ma ora, con la registrazione, avevo il controllo della situazione. Ero curiosa di riascoltare ogni dettaglio della nostra conversazione. E di farla ascoltare ai nostri compagni di scuola.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Mai fare il bullo con una trans:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni