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Gina Giana & Tana.


di Easytolove
29.04.2021    |    2.138    |    2 9.4
"Più che altro è stata lei a riconoscermi, probabilmente non devo essere particolarmente cambiata, mentre lei ho faticato a collegarla con la ragazza che..."
Il nostro gioco preferito da ragazze era scambiarci i fidanzati.
Quando una di noi ne accalappiava uno, faceva in modo di farlo conoscere alle altre due, poi a turno ce lo ripassavamo all’insaputa del fortunato.
La cosa è andata avanti fino a quando Gaetana si è innamorata di uno di loro.
Un tipo ombroso, quasi inavvicinabile, forse con un losco passato in traffici poco legali.
Lo ha rimorchiato una sera in discoteca, e con Gina eravamo pronte ad assaggiare quel frutto quasi proibito.
Ma la romantica svampita perse il capo, per qualche giorno sparì dalla circolazione, siamo state costrette ad inseguirla fin dentro casa, per costringerla verso i suoi doveri.
Naturalmente non ne voleva sapere, e solo dopo averla minacciata di divulgare i nostri intenti mariuoli, ci ha confessato tutto.
Manfredi, così si chiamava l’adone, era uno scopatore fuori dall’ordinario, con un cazzo strepitoso, duro e nodoso come un ramo di quercia, la prendeva con dolcezza e selvaggia passione nel medesimo istante.
Di passarlo a noi non se ne parlava.
Perlomeno faccelo conoscere, staremo brave, faremo finta di esserci incontrate per caso, non dovrai nemmeno dire che siamo così amiche.
Tutte bieche scuse, per farla capitolare, poi la sera dell'incontro fatale, abbiamo fatto bere Gaetana fino a che non fosse più in grado di connettere, siamo andate in un posto in campagna, una specie di casetta dei genitori di Gina, e ci siamo fatte scopare tutte e tre da Manfredi.
Ancora adesso penso sia stato uno dei periodi più divertenti della nostra breve frequentazione.
Lui era davvero un asso, un toro da monta come se ne vedono pochi.
Gaetana dopo un brevissimo periodo in cui pareva essersi un pochino adirata, la prese benissimo, e iniziarono delle lunghe sedute orgiastiche, durante le quali, sono anche incominciati i primi approcci saffici tra di noi.
Mentre Manfredi scopava a turno una delle tre, abbiamo iniziato a baciarci e a leccarci, tre corpi intrecciati, orgasmi procurati da lingue e cazzo, seni da leccare, fighe bagnate da assaporare.
Come tutti i bei giochi destinati a durare poco, Manfredi da un giorno all’altro sparì dai nostri orizzonti, ci dissero che si era trasferito all’estero per lavoro, non volle nemmeno fare un ultimo festino per salutarci come si deve.
Con Gina, all’insaputa di Gaetana, dopo questa parentesi molto orgiastica, iniziammo una relazione saffica a due, spesso farcita dall'inserimento di qualche maschio arrapato che rimorchiavamo in discoteca.
Mentre lei scossa e delusa, si aggregò ad un gruppo di mistici, seguaci di una non ricordo bene quale,filosofia orientale.
Ci incontravamo i fine settimana, noi due reduci da lunghe e folli nottate di sesso e passione, con le fiche doloranti per le sedute di sesso a cui le sottoponevamo,mentre lei, causa una delle regole della strana religione a cui si era data, era costretta all’astinenza sessuale più assoluta.
Una volta ci confessò che per resistere alla tentazione di toccarsi, spesso la voglia era così forte da essere incontrollata, si faceva legare le mani alla testiera del letto, e finiva per passare la nottata a contorcere i muscoli della vagina, nella speranza di procurarsi comunque qualche forma di piacere.
Noi ridevamo e le facevamo credere di essere allo stesso modo in un periodo di astinenza, che però stavamo superando con quasi nessuna voglia e bisogno così esagerato.
Una sera, Gina era venuta a casa mia, con l’intenzione di trascorrere insieme la nottata.
Ci siamo fatte un paio di canne, e entrambe belle e andate, avevamo iniziato a leccarcela senza ritegno.Attendevamo l'arrivo di uno dei nostri fidanzati occasionali, un muratore di Avellino in trasferta.
Entrambe tutte nude, ce ne stavamo coricate nel mio grosso letto e due piazze, le cosce spalancate, le lingue avide affondate nelle fiche, eravamo prossime ai primi violenti orgasmi che dopo svariati cambi di posizioni ci procuravamo,quando sentimmo suonare il campanello.
Pensavamo all'arrivo del muratore,Gina mi disse di aspettare, facciamolo stare un poco sulle spine, ma poi sentimmo la voce stridula di Gaetana, che gridava,
“brutte stronze venite ad aprire ho visto la luce, e anche l’auto di Gina, lo so che ci siete!” Ci siamo guardate con sorpresa, e dopo essermi rivestita alla belle meglio, scese le scale mi sono ritrovata di fronte alla sciagurata.
Era fuggita dai mistici, non poteva più resistere senza potersi soddisfare, loro avevano provato a mettere in atto una specie di sequestro di persona, era stata costretta a darsela a gambe.
Per fortuna una automobilista impietosita l’aveva portata alla stazione più vicina, e prestato i soldi per il treno, non sapendo dove altro andare era venuta nell’unico posto che riteneva sicuro.
Mentre mi raccontava tutta trafelata questa specie di avventura, apparve Gina, anche lei mezza nuda, ancora sudata e paonazza per la venuta di qualche istante prima.
“Brutte maiale stavate scopando, ora andiamo a letto che con la fame arretrata che mi ritrovo, fino a domattina non vi darò un attimo di tregua”.
Non aveva ancora finito di pronunciare questa frase, che alla porta si presenta anche Salvatore, il muratore sempre arrapato. "Vieni Salvatore che c'è una sorpresa, è arrivata questa nostra amica, che nella fica ha cinque chili di ragnatele".
In effetti aveva una voglia folle, l’abbiamo messa in mezzo, l’idea che fosse da così tanto tempo in astinenza ci ha eccitati tutti da morire, dopo qualche istante ci siamo ritrovati tutti nudi, abbiamo lasciato al muratore la precedenza, ha sfoderato il suo cazzo nodoso,le ha aperto entrambi gli orifizi ,un delirio di leccate e di orgasmi, Gaetana ha perso il conto delle venute, alla fine si è addormentata, io e Gina ce la siamo ancora un pochino massaggiata, Salvatore non ha retto la prova di tre mezze ninfomani scatenate, per poi crollare anche noi, finalmente appagate.
Il ritorno di Gaetana di nuovo scombinò i nostri piani, trovò lavoro in una profumeria, e fece in modo di rimorchiare entrambi i figli del titolare, coinvolgendo anche Gina in questa sua nuova avventura.
Entrambe sparirono, dopo qualche tempo seppi che si erano fidanzate, facevano quartetto fisso, venni messa nel dimenticatoio.
La cosa in un certo senso non mi spiaceva, avevo voglia di fare esperienze nuove, compresi che il sesso con le donne mi appagava in modo più completo, decisi che sarei diventata una lesbicona.
Mi misi a frequentare ambienti adatti alla mia nuova dimensione sessuale, ogni tanto mi fidanzavo con qualcuna, ma erano unioni che duravano poco, trovavo sempre nuove distrazioni, mi feci la nomea della ragazza facile, andavo con tutte quelle che mi capitavano a tiro.
Nonostante tutto ho fatto anche una bella carriera sul lavoro.
Appagata economicamente, mi sono anche felicemente accompagnata con una splendida creatura femminile da molti anni.
Si chiama Sandra ,abbiamo vissuto spensierate e libere, sessualmente aperte, non ci siamo fatte mancare nulla, abbiamo esplorato tutti i territori dell’erotismo, come diciamo a volte per ridere, siamo andate in giro senza mutande.
Ormai sono anni che non le vedo, la mia vita è andata avanti senza grossi sussulti, ormai appagate non siamo più quelle assatanate dei primi anni, lo facciamo solo ogni tanto, con Sandra di loro non ho mai parlato.
Un pomeriggio in un centro commerciale abbiamo incontrato Gaetana.
Più che altro è stata lei a riconoscermi, probabilmente non devo essere particolarmente cambiata, mentre lei ho faticato a collegarla con la ragazza che conoscevo.
Ingrassata e con i capelli tinti di uno strano colore, vestita in modo vistoso, mi ha fatto una strana impressione.
Mi ha subito raccontato di Gina, sghignazzando, senza curarsi della mia compagna, mi ha tirata in disparte, mi ha detto che è sempre più maiala, organizza gang bang con giovani maschi, se ne fa tre o quattro alla volta, è una vera stronza, a lei è precluso partecipare.
Poi mi ha chiesto se “quella è la mia fidanzata”, le hanno detto che sono diventata una lesbicona, ogni tanto con le donne ci è andata, frequentano certi club privè, fanno grosse ammucchiate con sconosciuti.
Parla e parla per dieci minuti, poi mi chiede il numero del cellulare, vuole che ci vediamo noi tre, andiamo a cena, e poi magari finisce che ce la lecchiamo come facevamo ai bei tempi.
All’improvviso le suona il telefono, con un paio di brevi cenni ci saluta, e si eclissa nella galleria del centro commerciale.
Sandra mi chiede chi fosse quella matta, le dico una vecchia amica che non rivedo da almeno vent’anni, eravamo in tre, ne abbiamo fatte di tutti i colori.
Le dico che vorrebbe che ci ritrovassimo per una cena, ma non so se accetterò l’invito, queste rimpatriate mi mettono tristezza, rivedere le mie amiche invecchiate, grasse e sempre maiale allo stesso modo, sentire i loro racconti non so se mi divertirebbe, resto per qualche minuto silenziosa.
Sandra mi conosce bene, mi prende la mano e mi dice,
“dai non essere triste, non ci devi mica andare per forza, andiamo a casa, che lo conosco io un modo per farti passare la malinconia, il ricordo di quando eravate giovani e spensierate”.
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